Torna il festival Slavika a Torino, giunto alla V edizione. Il Festival è organizzato dal circolo culturale Polski Kot, con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano, l’Istituto Polacco di Roma, Klec Blazna e Sovietniko
Contribuiscono all’ideazione del Festival: l’associazione culturale “Most”, la casa editrice Miraggi, Sottodiciotto Film Festival, libreria Trebisonda, “East Journal”, Unione Culturale Franco Antonicelli, associazione “To je to”, associazione “RetròScena”. I “luoghi” del Festival saranno molti: dal Polski Kot di via Massena allo Jazz Club, Circolo dei Lettori, CineTeatro Baretti,Polo del ‘900 e Unione Cuturale. Concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche, presentazioni di libri, incontri con gli autori, mostre di fotografia e un premio di traduzione letteraria animeranno il fitto calendario della rassegna dedicata all’Europa centro-orientale. Dal concerto di Damir Imamovic, principe della musica “sevdah” di Sarajevo, venerdì 15 marzo, fino al concerto di Babbutzi Orkestar al Jazz Club a chiudere lunedì 25 marzo, passando per una lunga serie di appuntamenti imperdibili: la presentazione del libro Proletkult del collettivo Wu Ming, gli incontri con gli autori polacchi Anna Frajlich, Mariusz Wilk e la celebre Olga Tokarczuk, le proiezioni del documentario Naked Island sull’isola di Goli Otok, e del film polacco Carte blanche alla presenza del regista Jacek Lusinski. Uno spazio di rilievo quest’anno sarà garantito alla fotografia, con ben due mostre in anteprima: quella del fotoreporter di guerra polacco Krzysztof Miller, morto suicida nel 2016 dopo aver coperto tra i più importanti conflitti negli ultimi 25 anni, e dell’artista russa Aleksandr Petrosjan. Per il teatro, il collettivo Patom Theatre inscenerà lo spettacolo I ran and got tired ispirato all’opera di Daniil Charms. Ci sarà una giornata interamente dedicata all’architettura nei Balcani: l’associazione “To je to” affronterà la tematica degli spomenik(monumenti commemorativi per i caduti della Seconda Guerra Mondiale voluti tra gli anni ’60 e ’70 da Tito), mentre Antonio Cunazza e Gianni Galleri parleranno di estetica degli stadi di calcio in quelle zone. Anche quest’anno verrà riproposto il laboratorio di traduzione con i docenti universitari Olja Arsic (letteratura serbo-croata) e Massimo Maurizio (letteratura russa).
IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL: 14-25 MARZO 2019
– giovedì 14/3 ore 18.30 Spazio Eventa, via dei Mille, 42 – Torino. Inaugurazione del Festival.Mostra fotografica: “Krzysztof Miller – Fotografie che non hanno cambiato il mondo. Storia di un fotoreporter polacco”. Ingresso libero.
Krzysztof Miller è stato uno dei fotoreporter polacchi più importanti, prematuramente scomparso a 54 anni nel 2016. Nei suoi scatti i momenti storici legati alla “Tavola rotonda” polacca, la rivoluzione in Romania, le guerre di Bosnia e Cecenia. Prima esposizione in Italia dei suoi lavori. A cura di Tiziana Bonomo (Artphoto). Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano;
– venerdì 15/3 ore 18. Polo del ‘900, via del Carmine, 14 – Torino. Foto, racconti e video: “Borders – Sul confine. Un viaggio nell’Ucraina di oggi”. Ingresso libero, aperitivo a seguire
Quattro anni dopo le proteste in piazza Maidan, un gruppo di giovani italiani viaggia al confine dell’Unione Europea per incontrare associazioni locali di giovani impegnati a rispondere come società civile alle tensioni e ai conflitti nel paese. La serata di inaugurazione prevede la proiezione del documentario, lettura di estratti del racconto di viaggio a cura di “Nouvelle Plague” e buffet. Nei giorni seguenti la mostra sarà visitabile (fino al 24 marzo)presso la Galleria delle Immagini del Polo del ‘900 (via del Carmine, 13). Un progetto di RetròScena realizzato con Fondazione Nocentini e Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini. Con il sostegno del Polo del ‘900;
– venerdì 15/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino.Concerto: Damir Imamovic (Bosnia-Erzegovina). Aperitivo e concerto: 12 euro, prima consumazione: 5 euro. Prenotazione obbligatoria per l’aperitivo.
Damir Imamović (nato nel 1978) è un musicista, cantante e compositore della musica tradizionale della Bosnia ed Erzegovina, “sevdah” o “sevdalinka”.
Damir Imamović è nato a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina, in una famiglia di musicisti. Suo padre Nedžad Imamović (1948), è un bassista, produttore, cantante e autore, mentre suo nonno paterno Zaim Imamović (1920-1994), è stato un musicista leggendario e cantante folk bosniaco tradizionale, famoso negli anni ’40 e ’60. Damir trascorse i suoi anni di formazione (1992-1995) vivendo nella città assediata di Sarajevo. Ha iniziato a suonare la chitarra quando aveva 15 anni;
–sabato 16/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino.Presentazione libro di Maksim Gor’kij: “Lenin, un uomo” (Sellerio). Con il curatore Marco Caratozzolo (docente di Lingua e Letteratura russa all’Università di Bari) dialoga Massimo Maurizio (ricercatore di Lingua e Letteratura russa all’Università di Torino). Ingresso libero. Libri in libera vendita.
Ricordi, pieni di affetto e di ammirazione, per un personaggio mitizzato o vituperato nella storia per la propria azione politica. Ma in questo ritratto non è la politica al centro del mirino: è l’uomo Lenin che Gor’kij vuole, riuscendoci meravigliosamente, scolpire nella memoria. E sorprendere;
– sabato 16/3 ore 19.30. Klec Blazna, via sant’Ottavio, 37 – Torino. Festa d’inaugurazione.Musica e cucina.
“East Journal”, “Kiosk” (programma radiofonico di Radio Beckwith) e “Most” associazione presentano la festa d’inaugurazione della V edizione di “Slavika” con tanta buona musica d’oltrecortina e menù tipico balcanico: zuppa Jota (zuppa di fagioli, verza e patate), cevapcici, baklava e mezzo litro di birra a 22 euro. Prenotazione obbligatoria per chi vuole cenare. In collaborazione con: “East Journal”, “Kiosk”, “Most” associazione e Radio Beckwith;
– domenica 17/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Architettura ed ex Yugoslavia: “L’eredità degli Spomenik”. Con Diego Acampora, Eric Gobetti e Chiara Bosco (associazione “to je to”). Ingresso libero, aperitivo a seguire.
Spomenik è una parola serbo-croata, letteralmente significa “monumento”. Riferita al contesto balcanico tuttavia essa si riferisce ad una particolarissima tipologia di opera. Gli Spomenik sono infatti tutti quei manufatti costruiti durante la dittatura socialista di Josip Broz Tito. Sono solitamente memoriali di guerra, enormi totem eretti nei luoghi dove si sono tenute battaglie importanti e ideati per ricreare, in un nuovo stile architettonico a tratti futuristico e spesso indecifrabile, un’identità jugoslava trasversale. Per cui andare alla loro riscoperta equivale alla ricerca di una cultura a volte volutamente dimenticata, dei monumenti religiosi di un culto laico ormai scomparso… Fino a un certo punto. In collaborazione con associazione “to je to”;
– domenica 17/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Architettura ed estetica degli stadi slavi: “In viaggio da Nova Gorica a Istanbul, tra calcio e architettura”. Con Antonio Cunazza(Archistadia) e Gianni Galleri (Curva Est). Ingresso libero, aperitivo alla fine dell’evento precedente.
Due esperti massimi di architettura (Antonio Cunazza, curatore della pagina FB Archistadia e Gianni Galleri, autore del libro: “curva Est” e curatore della pagina Fb omonima) ci parlano di estetica e meraviglia degli stadi balcanici e di episodi a sfondo sportivo-coreografico che vi sono accaduti;
– lunedì 18/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Incontro con l’autore. Con Anna Frajlich dialoga Giulia Randone (slavista e dottore di ricerca dell’Università di Torino). Ingresso libero, aperitivo a seguire. Libri n libera vendita.
Anna Frajlich è una poetessa polacca di origini ebraiche che da anni vive negli Stati Uniti, dove ha insegnato lingua e letteratura polacca alla Columbia University di New York. È nata nel 1942 a Katta-Taldyk, nella Reppubblica Socialista Sovietica Kirghiza, dove era fuggita sua madre in seguito all’invasione tedesca di Leopoli nel 1941. Dopo la guerra è tornata in Polonia, abitando prima a Stettino e poi a Varsavia, dove si è laureata in lingua e letteratura polacca. Sull’onda della campagna antisemita fomentata dalle autorità comuniste nel 1968 la poetessa ha lasciato la Polonia l’anno successivo, soggiornando per qualche mese in Italia per poi, nel 1970, trasferirsi in pianta stabile a New York. Anna Frajlich è autrice di dodici raccolte di poesia. La Parlesia Editore ha pubblicato quest’anno il suo primo libro in italiano: “Un oceano tra di noi”, che sarà possibile acquistare durante la serata. Con il sostegno dell’Istituto di Cultura Polacca di Roma;
lunedì 18/3 ore 21. Cinema Baretti, via Baretti, 4 – Torino. Docufilm: “Goli Otok/Naked island”. Ingresso: intero 4 euro, ridotto 3 euro (per le riduzioni consultare il sito: www.cineteatrobaretti.it)
Isola Nuda per gli slavi, Isola Calva per gli italiani d’Istria. In croato si chiama Goli Otok, in italiano più raramente isola Golli. È stato il luogo in cui il regime titino, dal 1949 al 1956, ha cercato di rieducare i filosovietici (cominformisti) al socialismo jugoslavo. E per farlo ha utilizzato, oltre all’indottrinamento politico, anche il lavoro forzato e violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo. Il documentario di Tiha K. Gudac, (Croazia 2014, col., 75′, v.o. sott. ita./eng)
è un’indagine che la regista svolge sulla sua famiglia. Tiha K. Gudac cerca di capire il segreto del nonno, che sparito per alcuni anni era poi tornato coperto di cicatrici. Un racconto delicato che porta alla luce un segreto familiare e nazionale sulla ex-Jugoslavia: quello di Goli Otok, l’”Isola Calva”, il campo per gli oppositori politici del regime di Tito. Miglior documentario al Sarajevo Film Festival e premio CEI al Trieste International Film Festival;
– martedì 19/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Incontro con l’autore. Con Dunja Badnjevic dialoga Ljiljana Banjanin (professoressa di Lingua e Letteratura Slava all’Università di Torino). Ingresso libero, aperitivo a seguire.
Dunja Badnjević, nata a Belgrado, vive da più di quarant’anni in Italia. Ha lavorato come redattrice e attualmente si occupa di traduzione e promozione della letteratura serba, bosniaca e croata in Italia. Ha tradotto per Adelphi, Editori Riuniti, Guanda, Ponte alle Grazie, Newton Compton, Jaca book e altre case editrici. Per la collana Meridiani della Mondadori ha curato: “Ivo Andrić,Romanzi e racconti”. È vicepresidente dell’associazione interculturale «Lipa». Per Bollati Boringhieri ha pubblicato: “L’isola nuda”, romanzo che mette al centro proprio la realtà di Goli Otok. Lì vi fu rinchiuso per alcuni anni il padre dell’autrice, convinto internazionalista «epurato» da Tito dopo lo strappo con l’Urss nel 1948. Affascinanti le pagine finali sull’apolitudine, su quel senso di perdita e di assenza che molti di coloro che hanno vissuto la Jugoslavia e il suo disfacimento ancora soffrono; – martedì 19/3 ore 21. Circolo dei Lettori, via Bogino, 9 – Torino. Incontro con l’autore. Con Olga Tokarczuk dialoga Andrea Bajani (scrittore). Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Libri in libera vendita.
Olga Tokarczuk (Sulechów, 29 gennaio 1962) è una scrittrice polacca. È una degli scrittori polacchi della sua generazione più acclamati e di grande successo commerciale. Ha studiato psicologia presso l’Università di Varsavia. Ha pubblicato raccolte di poesie, vari romanzi, così come di altri libri con opere più brevi. Il suo libro “Bieguni” (“I vagabondi”, in uscita in questi giorni per Bompiani nella traduzione della “nostra” Barbara Delfino) ha vinto nel 2008 il premio Nike, tra i premi più importanti della letteratura in Polonia, e nel 2018 il Man Booker International Prize (l’edizione in inglese aveva il titolo: “Flights”). Olga Tokarczuk vanta numerose altre traduzioni in italiano. In collaborazione con Bompiani Editore;
– mercoledì 20/3 ore 18. Unione culturale Franco Antonicelli, via Cesare Battisti, 4 – Torino. Presentazione del libro: “Proletkult” (Einaudi). Con gli autori (Wu Ming) dialoga Daniela Steila (professoressa di Storia della Filosofia all’Università di Torino e presidente dell’Unione Cuturale). Ingresso libero, aperitivo a seguire (a cura di Sovietniko). Libri in libera vendita.
Mosca, 1927. Che le proprie storie si mescolino alla realtà fino al punto di prendere vita: non è questo il sogno segreto di ogni narratore? È ciò che accade ad Aleksandr Bogdanov, scrittore di fantascienza, ma anche rivoluzionario, scienziato e filosofo. Mentre fervono i preparativi per celebrare il decennale della Rivoluzione d’Ottobre e si avvicina la resa dei conti tra Stalin e i suoi oppositori, l’autore del celebre Stella Rossa riceve la visita di un personaggio che sembra uscito direttamente dalle pagine del suo romanzo. È l’occasione per ripercorrere le tappe di un’esistenza vissuta sull’orlo del baratro, tra insurrezioni, esilio e guerre, inseguendo lo spettro di un vecchio compagno perduto lungo la strada. Una ricerca che scuoterà a fondo le convinzioni di una vita;
– mercoledì 20/3 ore 21. Unione culturale Franco Antonicelli, via Cesare Battisti, 4 – Torino. Conferenza. Mark Steinberg, professore di storia all’Università dell’Illinois (Urbana-Champaign), parla di: “Ha ancora senso, oggi, studiare la rivoluzione russa? E, se ha un senso, dove lo si trova?” Ingresso libero.
Ha ancora senso, oggi, studiare la rivoluzione russa? E, se ha un senso, dove lo si trova? Ne parliamo con Mark Steinberg, autore del volume The Russian Revolution. 1905-1921 (Oxford U. P., 2017). Dal 2017 Steinberg è intervenuto in giro per il mondo (in Russia, Canada, UK, nelle maggiori università americane…) in occasione del centenario della rivoluzione, proponendo un approccio innovativo incentrato sulle passioni e gli entusiasmi che animavano i protagonisti, anche oscuri, di quella vicenda. Con noi discuterà del senso che può avere per noi quella storia, nei tempi bui che stiamo attraversando, dall’esperienza di insegnamento in luoghi “insoliti” come un carcere americano, alla riflessione sul significato rivoluzionario della ricerca queer (Steinberg è il padre della famosa drag queen Sasha Velour). L’intervento sarà in lingua inglese, con traduzione consecutiva (se richiesto).
– mercoledì 20/3 ore 21. Cinema Baretti, via Baretti, 4 – Torino. Film: “Carte blanche”. Ingresso: intero 4 euro, ridotto 3 euro (per le riduzioni consultare il sito: www.cineteatrobaretti.it). Alla proiezione parteciperà il regista, Jacek Lusinski.
“Carte blanche” (di J. Lusinski, Polonia 2015, 106′). Un professore di liceo molto amato dai suoi allievi, per non perdere il suo posto e preparare bene i suoi studenti alla maturità, nasconde il fatto che sta perdendo la vista. La diagnosi medica non lascia alcuna speranza: il professore è minacciato da una cecità permanente e totale. Ma le sue reazioni avranno un’evoluzione: spaventato all’inizio, non cade nella disperazione. Al contrario, adempie alla sua missione educativa, allaccia un’amicizia vera e aiuta un’allieva ribelle. Ispirato a fatti reali, il racconto del film potrebbe avere un impatto sociale perché testimonia la situazione complicata delle persone handicappate e la loro lotta per vivere nella società. Alla proezione sarà presente il regista, Jacek Lusinski, che aveva esordito nel 2009 come regista e sceneggiatore del film: “Pixels”. Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano;
– giovedì 21/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Presentazione del libro: “Quando c’era l’URSS. 70 anni di storia culturale sovietica” (Raffaello Cortina Editore) di Gian Piero Piretto. Con l’autore dialoga Elisa Baglioni (dottore di ricerca in Lingua e Letteratura Russa, collettivo Spara Jurji). Ingresso libero, aperitivo a seguire. Libri in libera vendita.
L’universo sovietico ha suscitato per circa settant’anni entusiasmi e avversioni. Attraverso una periodizzazione non scandita dalla banalità dei decenni, in questo libro si analizzano eventi storici, imprese, campagne promozionali e dissuasorie subite dai cittadini del paese dei Soviet, con uno speciale accento sulla percezione dei fatti nella quotidianità della gente comune. Propaganda, retorica, passioni sono prese in esame sulla base della cartellonisti-ca, delle riviste, del cinema, dell’architettura, delle arti, della cronaca. Dai trascinanti investimenti dei primi anni al binomio euforia-terrore che ha segnato l’era staliniana, dalle sottoculture giovanili degli anni Cinquanta e Sessanta ai primi passi del rock nei Settanta, si giungerà alla fatidica notte di Natale del 1991, quando venne ammainata la bandiera rossa sul Cremlino. Tutto documentato da un ricco apparato iconografico tratto dalla straordinaria produzione di grafici e artisti del tempo;
– giovedì 21/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Spettacolo teatrale: “I ran and got tired” ispirato a Daniil Charms. Di Patom Theatre. Aperitivo e spettacolo: 10 euro, prima consumazione: 5 euro. Prenotazione obbligatoria per l’aperitivo.
Due personaggi sconcertanti e surreali abitano e colmano il palco: sono il Poeta e la Donna, forse sua musa, sua ombra, sua donna, suo amore, figure che impersonano l’Assurdità dell’esistenza, la tragedia di una condizione che vede uno scontro perenne contro la censura e il potere, senza possibilità di resa. La condizione dell’autore cui la pièce “I ran and got tired” fa riferimento è, infatti, quella del surrealista, drammaturgo e poeta russo Daniil Charms (1905-1942), uno degli ultimi rappresentanti dell’avanguardia russa. E lo spettacolo si rivela, dunque, come una rappresentazione multi-linguistica che porta alla luce la lotta di un artista e l’assoluta e ineludibile necessità di combattere per le proprie convinzioni. Durante la sua attività, infatti, Charms poté vedere pubblicati solo i suoi racconti per bambini. Fu arrestato due volte, nel 1931 e nel 1941, mentre le sue opere per adulti furono rilasciate solo nel 1978;
– venerdì 22/3 ore 18. Circolo dei Lettori, via Bogino, 9 – Torino. Incontro con l’autore. Con Mariusz Wilk dialoga Carlo Grande (scrittore sceneggiatore e giornalista). Ingresso libero. Libri in libera vendita.
Mariusz Wilk (1955, Breslavia) è uno scrittore giornalista, saggista, viaggiatore polacco. Dal 1978 attivista dell’opposizione democratica. Co-fondatore delle letture di opposizione “underground”: “Biuletyn Dolnośląski”, “Podaj dalej”, “Tematy”. Dopo la legge marziale rimase nascosto, in qualità di direttore della rivista „Solidarność. Pisma Zarządu Regionu”, fino all’arresto nel dicembre 1982. Fu rilasciato nel 1983 e nuovamente arrestato nel 1986. Negli anni ’90 del XX soggiorna all’estero, negli Stati Uniti e infine in Russia, sulle isole Soloveckie. Durante questo periodo è stato corrispondente russo di “Kultura”, fino all’ultimo numero della rivista nel 2000. Nel 2006, il Presidente della Repubblica di Polonia, Lech Kaczyński, ha premiato lo scrittore con la Croce degli ufficiali dell’Ordine della Rinascita della Polonia. Il 4 giugno 2015, Mariusz Wilk è stato privato del diritto di vivere in Russia per cinque anni. Per la prima volta in Italia viene tradotto e pubblicato un libro di Wilk, “Uomini renna” (La Parlesia editore), grazie al lavoro di Barbara Delfino e Giulia Randone. Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano;
– venerdì 22/3 ore 20.30. FIAF, via Pietro Santarosa, 7 – Torino.Mostra fotografica di Aleksandr Petrosjan, “Racconti di Pietroburgo”. Ingresso libero.
Aleksandr Petrosjan è considerato il più grande fotografo contemporaneo di tutta la Russia. Nato in Ucraina nel 1965, vive a San Pietroburgo da oltre 40 anni ed i suoi scatti hanno vinto numerosissimi premi in tutto il mondo. Inizia per caso a cimentarsi con la fotografia, immortalando semplicemente il suo quartiere ed i passanti; solo nel 2000 decide di affrontare la sua passione in maniera professionale. Lavora così per giornali come “Newsweek”, “National Geographic”, “GEO”, “Russian Reporter”, “Kommersant”, “Komsomolskaya Pravda”, and “Business Petersburg”. Ha vinto per due anni consecutivi, nel 2006 e nel 2007, il premio come “Fotografo dell’anno” ai St. Petersburg Awards. La mostra sarà visitabile fino al 5 aprile.
Sito di riferimento: http://aleksandrpetrosyan.com/en/;
– sabato 23/3 ore 10. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Seminario di traduzione letteraria (russo, serbo-croato) con Olja Arsic Perisic (professore a contratto di Lingua serbo-croata all’Università di Torino) e Massimo Maurizio (ricercatore di Lingua e Letteratura russa all’Università di Torino). Ingresso libero.
Anche quest’anno una giornata del festival sarà dedicata alla traduzione letteraria. Ci si ritroverà alle 10 del mattino per formare i due gruppi che lavoreranno fino al primo pomeriggio con i due esperti. Il pranzo sarà offerto da Polski Kot. La partecipazione è gratuita, ma occorre segnalare la propria partecipazione entro e non oltre lunedì 18 marzo, così da poter ricevere per tempo il materiale su cui verterà l’incontro;
– sabato 23/3 ore 17. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Assegnazione del premio Polski Kot alla miglior combinazione traduttore-editore riguardante un’opera slava letteraria edita nel 2018 in lingua italiana. Ingresso libero.
Il premio Polski Kot, giunto alla V edizione, vanta quest’anno una long-list di altissima qualità:
1. “Non esistono buone intenzioni” di Katarzyna Bonda. Editore: Piemme, Traduttore: Walter Da Soller e Laura Rescio
2. “Viljevo” di Luka Bekavac, Editore: Mimesis, Traduttrice: Ljiljana Avirović
3. “Toximia” di Margo Rejmer. Editore: La Parlesia, Traduttore: Francesco Annichiarico
4. “La Rivolta” di W.S.Reymont. Editore: Edizioni della sera, Traduttrice: Laura Pillon
5. “L’esercizio della vita. Cronisteria di Nedjeljko Fabrio”. Editore: Oltre, Traduttore: Silvio Ferrari
6. “Nel primo cerchio” di Aleksandr Solzenicyn. Editore: Voland, Traduttrice: Denise Silvestri
7. “La corsa indiana” di Tereza Bouckova. Editore: Miraggi, Traduttrice: Laura Angeloni
8. “Le donne di Lazar’” di Marina Stepnova. Editore: Voland, Traduttore: Corrado Piazzetta
9. “Più silenzioso dell’acqua” di Berislav Blagojević. Editore: Stilo, Traduttore: Danilo Capasso
10. “E dal cielo caddero tre mele” di Narine Abgarjan. Editore: Francesco Brioschi, Traduttrice: Claudia Zonghetti;
– sabato 23/3 ore 18.30. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Presentazione del libro: “Il bruciacadaveri” (Miraggi Editore) di Ladislav Fuks. Intervengono Alessandro De Vito (Miraggi, traduttore e curatore) e Luca Ragagnin (scrittore). Ingresso libero, aperitivo a seguire. Libri in libera vendita.
In una Praga di cattivo umore, il signor Karel Kopfrkingl, creatura pemurosa e ammanierata, impiegato al Crematorio, mette in atto, con soave candore, il suo perfido disegno: l’eutanasia. Campione attardato del Biedermeier praghese sciropposo e idillico, manipolatore di zuccherosi aggettivi che indirizza alla propria moglie, prima, durante e dopo averla fatta fuori, il signor Karel nutre una profonda comprensione per gli infermi e per i derelitti, si rammarica che le bestie soffrano, crede nella reincarnazione e le sue letture preferite sono un libro sul Tibet e un corpus di leggi che regoano le cremazioni. Necroforo attento e puntiglioso, Kopfrkingl offre a chi gli vive intorno una visione della vita seminata di bare e catafalchi, musiche per organo, fuochi purificatori e innumerevoli dolcezze dell’aldilà. Premuroso e untuoso accarezza i suoi cadaveri e li brucia. Aperitivo a seguire;
– sabato 23/3 ore 21.30. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Concerto: AcCello Duo (Polonia). Aperitivo e concerto: 10 euro, prima consumazione: 5 euro.
AcCello Duo è una coppia di strumentisti creata nel 2011 da un fisarmonicista, Konrad Merta, e un violoncellista, Piotr Gach. I musicisti realizzano varie idee artistiche ispirandosi ad accattivanti spettacoli di musica etnica e musica popolare, modificando le proprie composizioni in solenni progetti musicali realizzati con un uso classico senza età. Konrad Merta – nato nel 1989 – fisarmonicista, arrangiatore, compositore. Ha completato i suoi studi di dottorato presso il Dipartimento di Fisarmonica presso l’Accademia di Musica di Katowice. Piotr Gach (violoncello), nato nel 1986 a Słupsk, dove ha iniziato a suonare il violoncello all’età di 6 anni. Durante la scuola elementare e la scuola media, è stato vincitore del I Premio nelle gare di Malbork e Koszalin. Nel 2002 ha iniziato a sviluppare le proprie abilità nella Scuola secondaria di musica a Danzica. Con il sostegno del Consolato Generale della Repubblica di Polonia in Milano.
– domenica 24/3 ore 18. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Incontro con il collettivoVolna Mare. “Suto Orizari – L’unico comune in Europa a guida rom”. Ingresso libero.
Volna mare è un giovane collettivo costituito da Simone Benazzo, Marco Carlone e Martina Napolitano, tutti con interessi inerenti la fotografia, la storia e le bellezze del mondo dell’Europa centro-orientale. Hanno all’attivo la pubblicazione di un libro: “Il futuro dopo Lenin. Viaggio in Transnistria” (DOTS edizioni) e molti articoli sui giornali e le riviste più prestigiose d’Italia e oltre. La storia recente di Šuto Orizari inizia nel 1963, quando un terremoto ridisegnò gli equilibri demografici di Skopje. La comunità rom si trovò allora costretta ad abbandonare il proprio feudo tradizionale, il quartiere di Topaana, reso inagibile dal sisma. Il progetto di ricostruzione prevedeva inizialmente l’assimilazione della componente rom, per cui si preventivava di costruire condomini ad hoc in quartieri abitati principalmente dalle comunità maggioritarie della piccola repubblica (al tempo) jugoslava, ovvero albanesi e slavi macedoni. I rom rifiutano. Le autorità decisero allora di assegnare ai rom un intero quartiere, Šuto Orizari, quasi interamente evacuato dalla popolazione originaria e ridotto a un rione fantasma di case pericolanti e fatiscenti. Nel 1996 è stato riconosciuto come uno dei dieci distretti di Skopje, diventando così la prima municipalità al mondo dove il romanì, la lingua dei rom, è lingua ufficiale assieme al macedone. Il censimento del 2002 sancisce che più dell’80% degli abitanti è di nazionalità rom. Aperitivo a seguire;
domenica 24/3 ore 21. Polski Kot, via Massena, 19 – Torino. Proiezione del film: “Tito ed io”. Aperitivo e film: 10 euro, prima consumazione 5 euro.
1954, Belgrado. Zoran è un bambino di dieci anni. Cresce in una famiglia borghese che disapprova il sistema comunista. Il bambino racconta la sua vita quotidiana: la scuola, gli amici e il primo amore. Prende parte al concorso che premia il miglior tema in madrelingua “Vuoi bene al compagno Tito e perché?”. Colui che vincerà il concorso avrà l’occasione di partire per la marcia verso Kumrovec, la terra natia del Compagno Tito. Zoran rivela, nella sua poesia, di amare Tito “più che la mamma e il papà…” Il film (di G. Markovic, 1992, 104′, v.o. con sottotitoli IT) tratta le vicissitudini di un bambino che tramite i propri occhi offre uno scorcio sulla Jugoslavia degli anni ’60. I sottotitoli in italiano sono stati curati da Mia Vujovic.
– lunedì 25/3 ore 21.30. Jazz Club, via San Francesco da Paola ang. Via Giolitti – Torino. Concerto : Babbutzi Orkestar. Ingresso con offerta libera.
La BABBUTZI ORKESTAR nasce nel 2007 e ha solcato importanti palchi quali Hidrellez Festival ad Istanbul, I am Art Festival in Umbria, MEI a Faenza, Guca Na krasu a Trieste, Auditorium La Flog a Firenze, Bloom a Mezzago, BalkanbeatsLondon a Londra, Laborbar a Zurigo, Tipi Festival a Bolzano, Balkan Caravan, Magnolia a Milano, End Summer Fest a Varese, e molti altri oltre a tutte le più importanti piazze d’Italia. Ha suonato sugli stessi palchi di Shantel, Modena City Ramblers, Dubioza Collectiv, Boban & Marko Marcovic, Goran Bregovic, Magnifico, Figli di Madre Ignota, Brooklin Funk Essential, Baba Zula, Can Bonomo, Fanfare en Petard, Robert Soko, Kocani Orkestar, Mad Sound System, Ghiaccioli e Branzini, Motel Connection e molti altri. Un appuntamento imperdibile per chi ama la balkan music! Tra ballate melodiche, polke e infuocati ritmi surf, psychobilly, punk, hip-hop, funky, soul, pop e a volte anche balkan, “Vodka, Polka & Vina”, il loro ultimo album, trascinerà il pubblico in una dimensione delirante e folle da cui sarà difficile uscire.
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