La Madonna in nero dello Schiavone è di una bellezza immediata e di una unicità del tutto particolare perché fonde irripetibilmente insieme caratteristiche basso medievali a caratteristiche di altri periodi, vediamo come è possibile e quali sono le caratteristiche nel seguito dell’articolo. In breve, rispondere al come è piuttosto semplice seppur difficile: è possibile grazie alle influenze a cui l’autore si avvicina considerando l’ambiente artistico a cui afferisce; su quali siano i tratti dell’uno o dell’altro periodo invece bisognerà fare attenzione ai dettagli. Conservata ai Musei Reali di Torino la Madonna con Bambino dello Schiavone di cui trattiamo in questa uscita, l’ultima della serie “donne (in nero)” è datata nel periodo 1456-1459. Quella del 1456 è una data significativa per diversi motivi, è nel 1456 infatti che il pittore Giorgio Culinovic detto Schiavone diventa discepolo dello Squarcione ed è allo stesso anno, il 1456 che si fa risalire la data della scomparsa di uno dei grandissimi della Storia dell’Arte, Donatello, artista quest’ultimo del periodo di Leon Battista Alberti, appartenente alla splendida Firenze del XV secolo e di cui si rilevano tratti caratteristici proprio nella Culinovic. Come anticipato nell’edizione precedente di donne (in nero), l’autore Giorgio Culinovic è originario di Zara. Giorgio lo Schiavone è il nome d’arte il nome con cui è conosciuto nell’ambiente e che naturalmente è arrivato fino a noi. A dispetto di come si potrebbe intuitivamente pensare, il soprannome Schiavone non deriva da un accrescitivo della parola “schiavo”, Schiavone piuttosto è in riferimento alla città natale e significa “dalmata”, ossia originario della Dalmazia regione dove il pittore rientrò a partire dal 1463. Sullo Schiavone influì lo stile del maestro padovano, Francesco Squarcione da Padova, che fu maestro anche di Andrea Mantegna. Lo Schiavone è considerato interprete fondamentale della lezione squarcionesca, la sua pittura è inoltre ritenuta mitigata dagli influssi di Piero della Francesca e per altro verso dai ferraresi tra cui Cosmè Tura, insomma lo Schiavone sebbene non sia tra i nomi del grande pubblico è per così dire, un polo magnetico della storia dell’arte. Nel dettaglio la Madonna con Bambino è inserita in un’edicola marmorea e ha una prospettiva appena aggettata come potrebbe suggerire uno stile innovatore eppure ancora in qualche modo legato al Medioevo, non lontano dalle fatiche del Donatello; gli amorini e le ghirlande con cui lo Schiavone decora la tempera sono tipici dello stile antico, cosa che ilCulinovic assorbe dagli incroci nella bottega del padovano. Del tutto originale per il periodo, il piatto di frutta in primissimo piano che costituisce un accenno di natura morta, un’intuizione sul genere con almeno un secolo di anticipo. La Madonna con bambino conservata presso la Galleria Sabauda dei Musei Reali di Torino è vestita di nero e ha una stola aranciata, la veste nera la abbiamo vista in precedenza in queste uscite con la Madonna con Bambino di Ambrosius Benson conservata a Palazzo Madama. Il bambin Gesù tiene tra le mani un uccellino simbolo di purezza, sta seduto sulla tavola ed è cinto con la mano sinistra dalla madre che nel contempo appoggia il dorso dell’altra mano su di un volume. Donne (in nero) a Torino in uscita il martedì sul quotidiano web iltorinese.it arriva oggi alla sua decima e ultima edizione, mentre il presidio di Donne in Nero all’incrocio tra via Garibaldi e via XX Settembre con ogni probabilità continua a essere presente ogni ultimo venerdì di ogni mese dalle ore 18 alle 19 per manifestare contro la guerra e chiedere che la pace non sia dimenticata.
Ellie
https://www.museireali.beniculturali.it/opere/madonna-con-il-bambino-5/
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