Si ritorna in un’aula di giustizia per l’ennesima tappa del processo contro Stephan Schmidheiny per le morti da mal d’amianto, Eternit bis. Martedì 31 maggio la Corte Costituzionale dovrà decidere la questione di legittimità sollevata a suo tempo dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torino un anno fa, Federica Bompieri. In sostanza, i difensori del multimilionario svizzero, gli avvocati Astolfo Di Amato e Giulio Alleva, avevano sollevato la questione del “ne bis in idem”, ovvero del fatto che un imputato non può essere processato due volte per la stessa fattispecie di reato. Di avviso contrario, naturalmente, i pubblici ministeri e gli avvocati delle parti civili costituite. Così, con una decisione che ha colto tutti di sorpresa, il gup, nel luglio scorso aveva disposto la sospensione del processo e la trasmissione delle carte alla Corte Costituzionale. L’udienza di oggi non avrà un’immediata decisione, in quanto occorreranno alcune settimane, forse un mese per arrivare ad una conclusione. In aula ci saranno i difensori di Schmidheiny, la procura torinese, gli avvocati delle parti civili costituite e tra questi quelli di Afeva, del Comune di Casale e l’avvocatura di Stato che nel processo di era costituita per la prima volta. Da Casale è giunta, già da ieri sera una delegazione di Afeva, guidata da Beppe Manfredi, il presidente che ha raccolto il testimone da Romana Blasotti Pavesi. Ci sono anche il Beppe Pondrano, presidente del Fondo Inail per le vittime dell’amanto, l’assessore all’ambiente del Comune di Casale, Cristina Fava e Bruno Pesce, da anni in prima linea nella lotta all’amianto, prima come sindacalista, poi come coordinatore di Afeva..
Massimo Iaretti
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE