I PICCOLI ALUNNI DELLA SCUOLA TOMMASEO SI INTERROGANO SU “INTEGRAZIONE” E “IDENTITA’ CULTURALE” ATTRAVERSO LA MEMORIA DEL LORO VISSUTO
Il titolo sa di gioco. Anche se dietro ci sta un lavoro quanto mai serio, impegnativo, coinvolgente e altamente educativo. E del resto, nulla è più serio, impegnativo, coinvolgente ed educativo del gioco. Quello dei bimbi, s’intende. “Un due tre! Eu…ro…pa”, si intitola così la coloratissima piacevole e ricca mostra – disegni e pensieri raccontati con “scientifica libertà” – allestita presso l’Istituto Comprensivo “Niccolò Tommaseo” di via dei Mille 15, a Torino (tel. 011/8122190), fino al prossimo 8 giugno. L’esposizione è il frutto conclusivo di un laboratorio-pilota di storia eseguito dai 25 bimbi della classe III/D, basato sul racconto della propria storia individuale e famigliare. Un percorso attraverso il quale gli alunni, facendo uso dell’oralità e della visualità, sono andati alla ricerca delle loro radici culturali, studiando la propria genealogia di famiglia, la mobilità migratoria e la diversità delle proprie appartenenze socio-culturali. “Io sono stata felicissima – scrive Emma – quando ho scoperto che la mia bisnonna per lavoro si è dovuta spostare a New York”. E a lei fa eco Lorenzo: “Io mi sento italiano quando vado in pizzeria o quando sono a scuola con i miei amici. Mi sento molto messicano quando mangio los tacos al pasto”. A guidare gli alunni nella ricerca e nell’elaborazione delle informazioni e dei dati acquisiti, l’insegnante Daniela Martinolich, supportata dalla ricercatrice e storica Leslie Hernandez Nova, che nel laboratorio didattico ha trasmesso il case-study della migrazione peruviana in Europa ( la più massiccia per quanto riguarda la comunità latino-americana) con fonti raccolte a partire dal 2001 e ad oggi depositate nell’archivio di AREIA, l’“Audioarchivio delle migrazioni tra Europa e America Latina” con sede presso il DAFIST, il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università di Genova. “Con l’insegnante Martinolich – racconta Leslie – abbiamo cercato di tradurre il mio materiale raccolto nelle interviste autobiografiche ai peruviani: materiale visivo fra cui cartografie emotive, genealogie, rappresentazioni del luogo d’origine inteso non come luogo di nascita bensì come luogo di appartenenza culturale”. Dall’esame e dalla riflessione, collettiva e individuale, su tutta questa mole di materiale è nato pian piano il laboratorio messo in piedi con i ragazzi della “Tommaseo”, protagonisti centrali di una ricerca didattica che li ha visti impegnati nella ricostruzione di genealogie famigliari, così come nella realizzazione di disegni di viaggi e spostamenti che in vario modo hanno coinvolto nel passato e nel presente le loro famiglie, nonché di testi scritti relativi al loro modo di identificarsi in una specifica e ben chiara appartenenza culturale.
“In classe – sottolinea ancora Leslie– non c’erano bimbi stranieri, ma piuttosto bambini ‘portatori’ di identità molteplici e fra loro diverse:un italo-messicano, un italo-brasiliano, una bimba italo-spagnola e un’altra italo-marocchina”. Dall’analisi dei loro alberi genealogici appare ben chiara (a loro stessi, soprattutto) la molteplicità delle loro “appartenenze”: dei Paesi e degli infiniti Passaggi geografici che hanno coinvolto nel tempo gli spostamenti delle loro famiglie. Un laboratorio, dunque, per meglio conoscersi. E farsi conoscere ed “accettare” dagli altri. La rassegna prevede anche un video, realizzato da Andrea Bertola, dal titolo esemplare de “La storia della nostra vita”.
Gianni Milani
Nelle immagini:
– La classe III/D
http://www.tommaseo.it/?p=1492
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