Pregliasco (Anpas): buon risultato, ma ancora criticità. Bobba: la prossima settimana il nuovo bando sul Servizio Civile, entro il 3 luglio i decreti definitivi. Giarola (Dipartimento Protezione civile): reti di volontariato fondamentali
Si è svolto sabato 20 maggio, a Torino, il convegno “Legge 106/2016 e decreti attuativi, il nuovo scenario per Anpas e le pubbliche assistenze”. Un importante momento di confronto organizzato da Anpas, inserito nei festeggiamenti dei 110 anni della Croce Verde di Torino, con Luigi Bobba (Sottosegretario Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Roberto Giarola (Dipartimento Protezione Civile), Claudia Fiaschi (portavoce Forum Terzo Settore), e studiosi della materia come Andrea Volterrani e Antonio Fici. A coordinare il convegno Noemi Penna (giornalista La Stampa).
Il sottosegretario Luigi Bobba ha sottolineato lo spirito della riforma che ha applicato il principio costituzionale della sussidiarietà sancito nell’articolo 118 della Costituzione e che l’attuale riforma favorisce il volontariato: «Non è una riformetta, ma una svolta, anche dal punto di vista giuridico, che riguarda chi lavora per interessi comuni. Questa riforma inoltre sosterrà alcuni elementi innovativi come il fondo per lo sviluppo degli enti associativi e lo sviluppo del servizio civile. Entro il 3 luglio avremo i decreti definitivi. I cittadini che vorranno fare donazioni avranno una detrazione del 35% e questo vorrà dire che ci sarà un aumento delle donazioni del 20%. Abbiamo poi creato un fondo progetti con 40 milioni di capienza per progetti di innovazione gestiti da reti associative. Da questo punto di vista la protezione civile per come gestisce la rete di reti ed è un modello da cui prendere ispirazione. La prossima settimana uscirà il bando da 49mila giovani per il servizio civile»
Roberto Giarola, Responsabile Servizio volontariato Dipartimento Protezione Civile ha dichiarato: «Anpas per noi è stato stimolo per avviare un lavoro di cittadinanza: l’unica strada che possiamo percorrere. Riguardo alla riforma dobbiamo ringraziare il ministero del lavoro che ha colto la sinergia sulla protezione civile. Lavorare in protezione civile vuol dire essere velleitari e la riforma ci dà la possibilità di fare un passo avanti in questa direzione. Le leggi non creano la realtà, ma devono consentire alla realtà di dispiegarsi in una prospettiva di positività. Per questo è necessario il riconoscimento del volontariato organizzato all’interno del sistema di protezione civile: il volontariato organizzato di protezione civile, infatti, è un tema di mani e braccia abili connesso con un cervello intelligente e un cuore robusto. Il riconoscimento dell’autonomia del volontariato è garantire il fatto che il volontariato sia pronto a intervenire anche se la parte pubblica avrà disattenzioni e difficoltà e il tema delle reti è qualificante».
Secondo Fabrizio Pregliasco «La Riforma, nel suo complesso, ci piace: abbiamo ottenuto quasi tutto quel che volevamo. In particolare ci ha soddisfatto l’articolo 57 sull’affidamento diretto dei servizi per le associazioni che fanno parte di una rete. Penso però che alcuni elementi rispetto ai soci sostenitori e sulle attività secondarie tipiche delle nostre associazioni dovranno essere precisati. In questo senso il nostro lavoro di attenzione al lavoro che si sta facendo in Parlamento sarà fondamentale per poi arrivare a una precisazione che da luglio in poi ci permetterà di ri-inquadrare l’organizzazione di Anpas e poi sostenere le nostre pubbliche assistenze».
Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo settore ha ricordato l’impegno del Forum nella riforma e della «complessità del dover tenere insieme tutte le varie anime del terzo settore che oggi dobbiamo far andare d’accordo per costruire un paese che va verso un modello di coesione maturo è una sfida di cittadinanza anche riguarda tutti. La sfida della riforma è una sfida di socializzazione tra le organizzazioni”. Fiaschi ha poi ricordato l’importanza di un nuovo coinvolgimento dei giovani alla costruzione di una maggiore qualità della vita. “Le reti”, ha concluso la portavoce del Forum, “hanno un grande valore sia per la costruzione della qualità dell’etica del terzo settore, non solo in funzione nella responsabilità di monitoraggio che gli affida la legge».
Antonio Fici, professore dell’Università Del Molise, ha spiegato lo stato dell’arte della Riforma: «il contesto in cui ci siamo trovati a operare era caratterizzato da un’accentuata dispersione normativa: molte dichiarazioni di principio ma non seguite da norme effettive. Con questa Riforma abbiamo normalizzato gli enti del terzo settore: i testi attuali vogliono normalizzare il terzo settore in un qualcosa che non è più di nicchia».
Secondo Andrea Volterrani, ricercatore Università Tor Vergata di Roma «siamo ancora alla fase ancora di messa a punto, ma ora dobbiamo chiederci qual è la prospettiva e quale strategia per andare avanti. Dobbiamo infatti capire se e come il volontariato ha ancora senso rispetto allo sviluppo sociale e locale delle comunità. Bisogna lavorare per avere volontari capaci di parlare a tutti e non solo per fare servizi ma per far crescere la comunità e favorire lo sviluppo locale».
Silvio Magliano, presidente CSV Torino: «Il futuro dei centri di servizio sarà al servizio dato ai volontari indipendentemente dal soggetto giuridico. Il terzo settore è una risorsa ma anche la storia di questo paese. Inizia una fase in cui i centri di servizio devono dialogare di più con le associazioni che sul territorio fanno i servizi e per farli dobbiamo fare progetti condivisi».
Ad aprire il convegno è stata Sonia Schellino, Assessora al coordinamento Politiche Sociali del Comune di Torino «Viviamo una realtà dove si fa sempre più pressante la necessità di dare risposta alla vulnerabilità sociale e alla marginalità. La speranza è che questa riforma porti più efficienza. Il terzo settore può incentivare l’occupazione e attuare politiche capaci di rispondere alla crescente domanda di welfare».
Nel pomeriggio del 20 maggio si è tenuta l’Assemblea nazionale delle pubbliche assistenze Anpas per l’approvazione del Bilancio (consuntivo e sociale 2016 e quello preventivo 2017). Nella stessa sede si è tenuta anche la tappa conclusiva di un percorso iniziato tre anni fa del Codice Etico Essere Anpas: un documento finalizzato a garantire comportamenti e procedure responsabili volti a migliorare l’efficienza, l’efficacia, la trasparenza e la qualità dell’azione volontaria, a soddisfare i bisogni delle tante comunità che ogni giorno usufruiscono dei progetti e dei servizi dei volontari delle pubbliche assistenze Anpas.


hanno dato torto e sono molto, ma molto contendo d’ essere stato smentito dai fatti. Hanno fatto le scelte giuste sugli uomini.
stato, lasciando spazio ai piccoli editori, ed in questo tornando alle origini. Una consistente riduzione dei costi espositivi ha, poi fatto il resto. Allargando le proposte editoriali . Diciamola così, per tutti ma proprio tutti i gusti. Espositori che sono ritornati dopo anni di assenza che sono soddisfatti. Editori milanesi contenti d’aver esposto. “Qui abbiamo venduto e a Milano no”. Nulla è perfetto e tutto perfettibile, ma ripetiamo: per una volta siamo proprio soddisfatti.
E il rapporto tra Torino e Milano? Collaborazione che non vuole dire essere fagocitati. Direi proprio : Continuate così… da noi torinesi un piccolo e sincero grazie.



Le Province non ci sono più ma i dipendenti sì. Anche gli

avesse più confini; ma è facile che le cose che diamo per scontate, in realtà, non lo siano affatto. Pochi mesi fa alla GAM ho visto il film-documentario “The great european disaster movie”che aveva proprio questo tema portante. Immaginava l’Europa di nuovo divisa e un aereo che, nonostante la tempesta, non poteva atterrare in nessun aeroporto perché ovunque c’era sempre qualche passeggero impossibilitato a sbarcare, a causa del suo passaporto. Un’altra scena significativa era l’intervista ad una signora tedesca che mostrava le croci di ferro ottenute in guerra dai suoi antenati –da quella franco-prussiana del 1871 alla 2° Guerra Mondiale- e si augurava che suo figlio non dovesse mai essere insignito di una medaglia al valor militare».
Al Salone di Torino c’è una parte dedicata all’America, compresa una rilettura di Steinbeck; tu che sei anche traduttore che consigli di lettura a stelle e strisce puoi darci?
Giovedì 25 maggio 2017, ore 18.00
Nei giorni scorsi, nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina, alla presenza di importanti cariche istituzionali e di numerosi esponenti del mondo della Cultura e dell’imprenditoria, è stato conferito a Pietro Grasso,Presidente del Senato, il titolo di Accademico d’Onore. 
indipendentemente dal ruolo che riveste o dal settore in cui opera”. “Voler capire e conoscere con ostinazione”: ecco il dovere di un magistrato, quello cui Pietro Grasso ha dedicato tutta la sua vita professionale, da giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra , a Procuratore capo a Palermo, prima di diventare, dall’ottobre del 2005 al gennaio del 2013, Procuratore nazionale antimafia, e, infine, dal marzo 2013, Presidente del Senato. Numerosi sono i suoi saggi,” ricchi di storia e sentimenti – ha continuato Spataro – le caratteristiche che a me più piacciono in un libro. Non si può perdere , in particolare, il suo ultimo libro (Storie di sangue, amici e fantasmi) , presentato il 18 maggio al Salone del libro, che, dopo l’autorevole introduzione del Capo dello Stato, inizia e finisce con due lettere che l’autore rispettivamente indirizza a Giovanni Falcone ed a Paolo Borsellino. E comprende, tra i tanti, anche un bel ricordo di un altro magistrato
antimafia, Gabriele Chelazzi al quale ero particolarmente legato. Ebbene, Grasso mostra di ricordarli innanzitutto per non essersi mai proposti al Paese come alfieri del bene, unici pronti ad affrontare e vincere il male. Erano invece magistrati – esattamente come Grasso – ben sapevano che il loro dovere era quello di indagare con determinazione, senza fermarsi dinanzi agli ostacoli che incontravano, ma senza mai atteggiarsi a moralizzatori del Paese e senza avere come fine concorrente quello di scriverne la storia”. Tra pochi giorni cade l’anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Armando Spataro ha ricordato che nel maggio del 1991 Grasso era stato chiamato da Giovanni Falcone al Ministero della Giustizia e che, dopo la strage di Capaci , aveva anche sostituito Falcone quale componente
della Commissione Centrale per i programmi di protezione nei confronti di testimoni e collaboratori di giustizia. “Come Falcone e Borsellino anche altri magistrati sono stati uccisi per l’adempimento del loro normale e quotidiano dovere: non eroi perchè sono morti, ma perchè hanno voluto capire e conoscere con ostinazione. E tu, Piero Grasso, vivi ed operi per onorarli e per onorare la dignità e la coerenza, le virtù più importanti e necessarie per chi ha pubbliche responsabilità”.Dopo le parole commosse di Armando Spataro ,Sebastiano Lo Monaco ha interpretato un brano tratto dal romanzo ” Per non morire di mafia” di Pietro Grasso. La bella cerimonia si è conclusa con l’intervento dello stesso Pietro Grasso, che ha ringraziato il Consiglio Accademico per il conferimento del titolo tanto gradito.
INTERVISTA DI LAURA GORIA
Nella storia ci sono stati altri stermini ,dai lager nazisti al genocidio attuato dai Khmer rossi di Pol Pot in Cambogia: la repressione argentina in che cosa è stata unica ?
La Juve entra, se ancora non lo aveva fatto, nella storia… sesto scudetto consecutivo, 33 in totale aldilà di ogni polemica, pratica archiviata con disinvoltura allo Stadium, davanti al proprio pubblico… giusto così!
La cronaca di oggi dice che i bianconeri chiudono la pratica Crotone già nel primo tempo, senza ansia, senza timore alcuno, con grande determinazione, con i gol di Mandzukic e Dybala, arrotondati poi nel secondo da un sempre ottimo Alex Sandro… finale 3-0 e tricolore in ghiaccio, anzi in bacheca!
scorso: la presentazione dei campioni, uno per uno, la coppa nelle mani del Capitano, il tripudio dei tifosi, il giro di campo, le foto di rito, l’allegria e la gioia che puntualmente si ripetono da sei anni.
Ora tutti si aspettano la vera ciliegina, il Capitano che alza un’altra coppa, quella dei sogni, quella delle grandi orecchie, quella più bella di tutte, quella più faticosa… ma questa è un’altra storia, un’altra data, un altro stadio, il 3 giugno a Cardiff!
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