L’84% dei laureati di UniTO è soddisfatto del rapporto con il corpo docente; 66 laureati su cento considerano le aule adeguate, 38 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 81 valutano positivamente i servizi di biblioteca. Inoltre, dell’Ateneo il 68% dei laureati UniTO confermerebbe la scelta del corso di studi, mentre il 13% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso
di Paolo Pietro Biancone*
Tempo di lauree, tempo di emozioni. Soddisfazione per un traguardo raggiunto e per uno nuovo percorso che comincia per studenti e famiglie: fatiche e impegno, cadute e successi, gioie e dolori. Tutto questo sintetizzato nelle dediche contenute nella tesi di laurea. Qualche esempio: “Ai miei genitori e a mio fratello per avermi regalato gli anni più belli della mia vita con il sudore dei loro sacrifici e per essere sempre stati presenti in ogni momento e in ogni mia scelta” . “A tutte le stelle che nelle notti della vita illuminano il mio cammino”
“Ai miei genitori e a mio fratello dedico queste pagine, perché, oltre a essere stati una guida costante, hanno permesso la costruzione della mia identità, fornendomi gli strumenti necessari a orientarmi nel mondo e tramandandomi la curiosità di esplorarlo ogni giorno da più punti di vista possibili” .”Quante volte ho pensato: basta, ma chi me lo fa fare? Ma poi pensando a te, mamma, non ho mai mollato”
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Il valore di queste poche parole è inestimabile e patrimonio da non sottovalutare: testimoniano che un percorso di studi, come tutto il cammino di vista, è più agevole con l’amore e il supporto di chi crede in te e di chi tifa per te. E nella condivisione c’è anche la “vittoria” della famiglia: la laurea non è un successo del singolo, ma di un gruppo di persone che hanno sostenuto in vario modo il raggiungimento del traguardo. I genitori, i fratelli, la mamma, i nonni, gli zii, ma anche gli amici, i fidanzati. Un successo di squadra, che fa commuovere nell’originalità di ogni laureando nel comunicarlo.
Nelle dediche si assapora il sacrificio della madre e del padre, che negli anni hanno fatto ripetere lezioni ascoltate a scuola, hanno asciugato le lacrime, hanno rimproverato per insuccessi, per scarso impegno. Si sente “profumo” di sacrificio di fratelli, che, anche inconsciamente, hanno subito il confronto, gli sbalzi di umore. Si respira l’aria della soddisfazione del gruppo, tra stanchezza e voglia di festeggiare, tra preoccupazione e speranza per il futuro.
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Qualche dato numerico, che, nella sua apparente aridità, dimostra che patrimonio di umanità e di valori ogni anno viene prodotto grazie alle lauree. Solo per quanto riguarda l’Università di Torino, i laureati 2015 dell’Università di Torino sono 11.598: 6.621 di primo livello, 3.616 magistrali biennali e 1.152 a ciclo unico, più alcuni laureati pre-riforma e del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.
L’età media alla laurea per il complesso dei laureati di UniTO è di 25,8 anni – inferiore alla media nazionale, pari a 26,2 anni – e varia tra i 24,8 anni per i laureati di primo livello (media nazionale: 25,1) e i 27 anni per i magistrali biennali (media nazionale: 27,6). 53 laureati su cento terminano l’università in corso, percentuale superiore alla media nazionale (47%). Il voto medio di laurea (101,5 su 110) è in linea con la media nazionale (102,3 su 110). Le esperienze nel corso degli studi: Il 65% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, media sensibilmente superiore a quella nazionale (56%). Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) riguardano il 10% dei laureati, media corrispondente a quella nazionale. Anche la media dei laureati di UniTO che ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari (73%) è superiore a quella nazionale (65%).
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L’84% dei laureati di UniTO è soddisfatto del rapporto con il corpo docente; 66 laureati su cento considerano le aule adeguate, 38 ritengono le postazioni informatiche presenti in numero adeguato e 81 valutano positivamente i servizi di biblioteca. Inoltre, dell’Ateneo il 68% dei laureati UniTO confermerebbe la scelta del corso di studi, mentre il 13% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso. Il tasso di occupazione (si considerano occupati anche quanti sono in formazione retribuita) è del 74%, a fronte di una media nazionale del 67%. Tra questi occupati, il 42% può contare su un lavoro stabile: il dato è in linea con la media nazionale, così come il dato relativo al guadagno medio mensile (1.086 euro netti).
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Foto: il Torinese
*Presidente del Corso di Studi in Professioni Contabili e Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management dell’Università di Torino
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