Una duplice rappresentazione emerge nella mostra dal titolo "Dagli dei a Dio"

Divino, pagano e cristiano nelle opere di Demarchi

È ospitata nello spazio espositivo di corso Rosselli 11 fino al 21 aprile prossimo la nuova mostra che l’artista torinese astratto Roberto Demarchi dedica al concetto del divino. L’esposizione, il cui titolo è “Dagli dei a Dio”, vuole suggerire un confronto ed un dialogo tra il concetto di divinità nel paganesimo e quello presente nel mondo cristiano. Esiste, infatti, un sottile fil rouge che conduce dal paganesimo al cristianesimo nella rappresentazione del divino. Il sommo scultore greco Fidia, vissuto nel V secolo a.C, e Michelangelo Buonarroti, il grande scultore della Pietà, cui si devono anche gli affreschi della Cappella Sistina, usavano praticamente le stesse “forme figurative ” per rappresentare l’uno lo Zeus dell’Olimpo, il secondo il Dio della tradizione biblico-cristiana. Il pittore Roberto Demarchi utilizza il linguaggio astratto binario del quadrato e del rettangolo, nato per dare forma visibile al momento aurorale del pensiero occidentale, ma anche utilizzato per la rappresentazione della storia del Dio incarnato nel Cristo, che si è fatto uomo. Punto di partenza della sua nuova esposizione è il dipinto intitolato “L’albero della conoscenza”, trasposizione dell’episodio della Genesi riferito all’origine del peccato dell’ uomo. La mostra affianca opere ispirate al Vecchio e Nuovo Testamento ad altre che si richiamano alla religiosità pagana. Tra le opere esposte figurano l’Annunciazione, interpretazione originale dell’episodio biblico legato all’annuncio del concepimento di Gesù, e la “Resurrezione di Lazzaro”, ultima opera da lui realizzata, ispirata ad una delle tele del periodo tardo di Caravaggio
Mara Martellotta