Il caso firme e i giochi di potere
Sicuramente il governatore del Piemonte non ha bisogno dei nostri consigli. Ciò che di fatto ha anticipato l’eventuale sentenza del Tar è stata la pubblica dichiarazione del segretario provinciale del Pd Fabrizio Morri. Senza giri di parole ha sostenuto che le firme prima erano state raccolte per un listino del Presidente. Poi travasate in un’altra lista del Presidente con alcune candidature cambiate. Il tutto 48 ore prima della scadenza della presentazione delle liste. Personalmente ho “raccolto” questa voce da due mesi. Ed ora mi chiedo perchè viene alla luce proprio ora? In contemporanea i vertici del Pd, riconfermando la fiducia al Governatore, gli chiedono di non dimettersi. Apparentemente un incondizionato appoggio. Io non la penso così.
In sintesi. Le firme non erano tecnicamente necessarie. Ad alcuni consiglieri regionali uscenti è stata negata la ricandidatura. La motivazione: troppe legislature. E ad altri, in deroga, garantita la candidatura. Purtroppo ed ovviamente la “compilazione” del Listino del Presidente non è stata solo decisa da Chiamparino. Dunque chi ha vinto a Torino il congresso cittadino, in nome del renzismo, ha saputo imporre candidature, oltre che portare il partito a soli 2500 iscritti. Dunque? Chi ha voluto la “prova di forza” della raccolta delle firme, non ha saputo governare politicamente. Giustamente, caro Fabrizio Morri, hai detto che il problema era soprattutto politico e non tecnico. Sì, Fabrizio, hai ragione, politico. E sei tu il Segretario del Partito. Onori e oneri.
Giochi di potere. Scusate, ma non vedo altro. Per tutto ciò, per ciò che sono capace di capire, ed anche per quel che vale, contestualmente alle dimissioni c’è la determinazione della ripresentazione di Sergio Chiamparino a Governatore. Auspicando un radicale cambiamento del modo di presentarsi, con liste civiche di sinistra. Se poi il Pd vorrà essere della partita ben venga. Sicuramente il consiglio che dò ai dirigenti di questo partito è il totale rinnovamento. Lo spettro di Venaria si aggira per il Piemonte.
Patrizio Tosetto