Incidente stradale mortale per un motociclista in sella ad uno scooter Piaggio X9 che, nella notte, tra corso Svizzera e via Gardoncini, si è schiantato contro la banchina centrale alberata. Il centauro è morto sul colpo. La polizia municipale è al lavoro per cercare di appurare come il motociclista abbia perso il controllo del mezzo. Secondo un testimone l’uomo avanzava in modo incerto con velocità irregolare.
Villa Moglia, la dama addormentata
Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce
Castelli diroccati, ville dimenticate, piccole valli nascoste dall’ombra delle montagne, dove lo scrosciare delle acque si trasforma in un estenuante lamento confuso, sono ambientazioni perfette per fiabe e racconti fantastici, antri misteriosi in cui dame, cavalieri, fantasmi e strane creature possono vivere indisturbati, al confine tra la tradizione popolare e la voglia di fantasia. Questi luoghi a metà tra il reale e l’immaginario si trovano attorno a noi, appena oltre la frenesia delle nostre vite abitudinarie. Questa piccola raccolta di articoli vuole essere un pretesto per raccontare delle storie, un po’ di fantasia e un po’ reali, senza che venga chiarito il confine tra le due dimensioni; luoghi esistenti, fatti di mattoni, di sassi e di cemento, che, nel tentativo di resistere all’oblio, trasformano la propria fine in una storia che non si può sgretolare. (ac)
6 / Villa Moglia
Quella di oggi è una storia triste, simile al racconto di una dama addormentata che ancora aspetta il bacio del risveglio. Stesa tra le colline del chierese, si trova Villa Moglia, una dimora di circa 6138 m2, circondata da un enorme parco, di quasi 30 000 m2, che le fa da dormeuse. Non c’è nessuna leggenda specifica che si ambienti tra le mura di questa enorme costruzione, anche se alcuni chiacchierano di ritrovi satanici, altri giurano di aver visto i fantasmi dei bambini che lavoravano nell’antico opificio, che qui vi era un tempo, ma l’unico vero mistero è come abbia fatto la portentosa Villa Moglia a trasformarsi in un enorme cumulo di sterpaglie. La villa fu la prima costruzione a sorgere su quei terreni, tanto tempo fa, nei primi anni del 1600. La storia inizia con Ercole Turinetti, originario di Poirino, che si trasferì a Chieri in cerca di fortuna. Egli divenne maestro di grammatica e riuscì ad acquistare il lotto di terra per progettare la costruzione di una filanda, con annessa coltivazione di gelsi. Ercole sposò Maria Garagno, una donna del luogo molto facoltosa; essi ebbero tre figli, Giorgio, Ercole II e Antonio Maurizio. Tutti aiutarono il padre nell’attività dell’opificio, che andò presto iniziò ad avere successo. Fu del terzogenito di Antonio Maurizio, Giuseppe Maurizio, l’idea di costruire una villa attorno alla fabbrica. Per progettare l’abitazione, Giuseppe chiamò illustri personalità torinesi, tra cui forse Filippo Nicolis di Robilant e Luigi Barberis. Giuseppe Maurizio si sposò due volte, ma non ebbe eredi. La villa cadde poi in uno stato di abbandono, fino a quando, nell’800, il Conte Federici, un patrizio genovese, la acquistò per capriccio, e subito dopo la regalò ad un suo faccendiere di umili origini. Questi, senza denaro e incapace di gestire un edificio così grande, lo svuotò completamente, vendendo tutto il possibile.
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Dopo un altro lungo periodo in cui la casa fu in disuso, verso la metà del ‘900, Villa Moglia venne in parte ristrutturata e occupata dai Salesiani, che la tramutarono in un centro per novizi missionari. Evidentemente il destino di Villa Moglia era quello di spegnersi insieme alla dinastia dei suoi antichi proprietari, poiché anche i Salesiani, senza un motivo precisato, lasciarono la struttura, che cadde nuovamente preda dei rampicanti e del tempo che avanza inesorabile. Negli anni ’70 la villa entrò a far parte del patrimonio del Comune di Torino. Venne emesso un bando per la concessione a enti o associazioni che se ne potessero assumere il restauro e la gestione, ma nessuno apprezzò l’offerta; nel 2007 l’imponente costruzione entrò a far parte dei diciannove edifici del Fondo Città di Torino. Questa è la storia di Villa Moglia, iniziata con il sogno di un maestro di grammatica, finita con l’addormentarsi silenzioso di un colosso che sta implodendo su se stesso. Non è difficile rinvenire la struttura, si trova esattamente dove è stata edificata un’eternità fa, al termine di un lungo sentiero che accoglie i visitatori, lo stesso che sto percorrendo in macchina in compagnia di due amiche, Martina e Irene.
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È uno spettacolo portentoso: imprigionato da una natura rigogliosa, l’antico edificio si staglia netto davanti all’azzurro intenso del cielo. Già da lontano si intuisce quanto ci sia da esplorare e la curiosità spinge tutte e tre ad accelerare il passo. La giornata è calda e prima di addentrarci nella villa approfittiamo del refrigerio dell’ombra dei grandi alberi presenti nel parco circostante. La prima cosa che noto è che, per essere un luogo in abbandono, esso è piuttosto frequentato: si sente il vociare di gruppetti di giovani curiosi, li raggiungiamo ci diamo come il cambio di consegne con altri tre “esploratori” che si fermano a darci alcuni consigli su dove andare a “ficcanasare”. Entriamo nella villa oltrepassando un porticato, le colonne massicce sorreggono sulle proprie spalle tutto un altro piano, costellato di finestre e finestroni, che il forte sole di questo giorno rende iridescenti. L’edera ed i rampicanti sono riusciti ad entrare ovunque, si avvinghiano alle pareti con forza, stritolano tutta villa, tanto che il rumore dei nostri passi potrebbe essere il suono dei muri che scrocchiano. La prima stanza che incontriamo è color acqua marina, non è molto grande e serve a condurci allo scalone principale. La bella giornata ci regala spettacolari giochi di luce ed ombre, ottimi per le fotografie che stiamo scattando. Le altre sale che oltrepassiamo differiscono per grandezza e sfumature di colore, alcune sono lievemente più cupe, altre fanno male agli occhi talmente riflettono la luce esterna. Unico elemento in comune è lo stato di degrado, non c’è un vetro intatto, i pavimenti sono consunti e si alternano a pezzi di terriccio, le pareti sono state tutte spellate e private di dignità e bellezza. L’intera struttura è senza mobilia, gli unici elementi di arredo sono vecchie porte di legno secco, alcuni bagni troppo sporchi persino per essere vandalizzati e pezzi di antichi e arrugginiti macchinari, ammonticchiati uno sull’altro, come si fa con le cose vecchie.
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I raggi del sole scendono calpestando sinuosi i gradoni di marmo, passano sotto gli archi esterni, scivolano sui pavimenti e si appoggiano a quel che resta degli affreschi ormai irrecuperabili.
È la luce a farci da guida attraverso la particolare planimetria della villa, che presenta una struttura centrale a forma di U, dalla quale si diramano corridoi e passaggi che conducono alle altre zone.Trovo un locale adibito a cinema, è un’ampia sala suggestiva, dal pavimento spuntano delle vecchie sedie di legno con la seduta pieghevole, schierate fianco a fianco, immobili, sembrano un plotone di soldatini giocattolo, hanno un aspetto fragile, ho timore che basti una parola detta a voce alta per farle sgretolare. All’interno dell’edificio vi è una cappella di famiglia, un tempo doveva essere splendida, ora mi chiedo per quanto riuscirà a sopravvivere intatto l’altare, unico elemento risparmiato dalla brutalità dei precedenti visitatori. Ecco tutto attorno alle pareti i segni delle sette sataniche, scritte illogiche e sgrammaticate che non mi fanno pensare a tremendi riti occulti, ma a gruppi di ragazzini sciocchi che non sanno come passare il sabato sera. La luce sta diminuendo e data la grandezza della villa è bene metterci in marcia per tornare indietro. Non tutte le storie sono uguali e non tutte possono sempre coinvolgerci totalmente, così è stato per me l’incontro con Villa Moglia: mi porto a casa delle fotografie esteticamente belle, ma con poco significato. Forse questa volta sono arrivata tardi, il corpo della villa sarebbe stato ancora lì per un po’, ma l’anima se n’era già andata via, prima che l’edera riuscisse a stritolare anche lei.
Alessia Cagnotto
Rinnovo presidenze di commissione a Palazzo Lascaris
Nuovi presidenti e vicepresidenti nelle Giunte e Commissioni del Consiglio regionale. Il 19 aprile si è proceduto al rinnovo dei vertici di varie Giunte e Commissioni consiliari, in seguito all’elezione in Parlamento di alcuni consiglieri regionali e ad alcune dimissioni
L’esito delle votazioni ha portato alle seguenti elezioni.
Giunta per il Regolamento: vicepresidente Giuseppe Antonio Policaro (Fdi).
Giunta per le Elezioni: vicepresidenti Celestina Olivetti (Pd) e Luca Angelo Rossi (Fi).
Terza Commissione (Economia; industria; commercio; agricoltura; artigianato; montagna; foreste; fiere e mercati; turismo; acque minerali e termali; caccia e pesca; formazione professionale; energia; cave e torbiere; movimenti migratori): vicepresidente Andrea Tronzano (Fi).
Quarta Commissione (Sanità; assistenza; servizi sociali; politiche degli anziani): Presidente Domenico Rossi (Pd), vicepresidente Paolo Allemano (Pd).
Quinta Commissione (Tutela dell’ambiente e impatto ambientale; risorse idriche; inquinamento; scarichi industriali e smaltimento rifiuti; sistemazione idrogeologica; protezione civile; parchi ed aree protette): vicepresidente Luca Angelo Bona (Fi).
Sesta Commissione (Cultura e spettacolo; beni culturali; musei e biblioteche; istruzione ed edilizia scolastica; università, ricerca; politiche dei giovani; sport e tempo libero; cooperazione e solidarietà; minoranze linguistiche): vicepresidente Luca Cassiani (Pd).
In gommone sulla Dora Baltea
“Sentieri” progetto di valorizzazione del territorio. Vistaterra e Ivrea Canoa Club aprono il primo Percorso d’Acqua
Giovedì 19 aprile, nell’ambito della conferenza stampa organizzata dall’Associazione Proteina, Hosting Organizing Committee ICF Canoe Slalom Junior & Under 23 World Champioship, Vistaterra eIvrea Canoa Club ha illustrato l’apertura del Percorso dell’Acqua, primo itinerario di soft rafting sulla Dora Baltea che consentirà di scoprire da un punto di vista inusuale la straordinaria ricchezza di biodiversità e paesaggistica dell’anfiteatro morenico della Serra d’Ivrea, nel Canavese.
Scoprire la bellezza in armonia con il territorio
Il Percorso dell’Acqua rientra nella più vasta iniziativa “Sentieri” voluto da Vistaterra, innovativo progetto di valorizzazione sostenibile delle eccellenze turistiche, enogastronomiche, culturali e agricole del Canavese.
Vistaterra, infatti, ha coinvolto partner pubblici e privati sul territorio nell’individuazione, mappatura e organizzazione di una rosa di itinerari di terra, di acqua e di aria che attraversano l’anfiteatro morenico, snodandosi tra ville gentilizie, castelli, cascine, chiese romaniche, boschi e torbiere. Ognuno dei percorsi in bicicletta, a piedi, in carrozza e in gommone offre ai visitatori l’opportunità di esplorare, conoscere e gustare la varietà di aree naturali e monumentali, attività caratteristiche e stili di vita di quest’angolo incantato del Piemonte.
Tratto comune dei percorsi è la volontà di rendere fruibili 365 giorni l’anno luoghi, incontri ed esperienze in armonia e nel rispetto del territorio e delle persone, lontano dalla frettolosità del “turismo di consumo”.
Soft rafting sulla Dora Baltea
Il Percorso dell’Acqua, promosso in collaborazione con Ivrea Canoa Club, è un itinerario in gommone da raftingche seguirà il corso della Dora Baltea per circa 5 km dall’altezza di Montalto Dora allo Stadio della Canoa di Ivrea.
L’itinerario fluviale proporrà, con un soft rafting privo di particolari passaggi critici, un punto di vista diverso e stimolante sul territorio, permettendo di comprendere il significato autentico della Dora Baltea per l’anfiteatro morenico di Ivrea. L’affluente del Po, infatti, è innanzitutto uno dei luoghi in cui la naturalità e la biodiversità trovano la massima espressione. Durante la discesa del fiume, inoltre, una guida a bordo del gommone racconterà i segreti del territorio.
Il percorso incrocerà i primi segni di civiltà costeggiando le mura del Castello di Banchette per poi fare ingresso nelLungo Dora di Ivrea, salotto en plein air della cittadina. Superata la gola del Ponte Vecchio, il Percorso dell’Acqua si concluderà con l’approdo presso la sede dell’Ivrea Canoa Club.
Inaugurazione in grande stile
L’inaugurazione ufficiale del Percorso dell’Acqua avverrà sabato 28 aprile in concomitanza con l’ICF Canoe Slalom Ranking Race, Test Event dei Campionati del Mondo di Canoa in programma a Ivrea. Per l’occasione sono stati previsti più turni, con un massimo di 20 partecipanti ciascuno, dalle ore 10.30 alle ore 15.00. Il punto di ritrovo sarà presso lo Stadio della Canoa, in via Dora Baltea 1/d a Ivrea. L’abbigliamento consigliato è quello sportivo per una normale sessione di jogging. È opportuno, tuttavia, portare il cambio d’abito per il post-attività.
Il costo per la partecipazione al Percorso dell’Acqua è di 30 euro a persona per adulti e adolescenti dai 14 anni in su. I bambini sotto i sei anni d’età hanno accesso gratuito, mentre dai 6 ai 13 anni la tariffa è scontata del 50%.
Le prenotazioni per il percorso inaugurale dovranno pervenire entro martedì 24 aprile all’indirizzo di posta elettronica info@vistaterra.it o telefonando al numero 0125 19 371.
Halili si pente? “Voglio una vita onesta”
Halili Ehlmadi, il 23enne arrestato il 28 marzo scorso dalla polizia, accusato di terrorismo, durante l’udienza del tribunale del riesame, dove si è discusso il ricorso contro la carcerazione presentato dal suo difensore, il legale Enrico Bucci, avrebbe dichiarato di voler solo vivere tranquillamente e onestamente, mantenendosi con il suo lavoro. “Mi comporto così ogni giorno. Le mie letture su internet non c’entrano”, sembra aver dichiarato, secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche. Il presunto terrorista abita a Lanzo con la famiglia. E’ stato arrestato perché avrebbe fatto proselitismo via web a favore dell’Isis.
DALLA LOMBARDIA
Mentre rientrava a casa sulla sua Alfa Romeo Giulietta Valeria Bufo, di 56 anni, di Seveso, è stata uccisa a colpi di pistola dal marito Giorgio Truzzi, 57enne, a Bovisio Masciago (Monza). L’uomo la stava seguendo alla guida della sua smart quando ha fatto fuoco ad un incrocio. Non è stato ancora appurato se la donna sia scesa dall’auto volontariamente o sia stata obbligata, prima di essere uccisa in mezzo alla strada. La coppia ha tre figli ed era in crisi da tempo, in attesa della separazione.
Dal 20 aprile 2018 ‘2 Luglio’ – edito da Gatto Panceri – il capolavoro strumentale del Compositore e Direttore D’Orchestra che celebra in musica l’universo femminile
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Venerdì 20 aprile 2018 debutta con il capolavoro strumentale ‘2 Luglio’ nel panorama discografico italiano – disponibile in tutte le piattaforme digitali – il nuovo talento pianistico e compositivo della scena classic-pop nazionale, in uscita per ‘Capogiro Records’ (distr. ‘Believe Digital’), storica etichetta indipendente torinese per cui hanno inciso artisti del calibro di Gerardina Trovato e Franco Tozzi, oltre ad aver collaborato negli anni con voci di primo piano quali Rita Pavone, Mario Lavezzi e Piero Chiambretti, tra i tanti.
In qualità di Editore del brano, con la neonata ‘Vivo per Lei Edizioni Musicali’, Gatto Panceri, tra gli hitmakers e cantautori più stimati e rappresentativi del panorama italiano.
Il brano, poco più di tre minuti di vibrante intensità disponibili sul Canale YouTube dell’artista (con il videoclip ufficiale firmato dal regista torinese Anthony Louis, disponibile al link https://www.youtube.com/watch?v=SG8AJbFjetE), “è un omaggio – spiega il raffinato musicista – intenso e appassionato, accorato e delicato insieme al rispetto dell’universo femminile. Un grido silenzioso e avvolgente che invita a guardare alle quote rosa come risorse preziose e inalienabili cui rivolgersi per la completezza del genere umano”. Un canto appassionato, reso con il solo ausilio della voce senza tempo del pianoforte. Il mezzo privilegiato con il quale il ricercato artista torinese (che tradisce, però, origini pugliesi) ha costruito negli anni un credibile percorso anche in veste di stimato compositore, spaziando con equilibrio e altrettanta eleganza dalla musica jazz a quella leggera, prevalentemente strumentale, con estrema facilità ed evidente naturalezza. Perché il titolo evocativo ‘2 Luglio’? “Le cose migliori, si sa, nascono per caso. Il brano nasce quale colonna sonora di un cortometraggio così chiamato – frutto dell’estro creativo della regista Tatjana Callegari – dedicato a un eccidio di eroi della Resistenza, nel lontano 1944. Partigiani, alle cui figure sono particolarmente legato, anche per via del fatto che mio papà ne fece parte, in tempi lontani, regalandomi la libertà di cui ancora oggi posso godere. Io, come anche tanti altri“, ricorda il Maestro, che sottolinea: “Cuore del video è una sequenza in cui una mannaia, animata dalla mano criminosa di un nazista, sta per abbattersi letale su una vita umana, che si fa allegoria e metafora del dramma di migliaia di donne che, quella scena, l’hanno purtroppo già vissuta“.
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“Manager per necessità, artista per vocazione”, Giorgio Bolognese reca in sé i geni nobili di una storia importante: quella di un uomo che, oggi, dopo una brillante carriera ultradecennale al vertice di aziende leader di settore, “ricomincia proprio da qui. Dalla musica. Il primo amore, del resto, non si scorda mai“, racconta. “La musica che parla all’uomo, alla sua anima. La musica che fa del bene, che cambia le vite, allieta il cammino e alimenta destini altrimenti destinati all’emarginazione. All’abbandono, all’oblio. E’ questa, infatti, la musica che mi interessa” (Giorgio Bolognese). E’ a loro che il Maestro torinese si rivolge, tramite la nobile attività dell’Associazione Onlus ‘Charity4all’, caso unico in Italia di Ente benefico nato al fine di sostenere e promuovere raccolte fondi tese al sostegno degli scopi sociali di altre realtà operanti nel cosiddetto Terzo Settore. Come? Attraverso la rappresentazione e la messa in scena di spettacoli di solidarietà, aventi per protagonista artisti emergenti e non. Giogio Bolognese, inoltre, è stato scelto a Sanremo 2018 come Opinionista del Team di Esperti Professional che tutti i giorni, insieme a una nutrita squadra di volti noti delle sette note tra cui anche i Matia Bazar, lo stesso Gatto Panceri, Andrea Mingardi e molti altri, ha commentato giornalmente il ‘Festival di Sanremo’ dalle pagine di Sanremonews.it, da sempre il portale più amato e seguito durante la kermesse canora italiana per antonomasia. Il brano ’2 Luglio’ sarà disponibile in vendita su tutte le piatteforme digitali a partire dal 20 Aprile 2018. Suonare il rispetto per le donne, oggi, è possibile. Parola di Giorgio Bolognese.
GATTO PANCERI SU GIORGIO BOLOGNESE:
“Le canzoni, sia cantate che suonate, hanno il primario dovere di essere sempre portatrici di valori positivi. Sono per la vita, contro gli omicidi e i femminicidi, contro tutto ciò che non è vita. A volte le note parlano più delle parole, come nel caso di questo brano e del suo autorevole compositore ed esecutore. Brani come ‘2 Luglio’ sono convincenti più di certe parole, anche di più delle stesse parole. La musica è propriamente definita ‘linguaggio universale’ proprio perché priva di confini linguistici. Ho scelto di scendere al fianco del Maestro Giorgio Bolognese per il rilancio italiano della musica di qualità: che, sia chiaro, non è solo quella cantautorale di cui faccio parte, ma abbraccia anche la musica strumentale, le colonne sonore e tutto quanto gira intorno alla magia di un pianoforte, come in questo caso: felice di fare da Editore a questo brano“.
(Gatto Panceri)
Agatino Razzano, venditore ambulante, l’8 giugno del 1992 venne assassinato a colpi di pistola al mercato a Moncalieri. La pm PM Livia Locci oggi ha chiesto due condanne per un caso che pare collegato alla criminalità organizzata catanese, attiva a Torino fino ai primi anni ’90. Roberto Cannavò nel 2014 spedì una lettera ai magistrati torinesi confessando di essere l’esecutore e facendo riaprire il processo. Per lui sono stati chiesti 20 anni di carcere. Invece per il presunto mandante, Santo Mazzei, in prigione da vent’anni, ritenuto un personaggio di spicco dei clan catanesi, la richiesta è di 30 anni.
Librolandia edizione 31 si presenta
Il 31° Salone Internazionale del Libro di Torino è in programma da giovedì 10 a lunedì 14 maggio 2018 nei padiglioni 1, 2 e 3 di Lingotto Fiere e nel Padiglione 5. Come lo scorso anno la manifestazione è aperta dalle 10 alle 20. Il programma è stato presentato al Sermig – Arsenale della Pace dal Presidente della Cabina di Regia del Salone, Massimo Bray, dal Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, dalla Sindaca di Torino Chiara Appendino e dal Direttore editoriale Nicola Lagioia che ha osservato: “ il programma di questa 31a edizione sarà il più ricco di sempre”. L’occupazione degli spazi, rispetto allo scorso anno è aumentata del 28%. Librolandia sarà inaugurata da una lectio magistralis sull’Europa tenuta dallo scrittore Javier Cercas.
Sculture alla Reggia
Contrasto tra antico e contemporaneo con le sculture di Giò Pomodoro alla Reggia di Venaria. La foto è di Mario Alesina.