Le incisioni di Ubaldo Rodari in mostra alla Salita dei Frati  di Lugano

“E’ lo stravolgimento e il ribaltamento di molte delle tecniche apprese che a mio parere giustificano il linguaggio dell’incisione, passando per la necessaria e vitale reinterpretazione al fine di dare forma a ciò che, come un’ombra, si è depositato a livello intellettuale”.

lugano

Ubaldo Rodari, autore della 95.a incisione dell’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico di Novazzano, comune svizzero del Canton Ticino, nei pressi di Mendrisio, espone alcune opere a Lugano nel Portico della Biblioteca della Salita dei Frati. La mostra , aperta sino al 7 maggio, è visitabile negli orari di apertura della Biblioteca ovvero tutti i giorni mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 14.00 alle 18.00 e il sabato dalle ore 9.00 alle 12.00. L’artista che vive e opera a Verbania, è il direttore artistico dell’associazione Il Brunitoio , con sede presso la Sala Esposizioni dell’ex Cappellificio “Panizza” a Griffa (Vb) per la quale cura esposizioni di grafica, disegno e fotografia di autori moderni e contemporanei, organizzando anche incontri letterari e di approfondimento in campo musicale. Un circolo di estimatori dell’arte grafica – quello sulla spondalugano arte piemontese del lago Maggiore –  del tutto simile, per finalità e caratteristiche, all’Atelier di Novazzano che quest’anno l’ha accolto per incontrare il pubblico ticinese sabato 9 aprile alle nella sala di lettura della stessa biblioteca. In un suo scritto svela l’emergere di una passione crescita nel tempo e che sempre più ha preso ispirazione dai luoghi della vita, tra monti e lago: “Spesso mi sono chiesto e ho provato a ricordare quando e come fosse nato dentro di me l’interesse per l’incisione. Forse devo partire da ricordi molto lontani,interpretando i toni e i mutamenti dell’ambiente acquatico. E’ lo stravolgimento e il ribaltamento di molte delle tecniche apprese che a mio parere giustificano il linguaggio dell’incisione, passando per la necessaria e vitale reinterpretazione al fine di dare forma a ciò che, come un’ombra, si è depositato a livello intellettuale”.

Marco Travaglini

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