“Siamo determinati – ha sottolineato Andrea Ballarè, presidente di Anci Piemonte – a opporci ad un qualcosa che è stato deciso senza mai interfacciarsi con i sindaci e preoccuparsi delle ricadute sui cittadini”
La domanda che molti, cittadini ed amministratori di piccoli comuni, si sono posti è per quale motivo Poste Italiane, che hanno si la forma societaria di una spa, ma sono investite di un ruolo sociale (e costituzionalmente garantito) da un lato investono e finanziano operazioni come quella di Alitalia e dall’altro stanno poco per volta diminuendo il servizio nei comuni piccoli e piccolissimi. Il recente provvedimento che ha introdotto, da inizio ottobre, la consegna della corrispondenza a giorni alterni in una novantina di comuni, concentrati nelle aree collinari delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, ha suscitato una vera e propria levata di scudi. Così in un incontro che si è svolto ad Asti, organizzato da Anci Piemonte, è stato deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale del Lazio per ottenere il ritiro del provvedimento.
“Siamo determinati – ha sottolineato Andrea Ballarè, presidente di Anci Piemonte – a opporci ad un qualcosa che è stato deciso senza mai interfacciarsi con i sindaci e preoccuparsi delle ricadute sui cittadini. E siamo a vostra disposizione per fare fronte comune, trovando insieme una soluzione”. Gli avvocati Paolo Scaparone e Jacopo Gendre consulenti di Anci Piemonte ravvisano nel piano di Poste Italiane numerosi elementi di illegittimità. “Quello postale – ha spiegato il professor Scaparone – è considerato un servizio universale e come tale deve rispettare il principio della doverosità e continuità: vale a dire, essere accessibile a tutti e prestato in modo continuativo”.
E’ stato anche sottolineato che “l’Autorità Garante delle Comunicazioni, come tutte le autorità indipendenti gode per legge di libertà considerevoli, ma è vincolata a far sorgere le norme attraverso il confronto con i soggetti interessati”. Per ricorrere al Tar i Comuni dovranno, prima del 19 ottobre, deliberare la loro intenzione di partecipare al contenzioso e, successivamente, sottoscrivere la delega in calce al ricorso stesso. Accanto ad Anci sul piede di guerra c’è anche Uncem Piemonte che con il presidente Lido Riba spiega che la decisione di Poste Italiane è stata presa senza alcuna consultazione con gli enti locali e senza alcuna considerazione per le diverse situazioni che esistono nel territorio piemontese, dalla Città Metropolitana alle altre realtà.
(Foto: il Torinese)
Massimo Iaretti
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