



Metto a fuoco e osservo: sta leggendo, scrive e sente in contemporanea due persone. Accidenti, ma è sempre cosi? Sì, sempre così. Pensa: dorme solo tre ore per notte. Ho assistito a qualcosa di eccezionale. E ho capito la differenza tra avversario politico e nemico politico. Poco più di un anno prima era stato ucciso Aldo Moro. Massacrata la sua scorta. Prima di quel congresso la Dc e Giulio Andreotti erano nel mio immaginario sopratutto uomini di potere. Con qualche eccezione, come Benigno Zaccagnigni o Tina Anselmi. Finalmente capivo che erano uomini e donne come
eravamo e sono stati nel partito comunista come negli altrui partiti. Che il giusto o l’ingiusto sta in ogni dove.Conoscevo e attraverso la conoscenza imparavo il valore della tolleranza instillando in me il valore del dubbio. Oltre che affrontare l’esame affrontavo facendoli miei questi valori. Crescevo anche in questo e maturavo. Maturità che non vedo oggi in questa classe politica e in parti di società civile. Chi da sinistra sponsorizza un accordo tra i pentastellati e Pd parla con ammirazione di come si è comportato Enrico Berlinguer nel 1976. Assoluta stima verso il capo del PCI. E’ noto che non agiva ” in un deserto politico”: gli interlocutori erano insomma all’altezza. Sia ben chiaro, ripeto, non tutto era lineare. Non tutto era perfetto. Ma sapevano da dove provenivano e dove volevano andare. Discussioni e conflitti. E il conflitto e la contraddizione trovano la sintesi, che per dirla alla Hegel (scuserete la erudita citazione) sintesi come tesi arricchita dalla antitesi. Non mi sbaglio se sostengo che la media dei parlamentari o senatori non conosce l’esistenza del filosofo idealista tedesco. Mentre sono certissimo che la media dei parlamentari e senatori di una volta la conosceva. Sapere, come si diceva una volta, è potere.

Patrizio Tosetto
