Chiampa non accetta i "consigli" del Pd: "Me ne posso andare a maggio"

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Per chi conosce il carattere tosto del governatore, che si indispettisce se qualcuno tenta di influenzarlo, non c’è da stupirsi se – tramite la Stampa – ha fatto sapere: “Me ne potrei andare anche prima”, se verificherà la possibilità, nel suo ruolo di commissario ad acta, di pagare i debiti regionali pregressi

 

 

Il governatore non ci sta e rimanda al mittente le pressioni politiche (del Pd) e istituzionali (del presidente del Consiglio regionale Mauro Laus) dirette a scongiurare il rischio di sue dimissioni. La storia è nota. La vicenda delle presunte firme “tarocche” per la presentazione delle liste per la sua candidatura a presidente aveva fatto dire a Sergio Chiamparino: “Se a luglio il tar non darà una risposta chiara me ne vado”. salvo poi procrastinare il suo eventuale addio alla regione che farebbe decadere la legislatura, con il disappunto di assessori e consiglieri che si troverebbero disoccupati. Ma per chi conosce il carattere tosto del governatore, che si indispettisce se qualcuno tenta di influenzarlo, non c’è da stupirsi se – tramite la Stampa – ha fatto sapere: “Me ne potrei andare anche prima, a maggio”, se verificherà la possibilità, nel suo ruolo di commissario ad acta, di pagare i debiti regionali pregressi, così come ha fatto di recente con i fornitori delle asl. Chi vivrà vedrà. E intanto negli ambienti circola voce che il pd stia tentando contatti informali con i leghisti autori dei ricorsi anti-Chiampa, per tentare di convincerli a ritirare i ricorsi stessi, così da scongiurare il rischio elezioni anticipate.

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