L’angolo del Private Banker /
di Fabio Ferrarese
Il 2016 dei Mercati finanziari è iniziato con il segno meno e la principale causa di questa negatività di inizio anno va ricercata principalmente in Cina anche se le tensioni geopolitiche legate al Medio Oriente ed alla Corea hanno contribuito a peggiorare la situazione. L’indice CSI 300 delle blue chip cinesi (principali società quotate a cui si attribuisce il valore più alto) ha aperto il 2016 con un calo superiore al 7%, limite giornaliero oltre il quale è scattato il nuovo sistema di sospensione degli scambi che ha di fatto arrestato i Mercati per il primo giorno delle contrattazioni.
Che cosa ha spaventato le Borse? Il risultato dell’indice manifatturiero del mese di dicembre in primis, poi, in secondo luogo, l’ulteriore indebolimento dello Yuan nei confronti del Dollaro Usa ed infine quelle misure adottate dalle autorità di vigilanza locale dei Mercati per salvaguardare la liquidità degli stessi.
Il panico, come spesso capita in queste fasi, ha preso il sopravvento, ma se guardiamo alla situazione attuale con calma la paura potrebbe trasformarsi in opportunità. Partiamo dalla situazione valutaria: è vero che il Remimbi cinese si è svalutato di quasi il 6% nei confronti del Dollaro Usa nell’ultimo anno, ma è altrettanto vero che negli ultimi ventiquattro mesi l’Euro ha perso oltre il 20% e lo Yen giapponese il 10% contro la valuta americana. Il supporto all’economia attuato dalla Banca Centrale Cinese è paragonabile a quella messa in atto dalle Banche Centrali dei grandi Paesi industrializzati. La correzione dei mercati finanziari locali in questo periodo è più che giustificata vista la crescita sproporzionata di cui avevano beneficiato nella prima parte del 2015 ed inoltre essi sono poco correlati con l’andamento dell’economia di Pechino. La situazione non è quindi così preoccupante per quegli investitori capaci di separare i fatti dal rumore.
In realtà l’economia della Cina sta proseguendo nel suo processo di sviluppo dei propri consumi interni attuando quindi una crescita caratterizzata da maggior qualità rispetto al passato. E questa qualità è ormai sotto gli occhi di tutti. Per esempio in tutta l’economia cinese del settore denominato New Economy, in virtù di maggiori competenze dei dipendenti, i salari sono in aumento. La vecchia economia basata solo sulla produzione di vestiti e giocattoli a basso prezzo, a poco a poco, si sta trasformando, grazie alla crescita del settore dei servizi ed all’aumento dei consumi interni, il tutto accompagnato da un notevole incremento dei livelli di istruzione.
Se da un lato il rallentamento dell’economia cinese preoccupa per il suo peso sulla prosperità globale, dall’altro lato esso offre ad alcune aziende native l’opportunità di adattarsi e crescere floridamente. Vista la complessa diversificazione dei Mercati locali l’investitore dovrà avere l’accortezza, indipendentemente dal contesto macroeconomico, di scegliere quei settori e quelle imprese meglio posizionati potendo così cogliere quello che sarà uno dei più interessanti affari a livello mondiale dei prossimi anni.
Per curiosità ed approfondimenti potete scrivere a fabio.ferrarese@yahoo.it
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE