Al voto, al voto. Sembrerebbe che l’agonia ed
insicurezza prodotta da questo governo stia per
finire. Il condizionale è d’obbligo per quel minimo di
diffidenza che i gialloverdi ci hanno abituati a provare.
Rimane aperto il quando si voterà, tra tecnicismi e calcoli
politici. Praticamente solo Lega e la Meloni sono pronti
al voto. Gli altri sono divisi. Per loro più in là si vota e
meglio è. Già ci sono alcune certezze.
Cari grillini la pacchia è finita. Metà di voi non sarà
rieletta e dovrete tornare al lavoro (?) di prima. Giggino ha
già prenotato alcune sedute psicoanalitiche. Rambo
raddoppierà come minimo. Sei anni fa era al 4% .
Che balzo. Umberto Bossi rosica ma sa anche
che può contare sulla ricandidatura. Dal 1979 è
regolarmente rieletto e con Casini è tra i più vecchi
nel giro romano. E poi vedrete quanti salti della
quaglia da Forza Italia alla Lega.
Una che raddoppia sarà anche la Meloni che
comunque continua a sognare di fare il Sindaco di
Roma. Appendino e Raggi? Magari un pensierino per il
Parlamento ce lo stanno facendo. Berlusca conferma
“dopo di me il diluvio”. Le vere note dolenti arrivano
dal Pd. Fondamentalmente non è pronto. Zingaretti
attacca: crisi di governo perché scappano dalle loro
responsabilità. Non è pronto per le divisioni interne
e per come presentarsi alle elezioni. Problemi sul
tappeto: primo fra tutti come fare le liste. Ora non è
in mistero che la maggioranza del PD al Senato e
Camera é ancora di stretta osservanza. Secondo:
il Matteo Renzi il secondo non lo fa a nessuno. Terzo
problema, come presentarsi. Da soli o in coalizione.
Obbiettivo minimo: sfiorare il 30% , ma come?
D’Alema sostiene che Articolo uno è superata. La sinistra
sbrindellata non sa che pesci prendere.
Ci si aggiungono quelli che considerandosi della
sinistra pura hanno votato e fatto votare 5 stelle.
Ammettono: che stupidata abbiamo fatto. Ma si
fermano lì .Niente da fare, più in là si vota meglio è per
loro. Altra musica in Piemonte. Un Cirio sicuramente
baldanzoso. Precisamente dipende dall’argomento
e dall’assessore con cui si accompagna. Ottimo
il tandem con Andrea Tronzano sul lavoro. Da
Pernigotti ealla Tav. Significativamente positiva la
giunta aperta su Tav e le rassicurazioni date. L’ opera
non si fermerà, con o senza governo. Zoppicante sul fronte
Sanità. L’assessore Luigi Icardi rimbrotta: accidenti, sono appena
arrivato. Dimenticando che ci si poteva informare
prima della nomina. Ma Lui é leghista. Basta quello
che dice il Capo Salvini
Anche sull’autonomia Cirio avverte Allasia: meglio
che vada avanti io. Tu sei troppo effervescente. O
Vittoria Poggio da Alessandra al commercio già
soprannominata assessore per caso.
Nel mentre il PD inizia la sua quinquennale
attraversata nel deserto e a Torino è alla ricerca di
un candidato credibile per battere l’Appendino in
fase di difficoltà o più precisamente di come arginare
la destra . Tanti candidati, tanta confusione. I più
ammaccati sono i No Tav. Sconfitta su tutta la linea.
Loro si rincuorano: sono gli altri che non sanno, non
capiscono e non sbagliano. Comunque sono bastati
28 fogli di via e non ci sono stati incidenti. Chiaro,
i No Tav sono una minoranza anche in Val
Susa. Non vogliono mollare . La loro Roncisvalle sarà
Chianocco. Con la nuova parola d’ordine “a morte il
traditore Beppe Grillo” e Giggino che apostrofa invece Salvini
come traditore. Almeno in questo caso chi è causa del
suo male pianga se stesso.
Patrizio Tosetto
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