VITA DA MIGRANTE

Come e di che cosa vive un profugo

MIGRANTI MARE

Quando il profugo – uomo, donna o bambino – varca la soglia della casa d’accoglienza riceve vitto, alloggio e una dotazione economica

 

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Come e di che cosa vive un profugo ospite di una struttura d’accoglienza? Quanti soldi riceve? Quanto costa? Sono queste le domande che animano il dibattito, al bar, con gli amici o sui social network, sulla presenza nelle nostre comunità di quelle persone che, attraversato il Mediterraneo, sono sbarcati sulle coste italiane, hanno ricevuto lo status provvisorio di profugo e attendono – per quanto tempo lo vedremo dopo – un permesso di soggiorno che nella maggior parte dei casi non ci sarà. Le risposte si trovano nelle convenzioni che le prefetture sottoscrivono con gli enti o le società scelte per occuparsi di questo servizio. Il servizio di accoglienza funziona con un modello piramidale, al vertice del quale c’è il ministero dell’Interno, che stabilisce i flussi e fissa le quote per ogni regione. Chi sbarca in Italia transita in un primo centro per controlli e cure, poi viene dirottato nelle varie regioni. In Piemonte al momento è attivo un solo centro di smistamento, a Settimo Torinese, ma presto dovrebbe aprirne un altro nell’Astigiano. Da Settimo in pullman uomini e donne raggiungono il Vco e vengono affidati alle sette strutture accreditate a Arizzano, Verbania, Villadossola, Domodossola, Omegna, Craveggia.

 

Quando il profugo – uomo, donna o bambino – varca la soglia della casa d’accoglienza riceve vitto, alloggio e una dotazione economica. Il vitto consiste in tre pasti al giorno (colazione, pranzo e cena) per sette giorni la settimana, serviti con adeguate stoviglie (posate, piatti, bicchieri, tovaglioli), elaborati su menù “non in contrasto con i principi e le abitudini alimentari” degli ospiti, che ne rispettino le prescrizioni religiose e le eventuali allergie o intolleranze e che siano prodotti con “generi alimentari di prima qualità”. In camera vengono garantiti materasso, cuscini, lenzuola, federe e coperte che “saranno periodicamente cambiati per l’avvio ai servizi di lavanderia (servizio garantito dal gestore, ndr) e quant’altro utile al confort della persona. Nel dettaglio: 2 lenzuola e 1 federa monouso ogni tre giorni più 2 coperte; dentifricio, spazzolino da denti, sapone liquido, shampoo, pettine, carta igienica e il necessaire (assorbenti per le donne, kit per radersi per gli uomini, pannolini per i bambini).

 

Anche il vestiario è “codificato”. Agli uomini spettano un paio di scarpe, uno di ciabatte, 1 tuta, 3 paia di slip, 2 asciugamani, 3 paia di calze, 2 magliette. Alle donne un paio di scarpe, uno di ciabatte, una gonna lunga, una camicia, 4 paia di slip, 2 asciugamani, 3 paia di calze, 2 magliette, 2 reggiseni. Ai bambini un paio di scarpe, 2 tutine, 4 paia di slip, 1 pigiama, 2 asciugamani, 4 paia di calzini, 3 magliette, 2 canotte. Questa è la dotazione obbligatoria, che può essere integrata da volontari o tramite donazioni.La parte economica prevede, all’arrivo, la consegna di una tessera/ricarica telefonica da 15 euro e la fornitura di un “pocket money” giornaliero di 2,5 euro con un tetto massimo di 7,5 a nucleo familiare – 75 euro mensili a individuo – che possono consistere anche in buoni d’acquisto.Nel caso di spostamenti disposti dalla prefettura il trasporto è a carico del gestore. Ogni ospite è libero di muoversi ovunque ma deve rispettare le regole, essere presente e pernottare nella struttura, pena la segnalazione alla prefettura.

 

VERBANIA – 19.08.2015