All’apertura della stagione 2016, 91 zone su un totale di 93 monitorate dall’Arpa Piemonte, e dislocate su sette laghi e due corsi d’acqua, sono state dichiarate balneabili. Le due zone non balneabili si trovano sul Lago Maggiore e sono state riammesse alla balneazione dopo il primo campionamento effettuato ad aprile. Sono i dati diffusi nel corso della conferenza annuale sulla qualità delle acque di balneazione in Piemonte, svoltasi a Viverone (BI) mercoledì 20 luglio, con la partecipazione dell’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, e del direttore generale dell’Arpa regionale, Angelo Robotto.
L’elevata qualità delle acque di balneazione del Piemonte raggiunta nel 2010, con l’idoneità alla balneazione di tutte le zone controllate, e proseguita negli anni successivi, è stata confermata anche per la stagione 2015. “Anche quest’anno – ha detto Valmaggia – la qualità delle acque di balneazione è confermata dai dati raccolti attraverso il costante monitoraggio dell’Arpa. Un risultato importante, anche in vista della stagione turistica estiva che sta entrando nel vivo. In Piemonte ci sono oltre 90 spiagge annoverate negli elenchi nazionali, quasi tutte sui laghi. Si tratta di un patrimonio ambientale e culturale, non solo economico, da tutelare e valorizzare. Viverone è un esempio virtuoso sia perché il lago è sede, attualmente, di ben sette siti di balneazione di qualità ‘eccellente’, sia perché accoglie il primo contratto di lago stipulato in Piemonte. Tali risultati sono stati possibili grazie all’impegno delle istituzioni locali e alla partecipazione attiva dei cittadini e delle associazioni coinvolte. Auspico che sull’esempio del lago di Viverone si stipulino altri contratti di lago in Piemonte, a partire da quelli di Avigliana, nel segno della condivisione e della partecipazione dei territori”.
Le criticità rilevate nella stagione – riconducibili sia al dilavamento del terreno durante intense piogge sia alla conseguente attivazione di sfioratori di piena dei sistemi fognari e dei by-pass degli impianti di depurazione – non hanno influito sulla balneabilità per oltre 2 o 3 giorni, catalogabili, nella maggior parte dei casi, come “inquinamenti di breve durata”.
Nessuna zona è stata assegnata alla classe “scarsa”, confermando quindi il raggiungimento dell’obiettivo della Direttiva europea 2006/7/CE, che prescriveva che tutte le acque di balneazione avrebbero dovuto essere come minimo “sufficienti” entro la fine della stagione balneare 2015. Delle 90 zone lacustri 78 (87%) sono risultate di qualità eccellente, 7 (8%) di qualità buona e 5 (5%) di qualità sufficiente. Le 3 zone ubicate su corsi d’acqua sono tutte collocate nella classe di qualità buona. Le zone di qualità inferiore all’elevata, e in particolar modo quelle classificate come sufficienti, dovranno essere oggetto di particolare attenzione da parte dei Comuni e dei gestori nella verifica della funzionalità delle infrastrutture fognarie e depurative per evitare declassamenti verso lo stato scarso per cui si prevede la perdita dell’idoneità alla balneazione.
Nei cinque laghi a potenziale rischio di fioriture di cianobatteri (Maggiore, Viverone, Avigliana, Sirio e Candia) è stato condotto, come nei precedenti anni, un monitoraggio specifico al fine di prevenire eventuali rischi per la salute dei bagnanti riconducibili alla presenza di biotossine in concentrazioni superiori ai limiti normativi (> 25 µg/l). Nella stagione balneare 2015 nei laghi Maggiore, Sirio, Viverone e Avigliana non sono state rilevate concentrazioni di cianobatteri superiori alla soglia di attenzione di 20.000 cell/ml, mentre nel lago di Candia, nella seconda metà della stagione, sono state rilevate concentrazioni superiori a 100.000 cell/ml con assenza di biotossine.
“Il percorso di implementazione della direttiva europea, per quanto riguarda il monitoraggio e la classificazione delle acque di balneazione, in Piemonte può dirsi ormai a regime”, ha sottolineato Robotto.
Nella stagione balneare 2015 sono stati prelevati 784 campioni di cui 738 sono di routine e i restanti sono campioni suppletivi a seguito del superamento della soglia di uno o entrambi i parametri microbiologici. Il 91% dei campioni suppletivi hanno riguardato il Lago Maggiore e per la maggior parte si è trattato di inquinamenti di breve durata (conclusi entro 72 ore dalla prima constatazione).
Per il 2016 sono previsti un totale di 738 campioni di routine per il monitoraggio degli escherichia coli e enterococchi e 156 campioni per il monitoraggio cianobatterico. I campioni riguardano 58 zone sul lago Maggiore, 17 sul lago d’Orta, 5 sul lago di Mergozzo, 7 su Viverone, 3 su Avigliana Grande, 5 sul Sirio, 3 su Candia, 1 sul torrente San Bernardino, 2 sul torrente Cannobino (i campionamenti avvengono sempre di lunedì). I risultati analitici validati vengono estratti e inseriti nel bollettino settimanale pubblicato sul sito dell’Agenzia a partire dal 1° maggio 2016 contestualmente all’avvio della stagione balneare.
Dall’inizio dell’attuale stagione sono stati effettuati 2 campionamenti suppletivi sul lago di Candia a maggio (su Canottieri e Lido, 16/05 sforamento, 18/05 rientro dell’inquinamento di breve durata), 1 campionamento suppletivo sul lago Sirio a giugno (su Araba Fenice il 20/06, rientrato il 22/06), 1 campionamenti suppletivo sul lago Maggiore a maggio (Villa Volpi) e 1 campionamento suppletivo sul lago d’Orta a maggio (Spiaggia pubblica Bagnella – Omegna) anche questi ultimi conclusi nelle 72 ore.
“È attualmente in corso di esame – ha concluso il direttore dell’Arpa – una revisione della rete piemontese delle acque di balneazione e dei relativi punti di monitoraggio che dovrebbe diventare operativa a partire dalla stagione balneare 2017. Tale revisione, basata sull’Analisi delle Pressioni predisposta da Arpa per il 2° ciclo di pianificazione del Distretto idrografico del fiume Po, comporterà l’accorpamento di alcune acque di balneazione con caratteristiche comuni. Indicativamente in ognuna di queste sarà mantenuto un solo punto di controllo da utilizzare per il monitoraggio di routine. Gli altri punti di controllo non faranno più parte della rete, ma verranno attivati solo in caso di episodi di inquinamento, per determinare l’ampiezza e la durata del fenomeno. L’obiettivo è rendere più efficiente il monitoraggio mantenendo alto lo standard del controllo delle acque balneabili del Piemonte”.