Per questa uscita di donne (in nero), mi sono recata di persona ai Musei Reali di Torino per vedere esposta al primo piano della Galleria Sabauda la Madonna con bambino e sei santi di Andrea Mantegna (1431-1506) di cui parliamo oggi
Trovarsi davanti al quadro del pittore veneto Andrea Mantegna è stata una grande emozione; mi era già capitato di vederlo dal vivo e anche quella volta come per la Madonna con bambino ai Musei Reali, ho provato lo stesso sentimento di gioia. Il Mantegna fa l’effetto di collegare direttamente a qualcosa di remoto, alla sensazione intorno a un bel ricordo legato a molto tempo fa, qualcosa di cui ne rimane solo l’essenza. Precedentemente abbiamo trattato di alcune opere che fanno parte della Collezione Gualini e quelle al momento non sono visibili, perché sono comprese nell’allestimento della mostra in apertura nel trimestre estivo dei Musei Reali, quindi bisognerà attendere il mese di giugno per poterle vedere di nuovo. La Madonna con il bambino e sei santi ha un mantello nero, cosa che la colloca a pieno titolo tra gli articoli di donne (in nero), serie che prende spunto per parlare delle donne della Storia Dell’Arte da Donne in Nero, l’omonimo movimento contro la guerra di origine israelita, supportato dalla Casa delle Donne di Torino con un presidio che si svolge in centro -nei pressi dell’incrocio tra via Garibaldi e via XX Settembre- ogni ultimo venerdì del mese dalle 18 alle 19. Donne in Nero manifesta in nero e in silenzio, usando uno striscione, dei volantini e poco altro oltre alla forza della presenza delle donne che chiedono che nessuna guerra sia dimenticata nella frenesia quotidiana, perché le prospettive di pace si mantengano e perché credono che il ruolo della donna nei confronti dei conflitti, tradizionalmente remissivo, debba essere rivalutato. L’opera del Mantegna è datata al 1485 circa e presenta una particolarità tipica dei secoli XV e XVI, per la quale vi chiedo di soffermarvi sull’opera e guardare bene tutte le figure dipinte. I lettori di donne (in nero) notano un certo distacco tra le persone che popolano il quadro, insomma i sei santi -di cui si riconosce Santa Caterina d’Alessandria sulla destra della tavola-, non sembrano e in effetti non sono in relazione tra di loro. In maniera cruda, sono alieni sia alla Madonna che al bambino e al San Giovannino. La spiegazione è banalmente legata al fatto che i cinque Santi rappresentati intorno ai tre al centro del quadro sono spiriti, in altre parole i santi sono apparizioni visibili che proteggono la Madonna, Cristo e San Giovanni Battista bambino. Insomma non si tratterebbe di un vero e proprio incontro tra Maria e i Santi che Andrea Mantegna ha ritratto, ma piuttosto di un’opera che riunisce insieme, prima nella mente poi nella pittura, figure neotestamentarie. Il Mantegna è in effetti uno dei più grandi del XV secolo e così lui riesce nel creare una circolarità, un movimento nel quadro, insomma a tratti potrebbe sembrare che Maria stessa sia per così dire assente, che essa sia spirito, che sia lì come entità sovrannaturale a proteggere la persona che ha accanto. Così via uno dopo l’altro si animano di carne e ossa per lasciare spazio al successivo; solo il bambin Gesù prende l’aspetto di essere vivo e il san Giovannino -con la sua schiettezza di bambino- porge un paragone all’altro infante mostrandone l’aria di sapienza, cosa che sottolinea la caratteristica divina del piccolo sul petto della donna, Santa Maria. Recandovi a vedere di persona il quadro del Mantegna vedrete che il nero del mantello portato da Maria sulla testa e sulle spalle ha, per così dire, un’anima bronzea, sembrerebbe che -oltre il nero- si trovi l’altro colore -il bruno dorato- che è il colore del risvolto. Nella prossima uscita di donne (in nero) vediamo un’altra donna in nero torinese e alcune curiosità, resta Connesso!
Elettra -ellie- Nicodemi
https://www.museireali.beniculturali.it/opere/madonna-bambino-santi/
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE