Di Pier Franco Quaglieni
Con l’inizio del nuovo anno, riprendono le attività dell’associazione culturale
Il primo appuntamento è la serata di presentazione del calendario delle iniziative del 2020, calendario che si presenta particolarmente ricco di nuove proposte. Quest’anno il Direttivo ha deciso di dedicare più spazio all’organizzazione di iniziative indirizzate ai soci e agli amici che da tempo sostengono l’attività dell’Associazione.
“Il magico potere della comunicazione olfattiva”
giovedì 6 febbraio ore 18.30
Fondazione Paideia Onlus – via Moncalvo 1 Torino.
Patrizia Balbo, consulente di marketing olfattivo e studiosa di simbologia e astrologia, propone un viaggio nel tempo e nella storia, attraverso l’evoluzione dell’Arte del profumo e del Linguaggio dello Zodiaco.
COME PARTECIPARE
La serata, con aperitivo in chiusura, è aperta ad accompagnatori ed amici e l’offerta minima è di 10 euro per i soci e 12 euro per i non soci che potete versare anticipatamente con bonifico bancario sul c/c dell’Associazione o pagare in loco. In ogni caso, la prenotazione dei posti va fatta entro lunedì 3 febbraio, scrivendo alla casella mail infoamicivilladellaregina@gmail.com
Questo primo incontro sarà anche l’occasione di rinnovare la quota di adesione 2020 per chi non avesse già provveduto oppure di associarsi per la prima volta all’associazione.
Anche per il 2020 la quota è rimasta invariata a 100 euro che diventano 85 se ci si iscrive in coppia (1 socio deve essere nuovo).
Riprendono anche gli incontri con lo storico dell’arte Luca Avataneo, che sarà presente all’evento del 6 febbraio e illustrerà il programma di visite organizzato per l’associazione.
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Mariateresa Buttigliengo, presidente dell’associazione, nella foto di Daniela Foresto pubblicata da ScattoTorino
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La battaglia di Roma 170 anni dopo
Interverranno Umberto LEVRA, Presidente del Museo Nazionale del Risorgimento e Pier Franco QUAGLIENI
VENERDÌ 7 FEBBRAIO alle ore 15,30 nella Sala Cinema del Museo del Risorgimento (Via Accademia delle Scienze, 5), verrà proiettato il film di Luigi Cozzi “LA BATTAGLIA DI ROMA 1849”, ispirato al libro di Giovanni Adducci “Un garibaldino a casa Giacometti” premiato dal Centro “Pannunzio”.
Interverranno Umberto LEVRA, Presidente del Museo Nazionale del Risorgimento e Pier Franco QUAGLIENI.
A 170 anni dagli avvenimenti, il film ricostruisce la storia della Repubblica Romana nata nel febbraio del 1849. Governata da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi, ebbe vita breve a seguito dell’intervento dell’esercito francese (Battaglia di Roma, luglio 1849), ma rappresentò uno dei momenti più alti del Risorgimento: la sua Costituzione fu una delle più democratiche d’Europa, le leggi della Repubblica consentivano la libertà di culto, la laicità dello Stato, la separazione dei poteri, la libertà d’opinione.
I posti sono limitati, per cui è necessaria la prenotazione: tel. 3488134847 o email info@centropannunzio.it
La determinante memoria della Shoah
Settantacinque anni fa, il 27 gennaio del 1945, le truppe russe varcavano i cancelli di Auschwitz, portando davanti agli occhi e alla coscienza del mondo l’orrore uno dei più orribili buchi neri della storia
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Di Marco Travaglini
“La memoria è determinante… perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Con la memoria si possono fare bilanci, considerazioni, scelte, perché credo che un uomo che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita”.
Così scriveva, con grande chiarezza, Mario Rigoni Stern. Una di queste date determinanti per la memoria è stata scelta per celebrare la Giornata della Memoria, stabilita per legge dalla Repubblica italiana nel 2000 allo scopo di ricordare l’orrore della Shoah. Settantacinque anni fa, il 27 gennaio del 1945, le truppe russe varcavano i cancelli di Auschwitz, portando davanti agli occhi e alla coscienza del mondo l’orrore uno dei più orribili buchi neri della storia. Quei corpi ammassati, i volti scavati e spenti dei pochi sopravvissuti, i resti di baracche, camere a gas, forni crematori rappresentavano l’oscenità dell’ideologia nazista e del suo razzismo omicida, esploso al centro dell’Europa, umiliando popoli, negando ogni barlume di civiltà. Auschwitz è stato uno dei più tragici emblemi della perversione criminale del Terzo Reich di Adolf Hitler, quintessenza della metodicità nell’azione assassina, dell’odio razziale divenuto sistema, della macchina lugubre e solerte dello sterminio di massa, sostenuta da una complessa organizzazione che coinvolse buona parte della società tedesca.
La storia dell’umanità e, in particolare, il “secolo breve” è costellata di stragi, uccisioni, genocidi. Il “secolo delle guerre”, ha visto dai primi anni del ‘900 fino al tramonto con gli ultimi bagliori delle guerre balcaniche più di 50 conflitti armati con oltre 185 milioni di morti, di cui l’80% civili. Le vittime dei conflitti, dell’odio e delle discriminazioni sono state tantissime, ma la Shoah – per la sua micidiale combinazione di delirio razzista, volontà di sterminio, pianificazione burocratica, efficienza criminale – resta un caso unico nella storia europea. Agli internati venivano negati il nome, gli affetti, la memoria e il futuro, il diritto a essere persone. L’unico sentimento del quale potevano disporre, secondo i loro carnefici, era la paura. Quando si nega a milioni di individui inermi non soltanto l’appartenenza al genere umano, ma lo stesso diritto di esistere, il passo successivo è l’uccisione a sangue freddo, senza nessuna remora o pentimento. Le misure persecutorie messe in atto dal regime fascista con le leggi razziali del 1938, la schedatura e la concentrazione nei campi di lavoro, favorirono enormemente l’ignobile lavoro dei carnefici delle SS. Dopo l’8 settembre, il governo di Salò collaborò attivamente alla cattura degli ebrei che si trovavano in Italia e alla loro deportazione, un altro capitolo di una vicenda orribile che rappresenta uno dei passaggi più bui e infamanti della nostra storia. Ancora oggi, e forse addirittura più che nel recente passato, il compito di custodire e tramandare la Memoria, perché non si attenui e non si smarrisca mai, è determinante per evitare il rischio di nuove tragedie. Lo è perché focolai di odio, intolleranza, razzismo sono presenti nella nostra società e il demone dell’antisemitismo è tornato ad affacciarsi in Europa e in Italia. Il 14 gennaio 2020 è stata pubblicata la prima ricerca italiana sulle discriminazioni curata da Euromedia Research per conto dell’Osservatorio Solomon. Secondo le rilevazioni si osserva la presenza di una percentuale di antisemiti dichiarati. Secondo il sondaggio l’1,3% degli italiani ritiene che la Shoah sia una leggenda, il 10,5% giudica, invece, che durante la Shoah non siano morti 6 milioni di ebrei, e il 49% è convinto che il settore economico-finanziario sia controllato totalmente dagli ebrei. Un dato impressionante se consideriamo che si tratta delle pietre angolari su cui il nazifascismo costruì la sua propaganda.
Riserva delle sorprese anche la percezione del numero degli ebrei italiani: il 36,6% degli intervistati ritiene che siano il 2%-10% della popolazione italiana. Oggi gli ebrei in Italia sono sotto le 30 mila unità, quindi appare ovvio una percezione esagerata riguardo alla loro presenza. Di fronte a questo quadro sarebbe un errore tremendo minimizzarne la pericolosità. Far riemergere dalle tenebre del passato fantasmi, sentimenti, rigurgiti razzisti e diffondere la predicazione dell’odio, amplificandola a dismisura con i nuovi mezzi di comunicazione in rete, inquieta e preoccupa. Contro il razzismo e la violenza dell’intolleranza servono coraggio e determinazione. E’ indispensabile consolidare i principi di democrazia, libertà, tolleranza, eguaglianza, convivenza. Per questo la Memoria, custodita e tramandata, è un antidoto indispensabile contro gli orrori del passato, rammentando la nostra Carta Costituzionale che, all’articolo 3, afferma solennemente che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Un’indicazione che rappresenta un monito. Il presente che viviamo tutti i giorni ci indica che di questo monito vi è più che mai bisogno.
Ventisette pezzi originali tra spade, sciabole, coltelli, pugnali, lance e moschetti provenienti da un’area geografica molto ampia compresa tra il Medio Oriente e il sud-est asiatico si aggiungono alla già vastissima collezione dell’Armeria Reale che conserva una delle più ricche collezioni di armi e armature antiche del mondo
Sono pezzi eccezionali, mai esposti prima, custoditi da decenni nei depositi dell’Armeria e finalmente ora venuti alla luce e presentati al pubblico in un allestimento permanente in una delle storiche vetrine della Rotonda di fianco alla Galleria del Beaumont.
Gli oggetti, di grande qualità e bellezza, appartengono a un nucleo di 500 esemplari e le origini della raccolta risalgono al 1839, anno in cui l’Accademia delle Scienze di Torino donò una quarantina di oggetti che l’esploratore piemontese Carlo Vidua aveva raccolto nei Paesi dell’estremo oriente. A questi si aggiunsero in seguito i doni diplomatici offerti a re Carlo Alberto e ai suoi successori. La collezione esposta nella nuova vetrina della Rotonda comprende armi di vario tipo. Troviamo una spada da cerimonia del Cinquecento donata a re Vittorio Emanuele III da una missione diplomatica dello Yemen, la sciabola regalata dal sovrano del Siam a re Umberto I, la cui impugnatura termina con un Naga a tre teste, il mitico serpente che custodiva i tesori del regno e poi c’è la splendida “kilic”, la sciabola che riporta sulla lama iscrizioni in caratteri arabi che esaltano la figura del profeta Maometto e sul fodero il nome di Solimano il Magnifico, sultano dell’Impero ottomano dal 1520 al 1566.
Lance giavanesi decorate con il caratteristico disegno del “pamor” che appare in seguito al trattamento della superficie dell’acciaio, altre sciabole e pugnali di manifattura ottomana e persiana, moschetti e archibugi di acciaio rivestiti in argento parzialmente dorato, di lavorazione arabo-indiana, completano l’esposizione. In molti casi le lame sono in damasco wootz, un acciaio particolare prodotto dal IV secolo nell’India del nord e in Persia mentre le decorazioni sono spesso realizzate a “koftgari”, un tipo di damaschinatura di origine indiana con cui si applicavano all’acciaio metalli preziosi come l’oro e l’argento. L’Armeria Reale di Torino, fondata da Carlo Alberto nel 1837, conserva numerosi tipi di armature, armi bianche e da fuoco, dalle armi archeologiche a quelle medievali e cinquecentesche, una raccolta di armature e armi dei Savoia, cimeli napoleonici, armi orientali e una collezione di bandiere.
Suggestivo e piacevole il percorso per raggiungere l’Armeria reale: si entra a Palazzo Reale, si sale al primo piano e si attraversano gli appartamenti reali fino a raggiungere la Galleria del Beaumont con cavalieri armati e vetrine stipate di armi. L’orario di visita dell’Armeria Reale: da martedì a domenica ore 9-19, lunedì ore 10-19, la biglietteria è all’ingresso di Palazzo Reale.
Filippo Re
Quasi 80.000 visitatori nel 2019
Sono state 79.195 le presenze complessive al Polo del ‘900 nel corso del 2019, circa il 18% in più rispetto al 2018 (67.220). L’aumento è del 39% rispetto ai dati del 2017 (57.000). Se si considerano anche le iniziative del Polo e dei suoi enti realizzate sul territorio, le presenze complessive salgono a 97.800.
< I risultati del 2019 confermano la validità dell’offerta che il Polo del ‘900, insieme allo straordinario lavoro dei 22 Enti partner, costruisce con e per la cittadinanza. Oggi possiamo dire con certezza che il Polo è un punto di riferimento per studenti, insegnanti, ricercatori ma anche per le molte persone che vivono gli spazi come luogo di incontro e confronto – spiega Sergio Soave, presidente della Fondazione del Polo del ‘900 – Il 2019 è stato segnato da un altro importante riconoscimento, a parte quello dei cittadini: il Premio cultura di Gestione di Federculture che ha premiato il Polo del ‘900 come esempio di gestione innovativa a livello nazionale>
Nell’anno si sono registrate 22.200 presenze nelle sale lettura, più di 15.000 partecipanti alle attività educative (+21% rispetto al 2018) e ulteriori 31 mila partecipanti alle iniziative e agli incontri proposti (+42%). Un dato di crescita complessivo che riguarda tutte le dimensioni di offerta: dall’accesso ai patrimoni dei 22 enti culturali, alle attività didattiche, alla partecipazione alle più di 840 tra iniziative, incontri, presentazioni e attività performative realizzate, all’utilizzo libero dello spazio come luogo di lettura, di partecipazione e di approfondimento.
<Nell’ultimo anno abbiamo introdotto alcune novità che si sono rivelate vincenti – commenta Alessandro Bollo, Direttore della Fondazione Polo del ‘900 – come l’apertura del Cortile di San Daniele che ha arricchito la proposta culturale del Polo, fornendo ai cittadini uno spazio estivo all’aperto per teatro, cinema e musica e il lancio della caffetteria e del bookshop. Numerosi sono stati i convegni, i workshop e i dibattiti sulle tematiche più attuali dal lavoro alla sostenibilità, dall’immigrazione ai muri, dai diritti all’innovazione civica. Pronte tante novità anche per il 2020, conservando l’obiettivo di fornire ai cittadini uno spazio culturale dove approfondire e riflettere sulle grandi domande e sulle sfide del presente
Non solo presenze fisiche ma anche gradimento virtuale, online.
In crescita i contenuti di 9centRo la piattaforma digitale degli archivi che rende disponibili e accessibili i patrimoni culturali custoditi, nel 2019 passata da 100 mila a 400 mila contenuti digitali online, con una crescita degli utenti online del 39%.
Ecco nel dettaglio la stima delle presenze per ogni singola attività:
Le attività didattiche
Le attività didattiche proposte per l’anno 2019 hanno coinvolto 15.500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado e 733 insegnanti. Il 60% proviene dalla scuola secondaria di secondo grado, il 36% dalla scuola secondaria di primo grado e il 4% dalla primaria.
Le iniziative culturali
Nel 2019 la partecipazione alle iniziative, agli spettacoli e agli allestimenti temporanei è stata pari a 31.132 presenze.
Le iniziative proposte al Polo sono state 842, fra cui 256 incontri, 174 laboratori, 42 proiezioni cinematografiche, 52 spettacoli teatrali e musicali. Se si considera anche le attività realizzate sul territorio si arriva a un complessivo di 879 iniziative.
La composizione del pubblico
Il 42% delle persone che hanno partecipato alle iniziative è pubblico nuovo, che non era ancora venuto al Polo. Aumenta il pubblico giovanile under 35 che passa dal 28% del 2018 al 32% del 2019
Il 70% arriva da Torino, il 18% dal Piemonte e il 12% dalle altre regioni. Si tratta di pubblico composto per il 49% da utenti professionalmente occupati, il 28% pensionati, 16% studenti e 7% non occupati.
Analizzando i dati dei tesserati (che utilizzano i diversi servizi) si evince come il 65% sia under 35 e il 40% provenga da fuori Torino.
Porte aperte alla GAM di Torino e incontro con Luca Pannoli a conclusione del progetto inserito in “Luci d’Artista”
Sabato 18 e domenica 19 gennaio
Saranno due giornate di grande festa all’insegna dell’arte contemporanea, nelle sue varie espressioni e nella sua potenzialità di parlare e suggerire creatività e forza inventiva ai ragazzi e ai giovani, quelle organizzate sabato e domenica, 18 e 19 gennaio prossimi, presso il Dipartimento Educazione GAM (in via Magenta 31, a Torino), a conclusione del progetto “Segni Segnali Simboli”, seconda edizione di “Incontri illuminanti con l’arte contemporanea – Luci d’Artista” promossa dalla Città di Torino e dalla Circoscrizione V.
Il progetto, ispirato all’opera “L’amore non fa rumore” del visual artist torinese (fondatore dello studio multidisciplinare “ONDESIGN”) Luca Pannoli, quest’anno collocata in piazza Montale per “Luci d’artista”, ha visto coinvolti più di mille bambini e ragazzi tra scuole primarie e secondarie della Città di Torino, che hanno partecipato, tra il mese di ottobre e gennaio, alle proposte del Dipartimento Educazione GAM (con l’attività IN-VESTE), alle Attività Educative e Formative del PAV Parco Arte Vivente (con il progetto GREEN PARADE) e alle attività performative proposte da Stalker Teatro/Officine Caos.
Gli esiti dei laboratori, seguiti dai ragazzi con grande interesse e attiva partecipazione, saranno sono esposti in una specifica mostra allestita negli spazi della GAM in via Magenta.
Il programma delle due giornate:
Sabato 18 gennaio 2020 ore 10 – Sala 1 GAM – via Magenta, 31
“INCONTRO ILLUMINANTE” CON LUCA PANNOLI
L’artista, autore dell’opera “L’amore non fa rumore” (incentrata sui “rapporti realtà/finzione, segno/messaggio e identità/memoria quali emblemi della contemporaneità”) e il direttore della GAM, Riccardo Passoni, saranno a disposizione del pubblico in un dialogo aperto ad impressioni e contributi relativi all’esperienza. Al termine inaugurazione della mostra con la presenza dell’Assessora comunale alla Cultura Francesca Leon e del Presidente della Circoscrizione V Marco Novello. Evento aperto a tutti.
Sabato e domenica ore 15 – Area Education GAM – Via Magenta, 31
“PERFORMANCE GREEN PARADE. Segni, Segnali e Simboli della natura senza voce”
A cura delle AEF/PAV Parco d’Arte Vivente
Sabato e domenica dalle 10 alle 18 – Area Education GAM – Via Magenta, 31
“MOSTRA ILLUMINANTE \ DIP.ED. GAM, AEF/PAV E STALKER TEATRO”
Per condividere i risultati positivi del percorso di avvicinamento all’Arte Contemporanea, le famiglie dei ragazzi e bambini che hanno partecipato alle attività sono invitate alla GAM, secondo un calendario concordato, con ingresso gratuito al museo. In programma, una grande festa che prevede un percorso alla scoperta di alcune opere della Collezione Permanente individuate durante il progetto, e l’esposizione degli elaborati prodotti dagli studenti durante gli incontri alla GAM, al PAV – Parco Arte Vivente e alle Officine CAOS con StalkerTeatro.
Info GAM-Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429630 o www.gamtorino.it / infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it
g.m.