STORIA- Pagina 118

Quaglieni ricorda Napoleone a 200 anni dalla morte

Giovedì 6 maggio alle ore 18 sulla pagina Facebook del Centro “ Pannunzio”, lo storico Pier Franco Quaglieni ricorderà, nel bicentenario della morte, Napoleone Bonaparte.

Una riflessione storica su un personaggio politico decisivo tra Settecento ed Ottocento, tra Francia post rivoluzionaria, Italia occupata, Europa dilaniata dalla guerra. Napoleone verrà storicizzato come uomo di progresso e contemporaneamente un tiranno. L’attrice Milli Conte leggera’ “Il 5 maggio” di Alessandro Manzoni.

La Commissione Europea inserisce il Parco Storico nella EU Geen Week 2021

Il Parco Storico del Castello Reale di Moncalieri entra ufficialmente, con una visita guidata, nel panel di eventi e iniziative selezionati dalla Commissione Europea per la Eu Green Week 2021.

La conferma è arrivata velocemente, proiettando “Moncalieri città nel verde” in uno dei più significativi progammi internazionali di sensibilizzazione e impulso all’“obiettivo inquinamento zero”.

Un focus qualificato, in calendario in tutti i paesi dell’Unione dal 31 maggio al 4 giugno, su progetti per il clima, strategia in materia di sostanze chimiche e altri programmi nel campo di energia, industria, mobilità, agricoltura, pesca, salute e biodiversità.

La candidatura del Parco Storico nell’area tematica “promozione della salute e del benessere” è stata avanzata dall’Assessorato alla Cultura insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Univeristà di Torino (Disafa). “La conferma dell’inserimento del progetto su cui investiamo le nostre energie migliori da 6 anni e della sua qualità è arrivata non a caso giovedì, Giornata mondiale della Terra – commenta con palese soddisfazione l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Potremo così dare la giusta visibilità, ben oltre i confini nazionali, non solo alla visita guidata che faremo il 4 giugno, ma anche alla nostra città e al suo prezioso patrimonio verde, su cui abbiamo puntato le strategie peculiari della nostra proposta e del nostro mandato. Dai convegni internazionali ‘Dialoghi sul paesaggio’ e ‘Si può fare’ al Premio della Rosa, dagli itinerari sul Po in dragon boat a Fiorile, l’evento che ogni anno a ottobre chiude le nostre stagioni culturali”.

Al via le prenotazioni per visitare i castelli del Fai

Da giovedì 29 aprile riapriranno, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza sanitaria i Beni FAI in Piemonte

  • Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) – nella foto
  • Castello della Manta (CN)

Nei fine settimana i Beni riapriranno su prenotazione obbligatoria entro al massimo 24 ore prima

Maggiori informazioni sulla riapertura verranno comunicate nei prossimi giorni alla luce delle disposizione governative

e saranno disponibili sul sito www.fondoambiente.it

La casa di Cagliostro, mistero in via Barbaroux

La misteriosa storia della casa di Cagliostro, enigmatico personaggio che passò da Torino per due volte

Casa di Cagliostro
Il Conte Alessandro Cagliostro

Anche ultimamente, i pareri di storici ed esperti non sono concordi nel definire la figura dell’enigmatico Alessandro  Cagliostro. Chi lo ritrae come un potente occultista e chi, invece, lo descrive come un avventuriero senza scrupoli. Sempre fiancheggiato dall’avvenente moglie Lorenza Serafina Feliciani, che sfruttò ripetutamente a proprio vantaggio, riuscì a truffare mezza Europa.

Nato a Palermo nel 1743, fin dalla primissima gioventù, il giovane Cagliostro inanellò una lunghissima sfilza di truffe, risse e litigi, e rocambolesche fughe. Personalità narcisista e spregiudicata, si appassionò di scienza ed alchimia, a cui seguì una deriva verso la mistificazione e all’inganno. Tutta la sua vita sarà un alternarsi di trionfi e cadute in disgrazia.

Basti ricordarel’Affare della collana”, per definire meglio il personaggio. Nel 1776, Cagliostro fu implicato in una speculazione economica ai danni del Re di Francia Luigi XVI, che lo porterà irrimediabilmente alla rovina.

Il conte tentò infatti di vendere una preziosissima collana di diamanti al Re, ma quando la speculazione venne a galla, scoppiò un tale scandalo da mettere in grande imbarazzo la Monarchia. Re Luigi XVI e Maria Antonietta, accusati dal popolo di pensare esclusivamente ai propri lussi, di lì a poco avrebbero pagato dazio, aprendo così la strada alla Rivoluzione Francese.

 

La casa di Cagliostro in via Barbaroux

A Torino, Cagliostro trascorse due brevi soggiorni. Del primo, sotto il regno di Carlo Emanuele II, non si sa molto. Giuseppe e Lorenza dimorarono in un palazzetto all’angolo di via Barbaroux con la piazzetta dell’Università dei Maestri minusieri.

Casa di Cagliostro - Prima della ristrutturazione
Casa di Cagliostro – Prima della ristrutturazione

La scelta della casa fu particolarmente attenta, dettata dalle nozioni di numerologia e astrologia della coppia: il palazzo ospitava il Caffè Saturno, noto circolo esoterico, e si trovava al civico 25 (oggi il 27) di via Barbaroux.

Casa di Cagliostro - Dopo la ristrutturazione
Casa di Cagliostro – Dopo la ristrutturazione

La somma fa 7, numero alchemico che indica la Grande Opera. Dopo decenni di degrado e di vani tentativi di porvi rimedio, la maledetta “casa di Cagliostro”,  è stata recentemente restaurata. Il Caffè Saturno non esiste più, ma l’isolato attorno a Palazzo Siccardi (oggi sede della nuova Biblioteca civica Guidetti Serra) trasmette ancora un inquietante profumo di mistero.

La seconda visita a Torino

Cagliostro tornò una seconda volta a Torino nel 1788, ma la sorte non fu certo favorevole al “Mago”.

La sua fama di imbroglione, unita alle voci della fuga dalla Francia dopo il caso della collana,  lo aveva purtroppo preceduto presso la corte del Re Vittorio Amedeo III. Grazie all’intercessione di alcuni potenti cortigiani, il Re (piuttosto interessato a tutto ciò che concerneva l’occultismo massonico) lo ricevette comunque malvolentieri.

Casa di Cagliostro - Torino nel 1790
Torino nel 1790

Il conte, contrariato, forse per vendicarsi di una lunga anticamera, omaggiò Vittorio Amedeo III di un libro maledetto. Per di più, le sue profezie non accolsero i favori del sovrano che, impaurito dalle parole di  Cagliostro ed interpellati i suoi consiglieri, liquidò la coppia con un “Consilium Abeundi”, cioè un elegante “foglio di via“. Abbandonando Torino alla volta di Genova, sembra che Cagliostro abbia lanciato una maledizione sulla città sabauda.

I due Carando, ma Ettore è dimenticato

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

I  fratelli Carando furono due partigiani che vennero trucidati nel 1945 a Villafranca Sabauda, ora Piemonte.

Ennio Carando era un professore liceale di filosofia di convinzioni comuniste molto radicate  che si buttò con passione  nella Resistenz , diventando ispettore delle divisioni Garibaldi del Cuneese.

E’ stato  anche  ricordato a Savona dove insegnò e dove l’egemonia dell’Anpi è soffocante e totalizzante. Il prof. Ennio Carando venne insignito di Medaglia d’oro al Valor Militare. Subì la stessa terribile  sorte il fratello Ettore, capitano di Artiglieria in Spe , che venne invece  decorato solo di Medaglia d’Argento al Valor Militare. L’eroismo dei due fratelli fu identico. Subirono atroci torture e non parlarono , affrontando  la morte con dignità, onore  e coraggio.

Io conobbi la vedova di Ettore che mi fece leggere l’ultima, affettuosa  lettera del marito a lei dedicata  in cui si faceva esplicito riferimento al suo giuramento di fedeltà  alla Patria e al Re  che l’aveva mosso a diventare un resistente. Anche Vittorio Prunas Tola mi disse dei due fratelli Carando. Prunas con i suoi figli era stato anche lui un  eroico patriota nella zona di Villafranca e negli anni Sessanta sottolineava il differente trattamento avuto dai due fratelli. Anche Valdo Fusi era indignato per la differenza di trattamento che penalizzò anche il suo amico Silvio Geuna che si offrì  al plotone di esecuzione del Martinetto al posto del Generale Giuseppe Perotti.  L’ufficiale  Carando venne presto dimenticato, mentre il professore di filosofia fu esaltato persino da Ludovico Geymonat  che vide in lui un esempio socratico. La sua opera di saggista ,mera divulgazione, appare anche oggi molto modesta, propria di un professore liceale troppo  distratto dalla politica e dal fanatismo ideologico. Un episodio che la dice lunga su certa cultura ideologizzata. Conobbi la vedova di Ettore che era una professoressa ancor giovane e avvenente , ma con sorriso triste: non aveva voluto risposarsi ed    era umiliata e indignata per il modo in cui era stato trattato il marito Già allora anche le Medaglie erano distribuite con criteri politici .L’Anpi era decisiva .  E la cosa è andata avanti così negli anni. Il capitano del R .Esercito Ettore Carando attende ancora giustizia, senza nulla togliere al fratello comunista. E il comune di Villafranca forse dovrebbe onorare Ettore. Solo Torino ha dedicato una via periferica ai due eroici fratelli  in  base ad un mio personale e discreto interessamento, volto a ricordare anche  il nome di Ettore. L’idea iniziale era quella di ricordare il solo Ennio.

 

Il Castello di Moncalieri apre a 130 mila visitatori con CodyTrip

Il Castello Reale di Moncalieri mette un piede nel futuro: venerdì pomeriggio la tappa moncalierese della telegita CodyTrip ha consentito a 130.000 persone di collegarsi in contemporanea, da più di 1.000 città, in Italia e all’estero, alla prima visita guidata virtuale degli splendidi appartamenti reali del Castello e del centro storico. 

Con tanto di piccoli fan che, conoscendo il programma ed essendosi collegati dalle loro classi fin dal giorno prima alla gita, hanno pattugliato la centrale piazza Vittorio Emanuele sperando di poter incontrare – e magari chiedere un autografo – a “quelli di CodyTrip”.

“Numeri elevatissimi, una stupenda immagine data del nostro territorio – esprime soddisfazione l’assessore alla Cultura Laura Pompeo, ringraziando il professor Alessandro Bogliolo, infaticabile ideatore e performer di ogni momento della telegita, insieme allo staff di Città Metropolitana coordinato da Elena Deambrogio – Un lavoro di squadra piacevole e riuscito (reso possibile anche dalla disponibilità del direttore del Castello Laura Moro, del direttore del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Guido curto, con lo staff di guide che hanno condotto magistralmente la visita agli appartamenti) sulla linea dell’innovazione, della cultura e del turismo”. Per nulla scontato anche il fatto che Moncalieri venisse inserita nel programma, per il quale l’assessore si è spesa nelle scorse settimane, “un’operazione di promozione e di marketing territoriale senza precedenti, che anticipa e favorisce le prossime aperture”.

Omaggio a Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano a Mauthausen

Mercoledì 5 Maggio, 76° anniversario della liberazione del lager di Mauthausen, l’Associazione “La Memoria Viva – Umanità senza confini” di Castellamonte (To) presenterà il documentario “Da Adolescente a Stück 76430”, dedicato a Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano.

L’evento, con il patrocinio del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, si articolerà nell’arco della giornata con una serie di iniziative che si svolgeranno nel rispetto rigoroso delle norme imposte dalla pandemia. Dalle ore 9.00 alle ore 13.00, presso l’Ufficio Postale di Castellamonte, ci sarà un annullo filatelico speciale predisposto da Poste Italiane per ricordare la figura di Marcello Martini.

Dalle 15.00, sui social (Facebook e Youtube) e sul sito dell’Associazione (www.lamemoriaviva.it) verrà presentato in prima visione il docufilm che rimarrà in seguito a disposizione di tutti per la libera visione.  Dalle 16,30 , al termine della proiezione,  in diretta streaming (sempre sui social, Facebook e Youtube) e sul sito de La Memoria Viva  si terrà un incontro virtuale dal titolo “76430, il dovere della testimonianza”. Marcello Martini è scomparso a 89 anni il 14 agosto del 2019. Nato a Prato il 6 febbraio del 1930 fu, a soli 14 anni, il più giovane tra i deportati politici italiani sopravvissuto al campo di Mauthausen, dove era stato registrato con il numero 76430, prima di essere assegnato ai lavori forzati nell’industria bellica tedesca nel sottocampo di Hinterbrühl. Martini si trovò coinvolto giovanissimo con la sua famiglia nelle attività clandestine di resistenza al nazifascismo, in sostegno all’emittente clandestina Radio CORA. Il padre di Marcello, Mario Martini, da sempre repubblicano e antifascista, era comandante militare della zona di Prato in rappresentanza del CLN locale, con il nome di battaglia “Niccolai”. Quando le attività della radio clandestina furono scoperte nel giugno 1944, anche l’intera famiglia Martini fu arrestata a Montemurlo (dove erano sfollati), con l’eccezione del padre che riuscì a fuggire. Mentre la mamma e la sorella furono detenute al carcere di Santa Verdiana a Firenze (dal quale furono fatte evadere dai partigiani circa due mesi dopo), Marcello fu subito trasferito al campo di Fossoli e successivamente deportato nella fortezza del lager austriaco di Mauthausen. Pochi mesi prima della sua scomparsa, nel corso di una lunga intervista, aveva raccontato tutta la sua vita, dai giorni dell’arresto fino alla liberazione, e poi alla decisione di impegnarsi nel raccontare ai giovani l’orrore e  l’infamia della deportazione. Il dovere della testimonianza lo appassionò, rendendolo protagonista di innumerevoli incontri e viaggi con gli studenti fino alla fine.  Il racconto della sua vita, contenuto nel docufilm, è arricchito dai commenti della famiglia – la moglie,  professoressa Mariella Meucci, e la figlia Alessandra – introdotti dall’attrice Margherita Fumero che nell’altro docufilm prodotto dall’Associazione canavesana  (“70072: la bambina che non sapeva odiare”) ha interpretato Lidia Maksymowicz, collegando così idealmente Auschwitz-Birkenau a Mauthausen, l’indelebile numero 70072 di Lidia con il 76430 di Marcello. Molti giovani hanno conservato un ricordo indelebile di Marcello Martini e nel documentario lo restituiscono con una serie di testimonianze appassionate e commoventi. Il documentario  e la registrazione dell’incontro “76430, il dovere della testimonianza”, verranno messi a disposizione con un apposito supporto informatico (una chiavetta di memoria usb) a tutte le scuole ed enti che ne faranno richiesta, e rimarranno per sempre negli archivi dell’ Associazione e usufruibili liberamente on line.

Marco Travaglini

La Palazzina di Caccia lancia in streaming una visita virtuale unica

La Palazzina di Caccia di Stupinigi ha chiuso le sue porte fisiche per l’emergenza sanitaria, ma ha aperto le porte digitali per interagire con il pubblico. Tra dirette facebook, racconti social di straordinari arredi, laboratori online per famiglie, approfondimenti #aportechiuse sui singoli ambienti, sono state superate le 100mila visualizzazioni, con una crescita costante, nell’ultimo anno, del numero di followers su Facebook e Instagram.

Da lunedì 26 aprile la Palazzina di Caccia di Stupinigi ha aperto di nuovo i cancelli al pubblico, contingentando gli ingressi e applicando tutte le regole in vigore per una visita in sicurezza, rafforzando allo stesso tempo l’esperienza online con l’avvio di una nuova e innovativa piattaforma streaming personalizzata. Il nuovo servizio non utilizza le più comuni piattaforme e non si limita a virtual tour attraverso immagini statiche o con la ormai diffusa tecnologia Google Street View, ma per la prima volta in campo museale offre una vera e propria visita virtuale totale, narrata da Serena Fumero, referente per la Didattica, sala dopo sala, alla scoperta di opere, arredi e curiosità, per una durata complessiva di 45 minuti.

La fruizione online e on-site «non vuole essere un’offerta alternativa – spiega Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Caccia di Stupinigi – ma complementare. Noi non abbiamo mai chiuso, in realtà, perché siamo sempre stati presenti online e vogliamo continuare a farlo offrendo questo nuovo servizio. La visita virtuale è pensata per chi preferisce rimanere a casa, per chi è distante fisicamente, ma anche e soprattutto per chi vuole conoscere la Palazzina prima della visita reale».

Oltre alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, si potrà visitare virtualmente anche la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, uno dei più celebri esempi del gotico internazionale, ed è in fase di preparazione anche la visita guidata dell’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, uno dei più grandi monumenti medioevali del Piemonte. Sono state inoltre attivate modalità di visite online anche per le scuole.

Tutte le attività Facebook online di approfondimento saranno mantenute: “I Venerdì di Stupinigi”, ciclo di approfondimenti dentro e fuori il museo in programma tutti i venerdì all’ora del tè; “I racconti del Centro a Stupinigi” con protagonisti gli arredi del percorso museale, in collaborazione con il Centro di Conservazione Restauro La Venaria Reale; “Famiglie al Museo!”, l’appuntamento del sabato pomeriggio con le famiglie per una visita virtuale e un laboratorio; “#aportechiuse”, la rubrica del martedì di approfondimento su un ambiente della Palazzina.

Tra i primi appuntamenti in programma online, venerdì 30 aprile alle 18, il concerto dell’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto dal titolo “Cerimoniale e Divertissement” che celebra la musica barocca e l’arte dei suonatori del corno da caccia (patrimonio Unesco). Si tratta della prima esecuzione integrale al mondo, dopo quella del 1971 di Paillard, e soprattutto della prima esecuzione assoluta con strumenti originali barocchi. Il concerto sarà trasmesso sulle pagine Facebook della Palazzina di Caccia di Stupinigi, Corni da caccia della Reggia Venaria – Accademia di Sant’Uberto, Regione Piemonte, VisitPiemonte, Reggia di Venaria.

 

Info

www.ordinemauriziano.it

Orario di apertura: dal lunedì al venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato e domenica 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18). Dal 3 maggio consueto orario con apertura dal martedì alla domenica.

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Il prezzo del biglietto per la visita virtuale è di 5 euro.

www.vivaticket.com/it/biglietto/biglietto-virtuale-stupinigi/155057

www.vivavticket.com/it/biglietto/biglietto-virtuale-ranverso/155118

Lettera aperta al prof. Gastone Cottino sulla Resistenza liberale

Di Pier Franco Quaglieni

Caro Cottino, sono molti anni che non ci vediamo e, al di là della tua gentilezza personale, c’è davvero molto poco a giustificare un nostro rapporto personale. Tu sei un maestro del diritto commerciale ed io mi occupo di storia, ma soprattutto tu sei un esponente di spicco di un’ideologia politica che io non posso condividere, ma al massimo rispettare perché la tua buona fede è fuori discussione.

Tu hai scoperto la buona novella del marxismo, abbandonando il liberalismo della tua giovinezza e della tua famiglia borghese. Il comune amico Gian Vittorio Gabri  mi parlava del tuo entusiasmo liberale giovanile e mi diede la raccolta del giornale liberale con i tuoi articoli, un giornale che facevi insieme a Gabri ed altri che liberali erano a vent’anni e sono rimasti tali fino alla fine. Ti scrivo perché ho letto una tua bella e storicamente equilibrata  intervista sulla tua partecipazione alla Resistenza liberale in cui scrivi di Edgardo Sogno che trasformò la casa di via Donati in un deposito d’armi che tu andasti a prendere con un carretto. Hai parlato con onestà di Sogno ,ma questo mi ricorda un episodio non bello del 1996 quando venisti al Centro “Pannunzio” a sentir parlare di Paolo Greco e dei liberali nella Resistenza. Tra gli oratori c’erano Valerio Zanone ed Edgardo Sogno. Sbagliai a non chiederti di parlare del tuo  maestro Paolo Greco, ma in effetti neppure il genero di Greco con cui concordammo h gli oratori  ,ritenne di coinvolgerti per le tue scelte politiche di quei tempi molto marcate. Tu nella tua intervista invece rivendichi con un qualche orgoglio la tua Resistenza liberale e questo mi fa molto piacere. Ma non posso non ricordare che nel 1996,appena Zanone chiese a Sogno di parlare, tu ti alzasti in modo clamoroso, dicendo qualche parola di troppo, ed uscisti dalla sala. Sogno era indigesto e fazioso e poteva infastidire non soltanto te. Ma tu quella sera esagerasti con quella protesta. Oggi vedo che riconosci a Sogno il ruolo fondamentale che egli ebbe nella Resistenza. Si circondò di amici che ancora oggi creano attorno a lui un’ intercapedine di livore che ha ulteriormente danneggiato la sua figura.
Tu sei, oltre che un uomo appassionato, anche un uomo onesto intellettualmente e una delle glorie del nostro Ateneo. Che ti  sia comportato con Sogno, andando oltre le vecchie ostilità, è cosa degna di menzione e ti fa molto onore. Un cordiale saluto.

Il Museo del Risorgimento riparte nel 200° anniversario della morte di Napoleone

Da martedì 27 aprile sarà possibile tornare a visitare anche il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, secondo le indicazioni del Ministero della Cultura. Tra le prime iniziative in programma, la celebrazione del 200° anniversario della morte di Napoleone.

 

Con il passaggio in zona gialla e la possibilità prevista di riaprire i musei, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano tornerà ad accogliere i visitatori a partire da martedì 27 aprile, tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle ore 10 alle ore 18. L’ingresso sarà secondo le consuete tariffe e riduzioni.

Come da indicazioni del Ministero della Cultura, nel fine settimana sarà obbligatorio prenotare almeno un giorno prima telefonando al n. 011.5621147, dalle ore 10 alle ore 18.

 

Tra le prime iniziative in programma, segnaliamo la celebrazione del 200° anniversario della morte di Napoleone Bonaparte alle cui vicende storiche il Museo dedica le prime sale del percorso espositivo. Mercoledì 5 maggio 2021 saranno organizzate visite guidate a tema e una lettura scenica dell’ode Il cinque maggio scritta da Alessandro Manzoni nel 1821, in occasione della morte dell’imperatore. L’intervento teatrale sarà a cura dell’attrice Elena Ruzza, dell’Associazione Terra Terra.

L’attuale situazione di emergenza sanitaria impone il rispetto di precise norme che possano garantire la visita in totale sicurezza. Per accedere al Museo sarà obbligatorio indossare una mascherina a copertura di naso e bocca. All’ingresso saranno disposti dispenser con i disinfettanti per le mani. Ciascun visitatore sarà sottoposto al controllo della temperatura corporea che non dovrà essere superiore ai 37,5° C.  All’interno delle sale occorrerà mantenere la distanza interpersonale di oltre un metro ed evitare assembramenti.