In mostra le opere dell’artista Roberto Demarchi realizzate o iniziate negli anni passati e rifatte, riprese o modificate nel 2018, una vera Palingenesi
Si intitola “Palingenesi” la mostra personale di Roberto Demarchi che si inaugurerà giovedì 27 settembre prossimo dalle 18.30, negli Spazi espositivi dell’artista ed architetto, in corso Rosselli 11, a Torino. Il titolo dell’esposizione non è certo casuale, in quanto vengono proposte una ventina di opere realizzate o iniziate dal maestro negli anni passati, poi modificate e riprese, in tempi più recenti e nel 2018. Il termine “palingenesi” deriva dai termini greci “palin”, che significa “di nuovo” e “genesis”, inteso come nascita, creazione. Palingenesi ha, quindi, il significato di rinascita e di ri-creazione. In alcune concezioni filosofiche o religiose con il termine “palingenesi” si intende il rinnovamento del cosmo dopo la sua distruzione o la rinascita dell’uomo dopo la morte, considerati come tappe ricorrenti di un perpetuo divenire delle cose. Nel Nuovo Testamento la palingenesi indica l’avvento ultimo e definitivo del regno di Dio. Nella storia dell’arte sono numerosi i casi di palingenesi, di opere d’arte create dall’artista e poi completamente o parzialmente rifatte. Le attuali tecniche radiografiche usate nelle operazioni di restauro ne hanno fornito svariati esempi. Elie Faure, noto storico dell’arte francese, nel primo quarto del Novecento, scriveva che “la pittura è il linguaggio delle incertezze, degli slanci e delle ritirate del cuore”. La grande arte pittorica, infatti, nasce da un pensiero che diventa emozione e da una emozione che diventa pensiero, può essere un qualche cosa di immediato che, in modo fulmineo, si fa colore e forma, o un pellegrinaggio nella coscienza che si distilla lentamente in forma e colore. La vera vita e la vera anima di un pittore si possono leggere proprio nelle sue palingenesi, che sono testamenti autentici degli slanci e delle ritirate del suo cuore.
Mara Martellotta
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