Guido De Bonis a Palazzo Lomellini

Un omaggio al pittore onirico Guido De Bonis con una personale che rimarrà aperta fino al 15 maggio

debonisLa città di Carmagnola dedica un importante tributo al pittore Guido De Bonis con la personale in programma dal 15 aprile al 15 maggio prossimi, ospitata a Palazzo Lomellini, in piazza Sant’ Agostino 17. Questa esposizione dedicata al pittore torinese raccoglie una selezione di opere provenienti dalla collezione privata di Dionisia Goss, compagna e collega del maestro, costituita non solo di opere pittoriche, ma anche di litografie, disegni, piccoli schizzi, tutti testimonianze grafiche di una personalità ancora oggi capace di affascinare e conquistare. De Bonis nacque a de bonis1Torino nel 1931, compì numerosi viaggi in Francia, dove visse per lunghi anni della sua vita, soprattutto verso la fine, dove è mancato nel 2013, quindi viaggi in Germania, in Iraq e India. La sua formazione artistica è avvenuta a Torino presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, a fianco di Italo Cremona, in un ambiente permeato di iniziative legate alla nuova arte internazionale e all’ Art Autre di Tapie’, fino a approdare all’arte povera di Celant. De Bonis entrò poi a far parte , seppur marginalmente, della corrente creata nel 1964 da Alessandri, detta ” Surfanta”, che inizialmente derivava da “Surrealismo e Fantasia”, poi da “Subcontinente Reale Fantastica Arte”, movimento sostenuto dall’omonima rivista. A questa nicchia la personalità dell’artista si allontanava e avvicinava con irriverenza e sovrano disprezzo, accanto a artisti presenti in questa mostra, amici e sognatori come De Bonis. Basti pensare a Raffaele Pontecorvo, che attrasse a sé un cenacolo di giovani allievi, dai quali si origino’ il nuovo filone surrealista torinese, in grado di elaborare un discorso di grande originalità. Altri amici furono Giuseppe Macciotta, che superò il surrealismo di maniera, approdando a un mondo tra il metafisico e il romantico, e Mario Molinari, uno dei primi aderenti a Surfanta, che si distacco’ dal gruppo per dedicarsi esclusivamente alla scultura; quindi Mario Gramaglia, che approfondi’ l’analisi dei misteri insondabili del subconscio; Enrico Colombotto Rosso, che, con le sue figure oniriche e spesso demoniache, de bonis 2continuamente in bilico tra il fantastico e l’informale, riuscì a spogliare i suoi personaggi di ogni superficialità, cogliendone lo spirito e le debolezze. L’arte fantastica di Guido De Bonis rappresenta l’ultima frontiera della libertà, quella che gli ha consentito di scavalcare le barriere imposte dalla ragione, per continuare a attingere al mistero in cui sono racchiusi gli enigmi insoluti del nostro destino.” L’arte di Guido De Bonis – ha osservato il critico Marziano Bernardi – è un’arte raffinatissima che parla prima alla fantasia poi al cervello. È una pittura che “si sente” e ” si percepisce”, dal sapore di fiaba e di Oriente. Il mondo di questo maestro è un universo fascinoso che, come quello di Freud, a cui sarebbe sicuramente interessato, ci trascina al sogno e al sonno, mai all’incubo”.L’immagine che ricorre più frequentemente nella sua pittura, accanto a maschere, marionette, uccelli marini, è quella dell’ombrello. Un ombrello che il vento e le tempeste strappano e deformano, che si trasforma in aquilone, pipistrello o in conchiglia. Anche quando il significato simbolico appare evidente, rimane, però, celato il significato più profondo, quello del simbolo del simbolo. Le immagini dei quadri di De Bonis sono indistinte, spesso scavate nelle ore notturne, sfuggenti, ambigue, in continua metamorfosi, e immerse in una luce lunare, con una predominanza di azzurri e verdi.

 Mara Martellotta

 
Palazzo Lomellini, piazza S.Agostino 17, Carmagnola.
Guido De Bonis, con iL contributo di Abacuc,   Alessandri, Colombotto Rosso, Goss, Gramaglia, Macciotta, Molinari, Pontecorvo
Inaugurazione venerdì 15 aprile ore 18

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