Il 18 novembre a Torino si terrà la Trans Freedom March, una manifestazione organizzata dal Coordinamento Torino Pride in occasione del Transgender Day of Remembrance (TDoR). Il TDoR è una ricorrenza che si celebra dal 1999 e che vuole commemorare le vittime dell’odio e del pregiudizio anti-transgender. «Anche quest’anno, come ogni anno, apprezzo il sempre maggiore coinvolgimento che vi è attorno alla ricorrenza. Quello della transfobia è un tema che spesso viene ritenuto marginale e che a fatica si riesce a comunicare rispetto alla sua importanza. Abbiamo a che fare infatti con una differenza più difficile da accettare, ma che può essere assunta a emblema del rispetto del principio di autodeterminazione. È per questo motivo che il valore di questa battaglia è simbolicamente importante, perché l’autodeterminazione spesso diventa un principio difficile da applicare» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. «La transfobia non è una questione lontana da noi. Ho voluto ricordare il caso di Brunella, uccisa nel febbraio del 2012 a Novara da due uomini che prima sono stati condannati all’ergastolo e poi hanno visto la propria pena ridotta a 18 anni. Brunella è stata offesa anche nel ricordo perché all’epoca tutti parlavano del suo caso come de “il transessuale” assassinato. Neanche nella morte hanno rispettato il suo genere» – ha continuato Monica Cerutti. «Le celebrazioni però non sono nulla se non sono accompagnate da fatti concreti. Ne voglio segnalare quattro: quest’anno abbiamo chiesto ai sindaci dei Comuni capoluogo di ospitare gratuitamente il manifesto della #TransFreedomMarch; abbiamo istituito per i dipendenti della Regione Piemonte il tesserino identificativo “consono al genere d’elezione”; stiamo rafforzando il CIDIGEM – Centro Interdipartimentale Disturbi d’Identità di Genere che si trova presso la Città della Salute di Torino; stiamo, grazie alle leggi regionali 4 e 5 che sono state approvate l’anno scorso, progettando azioni concrete che riguardano l’inserimento e il reinserimento lavorativo. Oltre alla sensibilizzazione le istituzioni devono mettere in campo politiche» – ha concluso l’assessora.
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