La tragedia antica getta un ponte con il presente

Si riscopre a tutto campo il mondo classico, la cultura greca come quella latina, giornate di studio, conferenze e spettacoli, la consapevolezza di poter attingere ancora oggi da titoli che per secoli hanno divertito e insieme ci hanno fatto fare i conti con noi stessi. Radici insuperabili, esempi attuali – anche – di riscritture e rivisitazioni capaci nella loro attualizzazione di offrire, complice la Storia più recente, nuove letture che ancor maggiormente illuminano il Mito antico. Un cammino che certo non prende corpo oggi, ma che per molti versi ha potuto contare sul suggestivo progetto culturale voluto da Torino Spettacoli e dalla passione di Germana Erba e Pierpaolo Fornaro, come dall’impegno di due attori come Adriana Innocenti e Piero Nuti.

Sul palcoscenico dell’Erba, siamo giunti al ventesimo appuntamento con la cultura classica. Un Festival (le rappresentazioni dei vari titoli in programma termineranno il 31 ottobre) che ha avuto la propria inaugurazione con il ritorno dello spettacolo-conferenza “Ciò che uno ama”, un interessante percorso attraverso i poeti lirici dell’antica Grecia. Sono seguiti, tra gli altri, la plautina “Commedia delle tre dracme”, il doppio confronto con la figura di Antigone attraverso Alfieri e Brecht, l’arte oratoria di Cicerone riversata nel “Pro Caelio” dovuto alla scrittura di Nuti, il peregrinare di Ulisse attraverso le parole di Andrea Camilleri con il racconto “Maruzza Musumeci”. Ancora Cicerone questa sera con il “De Senectute” (ancora la scrittura di Nuti a proporre oggi “L’arte di saper invecchiare”, mentre giovedì 18 e venerdì 19 sarà la volta di “Pro Milone” (“Il coraggio fa 90”) con Girolamo Angione, Luciano Caratto, Elia Tedesco, Giovanni Gibbin e Michele Fazzari. Ad Anfitrione rivisto nel 1668 da Molière (un lungo percorso dalla commedia di Plauto, che passa ancora dal primo Ottocento del tedesco von Kleist al novecentesco Jean Giraudoux, pronto Thomas Mann a definire la commedia come “la più bella del mondo”) sono dedicate le serate di sabato 20 e domenica 21 prossimi, un divertimento assicurato nel rivedere le vicende della beffa ordita dagli dei ai danni dei mortali e l’esilarante gioco degli scambi di identità che questa volta riescono a coinvolgere la reggia di Francia e gli amori alla corte di Luigi XIV.

Ancora “Rudens/Ridens… tutto in una tempesta” (24 e 25 ottobre) e “Il soldato fanfarone” (26 – 28 ottobre), entrambi i titoli diretti da Girolamo Angione. Ultimo appuntamento (30 e 31 ottobre) “Non una di meno” che Manlio Marinelli ha tratto dalle “Troiane” di Euripide, con la regia di Lia Chiappara e la produzione del Teatro Libero Palermo, ancora donne che attraversano il mare, perseguitate e schiave, un dolore e un’umanità in balìa degli eventi, Ecuba Andromaca e Cassandra che gettano un ponte con il nostro tempo.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini Elia Tedesco in una scena di “Rudens/Ridens… tutto in una tempesta “ e un momento di “Non una di meno”

 

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