Aiuto, non salite su quel treno: il viaggio è da incubo

treno1treno porta susatreno p nuovatreni bimbatreno stationtreni p susatreni porta nSarà per l’allure che la strada ferrata si è guadagnata in decenni di storia della letteratura e del cinema, dal mitico Orient Express al più recente “Quel treno di notte per Lisbona”, passando per la Transiberiana di Tolstoj, ma le ferrovie hanno sempre goduto di una fama straordinaria. Oggi molto meno. Spesso i convogli  sono superaffollati, manca il personale e i vagoni sono sporchissimi.  E non si contano i danni causati dai teppisti
 

Ritardi, convogli affollatissimi e sporchi. E, come se non bastassse, l’impianto di condizionamento dell’aria  e i servizi igienici fuori uso. Il ritratto delle ferrovie che “La Stampa” di oggi traccia è impietoso. Riguarda in particolare i “treni del mare” che, con l’inizio dell’estate sono presi d’assalto dai passeggeri-vacanzieri. Ma, bella stagione a parte, la situazione sulle strade ferrate di casa nostra è piuttosto disastrosa per tutto l’anno.

 

Le lamentele dei pendolari sono all’ordine del giorno e le risorse per i trasporti sono sempre più ridotte al lumicino. Per chi deve usare le ferrovie per motivi di lavoro, la vita è grama. Il Piemonte non fa eccezione. Ma tanto per fare un discorso più filosofico sulla cultura delle rotaie, c’è da dire che sono tantissime le persone che considerano il treno come il mezzo di trasporto tra i più gradevoli, pratici, economici e comodi  in assoluto. E pure ecologico. Sarà per l’allure che la strada ferrata si è guadagnata in decenni di storia della letteratura e del cinema, dal mitico Orient Express al più recente “Quel treno di notte per Lisbona”, passando per la Transiberiana di Tolstoj ma le ferrovie hanno sempre goduto di una fama straordinaria. Oggi molto meno.

 

E’ probabile che anche tra coloro che ne apprezzano l’utilità e la convenienza ci sia chi, durante i vari tragitti casa-lavoro, scuola o tempo libero, si porti dietro, oltre che il solito bagaglio, anche tutta la maleducazione e l’inciviltà che possiede, sfoggiando piedi appoggiati su sedili liberi e abbandonando spazzatura d’ogni sorta qua e là.  Chissà:  forse il treno, a volte, rende “barbari”? Purtroppo questo fenomeno tra vandalismo e maleducazione non va assolutamente ignorato se si considera poi la qualità del servizio in termini di posti a disposizione e talvolta anche numero di treni in circolazione.

 

Sì,  perché tutti i danni creati da questi soggetti, oltre che a riversarsi sulle casse di Trenitalia, danneggiano i viaggiatori, poiché le carrozze  vanno  necessariamente in riparazione.  E la maggior parte delle volte la conseguenza è viaggiare con un minore numero di posti da poter offrire ai clienti:  in alcuni casi i treni subiscono addirittura la soppressione per il tempo necessario alla rimessa in sesto. Tanto è vero che il 2014 è iniziato con un buon mese di soppressione per 22 convogli regionali sulle linee Torino-Savona, Ivrea-Chivasso-Novara, Alessandria-Savona e Arona-Alessandria: Trenitalia li ha sostituiti con bus, suscitando le proteste dei pendolari. Nella sola prima metà dello scorso anno la spesa sostenuta per rimettere in sesto i treni devastati è stata di 800mila euro.

 

I teppisti sono dotati di molta fantasia, addirittura in occasione dell’ultima notte di Halloween festeggiata a Torino, sono stati letteralmente devastati diversi treni regionali nella stazione di Porta Susa, con estintori scaricati dentro le carrozze, finestrini spaccati, bottiglie di vetro rotte per passare poi ad imbrattare con vernice e sostanze analoghe l’ambientino in cui avevano deciso di festeggiare i nostri eroi. Sono infatti all’ordine del giorno gli atti vandalici, come quello avvenuto tempo fa  sul treno regionale da Torino a Milano (MITO), quando ignoti hanno rotto dall’interno, probabilmente utilizzando sassi e martelletti frangivento, quattro finestrini. Danno economico: circa 8mila euro,  ed è stato necessario cancellare il regionale per le riparazioni necessarie.

Bisogna anche dire però, che molti utenti segnalano ormai da anni, su alcune tratte regionali, la presenza di un altro genere di passeggeri oltre i vandali e maleducati, decisamente sgraditi, cioè insetti, pulci e zecche che si annidano tra i sedili sbrindellati, sporchi e maleodoranti e che per forza di cose, costringono i viaggiatori a stare in piedi durante il loro percorso, aumentando il disagio tra tutti. La carta dei Servizi di Trenitalia  prevedeva per il 2013 una  pulizia fino all’88% dei locali dei treni (nessuna carrozza che presenti segni di sporco su più di 1/3 della superficie dei locali interni); il 64% per quanto riguarda la pulizia dei sedili  (con nessuna carrozza che presenti più di 5 sedili sporchi); il  50% per la pulizia dei servizi igienici; il 63%  di Treni con nessuna carrozza sporca esternamente. Chissà se gli obiettivi sono stati realmente raggiunti.

 

Se si possono riassumere in un elenco i disagi per i pendolari o comunque viaggiatori sporadici, ma malcapitati, si può dire che: su alcune tratte regionali i treni sono eccessivamente affollati, manca il personale a cui chiedere assistenza, i vagoni sono sporchissimi, decisamente maleodoranti  e in alcuni casi infestati dalle zecche, e comunque attesi disperatamente se si considerano le stazioni gelide o torride in cui si contano i minuti di ritardo. Purtroppo le risorse per far fronte a tali problemi sono sempre più misere e c’è da temere che la situazione non possa che peggiorare. Secondo uno studio di Legambiente di qualche tempo fa, in Piemonte il calo dei pendolari  è di 27 mila viaggiatori al giorno, “conseguenza – secondo l’associazione – dei tagli del 10% al servizio, a fronte di aumenti delle tariffe”. Ad eccezione del nodo di Torino che con l’orario cadenzato rappresenta  una valida alternativa al mezzo privato.

 

(Fotoservizio: il Torinese)

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