Agosto 2017- Pagina 32

Rigoni Stern, il coraggio di dire no

Se n’è andato a 86 anni , il 16 giugno di nove anni fa, sul finire della primavera. Mario Rigoni Stern aveva descritto in un libro, “Stagioni”, cosa significasse per lui lo scorrere del tempo. Se dell’inverno  ricordava la legna secca che brucia nelle cucine, il freddo e la neve, dell’estate rammentava i salti sui mucchi di fieno e le cacce ai nidi di calabroni mentre l’autunno era stagione di rientro delle greggi, delle cacce, delle escursioni tra i boschi. In primavera, invece, partivano gli emigranti stagionali per la Prussia o la Boemia, ma era anche il momento del risveglio della natura e del ritorno dei rondoni, oltre che il periodo migliore per morire, come avvenne al nonno di Mario, a sua madre e a lui stesso. Morire mentre rinasce la vita. Forse è anche per questo che il tempo che scorre non affievolisce la voce che esce dalle pagine che ci ha lasciato. Una voce potente che si può udire leggendo la raccolta di 27 interviste fra le tante concesse dallo scrittore di Asiago nell’arco di tempo compreso fra il 1963 ( quando vinse il Bancarellino con “Il sergente nella neve”) e il 2007, l’anno prima della sua morte. Le pubblicò Einaudi col titolo ”Il coraggio di dire no”, a cura di Giuseppe Mendicino.I  testi si suddividono in quattro parti : “La vita”, “I libri”, “Le guerre”, “La natura, le montagne, la caccia”, riassumendo la biografia e l’orizzonte etico-culturale di Mario. Rigoni Stern non si è mai considerato un vero e proprio romanziere ma semmai un narratore, un testimone, un “cancelliere della memoria”, come lo definì acutamente Corrado Stajano. La raccolta inizia con un monologo dello stesso scrittore, che racconta il suo grande “rifiuto”, dopo essere stato fatto prigioniero dai nazisti e internato in un lager in Masuria, vicino alla Lituania.  Scrive, Rigoni Stern: “Dopo quattro o cinque giorni, ci proposero di arruolarci nella repubblica di Salò, ossia di aderire all’Italia di Mussolini. Eravamo un gruppo di amici che avevano fatto la guerra in Albania e in Russia. Eravamo rimasti in pochi. Ci siamo messi davanti allo schieramento, e quando hanno detto «Alpini, fate un passo avanti, tornate a combattere!», abbiamo fatto un passo indietro. Gli altri ci hanno seguito… Abbiamo resistito.. Avevamo imparato a dire no sui campi della guerra. È molto piú difficile dire no che sí.”. La sua narrazione è chiara, calda, antiretorica. Trasmette per intero il suo codice etico dove trovano spazio il senso di giustizia, il coraggio, l’amore per la natura, la generosità verso gli altri, l’indipendenza di giudizio, la passione civile. In un colloquio del 2004 per “La Regione Ticino”,Rigoni Stern mise in luce il suo lato ironico, raccontando di una specie di scherzo che faceva con Giulio Einaudi andando in giro per le librerie e rivoltando verso l’interno i dorsi dei libri che non gradivano. In questa come in tutte le sue opere, Mario Rigoni Stern riflette l’immagine di una persona saggia, severa con se stesso prima ancora che con gli altri, ma capace anche di grande ironia. E di una forza che, per fortuna, attraverso i libri, non ha mai smesso di parlarci e farci compagnia.

Marco Travaglini

In difficoltà economiche? Le banche creano il conto base

Di Patrizia Polliotto*

 

Una piacevole e utile novità per i consumatori italiani, in questo momento di crisi. Nasce il cosiddetto ‘conto base’, con un canone agevolato per cittadini economicamente svantaggiati. A sancire la novità è un decreto da parte del Cdm che recepisce le regole fissate da una direttiva Ue.  Tale nuovo conto ‘basic’ non potrà essere utilizzato per operazioni di gestione del risparmio, ma è uno strumento per operazioni semplici: quali, ad esempio, ricevere un bonifico o effettuare pagamentiIl conto potrà anche essere gratuito. Ma per questo bisognerà attendere i criteri fissati con un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanza, sentita la Banca d’Italia: saranno individuate le fasce di consumatori socialmente svantaggiate a cui il conto di base deve essere offerto senza spese. I criteri, di fatto, sono però già presenti nella convenzione. Nel caso di specie, lo Stato abolisce i bolli e gli Istituti bancari garantiranno un costo zero per “i consumatori con un Isee in corso di validità inferiore a 8.000 euro” e per chi riceve “trattamenti pensionistici fino all’importo lordo annuo di 18.000 euro“. Se, invece, occorrono servizi ulteriori (o si supera il numero massimo di operazioni previsto in contratto), sarà dovuto un pagamento. I servizi base che dovranno essere compresi nel conto base consistono in movimentazione a mezzo bonifici, pagamento di utenze o tasse, compreso l’utilizzo di una carta di debito (bancomat). Per tutte le altre disposizioni, compresi gestione del risparmio e investimenti, si dovrà ricorrere esclusivamente al conto corrente di tipo classico o ordinario.

* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

Torino e Genova per il futuro di Iren

Oggi a Genova si è svolto un incontro in Comune  tra i sindaci di Torino e del capoluogo ligure per discutere del futuro di Iren, l’azienda energetica delle due città. Chiara Appendino è stata ricevuta a Palazzo Tursi in tarda mattinata. La riunione  era stata programmata durante l’ultimo colloquio tra i due primi cittadini lo scorso 18 luglio. Bucci aveva dichiarato che le due amministrazioni sono al lavoro per rivedere il futuro dell’azienda, a partire dal ruolo di Fsu, la Finanziaria Sviluppo Utilities controllata dai Comuni  che detiene  una partecipazione del 35,96 % in Iren Spa.

AL CAAT ARRIVA OIKOS, LA CASSETTA RIUTILIZZABILE PER IL MERCATO DI ORTOFRUTTA

Vincitore dell’ultimo Climathon nella sezione “Business Innovation”, prende ufficialmente il via presso il CAAT di Grugliasco, alle porte di Torino, il nuovo progetto di economia circolare per abbattere la produzione di rifiuti nella filiera agroalimentare

Parte da Torino per aprirsi presto ad altre città italiane ed europee. Oikos è il nuovo progetto che prevede l’introduzione di cassette riutilizzabili all’interno della filiera agroalimentare, con l’obiettivo di abbattere la produzione di rifiuti dovuti agli imballi “a perdere” dell’ortofrutta (cartone, legno o plastica). Un fenomeno stimato annualmente intorno a circa 55 mila tonnellate di rifiuti per la Regione Piemonte, di cui circa 15 mila per la sola città di Torino.

Ad idearlo è stata Oikos – Servizi, la società torinese vincitrice del Climathon 2016 nella sezione Business Innovation, la maratona mondiale di 24 ore sul clima organizzata dal Comune di Torino e dall’Environment Park di Torino lo scorso ottobre.  “Abbiamo dato il via a un processo virtuoso che rende concreta l’applicazione dei concetti di economia circolare e contribuisce in modo importante alla tutela dell’ambiente – spiega Alberto Lucchese, amministratore delegato Oikos – Grazie al circuito creato si va oltre i concetti di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio e, soprattutto, si evita direttamente la creazione del rifiuto. Il CAAT vuole essere la rampa di lancio per rendere replicabile questo modello in altre città italiane e internazionali”.

Il sistema Oikos è semplice quanto ingegnoso: creare un circolo virtuoso e sostenibile tra produttori ortofrutticoli, grossisti e commercianti/ambulanti attraverso l’utilizzo di un nuovo tipo di cassetta realizzata in polipropilene vergine: più resistente, più pregiata, comoda da trasportare (grazie alle sponde abbattibili che la fanno passare da 20 a 3 centimetri), durevole nel tempo (fino a 7-8 anni) e, soprattutto, riutilizzabile.

Il progetto ha preso il via ufficialmente presso il CAAT (Centro Agro Alimentare di Torino) di Grugliasco e ha coinvolto, in questa prima fase, 4 grossisti e circa 50 tra ambulanti e commercianti per testare le procedure, il sistema informatico e le attività di deposito. Nelle prime due settimane di attività sono già state movimentate oltre 1.000 cassette con 2 grossisti e 3 produttori ortofrutticoli e in breve tempo l’intero sistema entrerà a regime

Oikos – sottolinea Davide Canavesio, amministratore delegato di Environment Park – è un esempio concreto di come le aziende possono sviluppare nuove opportunità di business, puntando sull’innovazione della sostenibilità ambientale e sfruttando le opportunità generate dall’ecosistema adatto, come quello creato da Environment Park”.

I passaggi fondamentali del circuito Oikos sono tre:

  1. il produttore ortofrutticolo consegna al grossista, di base al CAAT, la merce suddivisa nelle cassette riutilizzabili precedentemente noleggiate da Oikos;
  2. Il grossista vende all’ ambulante o al commerciante la merce e comunica ad Oikos il numero di imballi consegnati;
  3. quando torna al CAAT per acquistare le merci, l’ambulante o il commerciante riconsegnano al deposito Oikos le cassette vuote, che saranno riaffittate al produttore ortofrutticolo e il circolo virtuoso ricomincia.

Gli obiettivi di lungo periodo sono ambiziosi: movimentare circa 4 milioni di colli nel 2018, e superare i 10 milioni nel 2019 fino a raggiungere, nel giro di quattro anni, 50 milioni di colli, la metà circa dei 100 milioni che annualmente transitano al CAAT.

La soglia del 50% di cassette riutilizzabile consentirebbe di ottenere benefici sia dal punto di vista ambientale*, sia dal punto di vista economico:

  • Minori rifiuti da imballo prodotti dal commercio di ortofrutta e quindi per le città minori costi per la pulizia delle aree mercato.
  • Riduzione di 19 milioni di Kg di CO2 immessa nell’atmosfera ogni anno.
  • 66 milioni di Kwh di energia elettrica risparmiata ogni anno.
  • 125 mila alberi l’anno salvati, pari a 250 ettari di bosco
  • 800 autoveicoli tolti dalla circolazione ogni anno.

*(i dati sugli impatti ambientali sono tratti dagli studi condotti dalle Università di Bologna, di Stoccarda e di Leeds, sull’uso di imballaggi riutilizzabili nella Grande Distribuzione Organizzata)

Accanto ai benefici per la comunità, il progetto Oikos garantisce un sistema di incentivi a tutti gli attori coinvolti. È previsto infatti un Bonus Tari, pari a 4 centesimi per ogni cassetta movimentata nel corso dell’anno, riservato agli operatori che svolgono la loro attività nella città di Torino.  A questo si aggiunge un Bonus Oikos e cioè un incentivo logistico per ogni cassetta riconsegnata al deposito presso il CAAT.

 

Il Valdese torna come Casa della Salute

E’ di nuovo operativa, come Casa della Salute, la struttura dove fino al 2012 c’era l’Ospedale Valdese. E’ la prima di Torino, adibita ad integrare il servizio sanitario con laboratori di analisi, quattro sale per piccola chirurgia, uno sportello di Servizio Sociale e vari servizi di accoglienza, cura psico-oncologica, valutazione geriatrica. L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta afferma che la struttura “segna il passo della trasformazione in atto del sistema sanitario sempre più di prossimità. La chiusura del Valdese segnò una ferita per Torino. Questo non è più un ospedale, ma una struttura innovativa, per la ‘presa a carico del paziente’, concetto caro ai valdesi, ma anche cardine del nuovo piano sanitario”.

Ragazza 17enne accusa uomo di violenza sessuale

A Rivalta è stato arrestato un nigeriano di 42 anni, richiedente protezione internazionale, perchè avrebbe violentato una 17enne, di origini rom, che lo  accusa di averla stuprata, ieri, in pieno giorno.A dare l’allarme la stessa ragazza che è  fuggita e ha chiesto aiuto in un negozio. L’uomo è poi stato fermato dagli agenti della polizia municipale di Rivalta, che lo hanno accompagnato alla stazione dei carabinieri di Orbassano. La giovane, visitata in ospedale, è ospitata in una struttura protetta ed è stata ascoltata dal pm incaricato dell’inchiesta. «Si è trattato di un episodio inqualificabile -commenta il Sindaco Nicola de Ruggiero- uno dei crimini più terribili e umilianti che feriscono il corpo e l’anima delle persone. La nostra comunità si stringe accanto alla povera vittima e chiede che la giustizia faccia il suo corso in maniera rapida e severa». «Ci tengo comunque a ringraziare il Corpo della Polizia Municipale di Rivalta e i Carabinieri di Orbassano -ha detto ancora il Sindaco- per la professionalità e l’umanità con cui hanno condotto la vicenda».

Lucrezia Beccari a 13 anni esordisce nel circuito internazionale di Grand Prix junior

Il 29 e il 30 luglio scorsi si è tenuto ad Alleghe il Test Event Junior Grand Prix, un anticipo della stagione di gare, al quale hanno preso parte atleti della Nazionale italiana, finalizzato alla selezione dei pattinatori e delle pattinatrici che rappresenteranno l’Italia in alcune tappe di Grand Prix junior. Hanno preso parte alle selezioni, per l’Ice Club Torino, Paolo Balestri e Marco Bozzuto per il singolo maschile, la coppia di artistico di recentissima formazione composta da Sara Carli e Marco Pauletti e la Campionessa italiana Novice 2017, Lucrezia Beccari nel singolo femminile. Lucrezia Beccari, allenata da Edoardo De Bernardis e da Claudia Masoero e coreografata dallo stesso De Bernardis, si è imposta sia nello short che nel free program, ottenendo un punteggio totale di 154.30 (quasi 12 punti in più della seconda classificata), ed è stata apprezzata dai giudici sia per l’aspetto tecnico con l’inserimento di salti tripli, tra i quali il triplo lutz, che per le componenti del programma e la parte artistica. La Beccari, nell’appuntamento di Alleghe, ha presentato i nuovi programmi della stagione: il corto è pattinato sulle musiche di “Alien/Visitors” e il lungo rappresenta un toccante omaggio all’Olocausto con le musiche di “Schlinder’s List”. Il primo posto conquistato nel Test Events Junior Grand Prix, sommato agli ottimi piazzamenti della scorsa stagione, ha portato Lucrezia Beccari, all’età di 13 anni, all’assegnazione della Tappa di Grand Prix Junior di Minks, in Bielorussia, che si terrà dal 20 al 24 settembre. In questo appuntamento di grande importanza la pattinatrice di Rivoli rappresenterà i colori azzurri e si troverà a gareggiare contro grandi atlete di livello internazionale della categoria junior. Continua la scia di successi per l’Ice Club Torino asd, diretto da Claudia Masoero, che si sta confermando, da anni, come una delle scuole di pattinaggio più importanti d’Italia e che inaugurerà una nuova stagione di corsi per tutte le fasce d’età sulle piste di pattinaggio del Pala Tazzoli e del Palavela di Torino e dello Stadio del Ghiaccio di Pinerolo.

 

Barbara Castellaro

                                                                                                                                                          

                                                                                                                                                          

 

Riflessioni sulla vicenda di Adele, stroncata dalle droghe sintetiche

Adele è morta a sedici anni: una vita davanti che non avrà più il piacere di trascorrere nelle sue straordinarie evoluzioni, pochi anni alle spalle, quelli di una bambina passata all’adolescenza da qualche mese

La causa? Ormai lo sanno tutti da alcuni giorni: uso di droghe sintetiche ad un festino presso un’abitazione privata di Albaro insieme al ragazzo, che è stato in seguito arrestato con l’accusa di cessione di sostanze stupefacenti e morte procurata per altro reato. Stesso quartiere, tragica morte similare, simile capo di imputazione, identico arresto a distanza di qualche anno fa: di chi sto parlando? Paolo Calissano. Immagino tutti si ricordino la storia dell’attore e della ballerina brasiliana che, in quel caso, collassò per aver mischiato droghe e farmaci; Adele non ha ingerito cocaina e tranquillanti, ma droghe sintetiche e alcool. Evidentemente, a differenza di tossicodipendenti più abituali nella propria passione, se mai si possa definire tale, non sapeva gestirsi, proprio perché alle prime armi, e forse ignorava che mischiare alcool e droga non è mai un buon mix specialmente per il cuore che, sovraccaricato nello sforzo, si blocca in un cortocircuito letale. Calissano fu immediatamente scarcerato, dopo qualche giorno di isolamento, e alloggiato in una comunità; il ragazzo di Adele è ancora in carcere in una sezione ordinaria con delinquenti abituali, il GIP ha convalidato l’arresto, non disponendo misure più attenuate.

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Calissano, segnalato dal 2003 come assuntore di cocaina e come tale sentito nell’inchiesta Reborn circa il giro di droga nella “Genova bene”, se mai si possa definire in tali termini, in riferimento alla tragica morte della Contessa Vacca Agusta, definita in “suicidio”, forse per comodo da una pm chiavarese Margherita Ravera, a sua volta deceduta improvvisamente nel 2010 in circostanze poco chiare, venne di fatto prosciolto da ogni accusa. Ora i legali del ragazzo hanno annunciato ricorso al Tribunale del Riesame di Genova, stesso organo giudiziario che annullò qualche anno fa il mandato di cattura internazionale ottenuto dall’allora Procura di Chiavari nei confronti di Maurizio Raggio, per chi non lo ricordasse compagno della Contessa Vacca Agusta, fuggito all’estero, molto probabilmente in Messico, salvo poi rientrare pacifico in Italia una volta calmate le acque. Altra morte, altra tragedia, il piccolo Ale in un residence a Nervi; anche in questo caso Calissano era un assiduo frequentatore della Mathas, trentenne prostituta italiana che, in compagnia di un amico, Giovanni Rasero, dopo circostanze poco chiare, portò il figlio di pochi anni al Pronto Soccorso nei fatti in agonia se non già deceduto.Come andò l’inchiesta? Dopo uno processo non senza colpi di scena, la Mathas venne assolta dall’accusa di omicidio, e Rasero, seguito forse in termini non impeccabili dai propri legali, fu condannato a 26 anni per omicidio e tuttora è in carcere.

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Adesso è il turno di questo giovane ragazzo con la giustizia genovese: vedremo come andrà a finire. Una cosa è certa: quando muore qualcuno per droga, gli inquirenti vanno sempre a cercare chi ha fornito la dose letale, come se all’Istituzione non interessasse tanto bloccare il commercio di droga quanto delle partite avariate, una forma di controllo della qualità della droga che è in circolazione.

Tutti a strapparsi le vesti, Monsignori che scomunicano pubblicamente la droga come demoniaca, eppure tutti sanno come gira, qualche rapper in maniera simpatica e provocatoria ha scritto una canzone di successo qualche estate fa dal titolo tormentone “TranneTe”…Ecco, forse in questo momento sarebbe da urlare a gran voce “Tranne Te”…”Tranne Te”… “Tranne Te”! Il dramma di Adele, del suo ragazzo, delle rispettive famiglie è inequivocabile; mi domando quanti, però, in realtà siano davvero interessati a rendersi partecipi di questo dramma: in fondo a questa ragazza sono interessati in pochi, domani si sa è un altro giorno, altro festino, altro dramma, la vita è fatta di numeri, specialmente per chi è abituato a gestire i quasi 10.000 fascicoli “contenenti” notizie di reato dalla Procura della Repubblica di Genova e i quasi 800 detenuti, molti ancora in attesa di giudizio, presso il carcere di Marassi, dove ora è rinchiuso il ragazzo di Adele.

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La nostra è una società perbenista sempre più in crisi, descritta spietatamente dal film “American Beauty”, dove vengono messe a nudo le ipocrisie, le debolezze e le falsità della quotidianità di giovani e adulti, uniti unicamente dal desiderio sfrenato di piacere a qualcuno, non si sa bene chi, nel tentativo di appagare se stessi e nell’impegno quotidiano di mostrare a un ipotetico prossimo un successo sociale, non sempre richiesto in un mondo dove c’è poco spazio, per definizione, per i numeri Uno, anche attraverso l’utilizzo di piattaforme social dai contenuti più variegati. Tra una decina di giorni per questo giovane ci sarà il Riesame, lo stesso riesame del caso Raggio: sono molto curioso di sapere da quale giudici sarà composto, perché anche in quella sezione ogni togato ha una sua storia personale, e quale decisione prenderà. Mi auguro sinceramente che il destino di questo ragazzo non sia quello di molti pesci piccoli che rimangono impigliati alle reti della “Giustizia”, differentemente a quello di altri, non necessariamente grandi, ma altamente inseriti in “giochi di ricatto” che, almeno da quindici anni, in Liguria la fanno sempre franca.

Carlo Carpi

 

 

E’ di Coda Zabet il corpo ripescato nel Po

E’ di Francesco Coda Zabet, noto socialista craxiano negli anni ’80 , già presidente di  Mediocredito Piemonte, il corpo senza vita ripescato ieri nel Po, all’altezza del ponte di lungo Stura Lazio. La notizia è stata anticipata dalle cronache torinesi della Stampa. La famiglia lo ha identificato, si sapeva quasi certamente potesse trattarsi di lui poichè  gli abiti che indossava quando è stato ritrovato sono gli stessi di  quando è scomparso, il 27 luglio, dalle Molinette di Torino dove si era recato per un controllo prima delle vacanze a Camogli. Tra pochi giorni sarebbe stato il suo compleanno: novant’anni. Gli inquirenti ipotizzano possa trattarsi di suicidio.

“I Longoni” in mostra a Vignone

Prosegue alla Casa degli archi “Martino Poletti” di Bureglio di Vignone (Vb) la mostra di pittura “I Longoni” , con le opere di Alberto Longoni e Lidia Josepyszyn. La mostra sarà visitabile fino al 20 agosto, tutti i giorni nel pomeriggio, dalle 16 alle 19,  e nei giorni festivi anche al mattino, dalle 10 alle 12. L’evento artistico è patrocinato dal comune di Vignone e dall’associazione “la Degagna”. Quella dei Longoni è una famiglia di artisti, con il capostipite Alberto, la moglie Lidia e la figlia Elisa. Nato a Milano nel 1921 e morto a Miazzina, sulle colline del Verbano, nel 1991, Alberto Longoni è stato un artista completo. Scrittore e illustratore di libri (tra i quali “Il gioco delle perle di vetro” di Hermann Hesse,  una delle opere che contribuirono ad attribuire all’autore di “Siddharta” il Nobel per la letteratura ) eseguì incisioni, graffiti, dipinti, illustrò riviste italiane e straniere, copertine di dischi, ceramiche, sculture e collaborò all’architettura di giardini. Durante la guerra, militare a Creta, fu fatto prigioniero dei tedeschi e internato in Germania nel campo di concentramento di Buchenwald, a pochi chilometri da Weimar, la città di Goethe e Friedrich Schiller. L’orrore e la violenza nazista a due passi dal centro spirituale, intellettuale e artistico della Germania e d’Europa. Lì, nel lager sulla collina dell’Ettersberg, incontrò una ragazza polacca, Lidia Josepyszyn, che diventò poi sua moglie. Una esperienza durissima, tremenda quella del lager in Turingia – dove morì Mafalda di Savoia – che si può leggere  proprio nella prima sala del Museo al Deportato di Carpi, dove  si trova un  suo graffito grande come tutta la parete che raffigura centinaia di deportati così come essi diventavano nel campo: magri, ridotti a pelle e ossa,  con gli occhi vuoti e privi di espressione, senza bocca. Nel 2006 è stata pubblicata,a cura del comune di Verbania, in occasione di una mostra sulle opere di Alberto Longoni a Villa Giulia, la favola “Il cavaliere che non sapeva di essere cavaliere”, scritta dalla figlia Elisa e impreziosita dalle illustrazioni in bianco e nero del padre Alberto.
Marco Travaglini