Era il 2 luglio del 1897, 118 anni fa
Avere 118 anni e non mostrare nemmeno una ruga, denunciare un malanno, soffrire di un acciacco, è più unico che raro. Ed è così per l’invenzione che cambiò per sempre la storia dell’uomo: la radio. Era il 2 luglio del 1897 quando Guglielmo Marconi, a Londra, ricevette il brevetto brevetto “Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici e negli apparecchi relativi”. Tre anni prima, a vent’anni, il giovane Marconi iniziò i primi esperimenti sulle onde elettromagnetiche nella villa paterna di Pontecchio (oggi frazione del comune di Sasso Marconi, nel bolognese) ispirato agli studi sulle onde elettromagnetiche realizzati dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz. Da quel momento lo scienziato iniziò una serie di esperimenti sulle trasmissioni a distanza, utilizzando mezzi di fortuna. La prima trasmissione telegrafica senza fili avvenne dal suo laboratorio alla collina di fronte, dove si era posizionato il fratello Alfonso insieme con l’aiutante Marchi. Marconi trasmise il segnale che azionò un campanello al di là della collina e un colpo di fucile in aria lo avvertì che l’esperimento era riuscito. Così Marconi, classe 1874, nel giro di qualche anno, realizzò l’apparecchiatura che, oltre a renderlo uno degli uomini più celebri del suo tempo, rese il mondo più vicino e più piccolo, annullando le distanze. Buona parte delle sue attività la svolse tra l’Inghilterra e l’Irlanda poiché sua madre era irlandese e suo padre, pur essendo italiano, decise di assumere la cittadinanza britannica.
Il traguardo successivo dell’intraprendente Guglielmo, ottenuto il brevetto, fu la prima comunicazione transoceanica, creando un collegamento dalla Cornovaglia,nella zona di Poldhu, all’isola canadese di Terranova, dall’altra parte dell’Atlantico, dimostrando così che la curvatura terrestre non rappresentava un ostacolo alle trasmissioni radio. L’esperimento riuscì il 12 dicembre 1901 ed è facilmente immaginabile l’entusiasmo che suscitò quando dal Canada Marconi inviò all’antenna installata in Inghilterra i tre punti che nel codice Morse indicano la lettera “S”. S’inaugurò da quel periodo l’era commerciale degli apparecchi radio, che lo stesso Marconi iniziò a costruire in serie con la propria società, la Marconi Wireless Telegraph Company. Il nuovo dispositivo si rivelò presto uno strumento essenziale per la sicurezza del trasporto marittimo, al punto che ogni nave ne venne dotata e l’addetto al suo funzionamento fu indicato con il nome di “marconista”, in onore dell’inventore del radiotelegrafo. Vale la pena ricordare, a riprova dell’utilità dei segnali radio i 1.700 viaggiatori del transatlantico Repubblic che vennero tratti in salvo durante il naufragio di quel piroscafo proprio grazie alla possibilità di lanciare un S.o.S via radio. A coronamento di questi successi venne assegnato a Guglielmo Marconi il Nobel per la Fisica nel 1909, riconoscendogli “il contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili”.
Marco Travaglini