Manca meno di un mese all’Ostensione del 10 agosto organizzata in occasione del Sinodo mondiale dei giovani che, dopo aver ammirato la Sindone alla cattedrale di Torino, proseguiranno il loro pellegrinaggio verso Roma per l’incontro con il Santo Padre.
Questo avvenimento richiama migliaia di fedeli da tutto il mondo, e apre al contempo un dibattito sulla validità scientifica della Sacra Sindone, reliquia che ha suscitato l’interesse dei media e ispirato la fantasia di registi e scrittori. S’intitola Clone il nuovo romanzo di Paolo Negro da giugno in libreria per Imprimatur (distribuzione Mondadori, 17,50 euro) e si muove in uno scenario che non ha nulla di fantascientifico. Anzi, al di là della trama noir scandita da due inquietanti omicidi che ricalcano due metodi della Santa Inquisizione, è forse la sua precisa ricostruzione della storia della Sindone e dei vari misteri che la puntellano a renderlo credibile e strettamente attuale, in una Torino palpitante e viva. Soprattutto se il clonato in questo caso non è un uomo qualsiasi, ma è l’uomo della Sindone, l’uomo che dovrebbe o potrebbe rappresentare una “nuova speranza”. La Sindone è realmente il sacro lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù oppure è soltanto un falso di epoca medievale, come avevano dimostrato trent’anni fa le analisi al C14 poi recentemente messe in fortissimo dubbio da scienziati di tutto il mondo? Il problema, se così lo possiamo chiamare, alla fine perde quasi importanza. Il punto centrale resta quello etico e morale. È questo infatti il cuore della domanda che attraversa le coscienze di chi legge. Come scrive nella prefazione del libro la scrittrice Daniela Piazza: «Una risposta, alla fine, c’è, e importante: la “chiave”, quella chiave che uno dei protagonisti cerca per tutto il libro, sta appunto nel credere. Bisogna crederci. Credere in Dio? Credere nell’uomo? Credere in se stessi? Ognuna di queste strade, in fondo, è percorribile. Spetta a ciascuno di noi fare la propria scelta, così come faranno la loro i protagonisti di questo libro».
Due omicidi efferati a poche ore l’uno dall’altro, a qualche centinaio di metri l’uno dall’altro.
Il primo nella tromba dell’ascensore che porta al caveau, all’interno del Palazzo Reale di Torino, dove è conservato il famoso autoritratto di Leonardo da Vinci. Il secondo nella Torre campanaria della Cattedrale, dove è custodita la reliquia della Santa Sindone. In entrambi i casi i sistemi di allarme sono stati disattivati da professionisti, ma né l’Autoritratto né la Sindone sono stati rubati. Toccherà all’ispettore Barberi scoprire il movente di quelle due morti, legate tra loro da una trama che affonda le sue radici nelle torture della Santa Inquisizione, in un’antica battaglia che mescola fede e potere. Tra colpi di scena e doppiogiochisti, in un’indagine continua nei segreti secolari della cappella del Guarini e nelle congiure sotterranee dei corridoi pontifici, lentamente appare un piano agghiacciante: da un campione di tessuto prelevato dalla Sindone, prima è stato isolato il gruppo sanguigno, poi la catena completa del Dna.
La battaglia per stabilire se il nuovo Dio è arrivato è ormai allo scontro finale.