SPETTACOLI- Pagina 158

“Tempora mutantur”, secondo concerto di primavera

L’Orchestra Polledro impegnata al teatro Vittoria martedì  5 aprile, nell’ambito della rassegna musicale 

 

Sarà  la musica di Wolfgang Amadeus Mozart protagonista del secondo concerto di primavera in programma martedì  5 aprile prossimo, alle 21, al teatro Vittoria, con l’Orchestra Polledro, nell’ambito della rassegna “Tempora mutantur”.

Sul podio Federico Bisio, direttore stabile d’orchestra, e primo oboe il maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’Orchestra della RAI.

In programma la Serenata in Si bemolle maggiore KV 361 denominata  “Gran Partita”, con  Carlo Romano come oboe.

La Serenata n. 10 in Si bemolle maggiore K 361, nota anche come “Gran Partita”, fu probabilmente eseguita il 23 marzo 1784 nell’ambito di una “academie” del clarinettista Anton Stadler, presso il National Hoftheater di Vienna. Un articolo uscito in quell’occasione sul Wiener Blattchen annunciava di “un importante concerto di musica per fiati di un genere particolare, composto dal signor Mozart”.

Il resoconto di Gabriel Wilhelm Steinfeld conferma  che si doveva trattare della “Gran partita”, titolo non originale, ma apposto da mano ignota sul manoscritto  il quale, dopo un passaggio di proprietà, divenne accessibile agli studiosi solo dopo il 1942.

Notizie certe di una esecuzione della “Gran Partita” ci conducono a Vienna nel 1784, quando quattro movimenti della Serenata furono eseguiti  dalla Harmonie, gruppo di fiati di un’orchestra, della Corte imperiale su iniziativa del clarinettista Anton Stadler.

Questa composizione, il cui manoscritto è conservato presso la Gertrude Clarke Whittall Foundation Collection, nella Libreria del Congresso a Washington, si discosta dal tema galante che risultatipico di molte serenate mozartiane precedenti. Questo brano prevede ben tredici strumenti, di cui dodici a fiato e contrabbasso, e rappresenta la più ampia e complessa delle opere di questo compositore. La presenza del contrabbasso ha lo scopo di rendere piena e corposa la linea del basso e, per questo motivo, non è  corretto riferirsi a questa composizione come Serenata per tredici strumenti a fiato. La partitura originale non prevedeva la sostituzione del contrabbasso con il controfagotto; per la prima volta in una partitura di Mozart compare il corno di bassetto, un particolare tipo di clarinetto che suona una quinta sotto e che verrà utilizzato da Mozart anche ne “Il ratto del serraglio” e nel Concerto K 622, per il suo timbro  più scuro e pastoso rispetto al clarinetto classico.

Nel catalogo mozartiano la Gran Partita occupa una posizione di particolare rilievo per la grandiosità  della sua struttura formale, che conta ben sette movimenti, per la felicità dell’invenzione melodica  e armonica, oltre che per l’originalità dell’organico strumentale. Al complesso tradizionale di due oboi, due clarinetti, due fagotti e due corni, Mozart aggiunse una seconda coppia di corni, il contrabbasso e due corni di bassetto, che fanno per la prima volta la loro comparsa nell’opus mozartiano.

L’impianto, che è quello della Serenata, presenta il primo movimento, un Largo, che si apre con un’introduzione lenta, quasi sinfonica, che verrà  utilizzata poche altre volte dal musicista. L’introduzione così lenta in una Serenata risulta un aspetto piuttosto insolito, mentre sarebbe più usuale ritrovarla in una sinfonia o un in un quartetto.

L’Allegro molto, successivo, è  costituito da un solo tema che si sviluppa nella capacità  di dialogo tra i vari strumenti; i successivi sono due Minuetti con trii, che evocano melodie popolari. Tra di loro è racchiuso il celebre Adagio, che costituisce il punto più elevato della composizione e uno dei vertici della musica mozartiana sia per la ricercatezza del suono sia per la dolcezza della melodia e per la sua novità strutturale. Una sola coppia di corni sostiene e accompagna ora l’oboe, ora il clarinetto, ora il fagotto. Una Romanza anticipa il Tema con variazioni, in cui Mozart di volta in volta aggrega timbri strumentali.

Il finale è affidato a un Rondò. Allegro molto è un brano di grande colore, simile a una marcia, dove trova un’efficace espressione lo spirito gioviale e allegro del compositore, trattenuto solo da un uso contenuto del volume degli strumenti.

MARA MARTELLOTTA 

Ente organizzatore:

Orchestra da Camera Giovanni Battista Polledro

info@orchestrapolledro.eu

Biglietti in prevendita 15 euro su www.ticket.it

20 euro la sera del concerto presso il Teatro Vittoria, via Gramsci 4, a Torino, a partire dalle ore 20.

Un concerto in Duomo per le vittime del ponte Morandi

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Concerto dedicato alle vittime del Ponte Morandi, in anteprima assoluta nel Duomo di Torino, sabato 2 aprile, presentato dall’Accademia Corale Stefano Tempia e dall’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, con il patrocinio del Rotary Club Torino Duomo

 

Il Ponte Morandi e la sua caduta. Una tragedia da non dimenticare, le cui vittime riceveranno un omaggio da parte della musica.

L’Accademia Corale Stefano Tempia e l’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, il Comitato  Ricordo Vittime Ponte Morandi e il Rotary Club Torino Duomo presentano, infatti, in anteprima nazionale, il 2 aprile prossimo alle 21 il concerto del ricordo e della speranza dedicato alle vittime del Ponte Morandi.

Il concerto, in programma in anteprima nazionale nella Cattedrale di San Giovanni Battista in piazza San Giovanni, con il sostegno del Rotary Club Torino Duomo, presenta un programma che abbina tre brani commissionati per l’occasione alla “Pastorale d’ete’” per Orchestra di Honegger e al tenero brano del “Siegfried-Idyll”di Richard Wagner.

I brani commissionati per l’occasione sono il “14 agosto” per mezzosoprano, coro e orchestra di Giuliana Spalletti (è stata il 14 agosto 2018 la tragica data in cui si verificò  il crollo del ponte Morandi di Genova), “Disoriente”, per mezzosoprano e orchestra,di Marco Sinopoli e “Vele di luce”, per mezzosoprano e orchestra,di Giancarlo Zedde.

L’evento, realizzato con il patrocinio del Comune di Genova  e dell’Arcidiocesi  di Genova, oltre  a celebrare la memoria di questa spaventosa tragedia, consentirà al pubblico di  ascoltare in prima esecuzione assoluta tre opere di autori contemporanei, che risultano di ampio respiro, nell’esecuzione della mezzosoprano torinese Laura Capretti e dell’Orchestra e Coro dell’Accademia Stefano Tempia, diretta dal maestro Luigi Cociglio. Dopo la dura fase della pandemia, finalmente Coro e Orchestra tornano a realizzare una grande produzione sotto la direzione del maestro Antonmario Semolini, nuovo direttore musicale. I brani di Spalletti, Zedde e Sinopoli, composti su testi poetici di Bottino, sono in prima esecuzione assoluta.

“14 agosto” risulta la presa d’atto e di coscienza della tragedia avvenuta con il crollo del Ponte Morandi, oltre che una progressiva consapevolezza del fatto che  tale cafastrofe, inizialmente assolutamente incredibile, abbia generato una sorta di dolore cosmico, senza, comunque, mai perdere il contatto con la realtà della cronaca e della storia umana.

Il brano “Vele di luce”  rappresenta un vero e proprio inno alla città di Genova, alla sua anima che è  stata ben descritta dal poeta Anton Cechov con le seguenti parole “Per le strade di Genova  cammina una folla meravigliosa. Quando si esce, di sera, tutta la strada è  colma di gente. Poi te ne vai a zonzo, senza una meta, tra quella folla; vivi della sua vita, ti confondi a lei nell’anima; e cominci a credere che possa esistere una sola anima universale”.

“Disoriente” rappresenta una riflessione sui segni dei tempi che stiamo vivendo, sullo spaesamento,  il disorientamento, lo smarrimento dei punti cardinali tradizionali e sulla necessità  del recupero del senso dell’umanità come bussola per ristabilire una piena alleanza con la natura e una direzione per l’esistenza.

La “Pastorale d’ete’” venne composta da Arthur Honegger nel 1920, appena tre anni prima del “Pacific 231”, la musica delle macchine. Ispirata alla poesia di Arthur Rimbaud, mantenne una provocazione a livello di soluzioni strutturali, in cui la partitura risulta per archi, fiati singoli e corno. È  stata ispirata al compositore anche da un soggiorno sulle Alpi Svizzere sopra Berna e rappresenta il suo primo lavoro  di rilevante importanza prima dell’”Horace vittorieux”, che scrisse nell’inverno del 1920/21.

L’Idillio di Sigfrido è  una composizione per orchestra da camera che Richard Wagner scrisse nel 1870, nata quale regalo di compleanno per sua moglie Cosima, figlia del compositore Liszt, sposata il 25 agosto. La sua prima esecuzione si tenne, infatti  in forma privata nella mattina di Natale di quello stesso anno presso la villa dei Wagner. I due temi principali sono il tema iniziale della Pace, anche chiamato tema dell’”amata immortale”, che evoca, molto probabilmente, la serenità della vita domestica e familiare del compositore in quel periodo, e il tema rappresentante il personaggio di Siegfried. L’orchestrazione originale prevedeva flauto, oboe, due clarinetti, fagotto, due corni, tromba e archi.

Il concerto vuole esprimere una nuova idea di Umanesimo, capace di porre, più che l’uomo, il rapporto uomo-natura al centro di una nuova cosmologia. Questo progetto memoriale dedicato alle vittime del Ponte Morandi segue una costellazione di fatti e stati d’animo, a partire dal crollo, attraverso la lacerazione, la tragedia, quindi il soccorso, la solidarietà,  la rinascita spirituale e il desiderio di riconciliazione e di redenzione, di rinnovamento dell’alleanza tra l’uomo e la natura.

Un sottile fil rouge accomuna i cinque brani proposti nel concerto; si tratta, infatti, di cinque “isole” di un arcipelago il cui centro è costituito dall’impulso, dallo slancio vitale, nonostante tutto, e soprattutto dalla speranza, nonostante l’irrompere del male nella quotidianità.

Si tratta di un’alternanza di forme creative e stilistiche che rappresenta uno degli assi portanti dello spirito e della progettazione dell’Accademia della Cattedrale di San Giovanni, che costituisce il centro di irradiazione culturale e artistica del Duomo di Torino.

Il concerto verrà  poi eseguito il 3 aprile, sempre alle 21, in prima esecuzione nazionale assoluta, a Genova, presso la Basilica della Santissima Annunziata del Vastato, in piazza Nunziata 4, con ingresso libero.

Per informazioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 scrivere a

segreteria@stefanotempia.it oppure telefonare  al numero 3899117174.

 

Mara Martellotta

Il “Berretto” di Lavia, grande esempio di tragicità e divertimento

La commedia di Pirandello, al Carignano sino a domenica 3 aprile

Gabriele Lavia  continua a percorrere le strade che lo portano a esplorare sempre più la drammaturgia pirandelliana, in ultimo “I giganti” e “L’uomo dal fiore in bocca”, oggi “Il berretto a sonagli”, testo che lo scrittore siciliano scrisse per la grande vena comica di Angelo Musco nel 1916, con il titolo “A birritta cu’ i ciancianeddi” per trasportarlo nuovamente due anni in lingua (Eduardo ne consegnerà nel ’36 una versione napoletana) – sino a domenica 3 aprile al Carignano per la stagione dello Stabile torinese.

Con Lavia siamo abituati ad uno scavo profondo all’interno dei testi (tanto per cominciare, s’accoglie di buon grado quella contaminazione che ha deciso tra le due versioni, perché più si avvertano le differenze tra le classi sociali, o le eleganze o le affettazioni), si raffina con uno sguardo in più, ti avvolge sin dall’inizio della serata con quei manichini (o “pupi”) che scorgi entrando in sala, ai lati del palcoscenico, estremamente realistici, che diverranno una quindicina a sipario aperto, la gente del piccolo paese, curiosa, soffocante, pronta a giudicare, che vive di pregiudizi, vestita nelle vesti di primo Novecento, eleganti e no, tra cui si consumerà la tragedia di quell’uomo ridicolo che è Ciampa, lo scrivano del cavalier Fiorica, un uomo da poco, ma anche noi spettatori che assistiamo alla sua parabola.

In un ambiente altrettanto soffocante, costruito di mobili e piante e divani e poltrone sghembi, che esprimono un stato polveroso di precaria decadenza, ecco il calvario di Beatrice, la moglie del cavaliere, i suoi dubbi per una relazione tra il consorte e la giovane moglie dello scrivano, lemacchinazioni perché – come nel “Così è (se vi pare)” di quegli stessi anni – la verità venga alla luce. Ma perché rompere quelle regole che da sempre regolano la vita della città e la sua gente, perché nascondersi alle domande di Ciampa che le chiede di parlar chiaro, da galantuomo dando libero sfogo alla corda seria, perché non riuscire a vedere quelle conseguenze che porteranno al finale? Perché arrivare ad un arresto, ad uno scandalo? Si è scoperchiato il vaso, la gente mormora e parla a voce viva, le prove di quell’adulterio da grottesca ma dolorosa commedia non hanno valore, non esistono, bisognerà rimettere a tacere quel borbottìo che ha preso a invadere le strade del paese. È necessario riattivare la corda civile, sovrana al nostro vivere con gli altri, certe cose si possono anche fare, ma non se ne può dire. Più “raisonneur” di un Laudisi o dei tanti altri che occupano i dialoghi delle opere dell’autore, Ciampa, pronto a evadere dalla sua “stanza della tortura”, acchiappa al volo le parole degli stessi congiunti della signora, improvvise, pronunciate inavvertitamente, come un soffio, ma bandolo di ogni intricata matassa. Beatrice si proclamerà pazza, la pazzia di un momento ma irreparabile (quella pazzia che, verissima, toccava in quegli stessi anni Pirandello, costretto a far rinchiudere in un istituto la moglie Antonietta Portulano colpita da una follia fatta di gelosia e di terrore per un dissesto economico), basterà gridare in faccia a tutti la verità, nessuno la crederà e tutti la prenderanno per pazza, con grande tranquillità. La rottura della corda pazza. Pochi mesi di manicomio (che brutta parola, diciamo con il sorriso in faccia casa di salute!) e il gioco di sempre sarà ristabilito. Ancora una volta verità e finzione, realtà e camuffamenti, il gioco delle maschere da indossare, di volta in volta, secondo come gli altri ci vedono, come vorrebbero che fossimo.

C’è farsa e c’è tragicità in una delle più belle commedie di Pirandello e Lavia orchestra ogni cosa con grande, personalissima padronanza. Affida ai personaggi minori la risata e il divertimento – sempre con una piega brusca alla bocca, un pensiero fatto di tristezza, un capovolgersi della situazione in smarrimento, ma sempre divertimento – mentre, in un andare e venire di ombre scolpite sulla tela, a tratti incessante e incombente, da una tela a lato dalla quale Beatrice e Ciampa soli entrano ed escono, raccoglie in sé lo scorno, la disperazione, i ragionamenti, il “selvaggio piacere” che progrediscono man mano nel personaggio. Costruisce un personaggio perfetto, nella sospensione delle parole, nel modulare i toni della voce, nel muoversi attraverso il palcoscenico con gesti minimi, studiatissimi, decisi o impacciati, perfetto nel darsi in pasto agli altri. Gli è accanto Federica Di Martino, ossessionata e decisa, eccellente in quel disegno che architetta, nella rabbia e nel desiderio di rivincita che ritrova in se stessa, nel disorientamento che l’assale, nella sconfitta ultima. Non ultime le prove di Mario Pietramala (il delegato Spanò) e di Francesco Bonomo (don Fifì), che vive la propria vita tra le canzoni d’epoca buttate nell’aria da un grammofono e si muove e danza allegramente come un assiduo frequentatore di café chantant, ben assente dalla tragedia che s’è abbattuta sulla casa della sorella.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Tommaso Le Pera

Allevi e non solo al teatro Colosseo

 

TEATRO COLOSSEO
Via Madama Cristina 71 – Torino

La stagione 2021 – 2022

 

Mercoledì 30 marzo ore 21
OPEN
poltronissima € 33,70 | poltrona A € 28,50 | galleria € 25,50 | galleria B € 22,50

Open, scritto a quattro mani dal coreografo americano – innamorato dell’Italia – Daniel Ezralow con la moglie Arabella Holzbog, è un patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment.  “Un antidoto alla complicazione della vita“, come dichiara lo stesso Ezralow. Uno spettacolare inno alla libertà creativa, al ciclo della vita e alla rivisitazione dei successi da lui creati, volto a trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità danno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica. “Prima di chiamare lo spettacolo Open, pensando a Calvino avevo pensato a Recostruction, perché dobbiamo continuamente rimuovere e ricostruire. Il titolo però non funzionava, così mia moglie mi ha suggerito Open: una parola che, con le sue quattro lettere molto bilanciate ha in sé tanta energia. I motivi per cui ho deciso di chiamare lo spettacolo Open sono diversi: aperti possono essere il cuore, la mente, gli occhi, una finestra. Open vuol dire aperto al mondo, al lavoro, al business, agli altri. Bisogna guardare al presente senza remore, appunto con mente aperta. La vita è spesso pesante, ma abbiamo tanta energia positiva che aiuta a risolvere i problemi. Il titolo fa riferimento a un’apertura culturale ma anche stilistica. A me piace mescolare. La mia formazione non è classica, quindi ci sono poche punte; non è neanche la break dance, quindi non roteo tanto sulla testa. Posso però usare ognuno di questi elementi per comunicare il senso del momento”.
Sul palcoscenico, oltre ad una scenografia molto semplice composta di quattro pannelli su cui vengono proiettati una successione di quadri visivi e vignette in movimento, vi sono otto ballerini della sua compagnia americana che, nelle numerose sequenze di gruppo così come negli assoli, coniugano con scioltezza il linguaggio neoclassico e la modern dance, incantando il pubblico in un mix tra sorpresa, divertimento, leggerezza e agilità. Nella coreografia di Open si susseguono emozioni e sensazioni differenti, come l’ironia, il dolore, o la speranza, fino ad arrivare a un’idea ecologista. “In Open c’è il contrasto tra città e natura, laddove solo quest’ultima può liberare l’uomo dalla frenesia della vita. Il filo conduttore è che attraverso la città arrivo alla natura. Ritengo che oggi i più giovani siano cresciuti con dei nuovi valori che noi non avevamo, come il rispetto per l’ecologia. L’ho visto in mio figlio che a dieci anni nella sua scuola di Los Angeles aveva seguito programmi innovativi sul rimboschimento. Saranno loro a salvare il mondo. Con questo spettacolo la mia intenzione non è raccontare una storia, tant’è che il clima è piuttosto astratto, ma sono i vari elementi messi insieme a fare la storia. I danzatori per metà spettacolo sono vestiti, l’altra metà sono nudi ma dipinti. È stato a diciannove anni che avevo scoperto che potevo esprimermi e raccontare col corpo. Del resto, il nostro linguaggio nasce dal corpo, che è il nostro strumento. La tecnica, invece, è un modo di esprimersi; a differire sono solo le finalità


OPEN – Olympiads -Photo by Fabio Diena
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Venerdì 1 e sabato 2 aprile ore 21
MAURIZIO BATTISTA
Tutti contro tutti
sold out

Maurizio Battista torna sul palco con uno spettacolo inedito, “Tutti Contro Tutti”.
È proprio vero che si è destinati a vivere tutti contro tutti? Che si è costretti ad assecondare i ritmi frenetici di una vita mandandola spesso fuori giri? Che i social sono l’unico momento di aggregazione o non piuttosto il modo migliore per alienarsi e soffrire di solitudine?
A queste e a tante altre domande risponde nel suo nuovo show Battista che, con la sua indiscutibile capacità di far ridere, riesce ad unire tutti gli spettatori all’insegna del divertimento e delle risate.
«Perché la risata, udite udite, unisce tutte le persone! – afferma – Visto che la cosa più bella che abbiamo in questa vita, sono proprio gli altri! Oddio, non proprio tutti, eh…»

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Domenica 3 aprile ore 18
GIOVANNI ALLEVI
Estasi Tour
poltronissima € 50,00 | poltrona A € 39,80 | galleria € 32,60 | galleria B € 25,50

Il  nuovo  tour  europeo  del  compositore  e  pianista Giovanni Allevi, il 3 aprile, al Teatro Colosseo di Torino. In questo concerto presenta live  i  brani  della  sua  ultima  opera  musicale,  Estasi,  per  pianoforte solo.
Attraverso  le  note  del  pianoforte,  il compositore  Giovanni  Allevi  conduce  per  mano  l’ascoltatore  nelle molteplici emozioni dell’essere umano, fino alla più sublime: l’estasi, percorrendo  momenti  di  riflessione,  di  sognante contemplazione, impennate aggressive e rarefatta tenerezza. Le coinvolgenti note del nuovo lavoro del compositore-filosofo, saranno l’occasione per il pubblico di avvicinarsi all’esperienza meravigliosa  dell’estasi,  attraverso  il  tocco  inconfondibile  del  suo pianoforte.


Giovanni Allevi – Photo credit Max Valerio

Tutte le informazioni sul sito www.teatrocolosseo.it e sui profili social del Teatro.

 
 

 

A torino eletta “Miss Mamma italiana”

Premiate 15 Mamme torinesi

 

Torino. Sono ripartite in tutta Italia le selezioni per “Miss Mamma Italiana 2022”, concorso nazionale di bellezza e simpatia giunto quest’anno alla sua 29° edizione, curato dalla Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti (ideatore e Patron del Concorso) e riservato a tutte le mamme aventi un’età tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni.

“Miss Mamma Italiana” sostiene “Arianne” Associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce oltre 4 milioni di donne fin dall’adolescenza e che, per questo motivo, deve essere ben conosciuta per permettere un’attivazione spontanea in caso di sintomi sospetti.

Lo scorso fine settimana, all’Allegroitalia Golden Palace di Torino, si è svolta una selezione valevole per l’elezione di “Miss Mamma Italiana 2022”. 22 le mamme partecipanti che, oltre a sfilare in passerella con abiti eleganti, hanno sostenuto una prova di abilità come cantare, ballare, illustrare ricette gastronomiche, cimentarsi in esercizi ginnici ed in prove creative ed artistiche.

La giuria ha proclamato vincitrice della selezione LAURA DAUKSYTE, 41 anni, commessa, di Torino, mamma di Angelica, Caterina e Lucia, di 14, 13 e 10 anni.

La fascia “Miss Mamma Italiana GOLD” (riservata alle mamme dai 46 ai 55 anni), è andata a STEFANIA SAPETTI, 47 anni, infermiera professionale, di Lanzo (TO), mamma di Alessio, Nicole, ed Emily, di 25, 23 e 14 anni; mentre la fascia “Miss Mamma Italiana EVERGREEN” (riservata alle mamme con più di 56 anni), è andata a PATRIZIA ZANDA, 56 anni, rappresentante, di Carignano (TO), mamma di Lorenzo di 23 anni.

 

Queste le altre mamme premiate che, insieme a Laura Dauksyte, si aggiudicano il pass di accesso per le Pre Finali Nazionali “Miss Mamma Italiana 2022”, in programma dal 5 al 10 settembre 2022 a Bellaria Igea Marina – Riviera Romagnola:

“Miss Mamma Italiana in Gambe” KATIUSCIA FAUSTINI, 37 anni, impiegata, di Gavirate (VA), mamma di Beatrice e Luisa di 10 anni;

“Miss Mamma Italiana Sportiva” MICHELA CINNANTI, 40 anni, libera professionista, di Susa (TO), mamma di Manuel e Nicole, di 16 ed 8 anni;

“Miss Mamma Italiana Eleganza” GAETANA BIUSO, 43 anni, addetta alla mensa, di Nichelino (TO), mamma di Melissa e Denise, di 19 e 17 anni;

“Miss Mamma Italiana Romantica” ZOTA ZENAIDA, 44 anni, operatrice sanitaria, di Torino, mamma di Giulia, Matteo e Victoria, di 18, 10 e 6 anni.

 

Queste invece le mamme premiate per le categorie “Gold” (dai 46 ai 55 anni) ed “Evergreen (dai 56 anni a salire):

“Miss Mamma Italiana Gold Arianne” SONIA GILI, 51 anni, assistente di Polizia Municipale, di Carignano (TO), mamma di Nadia, Andrea, Luca, Alessandro e Marco, di 23, 21, 13, 10 ed 8 anni e delle gemelle Alice e Giorgia di 4 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Sprint” SANDRA CAPELLO, 49 anni, imprenditrice, di Ferrere (TO), mamma di Francesca ed Alessio, di 13 e 12 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Dolcezza” CRISTINA BRUNO, 53 anni, parrucchiera, di Settimo Torinese (TO), mamma di Manuel ed Andrea, di 29 e 21 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Sorriso” ERMINIA MANDAS, 53 anni, impiegata, di Prarostino (TO), mamma di Gabriele di 14 anni;

“Miss Mamma Italiana Gold Glamour” LORETTA LICCIARDI, 50 anni, impiegata, di Orbassano (TO), mamma di Martina di 20 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Solare” LUISELLA D’ANDREA, 57 anni, gastronoma, di Beinasco (TO), mamma di Martina, di 28 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Radiosa” ENZA LASALANDRA, 58 anni, regista, di Torino, mamma di Elisa ed Alessio, di 31 e 26 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Simpatia” LISA NAVA, 61 anni, impiegata, di Torino, mamma di Alessio e Daniel, di 37 e 32 anni;

“Miss Mamma Italiana Evergreen Sprint” ROSELLA ZAMPAGLIONE, 58 anni, addetta alla sicurezza, di Rondissone (TO), mamma di Samuele e Rebecca, di 25 e 24 anni.

 

L’evento è stato presentato da Paolo Teti ideatore e Patron del concorso, Barbara Semeraro, Paola Lippi e Jennifer Barrella. Ospiti d’onore le Madrine di “Miss Mamma Italiana”, ovvero le vincitrici di fascia nazionale delle passate edizioni ed il gruppo di Majorette “le Sirenelle” della Maestra Donatella Galvani.

Le mamme interessate a partecipare al Concorso a loro dedicato (le iscrizioni sono gratuite), possono contattare la Te.Ma Spettacoli al numero 0541 344300 oppure consultare il sito www.missmammaitaliana.it

 

Nelle foto in allegato:

  • Le vincitrici delle tre categorie, da sinistra, Stefania Sapetti (fascia “Gold” dai 46 ai 55 anni), Laura Dauksyte (fascia 25 – 45 anni), Paolo Teti Patron del concorso e Patrizia Zanda (fascia “Evergreen” dai 56 anni a salire);
  • tutte le signore premiate alla selezione di Torino.

Un omaggio al legame tra Carmelo Bene e Torino

 

Nella  mostra Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa

Torino rende omaggio a Carmelo Bene nel ventennale della scomparsa con diversi appuntamenti tra cui la mostra “Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa” a cura di Mario Serenellini al centro PHOS in Via Giambattista Vico 1 a Torino.L’esposizione si concentra sulle stagioni teatrali di fuoco degli anni 1966-1968 con una selezione di scatti d’autore (Gianfranco Mantegna, “Stephan”, Riccardo Orsini, Claudio Abate) scelte dal curatore ed esposte per la prima volta nel 2017 al MAV di Ercolano e al Festival Magma di Acireale/Milo.

L’artista dalla personalità straripante con il vizio della provocazione e una instancabile volontà di sperimentare l’arte come attore, regista, drammaturgo, scrittore e poeta, trovò un terreno fertile nella Torino degli anni Sessanta, percorsa da unfervido spirito avanguardistico. A vivacizzare la scena culturale torinese indipendente tra la metà degli anni Sessanta e Ottanta spiccava Edoardo Fadini, fondatore del Cabaret Voltaire, con unasensibilità artistica vicina a quella di Carmelo Bene, con il quale portò avanti un sodalizio artistico trentennale.

Il “sommo Bene” nel 1966, il 17-18 maggio, porta per la prima volta a Torino il suo Pinocchio e, sostenuto dall’Unione culturale Franco Antonicelli, animata da Edoardo Fadini, e con la mediazione del futuro sindaco Diego Novelli, lo spettacolo viene ospitato al Teatro Alfieri, e il 18 pomeriggio Bene lo presenta incontrando il pubblico nella sede storica di Palazzo Carignano dell’Uc. L’anno successivo, nel giugno 1967, il “Primo Convegno Nazionale per un Nuovo Teatro” di Ivrea promosso da Fadini e dall’Uc accoglie interventi e spettacoli di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret, di Leo De Berardinis e Perla Peragallo, di Carlo Quartucci e Carmelo Bene, le cui contestazioni segnano fortemente lo svolgersi degli incontri. Nel 1968, l’8-9 e 11 marzo, l’Unione culturale e il Piper Pluri Club (che lo ospita) organizzano lo spettacoloconcerto di Carmelo Bene e Vittorio Gelmetti dal titolo Majakovskij. L’8 dicembre 1968, all’Unione culturale, va in scena Don Chisciotte di Carmelo Bene (con Bene, Mancinelli, De Berardinis e Peragallo), replicato dal 9 al Teatro Gobetti grazie alla co-organizzazione dello spettacolo tra Uc e Teatro Stabile. Il 14 gennaio 1969, Torino ospita quella che viene presentata come la prima nazionale di Nostra signora dei Turchi al Cinema Gioiello. Anche in questo caso si organizza a Palazzo Carignano un incontro pomeridiano di presentazione del film con Bene. Nei decenni successivi, Bene tornerà poi in città nell’ambito del progetto Toreat, realizzato sempre dall’inesauribile Fadini con il suo Cabaret Voltaire, l’Uc e le Università di Torino e Cagliari e verrà ricordato nell’anno della sua scomparsa dal convegno Le arti del Novecento e Carmelo Bene (GAM, ottobre 2002) organizzato da Fadini e i cui atti sono stati recentemente stampati da Kurumuny editore con il titolo Il sommo Bene.

La mostra, realizzata in collaborazione tra Le Plateau de la Méduse di Parigi, MAV (Museo Archeologico Virtuale) di Ercolano, Unione culturale Franco Antonicelli, Teatro Stabile di Torino e PHOS – Centro per la Fotografia e le Arti Visive, è stata inaugurata il 21 marzo alla presenza del curatore Mario Serenellini. È aperta da lunedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento fino all’8 aprile.

Mario Serenellini, giornalista, critico (“France Culture/Radio France”, “la Repubblica”, “Alias–il manifesto”, “la Gazzetta del Popolo”), cura rassegne e mostre internazionali con la sua associazione Le Plateau de la Méduse. Già direttore artistico di Cinéma italien Nouvel Air all’Espace Pierre Cardin, Capolavori d’un giorno all’Institut Culturel Italien, AniMav a Ercolano e Napoli, Sottosopra18 a Torino, guida a Parigi con Ysé Brisson il FDFC-Festival Droits des Femmes & Cinéma. Traduttore (da Proust, Lewis Carroll, Tim Burton, Hitchcock), autore di pièces e video, ha pubblicato tra l’altro Max Ernst dada e surrealista, Le figure incrociate, L’AnNez Pinocchio/Il NasoMese, François Truffaut: il ragazzo salvato.

PHOS è un centro culturale polifunzionale in cui confluiscono molteplici attività incentrate sullo studio, la promozione e la produzione della fotografia e delle arti visive. Fondato nel 2011 da un collettivo di artisti, fotografi e professionisti legati al mondo della fotografia Fine Art, ha come finalità quella di costituire un punto d’incontro per chiunque si interessi al mondo dell’immagine. Il Centro offre supporto alla realizzazione e valorizzazione di progetti fotografici, iniziative editoriali (tirature in edizione limitata e libri d’artista) e mostre, con particolare attenzione al lavoro di giovani autori. Propone inoltre percorsi di riflessione e mostre di grandi maestri della fotografia come Michael Ackerman, Lisette Model, Jacob Aue Sobol, Luigi Ghirri, Mario Cresci e Mario Giacomelli. Il Centro opera poi per l’istituzione di concorsi, l’organizzazione di residenze per artisti provenienti dall’Italia e dall’estero e per l’attivazione di collaborazioni e scambi con istituzioni analoghe.

GIULIANA PRESTIPINO

Contatti: tel. 011 7604867; web: www.phosfotografia.com; email: phos@phosfotografia.it

Rock Jazz e dintorni Giovanni Allevi e i Subsonica

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Magazzino sul Po si esibisce Sonosem. Al Jazz Club suona il duo Sunay &Meloni. All’Otium Pea Club è di scena il quartetto del trombonista Luca Begonia.

Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce il cantante e chitarrista Fabio Giua. Al Cafè Neruda suona il trio di Nico Di Battista.

Giovedì. Al Dash si esibiscono i Sucker Punch. Al Jazz Club è di scena Chelo e Les2Clochards. Al Cafè Neruda suona il quartetto di Riccardo Zegna e Sandro Gibellini.

Venerdì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibiscono i Black Coffee. Al Concordia di Venaria prima di tre serate consecutive per i Subsonica con il tour “Microchip Temporale”.All’Otium Pea Club è di scena Didie Caria. Alla Suoneria di Settimo si esibisce Cristina Donà.  Al Blah Blah suona il gruppo punk rock Slaughter &Punch. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Generic Animal con Marco Fracasia. All’Arteficio suona il quartetto del batterista Mel Contino.  Al Molo di Lilith si esibisce il duo Giorgianni & Perego.

Sabato. Al Capolinea 8 è di scena il chitarrista Barry Finnerty.Al Teatro Civico di Vercelli arriva Claudio Baglioni. Al Folk Club si esibisce Maggie McInnes con il figlio Calum Park.Ad Alessandria è di scena Davide Van De Sfroos. Allo Spazio 211 suona il quartetto indie rock Cara Calma. Allo Ziggy si esibiscono i Necrodeath con il trio Mindsnare.

Domenica. Al Cap 10100 suona il trio Dudu Folk Experience di Davide Morandi dei Modena City Ramblers. Al Teatro Colosseo si esibisce Giovanni Allevi. Allo Ziggy è di scena il supergruppo Il Senato. Al Bunker suonano i Duma.

Pier Luigi Fuggetta

“Le avventure dei fratelli Spark e il tesoro di Teotihuacan”, a sostegno dell’Ucraina

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Va in scena sul palco delle OGR, venerdì 25 marzo alle ore 21, la prima nazionale della nuova opera show “Le avventure dei fratelli Spark e il tesoro di Teotihuacan”, a sostegno dell’Ucraina. L’intero incasso della serata verrà infatti devoluto al Sermig per l’accoglienza e l’acquisto di cibo e beni di prima necessità a favore delle bambine e dei bambini in fuga dalla guerra.

 

Lo spettacolo, che unisce musica lirica, canto, danza e prosa, è realizzato nell’ambito del Progetto Diderot della Fondazione CRT. La regia è di Mario Acampa, autore, conduttore e regista, cui è affidata la stagione Concerti per Bambini del Teatro alla Scala di Milano e la stagione di Invito alla Scala. La produzione è della Fondazione Accademia Perosi. L’Orchestra Talenti Musicali, diretta da Marco Alibrando, eseguirà brani di Richard Wagner, Igor Stravinsky, Gioachino Rossini, George Gershwin, Georg Friedrich Haendel.

 

Le coreografie sono di Raphael Bianco per i danzatori della Compagnia Egri Bianco Danza.

 

I biglietti si possono acquistare al seguente link: https://bit.ly/3IXDG4B

Note d’autore al Folk Club

VENERDÌ 25 MARZO ORE 21.30
Ingresso Intero 25 € | Ridotto Under 30 13 € | Live Streaming 5 €
Roberto Taufic (BRA), Fausto Beccalossi, Carlos “El Tero” Buschini (ARG)
TRES MUNDOS
Un fantastico trio che miscela e interpreta idee, culture, sonorità e ritmi propri dei luoghi di origine: Italia, Brasile e Argentina. Un sound eminentemente acustico dove l’accordeon, la chitarra e il basso acustico restituiscono con la forza e personalità dei singoli interpreti le vibrazioni della cultura popolare con il piglio più elegante del jazz, l’incontro di tre meravigliosi artisti che si misurano con profondità e semplicità, con la voglia di rimettere al centro della musica il suo essere plurale, la sua naturale propensione a farci ‘sentire insieme’.
Qui il comunicato stampa completo.

 

SABATO 26 MARZO ORE 21.30
Ingresso Intero 20 € Live Streaming 6 €
Alicia Marquez & Ramon Martinez, Mercedes Cortez, Jordi Flores
TABLAO D’AUTORE

Torna il miglior Flamenco!
Tablao d’Autore: la più attesa, la più prestigiosa, la più autentica rassegna di Flamenco, con grandissimi artisti che -eccezionalmente- si potranno ammirare nella più intima e raccolta delle situazioni: è possibile solo al FolkClub!
Qui il comunicato stampa completo.

Informazioni e prenotazioni
www.folkclub.it+39 011 19215162folkclub@folkclub.it

Il Torino Film Festival compie 40 anni Le novità

Le prime anticipazioni dell’edizione
diretta da Steve Della Casa

Torino, 25 novembre – 3 dicembre 2022

 

Martedì 22 marzo, nel corso di un incontro con la stampa presso Casa Argentina en Roma, il Direttore del Torino Film FestivaSteve Della Casa insieme a Enzo Ghigo e a Domenico De Gaetano – rispettivamente Presidente Direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino – ha annunciato le linee guida che caratterizzeranno la 40ma edizione.

Voglio innanzitutto ringraziare il mio predecessore, Stefano Francia di Celle e tutta la sua squadra, per lo straordinario lavoro svolto in questi due anni così difficili e il Museo Nazionale del Cinema per la fiducia accordatami – ha dichiarato Steve Della CasaFin da subito la sintonia con il presidente Enzo Ghigo e il direttore Domenico De Gaetano, è stata totale, così come con i vertici della Film Commission Torino Piemonte, nella comune consapevolezza dell’importanza di consolidare ulteriormente la collaborazione e la sinergia tra gli enti del sistema cinema torinese, in ambito artistico così come in ambito industriale. In questo campo stiamo preparando con Gaetano Renda un convegno internazionale sul rapporto tra cinema e sala. La 40ma edizione del Torino Film Festival dovrà essere all’insegna del rinnovamento ma nel solco della tradizione, ritrovare quella vitalità identitaria che per forza di cose nei due anni di pandemia si è persa, tornando a coniugare sperimentazione, cinema popolare e di genere.”

“Gli ultimi due anni del Torino Film Festival sono stati fortemente condizionati dalla pandemia – sottolineano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano, presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema – e questa sarà la prima vera edizione del post-Covid. Per il Museo Nazionale del Cinema, che organizza anche i festival Lovers e CinemAmbiente oltre al TorinoFilmLab, il TFF è una grande vetrina con risonanza nazionale e internazionale, e ancor di più lo sarà quest’anno con l’edizione speciale per il quarantennale. Siamo certi che i contenuti e le proposte artistiche ideate da Steve Della Casa coinvolgeranno la città in una bellissima festa, in linea con i grandi eventi che vedranno Torino protagonista nel 2022”.

E nella direzione indicata da Steve Della Casa va la scelta di dedicare all’attore Malcolm McDowell un omaggio a riconoscimento del suo straordinario apporto al cinema d’autore, al cinema popolare e alle serie tv, e nello spirito delle grandi retrospettive che hanno caratterizzato il Torino Film Festival negli anni.
L’attore sarà ospite del TFF e protagonista di una masterclass condotta da David Grieco, regista di Evilenko, uno dei sei titoli – insieme a Arancia Meccanica di Stanley Kubrick e Caligola di Tinto Brass – che lo stesso McDowell ha scelto come più esemplificativi della sua carriera.

Il 40° TFF sarà un festival più snello. Il programma comprenderà 4 sezioni competitive – Concorso internazionale lungometraggiConcorso documentari internazionaliConcorso documentari ItalianiConcorso cortometraggi italiani -, un Fuori Concorso dedicato alla produzione più interessante dell’anno in corso e alcuni Programmi Speciali.

Tra i Programmi Speciali, sempre nello spirito e nella tradizione del festival, sarà dedicata al western una mini retrospettiva. Saranno proposti 6 titoli, scelti in una rosa di 20, diretti o interpretati da registi e attori cult e presentati in sala da cinefili e studiosi del genere, tra i quali Francesco Ballo e Marco Giusti.  “Questi film caratterizzeranno il TFF per quello che deve tornare ad essere, cioè il luogo geometrico (anche) della cinefilia più estrema” dichiara Steve Della Casa.

Per festeggiare degnamente i 40 anni del Torino Film Festival, inoltre, la serata di apertura – sorprendente e pop al tempo stesso – si terrà al Teatro Regio e sarà trasmessa in diretta.

Ad affiancare il Direttore ci sarà un nuovo Comitato di selezione composto da Giulio Casadei, Antonello Catacchio, Massimo Causo, Grazia Paganelli, Giulio Sangiorgio e Caterina Taricano. Consulenti alla direzione artistica saranno Luca Beatrice, Claudia Bedogni, David Grieco, Luigi Mascheroni, Paola Poli, Alena Shumakova e Luciano Sovena.

 

Il Torino Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino