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Torino, gli appuntamenti nei Musei della Fondazione

AGENDA  FONDAZIONE TORINO MUSEI

17 – 23 giugno 2022

 

VENERDI 17 GIUGNO

 

Venerdì 17 giugno ore 16.30

BENESSERE, BELLEZZA E LUSSO A POMPEI

Palazzo Madama – visita guidata alla mostra Invito a Pompei

La visita proposta è un interessante percorso che, descrivendo i numerosi oggetti esposti, si inoltra nel mondo della bellezza e della cura della persona, descrivendo usi e costumi della Pompei di I secolo d.C.

Le terme e le palestre erano luoghi di normale frequentazione e socialità. Gli abiti e i monili di ricco valore erano indossati con attenta raffinatezza. La mostra presenta pezzi di fine oreficeria: anelli, bracciali e collane in oro provenienti da diversi siti dell’area vesuviana. Le cronache del tempo raccontano con puntualità quanto facessero parte del corredo personale. Le donne indossavano bracciali, cavigliere e orecchini, intersecavano pietre preziose fra i capelli per valorizzare le già ricercate acconciature, perfette per delineare lo status sociale di appartenenza. Incensi, unguenti e raffinati profumi riempivano preziosi contenitori, custodendo gradevoli fragranze.

Un racconto di lusso e di abitudini da scoprire guidati, per leggere la mostra con uno sguardo diverso e particolare.

Costo: € 6 a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte Valle d’Aosta

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

venerdì 17 giugno ore 17

VITTORE GRUBICY DE DRAGON. UN INTELLETTUALE-ARTISTA E LA SUA EREDITÀ Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo

GAM – presentazione del catalogo della mostra (Livorno, Museo della Città, 8 aprile – 10 luglio 2022).

A cura degli Amici della Biblioteca d’arte della Fondazione Torino Musei

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

Intervengono: Aurora Scotti e Sergio Rebora, Curatori della mostra; Virginia Bertone, Capo conservatore GAM Torino

Mercante, pittore e critico d’arte dalla cultura e vocazione europea, Vittore Grubicy (1851-1920) è stata una figura centrale nel dibattito figurativo dell’Italia del tardo Ottocento, impegnata tanto nella promozione commerciale degli artisti italiani che nello sviluppo teorico dell’arte nuova e del divisionismo. Il catalogo che accompagna la mostra Vittore Grubicy De Dragon. Un intellettuale-artista e la sua eredità. Aperture internazionali tra divisionismo e simbolismo, curata Sergio Rebora e Aurora Scotti a Livorno, si configura come una vera e propria monografia dedicata all’artista, in grado di fornire nuovi sguardi sulla sua sfaccettata attività professionale e artistica, così come sulle sue articolate vicende umane. Uno strumento che permette una riflessione a tutto campo sulla stessa funzione del catalogo di mostra, da sempre diviso tra l’esigenza di compendiare l’appuntamento espositivo ad una rilettura più profonda e scientifica degli argomenti.

Info www.gamtorino.it

 

SABATO 18 GIUGNO

 

Sabato 18 giugno ore 15:30 durata 2 ore

INCROCI =||= TRAMA E ORDITO. LE POSSIBILITA’ DELLA TESSITURA: DALL’ARAZZO AL TAPPETO

GAM – Incontro con Noemi di Nucci, artista tessile

Nell’ambito di INCROCI, Public program sulla mostra “Una collezione senza confini”

Dialogo con l’opera di William Kentridge, Moscow: the Nose Series City of Moscow, 2009

 

Noemi Di Nucci, textile artist e designer, si occupa di tessitura di arazzi su telaio verticale e orizzontale usando materiali convenzionali e non, tappeti, installazioni, mixed media e scenografie teatrali: ha realizzato le installazioni per l’Estate Romana, per il Comune di Roma e per il Comune di Firenze nell’ex manicomio San Salvi. I suoi progetti sono caratterizzati dall’unione tra tecniche tradizionali e sperimentali, studio del segno, della forma e del colore e influenze stilistiche contemporanee. Scrive e tiene workshop basati sulla percezione visiva, anche legata ad argomenti specifici, e sulla tessitura di arazzo.

L’incontro con Noemi Di Nucci, incentrato sull’opera presente in mostra Moscow: the Nose Series City of Moscow di William Kentridge è volto a comprendere il processo di traduzione che avviene nel passaggio dal disegno all’intessitura. L’artista afferma che “un arazzo presenta una sorta di pixelatura, una serie di punti nati dalla decisione presa dal tessitore per ogni singolo filo. La tecnica usata richiede infatti un lavoro dedicato, un lento viaggio di completamento delle zone ancora vuote senza fili né colore, per arrivare a un’immagine intera e completa.”

William Kentridge ha realizzato l’opera in collaborazione con Marguerite Sthepens che, assieme alle sue collaboratrici, ha prodotto gli arazzi in lana di moher tessuta a mano, nell’atelier sudafricano The Stephens Tapestry Studio di Johannesburg. Ci racconta che: “Kentridge consegna un disegno composto da forme di carta nera incollate su una superficie di carta o cartone completata da spilli, scotch e altri materiali. Ci disegna sopra e ogni singolo segno che ha fatto, noi lo reinterpretiamo così che possa essere intessuto”.

Durante l’incontro ci si concentrerà sul dinamismo del segno e sul senso del bianco e nero, di pieni e vuoti, leggendo il processo che dalla scelta cromatica porta alla tessitura vera e propria. Noemi di Nucci porterà alcuni esempi di arte tessile: un arazzo del ‘700, uno realizzato con tecnica tradizionale ma di gusto contemporaneo e un tappeto taftato, permettendo ai partecipanti di scoprire le tecniche, cimentarsi nella pratica – dal disegno all’intessitura e conoscere le nuove tecnologie che trasformano tempi e modi di lavorazione.

Costo: 15 € compresa visita al museo

Posti limitati prenotazione obbligatoria entro il 13 giugno infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO DI INCROCI

 

 

DOMENICA 19 GIUGNO

 

Domenica 19 giugno ore 15.30

IL GIARDINO BOTANICO MEDIEVALE

Palazzo Madama – visita guidata naturalistica

Ai piedi delle possenti torri di Palazzo Madama si trova il Giardino Botanico Medievale, che dal 2011 ospita la ricostruzione di un giardino del tardo Quattrocento, realizzato attraverso lo studio di fonti dell’epoca.

Nel corso del tempo il giardino è stato arricchito con l’introduzione di nuove specie di piante che oggi permettono di proporre visite guidate a cura di naturalisti sulle diverse specie: dalle piante fiorite di ellebori, acanti, digitali, campanule e sclaree alle piante officinali, dalle viti alle piante da frutto fino alle piante considerate magiche.

La visita sarà anche occasione per aprire un dialogo con i presenti sui temi della coltivazione naturale e dell’impiego di rimedi fitoterapici vegetali, oltre che raccontare aneddoti storici e botanici per rivivere la giornata di un giardiniere quattrocentesco: l’Hortolano Domini.

Costo: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: possibilità di chiedere in cassa il biglietto d’ingresso solo al giardino oppure biglietto d’ingresso al museo | gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta.

Info e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

LUNEDI 20 GIUGNO

 

Lunedì 20 giugno ore 16.45

SCRIVERE SUI MURI A POMPEI: PARETI FRAGILI E MESSAGGI IMMORTALI

Palazzo Madama – conferenza con Silvia Giorcelli – Dipartimento di Studi Storici, Università di Torino

I muri di Pompei non restituiscono soltanto splendidi affreschi e decorazioni parietali ma anche fragilissime scritte dipinte e incise: alla scrittura sui muri, vero e proprio medium di comunicazione, i pompeiani affidavano i messaggi ufficiali, ad es. in occasione di eventi pubblici o di competizioni elettorali; ma sono soprattutto le scritture occasionali, dichiarazioni d’amore ed evocazioni sessuali, battute ed invettive, a restituire una intimità che sarebbe altrimenti perduta per sempre.

La conferenza fa parte del ciclo legato alla mostra Invito a Pompei, in corso a Palazzo Madama fino al 29 agosto.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: t. 011 4429629 madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

MARTEDI 21 GIUGNO

 

Martedì 21 giugno

LA NARRATIVA DI FUKURAWA HIDEO. Tra epoca Heian, Murakami Haruki e distopie contemporanee

MAO – conferenza a cura di Gianluca Coci

Furukawa Hideo, uno dei massimi esponenti della letteratura giapponese contemporanea, dialogherà con la sua voce italiana Gianluca Coci a proposito della sua ormai ventennale carriera di scrittore. Sulle sue opere è stato scritto: «Nonostante lo stile multiforme e una certa dose di sperimentalismo, le sue storie sono avvincenti e facili da comprendere, ed è qui che si ritrova il suo straordinario talento». Autore di romanzi che mescolano realtà e finzione, lirismo e suspense, Furukawa illustrerà al pubblico i suoi lavori, che spaziano dalla riscrittura di famosi classici dell’epoca Heian fino alle distopie contemporanee, passando attraverso Murakami Haruki. In Tokyo Soundtrack, forse il più attuale dei suoi romanzi, immagina un Giappone colpito da catastrofi ambientali, infestato da nuovi virus e poco tollerante nei confronti degli stranieri…

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili

 

 

MERCOLEDI  22 GIUGNO

 

JANNIS KOUNELLIS

GAM – Nuova mostra in VideotecaGAM

22 giugno – 13 novembre 2022

a cura di Elena Volpato

Prosegue il ciclo di esposizioni dedicate alla storia del video d’artista italiano tra anni Sessanta e Settanta. La mostra, sesto e ultimo appuntamento della collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia, si compone di tre diverse manifestazioni dell’immagine di Apollo che Kounellis mise in opera, tra il 1972 e il 1973, nascondendo il proprio volto dietro una maschera di gesso recante le fattezze del dio.
COMUNICATO STAMPA IN ALLEGATO

 

Mercoledì 22 giugno ore 16.45

DA VERONICA A “VERA ICON”: LA DEVOZIONE AL VOLTO DI CRISTO NEL MEDIOEVO TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Palazzo Madama – conferenza con Gian Maria Zaccone, direttore del CISS – Centro Internazionale di Studi sulla Sindone

Due tradizioni, quella orientale del Mandylion e quella occidentale della Veronica si intrecciano fortemente, con esiti diversi nella storia della spiritualità, sebbene entrambe di forte impatto nella evoluzione della ricerca e della Pietà verso la vera immagine di Cristo.

All’epoca di Innocenzo III l’immagine cosiddetta della “Veronica” – presente da tempo in Roma e oggetto di culto crescente – raggiunge il suo status di immagine-reliquia universale del volto di Cristo. L’immagine della Veronica racchiude una doppia valenza, che impronterà la sua iconografia, che la vede ora come immagine del Cristo vittorioso e ora di quello paziente, che l’avvicina all’immagine orientale del Mandylion. Ciò si riflette anche sulle leggende circa la sua origine, in una versione donata da Gesù alla mitica figura di Veronica che desiderava ardentemente avere un’immagine del suo maestro e guaritore, e in un’altra realizzata durante la passione. Sarà quest’ultima a imporsi nell’ambito occidentale. Per molto tempo gli studiosi si sono interrogati su quale delle due leggende – Veronica e Mandylion – si fosse modellata l’altra. Al di là della questione storica è fondamentale prendere atto come, da un ben preciso punto della storia della Chiesa, con sempre maggiore interesse la Cristianità anela a identificare le fattezze umane di Cristo. Il Mandylion in Oriente e la Veronica in Occidente in realtà rappresentano due fondamentali espressioni dello stesso Volto, recepite secondo le più profonde attese delle diverse spiritualità. Ne è palese testimonianza il ruolo della Veronica nella pietà medievale, e in particolare il significato enorme rivestito nel Giubileo del 1300. Le relazioni dei pellegrini, i testi letterari, da Dante a Petrarca, le cronache liturgiche segnalano in maniera inequivocabile l’emozione della presenza di quel volto a Roma, la cui storia ancora oggi risulta di difficile ricostruzione e a tratti controversa.

Gian Maria Zaccone, storico, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone di Torino. Laureato in Storia del Diritto si è specializzato nello studio dei processi per i percorsi di canonizzazione nel medioevo e nella storia della Pietà. In questo ambito ha approfondito il tema della ricerca della raffigurazione di Cristo con particolare attenzione agli esiti sindonici. È titolare di un corso universitario di Storia della Sindone e delle reliquie di Cristo nell’ambito della Pietà.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16);

e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Per assistere alla conferenza è necessario indossare mascherina FFP2

Da mercoledì 22 a venerdì 24 giugno

BLOWING ROSES. PERFORMANCE DI CHRYSANNE STATHACOS PER IL GRANDE VUOTO

MAO – performance nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto

Chrysanne Stathacos è un’artista multidisciplinare di origine greca, americana e canadese. Il suo lavoro comprende incisione, questioni ambientali, tessile e performance, ed esplora le connessioni tra azioni rituali, mitologia greca, femminismo, spiritualità orientale, buddhismo e tecnologia, che si riflettono nella sua attuale pratica artistica.

Nell’ambito della mostra Il Grande Vuoto e del progetto #MAOTempoPresente, l’artista è stata invitata a realizzare una performance al MAO Museo d’Arte Orientale: nell’arco di tre giorni, dal 22 al 24 giugnoStathacos darà vita nel salone Mazzonis a “Blowing Roses”, un’installazione della serie Rose Mandala.

 

Creerò un’opera dalla mia serie Rose Mandala, Blowing Roses. Le installazioni Rose Mandala si basano su strutture circolari storiche che hanno lo scopo di creare un’opera che cambia nel tempo. Questi lavori sono realizzati strappando dozzine di rose – petalo per petalo –  che vanno a circondare specchi colorati di grandi dimensioni. I sensi dello spettatore sono investiti da ondate di profumo di rose che abitano lo spazio dell’opera” racconta Stathacos, che prosegue “I mandala vengono lasciati seccare mentre i petali si riducono a un quarto della loro dimensione originale. Alla fine, il mandala viene smantellato in una rappresentazione finale. I Rose Mandalas vengono gettati, raccolti e dispersi nel vento o spazzati via dal respiro umano, mio e del pubblico. Queste installazioni/performance riflettono l’effimero processo di cambiamento, età, decadenza e vuoto”.

 

Nei giorni 22 e 23 giugno il pubblico è invitato ad assistere alla creazione del mandala, che l’artista realizzerà nel Salone Mazzonis. Infine il 24, in una cerimonia rituale aperta al pubblico, Chrysanne Stathacos distruggerà l’opera.

L’accesso alla performance è incluso nel biglietto d’ingresso alla mostra Il Grande Vuoto.

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

La Gelateria Pepino 1884 di piazza Carignano entra a far parte dei Locali Storici D’Italia

La Gelateria PEPINO 1884 di piazza Carignano entra a far parte dei Locali Storici D’Italia e con
l’associazione “Caffè Storici e Salotti Sabaudi di Torino” diventa una tappa fondamentale neegli
Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.

La gelateria Pepino ormai è associata al volto storico di Torino; per molti turisti, anche stranieri, è
oramai impossibile scindere l’immagine della Gelateria PEPINO dalla sua storica piazza Carignano,
un connubio che è diventato una piacevole consuetudine e risveglia ricordi di momenti golosi e
piacevoli, che conserviamo dentro di noi fin dall’infanzia.
Dal 1929 la sua insegna, le vetrine, la boiserie, i velluti rossi e i tavolini all’aperto fanno, infatti,
parte dell’arredo di una delle piazze auliche più belle e ricche di storia della città, piazza Carignano.
Un salotto che racchiude un mondo di bellezza in cui la Gelateria PEPINO è inserita in modo
armonioso e ne è parte integrante.
Entrare a far parte dell’ Associazione culturale Locali Storici d’Italia , patrocinata dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, è stato per la Gelateria PEPINO 1884 un importante motivo di orgoglio,
ma anche indubbiamente un riconoscimento di un lavoro portato avanti con passione e impegno,
un impegno fatto di attenzione e lungimiranza che hanno consentito, a questa solida realtà, di
superare crisi e cambiamenti del mercato, senza mai tentennare.
“Locali Storici d’Italia” è un’associazione culturale senza scopo di lucro, che si prefigge, attraverso
appropriate iniziative culturali, turistiche e editoriali, di valorizzare e tutelare i più antichi e
prestigiosi locali che abbiano almeno settant’anni di vita, che siano stati e siano ancor oggi,
protagonisti o artefici di pagine della storia d’Italia attraverso gli avvenimenti di cui sono stati sede
e i personaggi che li hanno frequentati, e che conservino stile, spazi e arredi delle origini . Gli odierni
soci del Sodalizio sono circa 230.
La mission dell’Associazione, condivisa dalla Gelateria PEPINO, è, quindi, quella di valorizzare e
tutelare i locali storici, ma anche supportare il turismo culturale che trova nella tradizione e nella
continuità un evidente punto di forza.
Che sia per gustare un iconico Pinguino – il primo gelato su stecco e ricoperto da una sottile sfoglia
di cacao, inventato e messo in commercio proprio qui – una sontuosa coppa gelato, un aperitivo o
un pranzo leggero e sfizioso, la sosta presso la Gelateria PEPINO non è mai scontata ed è
impossibile che non rimanga impressa, per la bellezza del locale e della piazza, ma anche per
l’elevata qualità dei prodotti e per la professionalità e la cura del personale.
Un riconoscimento meritato, quindi, per uno dei locali storici e più rappresentativi della nostra
città, uno dei pochi che vede continuità non solo nel locale e nel prodotto, ma anche nella
proprietà, Edoardo Cavagnino, presidente di Gelati PEPINO 1884 , rappresenta infatti la quinta
generazione di una famiglia che ha fatto la storia del gelato.
“Sono davvero soddisfatto per l’ingresso della Gelateria PEPINO nell’Associazione Locali Storici
d’Italia – dichiara Edoardo Cavagnino – È un’ulteriore opportunità che si inserisce nella filosofia del
condividere e fare rete, che sposo e promuovo da anni. Ho la ferma convinzione che creare
relazioni e sinergie possa essere utile per la crescita di tutti, delle attività, della città e del territorio.
È un obiettivo che stiamo portando avanti anche con l’Associazione cittadina “Caffè storici e Salotti
Sabaudi”, in cui ho assunto l’impegno personale come in veste di Presidente, nella convinzione che
la città abbia un patrimonio di locali storici unico e invidiabile, che merita un’attenzione mirata e
costante. In questo periodo è auspicabile, e quanto mai necessario, un maggior impegno di tutti gli
attori: cittadini, titolari e istituzioni .”​
Torino è la città con il maggior numero di caffè storici in Italia riuniti in una Associazione dedicata:
“Caffe Storici e Salotti Sabaudi di Torino” , nata dal desiderio di salvaguardare un patrimonio
unico, che si dirama nel centro storico cittadino e guidata dallo stesso Cavagnino che ne è
presidente.
Attualmente sono dieci caffè, locali che possono essere definiti veri e propri siti di storica
accoglienza, la cui data di fondazione si pone tra il 1763 e i primi anni del Novecento.
Rappresentano una delle eccellenze della città e la maggioranza di essi fa già parte dei Locali
Storici d’Italia, ma non solo, tutti i membri dell’associazione “Caffè Storici e Salotti Sabaudi di
Torino” sono entrati far parte dell’Associazione europea “Historic Cafes Route”, che offre ai turisti
l’opportunità di intraprendere un interessante e suggestivo itinerario tematico, di fare un salto
indietro nel tempo, di godere del lusso dei Caffè dell’età d’oro, conoscendone l’importante ruolo
che hanno avuto nel passato e che continuano a giocare nel presente, nel plasmare la storia
culturale dell’Europa. Dai primi di giugno la “ Historic Cafes Route” è entrata a far parte del
Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa.
Gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa sono un invito al viaggio e alla scoperta del ricco e
variegato patrimonio culturale europeo. Il loro scopo è quello di creare una rete di persone e
luoghi legati tra loro grazie a una storia e a un patrimonio comuni.
Gli Itinerari Culturali mettono in pratica i valori del Consiglio d’Europa, costituiti da diritti umani,
diversità culturale, dialogo e scambi interculturali.
L’impegno di Gelateria PEPINO 1884 è, quindi, intenso e spazia su più fronti, tra cui la volontà di
salvaguardare e valorizzare la propria storia, che risulta innegabile, come il desiderio di fare rete e
costruire ampie connessioni e rapporti, nel nostro Paese e in Europa, capaci di diventare stimolo
per sviluppare sinergie utili ad esaltare la bellezza del patrimonio dei caffè storici e di Torino tutta.

Ritorno nelle nobili dimore degli antenati

L’evento di giovedì 3 ottobre 2019 aveva lo scopo di riportare gli illustri ospiti nelle splendide dimore dei loro antenati, il castello Gozzani di San Giorgio Monferrato e i palazzi San Giorgio e Treville Gozzani di Casale Monferrato.
Il marchese Titus George Friedrich Ferdinand Emmo Roger Karl von Gozani, accompagnato dalla moglie Eva Maria Friese, abitanti a Kamp-Lintfort nel Basso Reno (Dusseldorf, Germania). Titus, ingegnere elettrotecnico minerario, discende dalla linea austriaca generata da Felice Maria Pio Venanzio Ignazio (1745-1824) marchese di San Giorgio trasferitosi in Carniola (Slovenia).
Il diploma di nobiltà austriaca gli fu concesso a Vienna il 29-12-1817 dal Kaiser Franz I° che autorizzava tutti i propri discendenti di ambo i sessi a portare il titolo “von” Gozani. Venne ratificato il 28-10-1845 dall’alta segreteria di stato affari esteri di Torino dai Reali di Savoia.
L’attestato con sigilli é stato da poco ritrovato nell’archivio provinciale di Marburg, ora Maribor in Stiria. L’intraprendente antenato Giovanni Gozzano il giovane di Luzzogno, infeudato nel 1670 della contea di San Giorgio, diede origine a due linee nobiliari: i Gozzani di San Giorgio dalla prima moglie Caterina Rivetta e i Gozzani di Treville dalla seconda moglie Antonia Ghione. Hanno  collaborato alla logistica dell’evento gli amici di Omegna Augusto Grandi e Magda Peretti esperta delle genti Walser in Valstrona e dai coniugi Zanoni, proprietari della antica dimora di Luzzogno dei conti Gozzano da loro completamente ristrutturata.
La prima visita si è svolta al castello Gozzani di San Giorgio, in via Gozani, accolti dal proprietario Francesco Rolla, dal sindaco Pietro Dallera e dallo storico Dionigi Roggero. Diversi i proprietari succeduti nel maniero risalente all’anno 859, i marchesi del Monferrato per molti secoli feudo imperiale con a capo la dinastia degli Aleramici, Ferdinando II° Gonzaga di Mantova, Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers e i marchesi Gozzani che lo ricostruirono dopo la semidistruzione degli spagnoli.
Al termine della visita il gruppo si é trasferito a Casale in palazzo Treville Gozzani, ricevuti dalla presidente Serena Monina Cerutti, dove si sono potuti ammirare gli affreschi di P. F. Guala. La bellissima dimora fu edificata da Giovanni Gozzani con la moglie Lucrezia Gambera tra il 1710 e il 1740. Dal 1837 ad oggi é sede della Accademia Filarmonica, ospitata all’epoca dal marchese Erasmo Gozzani. Ultimo appuntamento in palazzo San Giorgio Gozzani, ora municipio, accompagnati da Gianni Calvi presidente di Orizzonti Casale che ha illustrato le splendide sale e gli affreschi di F. Lorenzi. Il
palazzo fu edificato da Giovanni Battista Gozzani nel 1778 con la moglie Teresa Bergera, unitamente al palazzo San Giorgio di Torino.
Sono intervenuti il sindaco di Cereseto Enzo Lavagno e il vice sindaco di Casale Emanuele Capra. Hanno partecipato alle visite l’ex sindaco di Strona e storico del lago d’Orta Lino Cerruti e il nostro interprete di italiano e  tedesco Aurelio Marchese. Dopo aver apposto le firme sui registri d’onore i marchesi sono stati salutati con un brindisi tutto monferrino. Rientrati in hotel ad Omegna, il giorno successivo sono ripartiti per la Germania.
Armano Luigi Gozzano 

Sotto i portici di piazza San Carlo e di via Po, sedici  illustratori raccontano i valori  dell’Unione Europea

“Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli”

Fino al 30 giugno

Dalla “vetrina” fitta di elementi riconoscibilissimi e piemontesissimi apparentemente in contrasto fra loro ma raccolti in perfetta armonia con stile “manifesti anni ‘40” a firma dell’alessandrino Riccardo Guasco, alla Mole punto d’arrivo di una funivia che valica le montagne per congiungere la Città al mondo di Francesco Bongiorni; via via fino alla “costruzione collettiva” del pisano Matteo Berton che racconta di un’infinita varietà di personaggi indaffarati attorno a Palazzo Madama per portare il loro contributo alla crescita del luogo che meglio incarna la storia del continente europeo o alla lirica e sintetica illustrazione di Anna Parini che riflette su comunità come luogo di “sostegno comune” dove le differenze non siano motivo di paura ma piuttosto insegnamento a “guardare oltre”.

Sono questi solo quattro esempi scelti fra le sedici illustrazioni a firma di altrettanti grandi artisti italiani (nove uomini e sette donne) dedicate ai valori promossi dal Consiglio d’Europa e posizionate su stendardi bifacciali in due spazi aulici di Torino, i portici di piazza San Carlo e di via Po, in un percorso di valore storico e più ampiamente culturale facilmente comprensibile da ogni cittadino, di qualsiasi nazione. Il progetto espositivo, dal titolo “Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli” è stato promosso, in occasione del “Comitato Interministeriale per gli Affari Esteri” che si terrà a Torino giovedì 19 e venerdì 20 maggio (a chiusura del semestre della Presidenza Italiana del Consiglio d’Europa), dalla Città di TorinoRegione Piemonte e Palazzo Madama con la “Fondazione Torino Musei”. Le illustrazioni raccontano nel loro complesso i valori fondanti dell’Unione Europea e dei popoli europei, prendendo avvio da Palazzo Madama, edificio che, con i suoi duemila anni di storia, interpreta come pochi altri l’identità europea: nel 1861 fu infatti sede del primo Senato del Regno d’Italia e cent’anni più tardi ospitò la firma della “Carta Sociale Europea”. Sedici, si diceva, gli illustratori coinvolti.

Accanto ai quattro già citati: Camilla FalsiniElisa SeitzingerAndrea SerioFrancesco PoroliIrene RinaldiLucio SchiavonAle GiorginiEmiliano PonziBianca BagnarelliMarina MarcolinGianluca Folì e Giulia Conoscenti. La mostra, per il suo alto valore educativo e civico, diventerà in seguito un percorso didattico per gli istituti comprensivi di Torino e del Piemonte, oltre a essere organicamente strutturata in un progetto espositivo veicolato in ogni provincia e proposto agli istituti italiani di cultura all’estero. Da una mostra “di piazza” si passerà dunque ad una mostra “itinerante” che vedrà il coinvolgimento di diversi luoghi del territorio per raccontare i grandi valori dell’Europa attraverso l’arte. Conferenze, incontri a tema, laboratori e spettacoli teatrali saranno gli eventi collaterali di questa originale operazione, che per la prima volta vede un Museo Civico, luogo di identità europea, diventare committente di giovani illustratori italiani di fama internazionale – e in costante dialogo fra capacità creative e benvenuti supporti dal digitale – costruendo un dialogo tra la sua storia millenaria e il linguaggio grafico, perennemente vivo, dell’illustrazione.

La presentazione del progetto avverrà sabato 21 maggio alle ore 12 al “Salone Internazionale del Libro 2022” presso lo “Spazio Città di Torino” (padiglione 1, D 102). Interverranno Ale GiorginiElisa Seitzinger, Andrea Serio e Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama.

Gianni Milani

–       Riccardo Guasco: “Piemonte”

–       Francesco Bongiorni: “Torino”

–       Matteo Berton: “Palazzo Madama”

–       Anna Parini: “Democrazia”

La Fondazione Amendola si prepara e festeggiare i suoi primi 40 anni

Per celebrare i suoi primi 40 anni, la Fondazione Giorgio Amendola ha stilato un fitto programma di incontri di alto spessore culturale, che inizieranno venerdì 10 giugno e culmineranno domenica 12 giugno con la lectio magistralis dell’ex Presidente del Senato Pietro Grasso.

Venerdì 10 giugno alle ore 17.30 – Apertura delle celebrazioni.

Intervengono

  • Prospero Cerabona, Presidente della Fondazione Amendola;
  • Andrea Giorgis, Onorevole;
  • Mauro Laus, Senatore;
  • Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura del Comune di Torino;
  • Maria Grazia Grippo, Presidente del Consiglio comunale di Torino.

Sabato 11 giugno alle ore 10.30 – Convegno “I comunisti e la svolta europea”

Dialogo tra Gianni Cuperlo ed Enrico Morando.

Introduce Maria Sofia Ferrari della Fondazione Giorgio Amendola.

Modera Gianni Cherchia, Direttore scientifico della Fondazione Amendola.

Sabato 11 giugno ore 15.30 – Proiezione della docuserie su Giorgio Amendola realizzata con Arret Film

Intervengono

  • Daniele Viotti, Presidente dell’Associazione Europa aperta;
  • Davide Mela, regista della docuserie;
  • Carlotta Salerno, Assessora all’Istruzione della Città di Torino.

Modera Domenico Cerabona, Direttore della Fondazione Giorgio Amendola.

Domenica 12 giugno alle ore 11.30 – Presentazione del volume “Il Telero di Carlo Levi”

Intervengono

  • Brando Benifei. Eurodeputato;
  • Pino Mantovani, Storico dell’arte e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giorgio Amendola;
  • Augusto Ferraiuolo dell’Università di Boston e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Giorgio Amendola.

Modera Donatella Brancadoro della Fondazione Giorgio Amendola.

Domenica 12 alle ore 15.30 lectio magistralis di Pietro Grasso, già Presidente del Senato, su Gerardo Chiaromonte, presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 1987 al 1992.

Partecipa Mimmo Carretta, Assessore a Sport e Turismo della Città di Torino.

A Parigi con il piccolo Principe

E’ un’emozione indescrivibile visitare a Parigi, al Musée des Arts Décoratifs, la prima grande esposizione in un museo della Francia dedicata al Piccolo principe e poter ammirare il manoscritto originale del libro, proveniente dalla Morgan Library & Museum di New York.

Nelle sale espositive a due passi dal Louvre, À la rencontre du petit prince celebra uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, probabilmente l’opera più tradotta dopo la Bibbia tanto da contare edizioni in oltre cinquecento lingue e dialetti differenti. Una mostra composta da oltre seicento pezzi (acquerelli, schizzi e disegni, anche inediti, oltre a fotografie, poesie, ritagli di giornale, estratti delle corrispondenze) che raccontano le tante sfaccettature di Antoine de Saint-Exupéry che fu scrittore e poeta, aviatore e filosofo, esploratore e giornalista sempre animato da un profondo ideale umanista. “È una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto, abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a tutti i tentativi perché uno è fallito. È una follia condannare tutte le amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno di loro è stato infedele, buttate via tutte le possibilità di essere felici solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio“. Una frase che condensa il messaggio contenuto nell’opera più famosa di Saint-Exupéry, pubblicata il 6 aprile 1943 da Reynal e Hitchcock in inglese, e solo tre anni dopo in Francia. Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry era nato a Lione il 29 giugno del 1900 in una famiglia di antiche radici nobiliari ( uno dei suoi antenati aveva combattuto con gli americani a Yorktown, la battaglia che decise l’esito della Guerra di Indipendenza americana). Aviatore e scrittore francese, guardava all’avventura e al pericolo con gli occhi del poeta e, come si può leggere nelle pagine de Il Piccolo Principe, anche con quelli di un bambino. Di grande impatto emotivo sono i racconti dedicati ai voli aerei, tra i quali Volo di notteL’aviatore e Terra degli uomini. Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell’aeronautica militare francese e dopo l’armistizio nelle Forces aériennes françaises libres, schierate al fianco degli Alleati contro i nazisti. Il libro Let­tera al Gene­rale X e il senso della guerra, pubblicato nel 2014, propone una rac­colta di let­tere e brani (alcuni ine­diti in Ita­lia) di Saint-Exupéry, dove si possono leggere anche le ultime com­mo­venti parole scritte all’amico Pierre Dal­loz in una breve missiva che non fu mai spedita , datata 30 luglio 1944, il giorno antecedente il suo abbat­timento mentre era in volo sul mar Mediterraneo. Queste pagine rappresentano di fatto il testamento spirituale e artistico di uno dei più straordinari personaggi del Novecento, dove Saint-Exupéry racconta una storia diversa da quella del ragaz­zino dai capelli d’oro che apprende e soprattutto inse­gna. In questo libro l’autore si pre­senta al let­tore come aviatore e uomo in guerra  ma soprat­tutto come una persona alla quale stanno a  cuore la ricerca di un senso per l’uomo e per la vita, con domande sulle ragioni di tante cru­deltà e fol­lie che fanno parte del conflitto bellico. La sua morte in volo restò per molti anni misteriosa, finché nel 2004 venne localizzato e recuperato il relitto del suo aereo. Colpito da un caccia tedesco nel mare antistante la costa marsigliese, il Lockheed P38 Lightning a bordo del quale volava Antoine de Saint-Exupery si inabissò a una settantina di metri di profondità. Lo scrittore francese, partito in missione ricognitiva, era scomparso senza lasciar traccia all’alba del 31 luglio del 1944, poco dopo il decollo da una base in Corsica. Il 29 giugno del 2000, nel centenario della nascita, gli è stato intitolato l’aeroporto di Lione. Per raccontare in sintesi estrema l’insopprimibile spirito d’avventura che ne segnò l’intera, seppur breve vita, bastano forse queste poche parole: “Quando si arriva al futuro, il nostro compito non è di prevederlo, ma piuttosto di consentire che accada“. Merci pour tout, monsieur de Saint-Exupery.

Marco Travaglini

 

Il meccanico e l’inventore

Oggi Google e tutti gli amanti della tazzina celebrano l’invenzione, nella nostra città, Torino, della prima macchina da caffè espresso. 

 

L’inventore, giustamente festeggiato, era nato per l’appunto il 6 giugno, si chiamava Angelo Moriondo ma io vorrei qui esaltare, con un po’ di orgoglio, colui che con le sue mani costruì materialmente e, si immagina, diede un grosso contributo alla concezione dell’artefatto più amato dagli italiani.

Si tratta del “meccanico Martina”.

Ebbene sì: Martina come me e mi piace pensare che possa esistere una qualche parentela…

Ma quello che mi stupisce ed intristisce, è la sua anonimità.

Non sappiamo quale fosse il suo nome, non è stato tramandato, ma solo la sua qualifica: “Meccanico”.

E’ il destino di tantissimi artigiani che hanno contribuito alla costruzione del benessere del nostro Paese senza avere avuto modo di lasciare, a loro imperitura memoria, una firma che li facesse ricordare.

Il saper fare è forse la più potente delle armi con le quali possiamo ancora combattere e vincere la guerra che ci vede in campo in tutti i settori economici.

Ricordiamocelo sempre anche quando, per pudore o perché concentrato sulle cose concrete, chi lo merita non avrà apposto la sua firma.

Luca Martina

AL Museo Diocesano la Bolla di Papa Leone X per l’Istituzione dell’Arcidiocesi di Torino

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Rimarrà aperta fino al 6 giugno l’esposizione straordinaria nel Museo Diocesano della Bolla di Papa Leone X per l’Istituzione dell’Arcidiocesi di Torino “Cum Illius”, per ringraziare monsignor Cesare Nosiglia e dare il benvenuto al nuovo arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole.

L’esposizione si pone l’obiettivo di rappresentare l’importanza della realtà della Diocesi, ossia della Chiesa locale e viene, per l’occasione, esposta la bolla papale di Papa Leone X per l’istituzione dell’Arcidiocesi di Torino datata 21 maggio 1515. Il salotto, opera settecentesca di Paolo Antonio Paroletto, raffigura il miracolo eucaristico avvenuto a Torino il 6 giugno 1453, ritraendone il vescovo del tempo, Lodovico da Romagnano, proveniente da Carignano, che accolse in un calice l’ostia sottratta alla chiesa di Exilles e libratasi poi in alto, nello stupore generale del popolo.

Di questo vescovo viene esposta anche una pagina del suo breviario, il libro della preghiera quotidiana. Risale al secolo successivo la cinquecentina esposta e aperta in una delle pagine riguardanti la consacrazione di un Vescovo.

La bolla o lettera solenne proviene dalla Cancelleria pontificia di papa Leone X e sancisce la Costituzione del Vescovo di Torino in Arcivescovo in seguito all’erezione dell’Arcidiocesi, smembrata dalla sede metropolitana di Milano, e porta la data del dodicesimo giorno prima delle calende di giugno ( 21 maggio), del 1515. La pergamena è priva di sigillo plumbeo e si trova in condizioni discrete.

Di particolare interesse anche il paramento d’altare d’argento, attualmente collocato all’interno del Museo Diocesano di Torino, opera realizzata dalla bottega dell’argentiere Paolo Antonio Paroletto negli anni 1740/41. Si tratta, molto probabilmente, di un paliotto d’altare posizionato in origine all’interno della cattedrale ei San Giovanni Battista e che, in un secondo momento, dopo il 1797, venne spostato.

Pare ampiamente attestabile dalle documentazioni storiche come un grave incendio, verificatosi all’interno della Sacrestia del Duomo nel 1797, sia stato la causa delle vicende del depauperamento che hanno interessato il tesoro degli argenti, di cui faceva parte anche il paramento d’altare.

La scena rappresenta il cosiddetto “miracolo di Torino” del 6 giugno 1453, con il Vescovo  Ludovico da Romagnano che accolse in un calice l’ostia consacrata trafugata, inserita tra due imponenti volute che presentano fori a testimonianza dell’esistenza, in epoca antica, di importanti decori decurtati.

Nella parte centrale inferiore della scena emerge un putto alato, che si distingue da quest’ultima come elemento indipendente. La base risulta semplice e liscia, con un motivo decorativo a rosette, fissate mediante chiodi in ferro. Una piccola curiosità: per due volte ha scampato la fusione Zecca.

MARA MARTELLOTTA

Orario: venerdì, sabato, domenica, lunedì ore 11-18.

Ultimo ingresso alle 18.15

Museo Diocesano di Torino

Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi la vita alla corte di Napoleone

Domenica 5 giugno

Tra istantanee di vita, visite guidate alla scoperta dei “reali sensi” e del parco storico

 

 

Stupinigi con Saint Cloud, tra le residenze più amate da Napoleone e dalla sua famiglia. “Life, istantanee di vita di corte” metterà in scena domenica 5 giugno dalle 10 alle 18,30 uno spaccato della corte nel periodo napoleonico con dame vestite di impalpabili sete, preziosi gioielli e prestanti ufficiali.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi, capolavoro di Filippo Juvarra, voluto dai Savoia, è stato infatti il luogo di svago della corte imperiale e di Paolina Borghese Bonaparte, la bella e irrequieta sorella di Napoleone, venuta a Torino con il marito, il principe Camillo, governatore del Piemonte. L’evento è realizzato in collaborazione con i rievocatori de “Le vie del tempo” ed è compreso nel costo del biglietto.

Alle 11 è inoltre in programma la visita “Reali Sensi” sulle abitudini alimentari della corte con il racconto degli stili di vita della famiglia reale e di chi faceva funzionare l’ingranaggio del palazzo: i cuochi e la servitù. Durata dell’attività: 1 ora e 15 minuti circa. Prezzo: 5 euro (oltre al costo del biglietto).

Infine, in occasione di “Appuntamento in Giardino”, l’iniziativa del 4-5 giugno dell’APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia che si svolge in contemporanea in oltre 20 paesi europei, la FOM – Fondazione Ordine Mauriziano propone sempre domenica 5 giugno alle 15,30 la passeggiata guidata straordinaria “Leggere il Giardino” nel parco storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi chiuso al pubblico.

Muniti di caschetto di protezione, i visitatori potranno visitare i giardini di Stupinigi, dal cortile d’onore, al padiglione centrale, al giardino di levante, alla scoperta delle evoluzioni del parco interno alla Palazzina. Attraverso mappe e documenti storici le passeggiate ripercorreranno le fasi e gli stili del giardino, dal gusto alla francese del Settecento all’evoluzione del gusto romantico, fino ad arrivare al giardino Novecentesco risalente al periodo delle villeggiature della regina Margherita.

Il giardino della Palazzina di Caccia di Stupinigi venne progettato sul modello francese nel 1740 da Michel Bénard, direttore dei Reali Giardini, che riuscì ad elaborare il pensiero juvarriano di spazio aulico dinamicamente collegato con l’ambiente venatorio circostante. Nell’Ottocento si adeguò al nuovo gusto romantico di parco paesaggistico, senza però perdere l’originario assetto geometrico. Furono creati percorsi con andamento sinuoso, un laghetto con isola dotata di belvedere, un ponte in legno e fu realizzata persino una serra, nella parte orientale. Durata: 2 ore circa. Il costo del biglietto per accedere al percorso “Leggere il giardino” è di 13 euro e dà diritto a un biglietto a prezzo ridotto per la palazzina.

 

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

Biglietto: 12 euro intero; 8 euro ridotto

Gratuito minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011.6200634

 

 

Appuntamento in giardino con il Fai

Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano aderisce all’iniziativa di APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia

 

APPUNTAMENTO IN GIARDINO

sabato 4 e domenica 5 giugno 2022

 

Nei Beni FAI in Piemonte, interessanti iniziative per celebrare la ricchezza ambientale e culturale

del parco del Castello di Masino a Caravino (TO) e del Castello della Manta (CN)

 

Sabato 4 e domenica 5 giugno 2022 torna “Appuntamento in Giardino”la manifestazione promossa da APGI – Associazione Parchi e Giardini d’Italia nata in accordo con l’iniziativa “Rendez-vous aux jardins”, che si svolgerà in contemporanea in numerosi Paesi europei. Un’autentica festa del verde, pensata per invogliare il grande pubblico a vivere i parchi e i giardini del nostro Paese e a scoprire la straordinaria ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica che li caratterizza, grazie al racconto di esperti e a interessanti attività a tema. Il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano aderisce all’iniziativa con dodici suoi Beni aperti al pubblico, tra cui anche due in Piemonte: il Castello di Masino a Caravino (TO) e il Castello della Manta (CN).