VETRINA VERDE

Com’è Bio la mia Valle!

vallee bioIL MONDO DEL BIO / Di Ignazio Garau*

GARAU2In Francia, vicino a Valence, posizionata tra Die e Loriol, lungo la Drôme, si estende per 2.000 chilometri quadrati la “Biovallée”, un Biodistretto che persegue l’obiettivo di trasformare il territorio in una vetrina verde, per diventare riferimento europeo in materia di sviluppo umano sostenibile

La transizione ecologica è possibile, è a qualche ora di treno (o d’auto) da Torino, la si sente nell’aria della Drôme, nel luogo dove assume il nome che è anche un marchio territoriale e un programma: Biovallée.

Qui, tra Loriol-sur-Drôme et Die, dove i massicci rocciosi del Vercors rivaleggiano tra di loro in maestosità, amministratori locali e cittadini lavorano da diversi anni per realizzare il primo laboratorio territoriale di una società più sostenibile. Tutti gli attori del territorio sono coinvolti: amministratori locali, associazioni, agricoltori, artigiani, eco-albergatori, imprenditori, ricercatori e cittadini. Tutti gli aspetti economici e sociali della vita della comunità diventano oggetto di intervento con obiettivi precisi da raggiungere in direzione di un’economia più sostenibile. Il progetto è sostenuto dalla Regione Rhone Alpes, dal Dipartimento de la Drôme, dalle Comunità dei Comuni della Val de Drôme, Diois, Pays de Saillans e Crestois. L’Associazione Biovallée riunisce tutti i protagonisti e garantisce la governance delle iniziative.

Sono tornato a Die nello scorso mese di gennaio, in occasione del 14° appuntamento annuale organizzato dall’Associazione ECOLOGIE AU QUOTIDIEN. Il clima e l’accoglienza erano festosi come sempre, il territorio coinvolto e partecipe, molte le volontarie e i volontari che hanno sostenuto l’impegno di organizzare i dibattiti, i convegni internazionali, gli incontri conviviali e, più in generale, la festa. Presente anche una nutrita delegazione di docenti e studenti dell’Università di Lovanio (B), intervenuti per conoscere e indagare su questa esperienza di progetto territoriale. Con me erano presenti delegazioni provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Slovenia, dalla Repubblica Ceca, dalla Lettonia, dalla Macedonia e da Cipro, tutte interessate a un confronto sul progetto e sull’esperienza dei Biodistretti.

L’agricoltura biologica è il riferimento da cui è partito il progetto della Biovallée, ma sono tre gli assi su cui ci si muove:

 

Sviluppare il territorio in modo da preservare le risorse naturali (acqua, aria, suolo, la luce del sole, e la biodiversità);

Valorizzare le risorse naturali del territorio per soddisfare le esigenze della popolazione per quanto attiene: acqua potabile, cibo, habitat, salute, energia, qualità della vita;

Costruire un territorio di riferimento che accompagni le innovazioni, identifichi le buone pratiche dello sviluppo sostenibile, le diffonda attraverso la formazione, la cooperazione tra i suoi attori.

 

La metamorfosi del territorio è evidente. Ad esempio la Drôme, il fiume che da il nome al Dipartimento omonimo, affluente alla sinistra del Rodano, è diventato balneabile per il 90%, quando prima era per il 90% vietato alla balneazione: i pesci risalgono nuovamente il corso del fiume, la biodiversità sta riguadagnando terreno, la lontra è ritornata, si sviluppano le attività turistiche (nuoto, canoa, kayak, rafting, pesca, escursioni …).

Una delle realizzazioni più visibili è il Campus Écosite du Val de Drôme, una sorta di gigante bio che si sviluppa su 9 ettari – con una sala conferenze e un incubatore di imprese ecologico, dove è in fase di realizzazione la piattaforma per la distribuzione dei prodotti bio dedicata alla ristorazione scolastica e collettiva.

Un ambiente che si presenta ancora incontaminato, che conta più di 5000 specie di piante e la maggiore densità di cervi, castori, orchidee di tutta la Francia. E’ un territorio che garantisce servizi e offre una qualità della vita notevole per una zona rurale. Sono oltre 1.000 le associazioni attive, sono presenti attività culturali diversificate con cinema, teatri, artisti di strada distribuiti in oltre 100 compagnie, creatrici di spettacoli apprezzati a livello mondiale, che organizzano 15 festival dedicati, un’offerta di attività sportive e per il tempo libero, una forte solidarietà, con oltre il 20% dei posti di lavoro creati nell’economia sociale, con la presenza importante di cooperative edilizie e di consumo.

Per poter partecipare a Biovallée, le imprese e le associazioni devono aderire a una carta dei valori e scegliere tra 55 azioni (impegni ambientali), valorizzate da 1 a 5 punti ciascuna, in modo da raggiungere i 30 punti in tre anni.

Ma sono gli obiettivi che Biovallée si pone per il 2020 che meritano attenzione, ecco i più significativi:

 

Realizzare 15 ecoquartieri

Raggiungere il 20% di risparmio nel consumo di energia

Arrivare a soddisfare il fabbisogno energetico della Biovallée con il 100% di energia da fonti rinnovabili

Ristrutturare il patrimonio edilizio esistente (a partire dal patrimonio pubblico con obiettivo 500 edifici ogni anno di qui al 2020) per ottenere efficienza energetica

Potenziamento del Campus Écosite du Val de Drôme, polo della conoscenza e del sapere, e della formazione tecnica e professionale

Compostaggio del 100% dei rifiuti organici

Stop al consumo di suolo agricolo

Creare una navetta metropolitana leggera per il trasporto merci e passeggeri

Consolidare l’esperienza degli ecoparchi produttivi (attualmente sono 5 con oltre 3.000 occupati)

Sviluppo dell’agricoltura biologica con creazione di filiere locali (50% delle superfici e delle aziende in biologico)

Abbattimento del 50% dell’utilizzo delle sostanze chimiche nell’agricoltura convenzionale

80% di prodotti bio nella ristorazione scolastica

 

Molto interessante anche il progetto “Le réseau des stages StarTer”, che è stato avviato da qualche anno in collaborazione con l’Università Joseph FOURIER di Grenoble. L’obiettivo è quello di incoraggiare i futuri diplomati e laureati a fare il loro stage in un contesto agricolo, offrendogli supporto, assistenza e accoglienza. In particolare, c’è un’azienda agricola di 8,5 ha, che viene messa a disposizione dei giovani perché possano autonomamente sviluppare il loro progetto imprenditoriale e, quindi, decidere il loro futuro percorso professionale. “In questo modo mi dicono i responsabili di Biovallée – aiutiamo le persone che non hanno terra, senza risorse e poca esperienza a diventare agricoltori. Per tre anni, i giovani possono disporre di terreni, attrezzature e mettere il loro progetto e la loro determinazione alla prova”.

Uscire dalla crisi che attanaglia il nostro paese e l’Europa tutta si può, a patto di non rincorrere i mercati finanziari per rassicurarli nella loro volontà di continuare a speculare e di sceglier la valorizzazione delle risorse di ogni territorio, promuovendo l’agricoltura e l’economia sostenibile. E’ necessario ripartire dai territori e la Francia ci fornisce un ottimo esempio, da seguire.

*Presidente ItaliaBio

ciao@italiabio.net