“Pellegrini e viandanti sulle vie delle montagne dal Medioevo ai tempi moderni” è il titolo del convegno che si terrà sabato 20 maggio 2017 nella splendida cornice del Convento Francescano del Monte Mesma, ad Ameno (No), sulle colline che sovrastano il lago d’Orta. Nella ricorrenza dei trent’anni del convegno “Medioevo in cammino. L’Europa dei pellegrini”, tenutosi a Orta nel settembre del 1987, l’Associazione storica Cusius, La Storia nel futuro e la Fondazione Enrico Monti propongono a studiosi e appassionati di rimettersi in cammino. Un cammino di studio lungo le strade del Cusio, delle Alpi e dell’Europa, le antiche vie di pellegrini e viandanti dal medioevo all’età moderna. Se l’esperienza di studio di trent’anni fa era stata una pietra miliare per il mondo culturale cusiano, e importante riferimento a livello internazionale sul tema delle itineranze medievali,questo convegno vuole essere un ulteriore apporto allo studio di un argomento affascinante e ancora in parte inesplorato,alla vigilia delle celebrazioni del millenario della nascita di San Bernardo delle Alpi, patrono degli alpinisti, dei montanari e dei pellegrini. “I sentieri montani erano percorsi anche per recarsi in spazi sacri in occasione dei riti di passaggio: nascita, matrimonio, morte. Nelle Alpi sorsero molti santuari à répit, dove si portavano i bimbi morti senza battesimo, che la Chiesa destinava al limbo, per una breve resurrezione che permetteva d’amministrare il sacramento, salvandoli così dalla dannazione eterna”, come ricorda Fiorella Mattioli Carcano. Nell’alto medioevo, tra l’età carolingia e la fondazione dell’Ospizio del Gran San Bernardo (XI secolo), le Alpi erano ancora chiuse, selvagge e inabitate.
Erano rari i pellegrinaggi attraverso il cuore del massiccio. “ Nell’VIII secolo, a 1650 metri di quota, lungo la via del Summus Poeninus, sorse tuttavia il più alto monastero-ospizio del tempo, a Bourg-Saint-Pierre, “ad radicem montis”, commenta lo storico Enrico Rizzi, che parlerà al convegno degli antichi passaggi, sostenendo come vicende considerate ormai assodate, come le invasioni saracene e il loro presidio dei valichi alpini, vadano ripensate criticamente. Con uno sguardo su Alpi, cammini dei pellegrini, ospizi, colonizzazione della montagna, dove tutto si aprì solo nell’XI secolo, nell’età di San Bernardo. Il programma prevede, al mattino – dopo le introduzioni di Fiorella Mattioli Carcano,presidente dell’Associazione Cuscus, e di Lino Cerutti,vicepresidente di La Storia nel futuro – quattro relazioni: Giancarlo Antenna, professore emerito di storia medioevale all’Università Cattolica di Milano e Accademico dei Lincei (Frati agostiniani che camminano in Europa (1572-1574). Da un manoscritto agostiniano edito da Claudia Castellani);Enrico Rizzi,storico della regione alpina, Presidente della Fondazione Monti (Le Alpi dei pellegrini nel Medioevo profondo (IX-XIsecolo);Fiorella Mattioli Carcano, storica del Cristianesimo e vicepresidente della Consulta permanente Unesco per i Sacri Monti (Camminare la montagna nei riti di passaggio e di ricognizione); Battista Beccarla,storico del Medioevo e della Chiesa novarese (L’apertura del Sempione – prima del marzo 1200-e la concomitante nascita della “Via francisca novariensis”, itinerario transalpino di commercianti e pellegrini). Al pomeriggio, prima dello spazio dedicato al dibattito e al confronto, ci saranno altri tre interventi: Simone Riccardi, storico dell’arte, ricercatore Università Cattolica di Milano (Sculture lignee tedesche in Piemonte sulle vie dei pellegrini);Michela Cometti, storica dell’arte, responsabile del patrimonio iconografico arte antica della Fondazione Torino Musei (Viandanti e pellegrini tra ‘500 e ‘600. Considerazioni su alcune fonti documentarie);Dorino Tuniz,docente di Storia della Chiesa Istituto Superiore di Scienze Religiose (Un acuto osservatore delle realtà territoriali: Carlo Bascapè, le montagne e i pellegrinaggi del Novarese).
M.Tr.
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