Torino-Lione, occhio alla mafia delle grandi opere

TUNNELSolo negli ultimi tre anni in Piemonte sono state condannate oltre 100 persone per reati legati alla ‘Ndrangheta ma – nonostante le recenti operazioni condotte dalla Dda – l’organizzazione malavitosa calabrese non è certo scomparsa

 

Non lo ha detto proprio apertis verbis ma la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosi Bindi, nel corso della sua visita a Torino, ha fatto capire che la realizzazione della Torino-Lione è “attenzionata” dalle autorità. Il rischio che, come avviene sempre in caso di grandi opere, la mafia si possa infiltrare nei lavori di costruzione è considerevole.

 

Solo negli ultimi tre anni in Piemonte sono state condannate oltre 100 persone per reati legati alla ‘Ndrangheta ma -nonostante le recenti operazioni condotte dalla Dda – l’organizzazione malavitosa calabrese non è certo scomparsa. Anzi, si è adeguata ai tempi in una sorta di “globalizzazione” che la vede alleata con mafie straniere; resta sempre legata ai suoi riti antichissimi ma, al contempo, si è aggiornata con strumenti moderni. Una mafia 2.0.

 

La presidente Bindi si è detta soddisfatta  della sua “missione” torinese, nel corso della quale ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Ha   promesso che prossimamente si terrà  in città una nuova sessione di lavoro. Qui, ha detto,  ha trovato terreno fertile  per la lotta alla criminalità organizzata.

 

 

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