Giaveno si veste d’arte con i “Promessi sposi” di Gonin

Il centro storico di Giaveno si veste d’arte. Le facciate di alcuni suoi edifici verranno, infatti, impreziosite con affreschi che riproducono le litografie realizzate da Francesco Gonin per l’edizione “quarantana”, l’editio princeps, de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1840. A promuovere l’iniziativa, dal titolo “Omaggio a Gonin”, è l’Associazione Proprietari Immobili Centro Storico (Pics) Onlus di Giaveno.

Gonin è un artista che ha attraversato con la sua vita e la sua opera tutto l’Ottocento; la sua figura è stata legata anche a Giaveno. Nato, infatti, a Torino nel 1808, morì nella cittadina della val Sangone nel 1889. La sua specializzazione pittorica fu quella dei ritratti a carattere storico, tra cui sono celebri “I vespri siciliani” e “Carlo Magno al passaggio delle Chiuse”, e delle incisioni di opere letterarie, quali le Poesie scelte di Carlo Porta e Tommaso Grossi nell’edizione del 1842. Fu tra i primi artisti in Italia a sfruttare le potenzialità della tecnica della litografia. Ritratti storici e affreschi da lui realizzati si possono oggi ammirare presso diverse dimore di casa Savoia; decoro’ anche una sala della stazione ferroviaria di Porta Nuova, un tempo sala d’attesa del re. Le litografie originali per l’edizione de 1840 dei Promessi Sposi, che gli richiesero anni di lavoro, dal 1839 al 1842, si possono ammirare presso il Civico Museo Manzoniano nella sala IX.

In occasione della presentazione del progetto “Omaggio a Gonin”, in programma a Torino venerdì 14 aprile nella Sala Viglione a palazzo Lascaris, con la partecipazione della vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino, saranno esposte due edizioni de “I Promessi Sposi”, quella a fascicoli della Quarantana, il cui titolo originale è “I promessi Sposi- Storia milanese del secolo XVII scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni. Edizione riveduta dall’autore”, stampata dalla tipografia Guglielmini e Radaelli di Milano, e un’edizione in volume del 1869, oltre a due autoritratti del pittore, risalenti al 1828 e al 1878.

Mara Martellotta

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