L’arcivescovo fa anche riferimento alla “commercializzazione del lutto”
Mons. Cesare Nosiglia, durante l’omelia in occasione della messa per i defunti al Cimitero Parco ha lanciato un appello ai fedeli contro quello che si potrebbe definire un eccessivo “individualismo della morte”. Un concetto riferito all’uso della dispersione delle ceneri che l’arcivescovo definisce “privatizzazione e commercializzazione della morte e del lutto”. “La cultura di oggi – dice Nosiglia – cerca di privatizzare la morte esaltando tipologie e pratiche funerarie come la dispersione delle ceneri e la custodia dell’urna in casa o in luoghi privati, mentre disdegna il cimitero come luogo privilegiato della sepoltura e luogo della memoria e della comunione dei vivi non solo con i propri cari defunti. Il cimitero è dunque luogo di comunione e di comunità. La morte non si deve privatizzare”. L’arcivescovo fa anche riferimento alla “commercializzazione del lutto”, alla pubblicità e alle sale del commiato. Invita tutti, in particolare i sacerdoti, alla preghiera e a considerare “i luoghi e le cerimonie funebri al di fuori da una concezione superstiziosa”.
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