Approvata all’unanimità la legge che autorizza l’uso esclusivamente terapeutico della canapa in Piemonte
Un’ora e mezza di lavori in aula e, senza emendamenti e all’unanimità, è stata approvata dal Consiglio regionale la legge che permette l’utilizzo terapeutico della cannabis. La legge era stata presentata da Marco Grimaldi (Sel) e Davide Bono (M5S). Promuove anche la ricerca sull’utilizzo del principio attivo della pianta, sugli usi per l’industria tessile ed anche lo studio per un futuro centro di produzione controllato da realizzare sul territorio regionale. L’uso del principio attivo della cannabis per il trattamento in ambito sia ospedaliero che domiciliare, se ritenuto indispensabile dai medici, è a carico del Servizio sanitario regionale. La legge prevede una spesa di 200mila euro per le attività di ricerca ed autorizza ad “avviare azioni sperimentali o progetti pilota con soggetti autorizzati per la produzione di preparazioni a base di canapa”.
“È un miglioramento concreto nella vita di tanti concittadini che hanno pagato a ‘caro prezzo’ le politiche proibizioniste di questi anni” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. –“Abbiamo voluto prima di tutto rompere un tabù, che da troppo tempo agisce come un freno per la ricerca e la sperimentazione, rendendo difficoltoso per tanti malati l’accesso a medicine di cui avrebbero bisogno. Spero che questa legge serva da stimolo alle nostre università e alla Sanità pubblica, per andare avanti nella ricerca e nel miglioramento delle terapie, e che sia prodromica alla produzione anche in Piemonte. E’ ora che il Piemonte torni a essere un grande produttore di canapa, come lo era negli anni ’50, quando veniva coltivata per uso tessile, la varietà ‘Carmagnola’ forniva la miglior fibra esistente al mondo e le rese unitarie per ettaro erano maggiori che in ogni altro Paese”.
Durante il dibattito che si è svolto in aula è stato specificato più volte da tutti gli interventi l’uso esclusivamente terapeutico di una pianta che è spesso considerata soltanto come stupefacente ma che ha notevoli effetti nella cura di gravi malattie invalidanti. Inoltre è stato messo l’accento sulla possibilità di riprendere in Piemonte la coltivazione di un vegetale che fino agli anni ’50 ha caratterizzato le nostre campagne, in particolare nella zona di Carmagnola e nel Canavese per la produzione di tessuti e cordami.
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