“Algasiv…” dice il vecchietto entrato con circospezione. “Come, scusi?” Gli chiedono dall’altra parte del bancone. “Algasiv…” ripete lui con un filo di voce, prima di accorgersi di essere nel posto sbagliato. “Oh, basta! Ma sun dal tabachin!”. Entrare in tabaccheria pensando di trovarsi in farmacia: d’accordo, nel caso specifico la veneranda età può fare la differenza. Ma potrebbe anche trattarsi di uno di quei tanti segnali che indicano la tensione di una società sempre più distratta, abulica e stressata al tempo stesso. Infatti c’è stata anche la signora che per cinque minuti buoni ha parlato con il riflesso della tabaccaia nello specchio di fronte, anziché con lei in carne ed ossa, o l’omino che, entrando nel negozio, si è’ infilato nella porticina che conduce direttamente dietro al bancone: voleva forse fare praticantato in materia di “sali & tabacchi”? E questa è’ la tipologia dei clienti DISTRATTI. Ma nelle righe che seguono ve ne ne illustreremo tante altre.
In una tabaccheria così attrezzata e avviata (detiene anche, nella sua storia, il record della vincita del 6 al Superenalotto nel 2000, per la somma di 8 miliardi delle vecchie lire) gli episodi gustosi certo non mancano. Innanzitutto il capitolo delle storpiature dei nomi dei prodotti.