TORINO TRA LE RIGHE
Per questo appuntamento di Torino tra le righe vi porto a scoprire un mystery raffinato e sorprendente: La finestra del terzo piano, romanzo d’esordio di Paola Darò, edito da Piemme nel 2025.
Torinese doc, ingegnere di professione, Paola Darò torna nella sua città con un esordio potente, che già dal titolo richiama atmosfere hitchcockiane – impossibile non pensare a La finestra sul cortile. E proprio da una finestra si sviluppa l’intera vicenda: Adele Tedeschi, gallerista d’arte, nelle calde sere d’estate si concede una sigaretta sul balcone, da cui osserva il palazzo di fronte. Al terzo piano, un anziano signore – Simone Benelli – fuma un sigaro sulle note di Minor Swing di Django Reinhardt. Finché, un giorno, non appare più.
Benelli viene trovato morto nel suo appartamento. La causa? Avvelenamento per anafilassi: nella torta che ha mangiato era nascosto del succo di fragola, a cui era gravemente allergico. Omicidio, dunque. Ma chi avrebbe potuto volergli del male?
Adele, colpita dalla vicenda, decide di organizzare una mostra commemorativa in sua memoria. Inizia così un’indagine personale, spinta dalla passione per l’arte ma anche dalla curiosità e dal bisogno di dare un senso alla vicenda. Incontra Nadia, la nipote di Benelli, che sa ben poco del nonno e resta sconvolta dalla sua morte. Scoprono insieme che Simone era stato un pittore stimato, aveva vissuto a Londra, si era sposato ed era diventato padre. Una vita apparentemente limpida. Ma allora, da dove arriva il foglio di dimissioni da una clinica inglese, con diagnosi di schizofrenia paranoide?
Il mistero si infittisce e la mostra diventa il pretesto per riportare a galla segreti nascosti da decenni.
Adele è una protagonista affascinante, eccentrica, dotata di intuito e grande umanità. Nadia è fragile e determinata, mossa dal desiderio di capire davvero chi fosse suo nonno. Insieme, si trasformano in detective improvvisate, ma credibili, capaci di attirare empatia e attenzione.
La scrittura di Paola Darò è avvolgente, capace di dipingere una Torino viva e partecipe, mai semplice sfondo, ma vera coprotagonista del romanzo. Le strade della città, i suoi ritmi, la luce dorata dell’estate o il grigiore dell’inverno si intrecciano con la trama come fili narrativi. Torino, e la sua tipica piemontesità riservata e sobria, rispecchia perfettamente i toni della storia.
La finestra del terzo piano è un giallo, ma anche una commedia venata di ironia e dolcezza, un racconto sulle relazioni umane e sull’ambiguità che spesso si nasconde dietro le apparenze. Il romanzo ruota attorno a una domanda semplice ma potente: quanto conosciamo davvero le persone, anche quelle a noi più vicine? Quanto è autentico e quanto solo una facciata ben costruita?
Un romanzo coinvolgente, ricco di colpi di scena, ironia e introspezione. Una lettura che scorre veloce ma lascia spazio alla riflessione, e che ci invita a osservare meglio – e con occhi nuovi – ciò che ci circonda. Proprio come Adele, affacciata al suo balcone.
Marzia Estini
