Aldo Grasso, sul Corriere della Sera anni fa disse: ”Sanremo è una festa popolare, la sconfitta delle élite culturali, delle minoranze autocompiaciute, di quelli che soffrono di mal di metafora, almeno da quando Ennio Flaiano, posando il suo sguardo sul Festival, ebbe a dire: «Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato». Sanremo è una grande festa sgangherata e insieme una fiction che ogni anno racconta lo stato di salute del Paese, senza l’ambizione di rispecchiarlo. È una memoria che tutte le volte celebra il suo perpetuarsi. Avere paura del Festival di Sanremo significa avere paura della propria ombra: ombra di un rito fondativo, di una canterina sventatezza nazionale, di una coscienza identitaria. Se, pur fra mille polemiche, Sanremo resiste da più di cinquant’anni, qualcosa significherà pure.” Beh io credo che resista da più di cinquant’anni perchè il Festival è come una spugna: raccoglie tutto ciò che c’è sul pavimento e quando vai a spremerla esce fuori il succo della società. Quest’anno, tra i giovani, tutti meritevoli (chi lo sa) spicca un volto a me caro, di cui già parlai tempo fa in un altro articolo. Ragazzo talentuoso sì, ma, a parer mio, la dimostrazione che Il talento non basta: occorre tenacia. Tra una persona talentuosa senza tenacia e un’altra tenace, ma senza talento, sarà quest’ultima a ottenere i risultati migliori. Ed eccoli i risultati, che noi ci auguriamo aumentino sempre più.
Ho fatto qualche domanda a Diego Conti riguardante il suo ingresso a Sanremo Giovani ed eccovi l’intervista.
D – “Ciao Diego, sei arrivato a Sanremo con il brano dal titolo “3 gradi” Dicono che il 3, numero palindromo, sia un numero fortunato ma anche malvagio ( successione di Prouhet-Thue-Morse).
Vorrei sapere se lo è stato anche per te facendo riferimento al tuo brano.”
R – “In raltà tutti i numeri a una cifra sono palindromi (ovviamente) e il 3 non fa certo eccezione e non lo trovo nemmeno un numero malvagio, nella successione di Thue-Morse, essendo dispari, è vittima di un gioco di parlole che per assonanza, “odd”, ovvero dispari viene associato alla parole inglese “odious”. Per me invece quest’anno il 3 è il numero perfetto mi ha portato a Sanremo!”
D – “Hanno usato questo numero altri musicisti/autori (de Andrè, 3Prozac+ dei Prozac+, Tabula Rasa Elettrificata (acronimo: T.R.E.) e molti altri) è stata una scelta “mirata” o il brano è nato così, di getto?”
R – “Il brano è nato di getto, quando scrivo non ragiono mai con la testa. Un anno fa, durante la settimana del Festival di Sanremo, ho conosciuto una ragazza bellissima; ci siamo innamorati. La passione e il desiderio erano talmente forti e folli che ci siamo trovati per strada e nonostante facesse freddissimo, non abbiamo resistito a tutta quella attrazione. La mattina seguente ho scritto 3 Gradi.”
D – “Pensare che l’orchestra sanremese suonerà il tuo brano, che effetto fa?
Nel senso: un po’ infastidisce (con l’accezione positiva del termine) il fatto che possa venire alterato oppure inorgoglìsce semplicemente?”
R – “Purtroppo quest’anno per i giovani non è prevista l’orchestra, ma sicuramente sarebbe stato motivo di orgoglio per me condividere la mia musica con l’orchestra del Festival sarebbe stato qualcosa di emozionante, emozionare è il senso stesso della musica. So che quel giorno ci sarà un’energia incredibile, al Festival di Sanremo Giovani a cantare una canzone nata e vissuta a Sanremo, non capita tutti i giorni, ma per l’orchestra…bisogna sperare di andare nei “Big”…”
D – “3 gradi hai dichiarato essere uno dei brani più importanti tra quelli che hai scritto, però io so che hai scritto molti brani e ne ho trovati altri altrettanto interessanti, che cosa rende questo speciale, fatto salvo l’essere passato tra i finalisti?”
R – “Questa canzone è speciale perché parla dell’incontro più vero che abbia vissuto in 23 anni di vita, senza pudore e senza regole. E’ la prima canzone che ho registrato con Mark Twayne, uscita per Rusty Records & Richveel, e rappresenta una mia evoluzione del mio genere musicale, che definirei con il termine di “Cross Pop”, a noi piace fondere i generi, dal Rock al Pop passando per la Trap e non solo, ho tanti altri brani che saranno pubblicati prossimamente, 3 Gradi è stata la scintilla più bella, la più preziosa. Il mio è un Pop bastardo!”
D – “Noi, per scaramanzia, e lo siamo scaramantici, non ci pronunciamo su quelle che potranno essere gli esiti sul palco dell’Ariston, ma se ci fosse un desiderio, al di là di vincerlo il festival, quale sarebbe questo desiderio di Diego Conti?”
R – “Cantare le mie canzoni insieme a tanta gente… questo è il mio unico desiderio.”
D – “Il primo grazie va a?
L’ultimo grazie va a?”
R – “Il primo grazie va alla musica, l’ultimo invece va alla mia famiglia e a tutte le persone che lavorano al mio fianco; Rusty, il mio manager, che insieme a Davide Maggioni hanno creduto in me fin da subito, Mark Twayne e Andrea Rosi di Richveel con i quali è inziata questa nuova e fortunanta avventura e a Giovanni Valle (Thaurus Publishing) artefice di questo nuovo connubio tra Rusty Records e Richveel.” Buon ascolto
https://www.youtube.com/watch?v=pRI1ABX1InM
Chiara De Carlo
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Chiara vi segnala i prossimi eventi … mancare sarebbe un sacrilegio!
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