Storia di un portafogli rubato. E un grazie ai nostri Carabinieri

carabinieri torino

STORIE DI CITTA’ /  di Patrizio Tosetto

 

Ero sul pullman 75, et voilà,  il gioco è fatto. Aspetto per 45 minuti e dopo un paio di fermate è pieno. Spinte e controspinte  e  mi accorgo di non averlo più. Tutto sommato sono stato fortunato,  essendo la prima volta

 

Qualche giorno fa mi hanno rubato il portafogli. Ero sul pullman 75, et voilà,  il gioco è fatto. Aspetto per 45 minuti e dopo un paio di fermate è pieno. Spinte e controspinte   e mi accorgo di non averlo più. Tutto sommato sono stato fortunato,  essendo la prima volta. Prima reazione : che stupido che sono! Racconto il tutto agli amici che mi stavano aspettando. Che stupido che sei. Una volta si diceva sparare sulla croce Rossa. Lunedì giro per le banche per nuovi bancomat e martedì scelgo i carabinieri .Mia moglie:  sei un temerario. Il piantone si raccomanda : ha il numero dei bancomat?  No…Rinviato tutto a venerdì. Alle 8, 30 mi presento, puntuale come un soldatino. 

 

Palazzo appena costruito.Tutto lindo. Non devo fare coda.Un carabiniere di sesso femminile, gentilmente mi chiede se ho due foto, altrimenti non può rilasciarmi la dichiarazione sostitutiva per la patente. Possiamo fare  lo stesso la denuncia? Dopo le porto le foto. Ok, va bene. Molto carina. Direi bella, la divisa le fa torto. Due penetranti occhi azzurri si mettono a roteare tra il computer ed il sottoscritto. Tempo un’ ora. Viene sempre interrotta per aprire la porta e far firmare chi ha l’obbligo di firma. Una decina di persone, tutte “non nate nella nostra città” ( magari in questo modo evito accuse di razzismo, come quelle rivoltemi per l’articolo precedente sul “suk” ). Fatto.

 

Entrando in bar chiedo dove posso fare le  foto tessera. Anche questa è fatta. Ritorno dal carabiniere donna. Se non ha un documento non posso fare nulla.  Prontamente rispondo che ho una carta d’identità scaduta. Deve chiedere al superiore. Gentilissimo mi suggerisce: se la faccia rinnovare per sei mesi. Obbietto: essendo scaduta ho bisogno di due testimoni all’anagrafe. Altro non posso fare. Con il graduato non mi è andata bene. Capisco, ma un po’ contrariato esco e penso che mia moglie forse aveva ragione. Debbo andare al Liceo Albert Einstein, vicino all’anagrafe decentrata. Tento con poche speranze di seguire la strada indicatami. 

 

Spiego il tutto. L’ impiegata mi dice al bruciapelo: va bene, si accomodi allo sportello 8. Mi scende una lacrimuccia dalla commossa consapevolezza che forse si sta risolvendo  il tutto. Sono entrato con una carta d’identità scaduta e dopo 10 minuti posso tornare dai carabinieri. Rivedo con piacere il piantone. E nel mentre inizia la parte triste di questo racconto. Un altro uomo italiano un po’ “schizzo ” deve firmare. Molte altre volte  l’ha fatto. Una signora anziana lo segue e con lo sguardo lo controlla. Arrivano due anziani mano nella mano, tremanti. Lui spiega: hanno rubato il portafogli a mia moglie. 

 

Teneri. Alla fine chiedo: in molti hanno l’obbligo di firma? Guardi. E mi indica un voluminoso faldone. Capisco.La mattina se n’è andata. Pazienza, e sono consapevole che che c è di peggio rispetto a questa storia che non è  la mia consueta esperienza. Storie di Barriera di Milano. Storie di naturale tristezza. Storie che questi carabinieri vivono tutti i giorni. E  mia moglie non aveva ragione. Almeno ho visto ciò che non sapevo ed ho scritto per ringraziare gli uomini e le donne dell’Arma. 

 

(Foto: il Torinese)

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