“Favorire l’aggregazione e l’associazionismo, promuovere l’educazione alla legalità, alla non violenza, alle tematiche di non discriminazione, incoraggiare la partecipazione ai processi decisionali della vita democratica”: l’assessora Monica Cerutti riassume così gli obiettivi della nuova legge sulle politiche giovanili approvata il 19 febbraio dal Consiglio regionale. Al centro del provvedimento, finanziato con 350.000 euro l’anno, ci sono lo sviluppo di politiche coordinate con i Comuni e il mondo dell’associazionismo, la creazione di nuovi canali e di un sistema coordinato di informazione per agevolare la messa in rete delle conoscenze e la valorizzazione delle iniziative, anche attraverso l’istituzione di un Forum regionale giovani con un ruolo propositivo nella programmazione delle politiche.
Le novità della legge
La nuova normativa, riservata a chi ha tra i 15 e i 29 anni, introduce diverse novità:
– la figura dello “youth worker”, animatore socio-educativo che aiuta i giovani ad organizzarsi e a informarsi sui temi che li riguardano, a cambiare eventuali comportamenti a rischio, ad incentiva la mobilità e la cittadinanza europea;
– il Forum Giovani sostituirà la Consulta Giovani nel ruolo di organismo stabile di confronto, sarà composto da 25 amministratori locali sotto i 30 anni e 25 giovani esponenti dell’associazionismo;
– viene introdotto il Registro delle associazioni giovanili, al quale ci si dovrà iscrivere per ottenere i contributi previsti dalla legge;
– il portale Piemonte Giovani diventa il canale di comunicazione ufficiale in materia di politiche giovanili.
“La nuova legge – rimarca Cerutti – rende più moderna una normativa che risale al 1995, quando i ragazzi che ne saranno interessati non erano ancora nati. In 300 hanno partecipato ai cantieri per stabilirne i contenuti. Il nostro intento è soprattutto riallacciare legami saldi tra le nuove generazioni e le istituzioni, che a volte sembrano essersi logorati. Intendiamo poi di agevolare la concessione di spazi ad uso dei ragazzi, in modo da ampliare la rete già esistente dei centri di aggregazione distribuiti su tutto il territorio. Vogliamo insomma contribuire alla costruzione di cittadini e cittadine migliori, responsabili, impegnati per il bene comune, ed evitare che le nuove generazioni siano lasciate a se stesse o che si dedichino ad azioni distruttive invece che costruttive”. La legge diventerà operativa quando la Giunta regionale adotterà un apposito regolamento.
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