Nella Manica Nuova di Palazzo Reale, edificata tra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘900 da Emilio Stramucci, sono circa 500 le opere esposte (circa il 90% delle opere, che dopo un’accurata selezione, potevano essere esposte) in un area espositiva di circa 9 mila metri quadrati (quasi un 30% più vasta di quella della vecchia sede)
Oggi 4 dicembre 2014 il cuore della cultura torinese torna finalmente a pulsare. Con l’inaugurazione della Nuova Galleria Sabauda viene ultimato un grande progetto che restituisce al pubblico una delle maggiori pinacoteche pubbliche italiane e permette di giungere al compimento del Polo Reale che, insieme appunto alla Galleria Sabauda, riunisce (in uno straordinario complesso aulico nel centro della città) alcune delle più prestigiose realtà museali cittadine quali Palazzo Reale, l’Armeria Reale, il Museo Archeologico, la Biblioteca Reale e lo spazio mostre di Palazzo Chiablese.
Con il trasferimento della Galleria Sabauda dalla storica sede nel Collegio dei Nobili, avvenuto nel 2012, si è realizzato un nuovo e rinnovato allestimento, rivoluzionario non solo per le innovative soluzioni museografiche, ma anche per i più ampi e funzionali spazi espositivi. Nella Manica Nuova di Palazzo Reale, edificata tra la fine dell’ 800 e l’inizio del ‘ 900 da Emilio Stramucci, sono circa 500 le opere esposte (circa il 90% delle opere, che dopo un’accurata selezione, potevano essere esposte) in un area espositiva di circa 9 mila metri quadrati (quasi un 30% più vasta di quella della vecchia sede).
L’innovazione fondamentale, oltre ai nuovi criteri di allestimento definiti dalla soprintendente ai Beni storico-artistici del Piemonte Edith Gabrielli con lo studio Albini di Milano, è quella che prevede l’allestimento non più per nuclei collezionistici dinastici, ma secondo la cronologia, accostando in questo modo le testimonianze di aree diverse. Accade così che le opere di maestri piemontesi ( nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze radunate insieme e spesso “snobbate” dai visitatori) possano dialogare anche con quelle prodotte nel resto dell’Europa, sottolineando così la caratteristica del Piemonte come “terra di confine”- cit. Enrico Castelnuovo- aperta a molteplici influssi.
Il percorso si articola su quattro livelli a partire dal pianterreno: dalle tavole tre-quattrocentesche di Bernardo Daddi, Iacopo Bellini, Mariotto di Nardo e Macrino d’Alba, a cui sono accostati lavori dei fiamminghi Hans Memling, Pedro Ispano, per poi imbattersi piacevolmente nelle tele sei-settecentesche del Borgognone, del Guercino, di Tiepolo, di Van Dyck e di molti altri. La visita si conclude con il laboratorio di restauro a vista e l’importante collezione di Riccardo Gualino ispirata a Lionello Venturi. I quattro piani della Galleria Sabauda sono così organizzati in un percorso ad anello, che scorre fluido nelle stanze esterne dell’edificio e che consente al pubblico una visione anche ravvicinata delle opere.
Con un’area di circa 46 mila metri quadrati ai quali si aggiungono i 69 mila di area verde, il progetto del Polo Reale di Torino rappresenta un’ operazione di grande spessore culturale, avente la finalità di creare un sistema museale unico e organico nella realtà cittadina, attraverso un’adeguata pianificazione e programmazione strategica che consentirà la valorizzazione del patrimonio culturale della città.
Una data, questa di oggi, di fondamentale importanza, definita entusiasticamente durante la conferenza stampa di questa mattina, sia dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, che dal sindaco Piero Fassino, “una giornata storica”. Un progetto finanziato con 35 milioni di euro ( 17 milioni dalla Compagnia San Paolo, 8 milioni da ARCUS S.p.A, 5 milioni dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e 5 milioni dalla Regione Piemonte) e che ha visto coinvolto l’impegno di migliaia di lavoratori provenienti da diversi “settori” ( dalla restaurazione dell’edificio al restauro e alla catalogazione delle opere).
Dopo momenti di sconforto e di forte crisi a livello turistico e culturale, la città di Torino torna finalmente a risplendere, ritrovando nel Polo Reale e nel suo organo di governo, un tassello fondamentale per continuare a rilanciare quella vocazione culturale e turistica, che si spera trasformerà la Regione Piemonte e soprattutto la Città di Torino in un punto di attrazione di livello internazionale.
Simona Pili Stella
(Foto Essepiesse – Il Torinese)
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