Stare bene con noi stessi

Trasformiamo gli inciampi in occasioni positive

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Sappiamo bene quanto le aspettative eccessive siano in grado di rovinarci l’esistenza. E come il sentimento e la cultura imperanti ci habbiano messo nella condizione di avere l’aspettativa di fondo che nella nostra vita tutto debba procedere in modo positivo.

Per cui tendenzialmente ogni situazione di difficoltà, di inciampo, appunto, viene vissuta in modo inadeguato, con fastidio, spesso drammatizzando la situazione, il che finisce inevitabilmente con il peggiorare in modo significativamente negativo l’impatto che su di noi hanno quelle occasioni.

“Benedette” aspettative… Dovremmo essere consapevoli che più elevate e intense esse sono, maggiore sarà il nostro livello di insoddisfazione e di disagio rispetto a quello che ci succede… Il vero piacere/dispiacere non nasce semplicemente da ciò che avviene, ma dal rapporto tra le nostre aspettative e ciò che avviene.

Per riuscire a utilizzare i nostri inciampi e farli diventare occasioni di crescita personale, è perciò necessario essere adattabili, avere capacità di recupero nelle varie situazioni negative e di difficoltà. E possedere la volontà di affrontare e superare le sfide e gli ostacoli che la vita ci propone.

Tutto ciò può essere sintetizzato in una parola che negli ultimi tempi è stata forse usata troppo e a sproposito: resilienza. Possiamo definire questa qualità come la capacità di affrontare, resistere e riorganizzare in maniera positiva la nostra vita dopo aver subìto eventi particolarmente negativi e traumatici.

E uscendo dall’esperienza rinforzati e migliorati, se non addirittura trasformati. Talvolta gli eventi negativi, anche se naturalmente non desiderati ed evitati, possono addirittura diventare la condizione necessaria e indispensabile per i nostri positivi cambiamenti.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Trasformiamo gli inciampi in occasioni positive

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Inciampiamo, realmente o in senso figurato, trovando un ostacolo sul nostro cammino, un impedimento, una negatività, qualcosa che ci frena, ci blocca. Anche uno sbaglio, se vogliamo. Oppure una qualsiasi forza esterna, oggettiva o rappresentata da una o più persone, che si frappone ai nostri desideri o che ci impedisce o ci limita nel raggiungere i nostri obiettivi.

E’ un inciampo tutto ciò che ci rallenta, che ci fa cadere, che ci fa deviare dal cammino intrapreso. Quanti inciampi nella vita di ognuno di noi!… Di ogni tipo… Come ci siamo sentiti quando qualche ostacolo si è frapposto tra noi e i nostri obiettivi?

Come abbiamo reagito quando abbiamo commesso errori? O fronte a comportamenti sbagliati nostri o altrui, o ad avvenimenti negativi che ci hanno bloccati o rallentati nel nostro percorso? Probabilmente li abbiamo visti soltanto nella loro negatività. Ma possiamo considerare gli inciampi nella nostra vita da una diversa prospettiva.

Che ci possa permettere di vederli non semplicemente come momenti negativi, magari drammatizzandone la portata e le conseguenze, ma piuttosto come episodi e situazioni che possono favorire i nostri processi di crescita e di sviluppo personale, dandoci l’opportunità di trasformare gli ostacoli in positive opportunità. Le cose accadono, nel bene e nel male.

La differenza la fa il modo in cui noi reagiamo ad esse. Iniziamo a vivere meglio dal momento in cui, anziché imprecare o maledire la sorte, considerandoci vittime predestinate della sfortuna, anziché abbatterci di fronte alla sconfitta, all’errore, alla disavventura, al contrattempo, anche alla tragedia, riusciamo finalmente a mettere in atto un cambiamento di prospettiva.

E a modificare il modo in cui percepiamo gli ostacoli, mettendoci nella condizione di vederli invece anche come occasioni di crescita, di apprendimento, di potenziamento, di miglioramento. E di considerarli anche come possibile strumento per abbandonare vecchi schematismi e aprirci a nuovi percorsi, mentali e comportamentali.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della prima parte)

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Ironia e autoironia: una risata ci salverà / 3

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Alcuni nascono predisposti e quindi più inclini all’ironia e all’autoironia. Una buona intelligenza emozionale, utile a padroneggiare al meglio le nostre emozioni, si rivela importante, ma, in ogni caso, possiamo migliorare la nostra capacità ironica, partendo da una adeguata dose di autostima, che di sicuro aiuta.

Certo, la vita è una cosa seria, così come lo sono i nostri impegni nei confronti degli altri, della società, del lavoro, ecc. e ci sono molte occasioni in cui è giusto e opportuno essere persone “serie”. Ma uno dei segreti del benessere esistenziale consiste proprio nella capacità di ridere e di vedere il lato ironico della vita. Possiamo ridere spesso senza smettere di essere persone responsabili.

Impariamo dunque a ridere, perché la risata è un elemento fondamentale per avere senso dell’umorismo e dell’ironia. Avete mai avuto la sensazione che ridiamo molto di più quando ci sentiamo in pace con noi stessi e serenamente sicuri di noi? Alleniamoci quindi a ridere ogni giorno di più, anche di noi stessi.

Godiamoci le piccole cose, troviamo il lato divertente nelle situazioni quotidiane e nelle inevitabili sfortune della vita. Sorridiamo anche, ogni volta che possiamo, e cerchiamo di stimolare il sorriso intorno a noi, facciamo del sorriso e della risata una nostra priorità. Anche quando siamo provocati, ridiamo invece di reagire in malo modo.

Può essere davvero spiazzante, e intrigante. Se sapremo prendere un po’ le distanze da noi riusciremo quindi anche ad esser più ironici, e di sonseguenza più gentili, più in grado di reagire adeguatamente all’aggressività altrui, e di gestire la nostra eventuale rabbia.

(Un’emozione inevitabile, che va accettata e gestita). E sapremo stemperare le atmosfere negative con umorismo, con una battuta o con una risata. Mi capita spesso di suggerire ai miei clienti di “togliersi dal loro personale palcoscenico” e di metterci le persone con cui si relazionano. Anche questo può aiutare la nostra sana propensione all’ironia.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della terza e ultima parte)

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Ironia e autoironia: una risata ci salverà / 2

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In fondo l’ironia è saper prendere un po’ in giro senza essere offensivi, è riuscire a sdrammatizzare quanto la vita inevitabilmente ci propone, è cercare di alleggerire le situazioni, senza aggiungere reazioni pesanti a momenti difficili, è saper ridere di noi stessi senza perdere il rispetto e la considerazione che per noi abbiamo.

Ed è una delle armi più preziose e potenti a nostra disposizione per affrontare la vita, nonché una delle migliori e più raffinate forme di intelligenza. Stempera l’aggressività, sia nostra che quella dei nostri interlocutori, e rappresenta, a mio avviso, un raggio di elegante civiltà in un mondo che si va imbarbarendo.

È una barriera, morbida e flessibile, nei confronti della moltitudine di invidiosi, arroganti e permalosi che incontriamo pressoché quotidianamente sul nostro cammino. Anche l’ironica capacità di sorridere e ridere sulle nostre difficoltà, sui nostri limiti e sulle nostre disavventure è in grado di aiutarci a vivere nel modo migliore anche gli aspetti meno gradevoli della nostra esistenza.

Per quanto possa a tutta prima sembrare contraddittorio, l’ironia che rivolgiamo a noi stessi rappresenta una forma di amore verso di noi, e finisce con lo spiazzare chi non ci ama più di tanto… Raccontare in modo ironico i nostri limiti e i nostri difetti ci rende più amabili e simpatici e “smonta” chi, per i più svariati motivi, vorrebbe attaccarci.

L’ironia ci permette di essere leggeri in un contesto di persone spesso pesanti, che tendono a prendersi eccessivamente sul serio, e a sentire sulle proprie spalle i problemi del mondo. Possederne l’attitudine può funzionare come un vero e proprio “vaccino” contro il grigiore di queste persone, che fanno fatica a togliersi dal palcoscenico.

Se siamo capaci di dosarla adeguatamente, senza esagerare nell’utilizzarla e senza rischiare che trascenda in sarcasmo, l’ironia ci aiuta ad avere empatia verso le persone, ci avvicina agli altri, genera relazioni e affetti. Finendo così per migliorare lo stare insieme e, di conseguenza, la comunità. La vera ironia è patrimonio delle persone capaci di amare se stesse e il prossimo.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

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Ironia e autoironia, una risata ci salverà

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Mi sembra di cogliere sempre più spesso, nei miei colloqui professionali di counselling e di coaching e comunque anche in genere nelle relazioni interpersonali, la relazione profonda tra difetto o mancanza di ironia e autoironia e malessere delle persone.

L’ironia è anche, e forse soprattutto, un modo di essere, uno stato mentale che riflette la nostra capacità di non prendere tutto troppo sul serio, compresi noi stessi, e che conferma la nostra attitudine ad avere un buon equilibrio emozionale.

È lo specchio di un modo positivo di intendere la vita che ci aiuta a stare meglio. E a sdrammatizzare, con la capacità di sorridere e di ridere anche di fronte a situazioni non esattamente ottimali.

Ancora una volta non si tratta di illuderci di fronte alla realtà, ma di prenderla nel modo migliore e più giusto. Riducendo gli effetti di qualsiasi negatività o danno. L’ironia in genere è morbida, gentile, non aggressiva, e comunque rispettosa di se stessi.

E delle persone o delle situazioni a cui viene diretta. Ben diversa dal sarcasmo, che invece presuppone un atteggiamento più aggressivo, irriguardoso, e con una intensa sfumatura (talvolta non soltanto una sfumatura…) di cattiveria. Concludo questa prima parte con qualche simpatica frase ironica e autoironica.

“Non ho paura, è il coraggio che mi manca”. “Io amo l’umanità. È la gente che non sopporto”. “Oggi è uno di quei giorni in cui voglio rimanere tra me e me. E già siamo in troppi”. “A volte penso di essere normale. Poi passa”. “Il problema delle menti chiuse è che hanno la bocca aperta”.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della prima parte)

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Evitiamo di farci manipolare / 3

Terza parte 

Possiamo senza dubbio affermare che ogni giorno, direi quasi ogni ora, siamo bersaglio di qualche tentativo di manipolazione. Ogni relazione interpersonale, ogni contatto con le fonti di informazione, con i media (televisioni, radio, giornali, internet, ecc.), e con i social, può facilmente diventare fonte di condizionamento.

Difenderci da tutto ciò, com’è ben intuibile, non è facile, e anche le persone più attrezzate non sono assolutamente immuni dalle dinamiche che abbiamo descritto. Ma sappiamo che qualcosa possiamo fare per arginare lo straripante mondo dei soggetti e delle situazioni che tentano di manipolarci a loro vantaggio.

Il pensiero logico, l’indipendenza di giudizio, il porsi domande circa le reali intenzioni di soggetti e dinamiche relazionali, la consapevolezza delle varie situazioni, sono senza dubbio elementi che ci preservano dal farci travolgere totalmente dai tanti tentativi, più o meno scoperti, di manipolazione.

Conoscere adeguatamente i nostri valori guida, sapere ciò che davvero vogliamo e ciò che invece non fa parte di noi e dei nostri effettivi desideri, ritrovare il senso profondo della nostra esistenza, comprendere i nostri bisogni e il loro perché, sono i migliori strumenti che possiamo utilizzare e mettere in campo.

Se non essere manipolabili e manipolati del tutto è praticamente impossibile, cerchiamo perlomeno di esserlo con consapevolezza, comprendendo e accettando (nella giusta misura) i bisogni altrui e gli altrui obiettivi, sapendo che la vita sociale e di relazione ha tra i suoi costi un po’ di inevitabile manipolazione…

Tra il farsi travolgere totalmente e il rifiutare e combattere ogni tentativo di condizionamento, la via maestra dell’equilibrio esistenziale consiste nell’adeguarsi armoniosamente alle regole di una buona relazionalità e socialità, senza per questo rinunciare a ciò che siamo e vogliamo e al dialogo costante e chiaro con noi stessi.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della terza e ultima parte)

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Evitiamo di farci manipolare / 2

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Seconda parte 

Molto spesso non ci rendiamo conto di essere manipolati. Le emozioni che proviamo dovrebbero però metterci in guardia dal rischio che corriamo, ma non sempre siamo in grado di “tradurle” e di darci le corrette spiegazioni a livello razionale.

Quali sono queste emozioni e sensazioni? O almeno quelle che più facilmente si accompagnano alle situazioni manipolatorie? In questi casi è probabile che ne proviamo di due tipi principali, cioè la paura oppure il senso di colpa, a seconda delle modalità e dei comportamenti adottati dalle persone manipolatrici.

Che fondamentalmente possono avere o atteggiamenti più o meno aggressivi, che hanno appunto lo scopo di spaventarci, o più subdolamente comportamenti vittimistici, che vengono messi in atto con lo scopo di farci sentire inadatti nei nostri comportamenti e quindi di stimolare in vari modi in noi differenti sensi di colpa.

L’essenza del comportamento manipolatorio, che tende a far sì che le nostre reazioni siano confacenti con gli obiettivi del manipolatore, consiste nel farci fare qualcosa che in realtà noi, se non condizionati in qualche maniera, non faremmo o non vorremmo fare.

Questo condizionamento, dunque, viene attuato o attraverso atteggiamenti intimidatori carichi di una certa spesso sotterranea aggressività, e a volte con minacce più o meno velate, che hanno lo scopo di spaventarci, oppure con modalità vittimistiche.Dandoci la sensazione che il manipolatore stia subendo torti.

O che sia una persona sfortunata, maltrattata, offesa, ferita, non rispettata, ecc., in modo da sollevare in noi sentimenti pietistici che ci inducono a sentirci in colpa nei suoi confronti e quasi in dovere di riparare i torti che ha subito, anche se magari con quei torti noi non c’entriamo per nulla…

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

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Evitiamo di farci manipolare / 1

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Prima parte 

Sarà probabilmente capitato a ognuno di noi di avere talvolta la sgradevole e fastidiosa sensazione che qualcuno si stia comportando in maniera tale da indurci subdolamente a pensare, sentire o comportarci in un certo modo, in maniera che sia confacente ai suoi desideri e obiettivi.

Se da un lato è normale, direi umano, che ognuno persegua i suoi obiettivi e i propri scopi, e che così facendo cerchi anche di coinvolgere altre persone nel perseguimento dei propri fini, altra cosa è invece l’atteggiamento manipolatorio con il quale alcune persone cercano, quasi sempre intenzionalmente, di indurci a comportarci secondo i loro piani.

Cercando in qualche maniera di condizionare i nostri pensieri e comportamenti, con un atteggiamento, appunto, manipolatorio, che si può manifestare sotto diverse forme, in relazione alle modalità con cui il manipolatore cerca di condizionarci. Ci sono situazioni decisamente più facili da individuare.

Come ad esempio quelle in cui un venditore più o meno maldestramente invadente cerca di rifilarci qualche prodotto o servizio facendo smaccatamente leva sulle nostre emozioni, o presunti bisogni, giocando magari sulle nostre paure, timidezze, sensi di colpa, desideri nascosti, ecc.

In questi casi ci risulta in genere piuttosto facile “smascherare” le intenzioni manipolatorie delle persone, e decidere di non farci attirare nella trappola. Ma in molte altre occasioni non è così agevole comprendere i subdoli atteggiamenti e le vere intenzioni dei manipolatori.

Soprattutto nei casi in cui queste persone ci sono più vicine affettivamente, quali i familiari, gli amici o qualche conoscente, per i quali magari nutriamo affetto, stima, ecc. È in queste situazioni che gli atteggiamenti manipolatori, proprio perché non immediatamente compresi ed evitati, possono essere più dannosi e negativi.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della prima parte)

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La gestione ottimale delle nostre energie / 3

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Terza parte

Per una buona gestione delle nostre energie il riposo è essenziale. Impegniamoci, almeno due o tre sere la settimana ad andare a dormire prima delle 23, e cerchiamo comunque di dormire almeno sette ore per notte. Evitiamo cene troppo abbondanti. E lasciamo perlomeno uno spazio di tre ore tra la fine della cena e l’andare a coricarsi.

Evitando così di addormentarci con la digestione ancora in atto, garanzia di una mediocre qualità del sonno. E, se ci è possibile, utilizziamo qualche piccolo trucco per concederci qualche minuto di riposo nel corso della giornata, anche sul lavoro. Un divano (o qualcosa di analogo, anche se magari meno comodo…), su cui schiacciare un veloce pisolino.

Quando sentiamo calare le energie, può rivelarsi di notevole aiuto… E, se ne abbiamo la possibilità, staccare un quarto d’ora per una breve passeggiata nel corso della giornata è una bella iniezione di energia. Una buona respirazione ritmica, consapevole, profonda e lenta, stimola stati psico fisici calmi e rilassati e agisce positivamente sul nostro livello di energia e sullo stato di benessere psico fisico.

Quando ci sentiamo particolarmente affaticati e scarichi e con poche energie, portiamo la nostra attenzione sul respiro e nell’arco di un minuto facciamo cinque o sei inspirazioni ed espirazioni profonde. Ci accorgeremo che, almeno per qualche tempo, ci sentiremo meno stanchi e più energetici.

Tra i suoi numerosi effetti nefasti, Il fumo riduce in maniera considerevole l’apporto di ossigeno al cervello e agli altri organi, determinando una riduzione assai significativa del livello energetico di chi si ostina e perseverare in questa malsana abitudine. La dipendenza dalla nicotina, dando al fumatore l’errata sensazione immediata di piacevolezza e di rasserenamento, in realtà ne limita fortemente l’energia e la capacità vitale.

Cerchiamo anche di seguire una dieta sana ed equilibrata e non saltiamo i pasti. Una errata alimentazione porta in genere ad un aumento del peso corporeo, e determina un dispendio energetico spesso molto più elevato, con condizioni di appesantimento e di stanchezza che si rivelano energeticamente molto gravose. Attenzione dunque a mantenere il nostro peso e la nostra massa grassa entro limiti compatibili.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
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(Fine della terza e ultima parte)

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La gestione ottimale delle nostre energie / 2

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Seconda parte 

E’ possibile trovare i modi per non essere in carenza di energie, per dosarne l’uso evitando inutili sprechi, e adottare i molti metodi attraverso i quali possiamo “ricaricare le pile”, ridando al nostro corpo e alla nostra mente la migliore efficienza possibile?

Possiamo ottenere che il nostro livello energetico sia costantemente buono, evitando inutili ed eccessivi sprechi di energia e cercando e utilizzando molteplici occasioni per riacquistare energia? Iniziamo a valutare le situazioni che ci fanno spendere inutilmente troppa energie.

E consideriamo attraverso quali comportamenti le possiamo evitare. Ansia e stress sono due condizioni in grado di far uscire da quel “serbatoio”immaginario, di cui abbiamo parlato nel precedente post, una quantità impressionante di forze.

Ci stressiamo spesso perché chiediamo troppo a noi stessi, spinti dalle nostre esagerate ambizioni, dai nostri eccessivi bisogni e dalle nostre paure, accollandoci compiti emotivi, cognitivi o sociali difficilmente tollerabili e che ci portano a un problematico dispendio di energie.

E’ necessario prenderne consapevolezza per avviare un opportuno cambiamento. Molte persone, poi, non sono neppure consapevoli di essere ansiose e del loro livello di ansia, e conducono un’esistenza continuamente accompagnata da una sorta di “sordo rumore di fondo”.

La loro ansia perenne. Stress e ansia sono i due pincipali “nemici” divoratori di energie, che spesso ci impediscono di godere appieno della nostra esistenza. Avremo modo prossimamente di dedicare alcuni articoli su questo Foglio alla gestione ottimale di ansia e stress

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it

Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della seconda parte)

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