Un evento culturale – cinematografico fuori dai soliti schemi: così si potrebbe definire la settima edizione del “Festival del cinema rurale”, che ha avuto luogo con una terna di rappresentazioni svoltesi rispettivamente ad Ameno, Omegna e Miasino, nei giorni 16,17,18 settembre. Corto e Fieno è un progetto dell’associazine culturale “Asilo bianco”: dal 2010, la passione di un gruppo di artisti, attraverso il cinema, indaga la persistenza del rurale nella società contemporanea, raccoglie testimonianze e promuove recuperi delle tradizioni della terra. Attività parallele sono esposizioni e laboratori didattici, legati alle tematiche dell’arte contemporanea e della letteratura. In particolare, l’evento di sabato 17 settembre sera, al Cinema Sociale di Omegna, ha visto un’affluenza consistente di pubblico di tutte le età. In apertura sono intervenuti Paola Fornara e Mario Martone, che hanno descritto la serie di sezioni e di film proiettati poi in serata. Era presente anche Davide Vanotti che, insieme alla stessa Fornara, cura la direzione artistica del festival stesso. Sarebbe troppo lungo qui commentare tutte le proiezioni, di durata e tipologia completamente diverse tra loro, ma tutte particolarmente attraenti e interessanti. Molto divertente il primo cortometraggio, di Lana Pavkov, intitolato World Champion; tre simpatici agricoltori serbi hanno collezionato un sacco di coppe e vinto il campionato del mondo assegnato a chi ha la formula per avere le uova più resistenti alla rottura: la prova avviene facendo scontrare 2 uova tra loro per vedere a che punto si rompono. Il secondo, intitolato “Ice cream”, prodotto da Serhat Karaaslan, è abbastanza comico mostra un ragazzo di 11 anni che, correndo tra campi e sentieri attorno a casa sua, richiamato più e più volte dalla madre, rincorre il venditore di gelati che arriva in paese col suo scassatissimo side-car adibito a gelateria mobile. Pur di ottenere un cono, anche mezzo sciolto, Rojhat convince il gelataio ad essere pagato con due uova, rubacchiate in cascina sotto la pancia delle galline. Quello che non è chiaro (anzi è comico) come faccia l’operatore a inseguire il ragazzino per tenerlo inquadrato da vicino. “Il potere dell’oro rosso” è invece una fiction che narra l’incontro, iniziato male e finito bene, tra un burbero e sospettoso contadino pugliese e un giovane bracciante africano, alle prese con la coltivazione dei pomodori (l’oro, appunto, rosso). Il film – documentario DERT, di Mario e Stefano Martone, mostra come con l’aiuto della cooperativa INSIEME , si possano superare gli assurdi comportamenti e conflitti nazionalistici, che hanno portato a scontri armati, passati e recenti. Esempio significativo il conflitto jugoslavo, sviluppatosi tra il 1991 e il 1995, che ha riportato in Europa lo spettro della guerra, in un’epoca in cui la tecnologia e i mezzi di comunicazione avevano già raggiunto un alto livello di sviluppo. Oggigiorno, questi avvenimenti, sono stati quasi cancellati dalla memoria pubblica come se fossero parte di un passato lontano dal nostro presente. Purtroppo, pur essendo cambiata l’area geografica, anche oggi dobbiamo assistere a guerre all’interno dei singoli stati. Tornando al film e al conflitto Jugoslavo, non è un caso che gli scontri si siano sviluppati all’interno di quest’area geografica: la presenza di numerose e diverse etnie, che convivono l’una accanto all’altra, ha comportato gravi tensioni, dovute in parte alla ripartizione del territorio. La cooperativa INSIEME, coinvolge le persone che hanno scelto di continuare ad amare la loro terra,valorizzare i frutti che produce e dividerseli di comune accordo: alla faccia delle etnie a cui ognuno sembra o vuole appartenere.
Elio Motella