Profili Facebook, se lasciati ingenuamente aperti, e account Twitter sono una vera e propria miniera d’oro per chi è a caccia di aspetti e informazioni che solitamente non emergono da un semplice curriculum
di Paolo Pietro Biancone*
La selezione del personale passa dai social network. Il mondo del recruitment e del social si stanno avvicinando sempre più. Ecco perché è diventato fondamentale saper gestire in modo efficace e intelligente la propria presenza online. E non stiamo parlando solo di quei social pensati per il mondo del lavoro come Linkedin. Profili Facebook, se lasciati ingenuamente aperti, e account Twitter sono una vera e propria miniera d’oro per chi è a caccia di aspetti e informazioni che solitamente non emergono da un semplice curriculum. A raccontare come cambiano i processi di selezione del personale è la più recente indagine di Jobvite: condotta su 1.400 professionisti delle risorse umane, rileva che le aziende, nello sforzo di assicurarsi i talenti migliori, cercano e selezionano candidati utilizzando molteplici canali e che i selezionatori valutano attentamente tutte le informazioni sui potenziali futuri dipendenti. I due principali canali attraverso cui gli intervistati hanno dichiarato di avere trovato i migliori candidati sono il passaparola, cioè segnalazioni di colleghi o terzi, e i social network: alle piattafome social ricorre addirittura il 92% dei recruiter per trovare i professionisti più adatti o per una più approfondita valutazione di quelli di cui hanno già visto il curriculum. Prevedibilmente, il social più consultato (dall’87% degli intervistati) è LinkedIn, seguito da Facebook (47%) e Twitter (47%). Che cosa notano di più i selezionatori quando controllano i profili social dei candidati? Prima di tutto notano gli errori grammaticali e i refusi: tre quarti dei recruiter si fa un’impressione negativa del candidato se trova post con strafalcioni. Poi le attività di volontariato, che invece piacciono molto: che sia in ambito professionale, aziendale o sociale, l’impegno personale per il bene comune è apprezzato dal 75% dei reclutatori. Attenzione invece ai selfie: ne ha una percezione negativa il 25% degli intervistati, che forse pensano a candidati troppo egoriferiti. Si registra una certa neutralità rispetto alle foto che i candidati postano di se stessi, tuttavia l’immagine del profilo è il messaggio più diretto che esista sul social network. A proposito di foto, si registra una certa stagionalità nella scelta della foto profilo: mediamente viene cambiata ogni sei mesi ed è difficile trovare foto in costume a Natale, così come foto sulla neve ad agosto. Infine, quasi inutile dirlo, alcol e droghe: foto del candidato che beve fanno una pessima impressione a metà dei recruiter. L’attendibilità dei social è data dagli stessi fruitori e i numeri principali confermano la tendenza. Qualche highlights per valutare l’impatto dei social sul nostro percorso di vita. A voi le conclusioni.
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1,65 miliardi
Sono gli utenti che accedono a Facebook almeno una volta al mese (dato aggiornato al 2016).
1,09 miliardi
È il numero di persone che utilizza attivamente Facebook su base giornaliera (dato aggiornato al 2016).
1,51 miliardi
Sono le persone che usano Facebook da dispositivo mobile ogni mese (dato aggiornato al 2016).
66,1%
È la percentuale di iscritti che accede a Facebook quotidianamente (dato aggiornato al 2016).
40
Sono i minuti che l’utente medio di Facebook trascorre quotidianamente sulla piattaforma (dato aggiornato al 2014).
3,57
Sono i gradi di separazione in media fra gli utenti (dato aggiornato al 2016).
84,2%
È la percentuale di utenti fuori dagli Stati Uniti e Canada (dato aggiornato al 2016).
28 milioni
È il numero di utenti italiani che utilizza Facebook (dato aggiornato al 2016).
21 milioni
È il numero di utenti italiani che si connette a Facebook ogni giorno (dato aggiornato al 2016).
15%
È l’aumento percentuale che si registra in estate per ciò che riguarda il numero di contenuti condivisi (dato Italia aggiornato al 2015).
52,3 milioni
Numero di interazioni correlate allo sport in Italia (dato aggiornato al 2015)
45 miliardi
Sono i messaggi inviati ogni giorno tramite Facebook (dato aggiornato al 2015).
900 milioni
È il numero di utenti attivi di Facebook Messenger su base mensile (dato aggiornato al 2016).
1 miliardo
È il numero di utenti attivi di WhatsApp su base mensile (dato aggiornato al 2016).
500 milioni
Sono le persone che utilizzano Instagram ogni mese (dato aggiornato al 2016).
8 miliardi
Il numero di video visualizzati ogni giorno su Facebook (dato aggiornato al 2016).
10 miliardi
Le volte in cui il bottone Like viene visualizzato ogni giorno (dato aggiornato al 2016).
30%
È la percentuale di Like provenienti da dispositivo mobile (dato aggiornato al 2016).
201 miliardi
Il numero complessivo di connessioni accettate su Facebook (dato aggiornato al 2016).
30 milioni
È il numero di aziende che ha una Fan Page di Facebook (dato aggiornato al 2014).
19 milioni
Sono le imprese che hanno una Fan Page ottimizzata per cellulari (dato aggiornato al 2014).
122%
A tanto ammonta l’incremento nella spesa effettuata dalle aziende per unità di annunci su Facebook anno su anno (dato aggiornato al 2014).
1,5 milioni
È il numero di aziende che investe in annunci di Facebook.
1 miliardo
Sono le ricerche giornaliere effettuate su Facebook ogni giorno
112 milioni
È il numero di Mi Piace presenti sulla pagina di Cristiano Ronaldo, il giocatore europeo con il maggior numero di like su Facebook (dato aggiornato al 2016).
221 milioni
Sono le interazioni (post, commenti e simili) correlate ai recenti Europei di calcio (dal 1 maggio al 7 giugno 2016).
80%
È la percentuale delle applicazioni “top” di iOS e Android che utilizza Facebook Login per la registrazione degli utenti (dato aggiornato al 2014)
5,38 miliardi (di dollari)
A tanto ammontano i ricavi realizzati dall’aziende nel primo trimestre del 2016.
82%.
È la percentuale di ricavi del social network (relativa al primo trimestre del 2016) generata dalla vendita di pubblicità in ambito mobile.
1,51 miliardi (di dollari)
L’utile netto realizzato da Facebook nel primo trimestre del 2016.
*Professore Ordinario di Economia Aziendale e presidente del corso di studi in Professioni Contabili
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