Soffermiamoci unicamente sulle vicende del campo e non inoltriamoci nel resto, augurandoci che al più presto la Torino cestistica possa avere una nuova speranza per il futuro
La partita contro Trento è stata purtroppo l’ennesima sconfitta di un’annata molto ma molto difficile. Allo stato attuale la FIAT Torino ha un record complessivo di 7 vinte e 29 perse (1 vinta 1 persa in Supercoppa italiana, 0-10 in Eurocup e 6 – 18 in campionato) che non si può valutare altro che con un no comment. Si possono trovare tante cause, concause, fatalità, sfortuna e prestazioni monstre solo contro Torino, ed è tutto vero. E’ altresì innegabile che una sana autocritica sulla gestione degli ultimi quarti di Torino, se fossero stati ben gestiti con esperienza, avrebbero permesso una stagione differente. E partire da qui piuttosto da cosa hanno fatto o non fatto gli arbitri sarebbe un bel progresso. Il quintetto proposto dall’ultimo minuto del terzo quarto fino a quasi metà del quarto quarto rasenta l’incredibile… . Però, come sempre, noi siamo qui a scrivere e a guardare, oltre che a tifare, e tutto sembra facile, mentre dal campo è tutto sicuramente diverso, ma è proprio lì che si fa la differenza in positivo. Per i giocatori è tutto sicuramente difficile. Jaiteh però si impegna al massimo, quando è in campo, e talvolta in momenti topici dovrebbe avere più spazio. Hobson è la vera scoperta di quest’anno con le sue estreme movenze di alta qualità, ma talvolta predica nel deserto. Il miglior attaccante dei gialloblù, Dallas Moore, viene sicuramente “incatenato” dagli schemi e gioca al meglio solo quando può liberarsi, ma è strano che non possa esprimersi. E’ una “bocca da fuoco” strepitosa, ha talento ed è generoso: perché non lasciargli spazio di azione? Il resto è a sprazzi. Mc Adoo gioca talvolta da pivot NBA e talvolta da ala di campionati minori, ma se avesse avuto continuità forse saremmo già tranquilli nel campionato. Cotton si impegna ma non è quella saracinesca che si vorrebbe e purtroppo non ha quella concretezza in attacco di cui si ha bisogno. Per il resto stendiamo un velo pietoso, in quanto alcuni sembrano ormai in difficoltà con il fisico e altri in campo solo per dovere (vedi Wilson…) . La situazione è difficile. Penultimi da soli non è proprio bello da vedere. Basterebbe poco per fare il piccolo salto necessario per la salvezza. Ci vorrebbe lucidità e serenità e molto buon senso. Attendiamo il miracolo. Non smettiamo di tifare. Forza Torino.
Paolo Michieletto
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