Dice di essere pagato, sui 1400 euro al mese, “per non lavorare”, per leggere il giornale in sala professori. Per Daniele Costantino, insegnante del liceo classico Alfieri di Torino, l’unica possibilità è restare in attesa di qualche sostituzione. Afferma sconsolato di sentirsi umiliato, dopo 11 anni di servizio, a 42 anni, “Mi vergogno a parlare di quello cha faccio – dice al quotidiano Repubblica – Mi vergogno a dirlo a chi fatica ogni giorno per guadagnarsi da vivere”.
La storia ha inizio quando il professore ottiene da Biella il trasferimento al liceo torinese sulla classe di concorso A036, materie filosofia, psicologia e scienze dell’educazione. Un incarico non in classe ma sul “potenziamento”, in forza al “contingente di docenti aggiuntivi introdotto nel 2015 dalla “Buona scuola” per attività di recupero, ampliare e migliorare l’offerta. Ma, a quanto pare, si tratta solo di parole e il professore deve rimanere a disposizione per 18 ore a settimana senza però alcun compito o progetto da realizzare. Il preside replica dicendo che a Costantino sono state fatte diverse proposte, rifiutate. Ma l’insegnante conferma la sua versione.
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