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Dietro le Quinte del Tradimento: La Guida di Isabel Venuti per Scoprire la Verità

Torino tra le righe 

Oggi affrontiamo un tema complesso e delicato: il tradimento. Il libro che ho scelto per questa riflessione è Ho le Prove: Come capire se il tuo partner ti tradisce di Isabel Venuti.
Isabel Venuti, nata e cresciuta nel cuore di Torino, trae ispirazione dall’anima della sua città, dalle storie nascoste nei suoi vicoli e dalle relazioni che le persone intrecciano tra le sue strade. A trentanove anni e con una laurea in giurisprudenza alle spalle, l’autrice ha scelto di combinare la sua passione per la scrittura con un tema a lei caro: la fiducia nelle relazioni. Ho le prove nasce da un’esperienza condivisa da molti, quella del tradimento, che la Venuti ha vissuto in prima persona. La sua speranza è di aiutare chiunque si sia sentito smarrito di fronte a sospetti e dubbi, offrendo chiarezza e un metodo per affrontare la verità.
L’autrice, che si definisce un’ascoltatrice attenta, ha concepito il libro come una guida per coloro che, come lei e molti dei suoi amici, hanno vissuto la delusione in amore. Il suo scopo è fornire gli strumenti per riconoscere i segnali e risalire alla verità in modo consapevole, perché tutti meritiamo rispetto e trasparenza nelle relazioni.
Prima di Ho le prove, Isabel Venuti aveva pubblicato Chi sei tu oggi? Leggi, rispondi, rinasci: Come riconoscere una relazione tossica e fuggire, una guida motivazionale pensata per chi cerca di liberarsi da dipendenze affettive e dinamiche di narcisismo che possono intrappolare la felicità. In questo libro, la Venuti esplora le tecniche della manipolazione emotiva, insegnando come riconoscerle e trovare una via d’uscita.
Con Ho le Prove: Come capire se il tuo partner ti tradisce, Venuti propone una sorta di “bussola” per navigare tra le incertezze relazionali. Inizia definendo cosa siano l’inganno e il tradimento, per poi analizzare una serie di segnali rivelatori. Ogni indizio è spiegato in modo chiaro e accessibile, con una struttura schematica che rende la lettura immediata e intuitiva.
Nella seconda parte del libro, l’autrice approfondisce tecniche e suggerimenti per scoprire un eventuale tradimento: dall’osservazione di comportamenti sospetti, a piccoli “trucchi investigativi” che chiunque può mettere in pratica. Con uno stile pratico e rassicurante, Venuti accompagna il lettore passo dopo passo, aiutandolo a guardare in faccia la realtà e a prendere in mano le redini della propria vita.
In conclusione, Ho le prove offre un’analisi dettagliata delle dinamiche del tradimento e delle relazioni complesse. È un manuale per chi sente il bisogno di chiarezza e desidera affrontare le proprie paure con maturità. Un libro che consiglio a chiunque voglia dissipare dubbi e incertezze, trovando la forza di voltare pagina e riprendere il controllo della propria felicità.
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MARZIA ESTINI

Non perdiamo il filo: Alessandro Perissinotto porta la narrazione tra le vie di Chieri

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In occasione dell’evento “Non perdiamo il filo” per il ventesimo anniversario della Biblioteca Civica Francone di Chieri alla Tabasso, ho avuto il piacere di assistere a una straordinaria lettura itinerante lungo il centro storico della città. L’autore Alessandro Perissinotto ha presentato per l’occasione un racconto inedito dal titolo intrigante, La piccola lavanderia dei cuori infedeli. Questa lettura, arricchita dagli interventi musicali della BandaKadabra, ha trasformato Chieri in un teatro all’aperto, coinvolgendo i partecipanti in un viaggio tra letteratura e musica.
L’evento è stato organizzato per celebrare non solo la ricca tradizione culturale di Chieri, ma anche il ruolo centrale della Biblioteca Civica Francone, punto di riferimento per la comunità da ormai due decenni nell’ex cotonificio Tabasso. Lungo le vie della cittadina, Alessandro Perissinotto ha letto con la consueta ironia e maestria narrativa, immergendo i partecipanti in una storia fatta di humor, tradimenti e un’insolita ambientazione in una lavanderia.
Il racconto è stato suddiviso in quattro capitoli, ciascuno letto in una tappa diversa del percorso. La prima tappa ha avuto luogo in Piazza Umberto I alle ore 15, dove Perissinotto ha iniziato la narrazione con il primo capitolo, Seta. Successivamente, la lettura è proseguita in Piazza Duomo con il capitolo Lino, per poi spostarsi al Parco Pa.T.Ch dove è stato letto il terzo capitolo, Bambù. Infine, il percorso si è concluso presso la Biblioteca, dove l’autore ha letto l’ultimo capitolo, Lana.
Il pubblico ha seguito con interesse ogni tappa, mentre le note della BandaKadabra accompagnavano la camminata, creando un’atmosfera suggestiva che ha reso ancora più coinvolgente l’esperienza. Come gesto simbolico, i quattro capitoli del racconto sono stati distribuiti tra la gente e successivamente raccolti in un’elegante cartellina rossa, intitolata Non perdiamo il filo, chiusa con un ago di carta. Questo dettaglio ha voluto ricordare le origini dell’attuale sede della Biblioteca, che un tempo era un cotonificio, sottolineando così il legame tra la cultura e la tradizione tessile della città.
La piccola lavanderia dei cuori infedeli racconta la storia di Profiterol, un protagonista sui generis, figlio di una famiglia benestante di Chieri, che dopo anni, è costretto a gestire una lavanderia in seguito a una serie di vicende personali rocambolesche. Tra tradimenti e ironia, il racconto esplora le fragilità umane con toni leggeri ma incisivi. Una storia apparentemente simpatica e divertente, che cela tuttavia riflessioni profonde sulla fragilità umana e sulle piccole meschinità quotidiane. La lavanderia di Profiterol, “La lavanderia dei cuori infedeli”, diventa così una metafora dei legami spezzati, delle scappatelle amorose, e delle vite che si incontrano e si sfiorano nell’infedeltà e nel disincanto. La scelta di ambientare la storia in una lavanderia, tra macchinari rumorosi e abiti da lavare, sembra quasi un’ironica risposta alle tante narrazioni sentimentali moderne ambientate in romantiche librerie o caffetterie.
Come ha sottolineato Perissinotto nella premessa al racconto, la sua lavanderia non è popolata da “anime nobili”, ma da personaggi molto più ordinari e pieni di difetti, alle prese con tradimenti e bugie. È in questo quadro che si sviluppano le storie di vita, narrate con quella punta di sarcasmo che contraddistingue l’autore torinese. La camminata attraverso Chieri ha dato vita a una narrazione dinamica, in cui i partecipanti non solo hanno ascoltato la storia, ma ne sono diventati parte, immergendosi in essa mentre attraversavano luoghi simbolici della città. L’evento ha celebrato in modo unico i vent’anni della Biblioteca Civica Francone nell’attuale sede, confermandola come un centro vitale per la cultura e la comunità locale.
In conclusione, la lettura itinerante de La piccola lavanderia dei cuori infedeli è stata un’occasione perfetta per celebrare la cultura e la letteratura in un modo partecipato e originale. La Biblioteca Civica, continua a svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere eventi che mettono in contatto gli scrittori e i lettori, creando spazi di condivisione e riflessione. È attraverso iniziative come questa che la cultura diventa viva, capace di uscire dai libri per mescolarsi con le persone e i luoghi, proprio come accaduto a Chieri durante questa magnifica giornata.
Marzia Estini
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“Grazie di tutto” di Ornella Florio, un viaggio nelle profondità dell’animo umano

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Proseguiamo il nostro viaggio nel panorama letterario torinese con Grazie di tutto, un romanzo di tematica psicologica scritto dall’autrice chierese Ornella Florio. Laureata in Lettere Classiche presso l’Università di Torino, Florio ha insegnato greco e latino nei licei, per poi cambiare percorso professionale, mettendo la famiglia al primo posto. Attualmente lavora come dipendente comunale, dove promuove progetti di lettura in biblioteca, ma continua a coltivare la scrittura, una passione che l’accompagna da sempre.
A due anni dal suo esordio con Il sapore buono della speranza (EtaBeta, 2022), la Florio torna con una nuova opera incentrata sulla crescita emotiva di un giovane, offrendo una profonda riflessione sulle difficoltà relazionali e sugli ostacoli che la vita ci impone, ma anche sulla speranza che, nonostante tutto, possiamo sempre rinascere.
Il protagonista del romanzo è Giulio, un bambino che, al contrario dei suoi coetanei, si trova a vivere un’infanzia segnata da una famiglia incapace di offrirgli l’affetto e il sostegno di cui avrebbe bisogno. Isolato e triste, trova nella scuola un rifugio, un ambiente che gli dona serenità grazie alla presenza di un’insegnante determinata a cambiare il suo destino. Questa figura, centrale nella vita del ragazzo, si impegna con forza e dedizione per liberarlo dal senso di abbandono che lo opprime, cercando di offrirgli una vita diversa da quella che lei stessa ha vissuto.
Mi ha colpito molto come l’autrice esplori con precisione gli aspetti più intimi del percorso di crescita di Giulio, dando vita a descrizioni dettagliate delle sue emozioni. Dalla sofferenza iniziale, manifestata attraverso pianti incontrollabili e un profondo senso di vergogna, alla sua adolescenza, in cui Giulio cerca di reprimere il disagio mordendosi un dito, in un grido silenzioso che però resta inascoltato. Le emozioni represse si trasformano in attacchi di panico, con sintomi fisici come fiato corto, sudorazione e pallore.  Giulio avverte anche il peso della responsabilità di prendersi cura del fratello più piccolo, Giacomo, determinato a proteggerlo affinché non debba vivere le stesse sofferenze che ha subito lui. Sarà proprio l’insegnante a riconoscere i segni del suo dolore e a prendersi cura di lui, diventando il suo punto di riferimento.
Come nel suo primo romanzo, Florio ci ricorda che, anche di fronte a un destino avverso, esiste sempre una possibilità di riscatto. Se la protagonista de Il sapore buono della speranza aveva combattuto da sola per il proprio futuro, Giulio può contare su chi si prende a cuore la sua situazione, gli “angeli” che lo accompagnano nel suo percorso di rinascita. E a loro non può che dire: “Grazie di tutto”.
Con Grazie di tutto, Ornella Florio offre un’opera profonda che invita a riflettere su tematiche complesse e delicate, come la solitudine, l’abbandono e la responsabilità verso i propri cari, proponendo una via di speranza anche nelle situazioni più difficili.
Leggere questo romanzo mi ha fatto pensare a quanto sia importante non solo la nostra forza interiore, ma anche il sostegno degli altri nel superare le difficoltà. Giulio ci insegna che, nonostante le sfide della vita, c’è sempre una luce che possiamo trovare, se permettiamo a chi ci circonda di aiutarci. È una lezione che porto con me: il coraggio di chiedere e accettare aiuto non ci rende deboli, ma umani. Grazie di tutto ci ricorda che, insieme, possiamo affrontare qualsiasi destino.
Marzia Estini

“Pietro J.”: il romanzo noir di Patrizia Valpiani, torinese d’adozione

Torino tra le righe

di Marzia Estini
Iniziamo il nostro viaggio attraverso la letteratura torinese con Pietro J., un romanzo noir firmato da Patrizia Valpiani. Medico, scrittrice e poetessa, Valpiani, originaria di Pietrasanta, è ormai adottata dalla nostra Torino, dove ha ambientato gran parte della sua produzione narrativa. Conosciuta per alternare poesia e narrativa noir, l’autrice è particolarmente attenta a creare atmosfere cupe e inquietanti, essenziali per un buon noir, come lei stessa ricorda.
Il noir di Valpiani si distingue per la profondità psicologica, dove la violenza emerge dalle ombre della mente più che dalla scena stessa. Questa introspezione la lega alla poesia, un’arte capace di svelare le sfaccettature più nascoste della natura umana.
Patrizia Valpiani

 

Il protagonista della serie di romanzi che ha come fulcro Pietro Jackson nasce nel 2009 con Ascoltando Coltrane (Neos Edizioni, Torino). Pietro è un giovane pittore e musicista con una sensibilità fuori dal comune, in grado di percepire le negatività che lo circondano. Nel suo atelier in corso Inghilterra, Jackson dipinge e si muove in una Torino ben rappresentata nei suoi aspetti urbani, culturali e sociologici, con uno sguardo che ci porta a scavare oltre le apparenze.
Dopo una pausa di alcuni anni, Valpiani ha ripreso a raccontare le vicende del suo protagonista insieme al medico legale Gianfranco Brini, pubblicando sotto lo pseudonimo Tosca Brizio Chiaroscuro (2017) e L’ombra cupa degli ippocastani (2019), entrambi con Golem Edizioni. A questi segue un racconto lungo, Blood session per Pietro Jackson, distribuito online. Con la morte di Brini, Valpiani ha ripreso a narrare da sola, pubblicando racconti e romanzi che hanno come centro Torino e il suo enigmatico protagonista.
Il romanzo Pietro J. (Readaction Editrice, 2022) è il più recente capitolo della saga, e si apre con la parte intitolata Tossik Park, ambientata nella zona degradata del Parco Stura. L’autrice descrive un paesaggio cupo e inquietante, con un’abilità sorprendente, tanto che mentre leggi ti sembra davvero di camminare tra mozziconi di sigarette, siringhe, rifiuti ed escrementi di cani ed umani. Una passeggiata quasi realistica tra figure spettrali e delinquenti senza scrupoli, calpestando lattine vuote, arbusti scavezzati e tappeti di foglie mai rastrellati, respirando l’aria acre, polverosa e sporca che sembra appesantire l’atmosfera.  È qui che si consumerà l’omicidio dell’avvocato Morelli, mentre dall’altro lato della città in corso Inghilterra, Pietro Jackson, sulle note del sax tenore di John Coltrane, dipinge i tratti del viso di un uomo, agonizzante, il ricordo di un incubo premonitore fatto la sera precedente che l’ha lasciato stanco e stremato e soprattutto angosciato per il significato che questo può avere. Il mistero si infittisce quando una coppia gay, passeggiando col cane nel Parco del Valentino, scopre un cadavere alla Fontana dei Dodici Mesi. Le indagini, nelle quali Pietro è inevitabilmente coinvolto, si sviluppano con precisione e professionalità, conducendo il lettore a un finale sorprendente.
La seconda parte del romanzo, Gli enigmi di York, ci porta in Inghilterra, tra le nebbie di York, dove la maestosa cattedrale di York Minster è teatro di un feroce delitto. Anche qui, la mano dell’autrice non delude, dimostrando la sua capacità di intrecciare misteri, scomparse e ritrovamenti, tenendo il lettore incollato alle pagine fino all’epilogo.
Con una penna affilata e un talento per le descrizioni vivide, Patrizia Valpiani riesce a tessere un intricato noir che si muove tra Torino e York, in un viaggio tra ombre, misteri e profonde inquietudini. Non vediamo l’ora di scoprire cosa riserverà il prossimo capitolo delle avventure di Pietro Jackson, previsto per il 2025.
La rubrica è curata dalla scrittrice Marzia Estini: