La strada del Fiammingo

Crea, con il suo Sacro Monte ed il Santuario, da secoli è un punto di riferimento per le genti non solo della Valcerrina (alla quale appartiene) come pure del Monferrato ma anche di un’area geografica molto più vasta
Non va dimenticato, infatti, il ruolo che ebbero alcune municipalità in passato, come ad esempio quelle di Vercelli o di Alessandria per il finanziamento nella fase di edificazione delle cappelle. E tra coloro che contribuirono alla nascita del Sacro Monte ci furono due fratelli giunti, sia pure in momenti diversi, dalla Fiandra, Jean e Nicolas de Wespin, detti Tabaguet, italianizzati Tabacchetti. A loro è dedicato il libro ‘La strada del Fiammingo. Dal Brabante al Monferrato: i Tabacchetti di Fiandra’, edito dal Centro Studi Piemontesi, lavoro di Graziella Riviera. L’avventura ha una data ed un luogo di inizio: Dinant-sur-Meuse, 8 luglio 1587. Orfano e privo di mezzi, armato solo di talento e di tenacia, Jean de Wespin, detto Tabaguet lascia a vent’anni il Brabante per venire in Italia, attraverso le Alpi. Questo è l’inizio di una lunga avventura che lo porterà (realmente) dalla Mosa al Po, al Monferrato ed alla Valsesia, sino a Crea e Varallo. Più tardi lo raggiungerà il fratello minore Nicolas. E Jean si rivelerà come uno dei più significativi artisti piemontesi, dovendo però affrontare le insidie di un difficile passaggio tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento. I due fratelli protagonisti, conosciuti in Italia come Giovanni e Nicola Tabacchetti, attraversano le guerre di Fiandra e di Monferrato, vivono assedi, epidemie, conflitti religiosi. Nel loro percorso – a cavallo tra realtà ed immaginazione, descritte comunque sempre con dovizia di particolari e forte verosimiglianza storica – incontrato Margot, regina di Navarra, sfiorano la visita a Varallo di Carlo Emanuele I, duca di Savoia, con l’Infanta Catalina Micaela e il viaggio nuziale sul Po della loro figlia Margherita, sposa di Francesco Gonzaga di Mantova, matrimonio da cui deriveranno le mire e le aspirazioni dei Duchi sul Monferrato che coroneranno con la sua annessione un secolo dopo, nel 1708, dopo la morte di Ferdinando Carlo, ultimo Gonzaga, e l’ufficializzazione con il Trattato di Utrecht del 1713 che, ponendo fine alla guerra di successione al trono di Spagna, portò ai Savoia la corona regia.
I due Tabacchetti, poi, firmano contratti con Priori e Canonici, si immergono nella vita quotidiana di cantieri e mercati. In parallelo c’è una figura femminile, la piccola Theodora Caccia, figlia del pittore Guglielmo Caccia detto ‘Il Moncalvo’, futura monaca – pittrice lei stessa con il nome di Orsola e sensibile interprete della fede sul territorio. A lei tra l’altro, l’autrice ha dedicato un ampio ultimo capitolo del libro. Sullo sfondo ci sono i Sacri Monti, ma anche il Monferrato nel non facile periodo che attraversava con tanti riferimenti a Crea, Salabue, Moncalvo, Casale (diventato poi ‘quel maledetto Casale’ di manzoniana memoria nelle immortali pagine dei Promessi Sposi). Il testo è arricchito dalle tavole genealogiche dei Tabacchetti e dei Savoia, da una cronologia ragionata che compara le vicende storiche della famiglia Tabacchetti e del periodo storico e da una ricca bibliografica che è spunto per ulteriori approfondimenti.L’autrice, Graziella Riviera, torinese di origini monferrine, ha lavorato alla Rai come autrice e regista realizzando programmi televisivi e radiofonici, come i telefilm ‘Lunedì dell’Angelo’, ‘Un sogno a Colonia’, gli sceneggiati ‘Guido Gozzano’ e ‘La Signora dei Misteri’ su Carolina Invernizio ed il pluriennale programma in diretta ‘Colloqui’ per Radiodue.
MASSIMO IARETTI

 

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