Uomo politico nel senso più nobile del termine, Langer si è impegnato fino alo stremo nella diplomazia della pace, a favore di relazioni più giuste tra i popoli, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita
La figura di Alexander Langer (1946-1995) è più attuale che mai. Per certi aspetti, anzi, nel dibattito sociale e politico Langer è oggi più conosciuto, e “riconosciuto”, di quando era in vita e doveva subire anche amarezze e misconoscimenti. Marco Boato – sociologo, giornalista, ricercatore universitario, più volte parlamentare, esponente di spicco di Lotta Continua, del Partito Radicale e dei Verdi – che ha condiviso tante iniziative di Langer, ha scritto un libro molto bello e prezioso: “ Alexander Langer. Costruttore di ponti”. Un libro che presenta al lettore il ritratto di un autentico e coerente testimone del nostro tempo: le radici sudtirolesi, il rapporto con la Chiesa, la formazione, il Sessantotto, l’impegno politico e la “conversione ecologica”, la nonviolenza, l’impegno per il dialogo interetnico. Come ricorda il cardinale Loris Capovilla nella presentazione, “anche Alex ha perseguito ostinatamente la pace, e, insieme, la custodia del creato. Ha inseguito con tenacia questi ideali. Ne ha fatto la sua passione e la sua vita”. Il tenace “costruttore di ponti”, intellettuale altoatesino pioniere della “conversione ecologica” auspicata dalla Laudato si’ di papa Francesco ( che, essendo “Pontefice” è anch’esso un costruttore di ponti) spese gran parte dei suoi 49 anni di vita al servizio degli altri nel segno del dialogo, della pace, della tutela dell’ambiente. Giornalista, traduttore, insegnante, Alex Langer nel 1989 fu eletto deputato al Parlamento Europeo e divenne il primo presidente del neo-costituito Gruppo Verde. Uomo politico nel senso più nobile del termine, Langer si è impegnato fino alo stremo nella diplomazia della pace, a favore di relazioni più giuste tra i popoli, per la conversione ecologica della società, dell’economia e degli stili di vita. Non a caso proprio “Alexander Langer. Costruttore di ponti” è il titolo con cui l’Editrice La Scuola ha mandato nelle librerie questo profilo dedicatogli da Marco Boato. Nella consapevolezza che mai come ora il pensiero di Langer è attuale e ha molto da dire alle nuove generazioni. Un testimone del nostro tempo, protagonista dell’ecologismo politico in Italia e nella dimensione europea e internazionale. Il suo dinamismo senza soste, diventato ancor frenetico dopo la caduta del muro di Berlino quando non risparmiò alcuna forza per contrastare i contrapposti nazionalismi, sostenendo le forze di conciliazione interetnica nei territori dell’ex-Jugoslavia, è la “cifra” della sua stessa vita. Alex non tollerava le divisioni etniche. In Alto Adige nel 1981 e poi nel 1991 si era rifiutato di aderire al censimento nominativo per la dichiarazione del gruppo linguistico, perché riteneva che ciò rafforzasse una politica di lacerazione invece che di coesione. Spese tutto se stesso per un’idea e un progetto che si può riassumere nella frase scultorea e bella di don Primo Mazzolari: “pace, nostra ostinazione”. Fino all’estremo, fino alla fine. Quando uno si rende disponibile all’apertura all’altro senza remore, come Alex ha cercato di fare tutta la vita, la sua vulnerabilità diventa assoluta. Così, il pomeriggio del 3 luglio 1995, a 49 anni, si è tolto volontariamente la vita impiccandosi a un albicocco a Pian dei Giullari, alle porte di Firenze. Eppure, anche in quel momento in cui si sentiva “più disperato che mai”, ha sentito il bisogno di rassicurare gli amici, scrivendo nell’ultimo dei suoi tanti bigliettini: “Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto”. L’ultimo sprazzo di luce nel buio, un invito che non si può rifiutare, continuando cosí “in ciò che è giusto”. Il bel racconto di Boato è completato dalle testimonianze di Peter Kammerer, Adriano Sofri, Leonardo Zega, Edi Rabini.
Marco Travaglini
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