Ieri il Museo del Cinema di Torino ha assegnato il premio Stella della Mole all’attore americano Kevin Spacey, due volte premio Oscar per “American Beauty” e “I soliti sospetti”. L’attore, noto anche per la celeberrima serie “House of cards”, a Torino da alcuni giorni, ha tenuto una masterclass alla Mole e ha introdotto la proiezione di “American Beauty” al cinema Massimo. Alla masterclass sono intervenuti il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi e il presidente del Museo Enzo Ghigo.
I grandi artisti del musical del West End di Londra e di Broadway sono ospiti della Gypsy Musical Academy di Torino.
Ancora una volta gennaio si conferma il mese del musical, con grandi artisti che provengono da Broadway, New York e dal West End di Londra, i due centri nevralgici mondiali.
Tra i primi grandi musical performer a essere ospitati a Torino, il 22 gennaio prossimo, presso la Gypsy Musical Academy, in via Pagliani 35, ci sarà Millie O’Connell, una delle protagoniste del musical londinese “Six”, nonché la nota Maureen del musical “Rent” e la Jeanie del musical “Hair”.
Il 5 febbraio prossimo sarà presente alla Gypsy Musical Academy il newyorkese Gregory Haney, capo balletto del musical Hamilton Broadway e West End, performer di musical inglesi quali “Wicked”, Tarzan”, “Grease” e diversi altri.
Sono solo alcuni degli artisti che quest’anno porteranno il vero musical nella nostra città, merito di una delle più grandi Accademie italiane, diretta da Neva Belli, che ha raggiunto un’alta qualità nei suoi 18 anni di esperienza sul campo e che sta registrando un boom di iscrizioni non solo da tutta Italia, ma anche dall’estero. In questi giorni si tengono le audizioni per il Percorso Accademico Intensivo di Musical e Spettacolo 2023 –2024, prese d’assalto dagli aspiranti ballerini.
Sono stati diciotto anni di successi per la Gypsy, che ha formato e accompagnato sul lavoro molti ragazzi oggi protagonisti sui palcoscenici di tutto il mondo. Si tratta di una vera e propria Accademia in grado di preparare gli allievi a 360 gradi attraverso programmi di studio sperimentati nel tempo. Nell’ambito dello staff didattico sono presenti collaboratori d’eccezione come Claudio Insegno, uno dei più importanti registi italiani di musical, che ha diretto titoli quali “La famiglia Addams”, “ Jersey Boys”, “Hairspray” e “Kinky Boots”; Stefania Fratepietro, protagonista di numerosi musical e vincitrice di Musical Awards per il suo ruolo di Mary Poppins; Sergio Moses, noto cantante pop e performer, conosciuto nel mondo del musical per il suo ruolo di Mosé ne “I dieci comandamenti”. Tra gli altri collaboratori si annoverano Marco Stabile, protagonista di musical quali “Flashdance” e Vittorio Matteucci, protagonista in “Dracula” e “Romeo e Giulietta- ama e cambia il mondo”.
Gli allievi della Gypsy saranno in scena al Teatro Agnelli di Torino il 14 gennaio prossimo con lo spettacolo “On Broadway”, in attesa del nuovo allestimento di Claudio Insegno con gli accademici e la collaborazione di Londra.
MARA MARTELLOTTA
Per info: 011/0968343
Per i corsi: https://gypsymusical.com/corsi/workshop-master/
Esiste un sottile fil rouge che unisce un attore della statura di Franco Branciaroli a una città quale Torino e, in particolare, al teatro Carignano, da quando, al tempo dei suoi esordi attoriali, proprio in questo teatro recitò con Aldo Trionfo nel primo ruolo da protagonista in “Nerone è morto” di Miklos Hubay.
Ritorna nello stesso teatro da martedì 17 a domenica 22 gennaioprossimi con la sua decima interpretazione shakespeariana, in questo caso ne “Il mercante di Venezia”, per l’adattamento e la regia di Paolo Valerio, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano e Teatro degli Incamminati.
Il Mercante di Venezia è da sempre considerato un testo controverso e ambivalente tale da affiancare, ad un sofisticato intreccio di corteggiamenti e storie d’amore, un contraltare di scontri etici, rapporti di cruda avidità e differenze interreligiose.
Su tutti i personaggi spicca la figura del mercante usuraio Shylock, interpretato da Franco Branciaroli, che lo rende una personalità sfaccettata e misteriosa, isolata e consapevole della propria diversità e emarginazione.
È sicuramente un Mercante di Venezia inedito e brillante quello del mattatore Franco Branciaroli, uno Shakespeare iridato con Carlo Goldoni nella forma, ma accompagnato anche da una verve inaspettatamente comica, seppur profonda nella sostanza.
La messa in scena risulta dominata, allora come oggi, e in questo consiste la grande attualità del testo shakespeariano, dalla sopraffazione, dall’odio viscerale antisemita, dal pregiudizio razziale, dalla discriminazione e dalla propensione al raggiro.
La società elisabettiana era fortemente antisemita. L’opera portata in scena da Branciaroli è capace di restituire questa connotazione, a tratti cruda, facendo emergere, a una lettura più approfondita, che il bene e il male non sono esclusivo appannaggio di una delle due parti in causa. Il desiderio di vendetta di Shylock è giustificato dal disprezzo con cui viene trattato e così i suoi difetti non si discostano neanche così tanto da quelli della società veneziana sua accusatoria.
Le scene sono di Marta Crisolini Malatesta, i costumi di Stefano Nicolao, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Antonio Di Pofi.
Teatro Stabile del Friuli Venezia, Centro Teatrale Bresciano. Teatro De Gli Incamminati
MARA MARTELLOTTA
L’attore Premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty, che ha reso indimenticabili personaggi come Frank Underwood nella serie House of Cards, torna a incontrare il suo amato pubblico per una Masterclass Riceverà il premio Stella della Mole che gli verrà consegnato da Vittorio Sgarbi
Lunedì 16 gennaio 2023
ore 18:30 – Museo Nazionale del Cinema ore 20:30 – Cinema Massimo
Camaleontico protagonista del cinema mondiale contemporaneo, Kevin Spacey è indiscutibilmente tra gli attori più talentuosi e acclamati della sua generazione. Il Museo Nazionale del Cinema è lieto di rendere omaggio al pluripremiato attore che, nel corso della sua pluridecennale carriera, ha dato volto memorabile a ruoli complessi, enigmatici e dinamici come, tra gli innumerevoli, quello del suo celeberrimo Frank Underwood nella popolare serie House of Cards.
Il due volte Premio Oscar per American Beauty e I soliti sospetti – che ha raggiunto la fama mondiale con una serie di classici anni ’90 come Se7en, L.A. Confidential, Glengarry Glen Ross e The Negotiator – sarà protagonista di un’attesissima Masterclass, lunedì 16 gennaio 2023 alle ore 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo, introdurrà la visione di American Beauty, uno dei film di maggior successo che hanno costellato la sua fortunata carriera.
Kevin Spacey riceverà anche la Stella della Mole, quale riconoscimento per aver apportato, con la sua filmografia, un personale contributo estetico e autoriale allo sviluppo dell’arte drammatica.
A consegnarla sarà Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema, con Vittorio Sgarbi, Sottosegretario per la cultura del MiC.
Nel corso della Masterclass – a cura di Marco Fallanca – Kevin Spacey dialogherà con il direttore del Museo Domenico De Gaetano, rievocando le tappe più importanti della propria carriera e i suoi numerosi personaggi che il pubblico conosce per nome, da Keyzer Sö
GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Elisa come Claudio Baglioni, recuperano i concerti rinviati nei mesi scorsi rispettivamente all’auditorium del Lingotto e al teatro Regio per 2 sere consecutive.
Martedì. Al teatro Alfieri arriva Ornella Vanoni. Al teatro Colosseo primo di 2 concerti consecutivi per il duo Francesco De Gregori e Antonello Venditti.
Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce la vocalist Liliana Di Marco. Al Maffei è di scena il trio Mopcut. Al Concordia di Venaria si esibiscono i Santi Francesi.
Giovedì. Al teatro Alfieri suona la “cover orchestra” Queen At The Opera. Al Jazz Club si esibisce l’armonicista Eros Fineharp. Al Blah Blah è di scena Deniz Tek. Al Magazzino di Gilgamesh debutta il festival blues con la cantante Lakeetra Knowles. Al Dash suona The Blues Against Youth. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Galeffi.
Venerdì. Allo Ziggy punk con Kelvins e Lem. Allo Spazio 211 il batterista dei Jamiroquai si esibisce con i Fun-Konnection mentre BlackRockstar è di scena al Jazz Club. Al Folk Club suona il quartetto jazz composto da Ares Tavolazzi, Enzo Zirilli, Flavio Boltro e Sergio De Gennaro. All’Hiroshima si esibisce Ginevra. Al Blah Blah suona il duo Winter Severity Index.
Sabato. Al Conservatorio “Una Vita per il Jazz” in ricordo di Sergio Ramella, appassionato organizzatore di concerti, colui che ha portato il jazz a Torino per oltre 30 anni. Dall’Eurojazz Festival di Ivrea ai Punti Verdi alla Pellerina e al Torino JVC Newport Jazz dei Giardini Reali. Un concerto in sua memoria a 10 anni dalla scomparsa,organizzato dall’AICS Torino con tanti musicisti per ricordarlo tra cui: Emanuele Cisi, Enzo Zirilli, Flavio Boltro, Diego Borotti, Furio Di Castri, Luigi Tessarollo e tanti altri. Al teatro Colosseo si esibisce Nek. Allo Spazio 211 suonano i Tamburi Neri. Al Cap 10100 arriva Morgan con il produttore Megahertz.
Domenica. Al Jazz Club suona il trio blues Rubin Red.
Pier Luigi Fuggetta
Il nuovo, intelligente sguardo di Kristza Székely sul testo di Henrik Ibsen
Kristza Székely è nata a Budapest e ha quest’anno superato energicamente i quarant’anni, nei suoi ricordi c’è un diploma come ballerina classica, oggi continua a dimostrarsi uno dei nomi di punta della drammaturgia europea, celebra le proprie incursioni nel mondo della prosa (Fassbinder, Ibsen, Brecht) e della lirica (Saint-Saëns, Offenbach), le vengono riconosciuti premi importanti, è stata eletta Presidente dell’Associazione dei registi ungheresi. Lo Stabile torinese, all’insegna di una ventata europea che richiama l’applauso, l’ha eletta “artista associata”, l’abbiamo tre anni fa vista all’opera con uno “Zio Vania” e l’attendiamo (al Carignano dal 7 marzo) con lo shakespeariano “Riccardo III”.
Smonta e ricompone (dramaturg è Ármin Szabó-Székely), in chiave contemporanea certi titoloni, certe pietre angolari della classicità, inerpicandosi su per sentieri che metterebbero i brividi a qualunque collega. “Ardita”, l’avevo definita all’indomani del precedente spettacolo. E ardita è rimasta. Un salire verso l’alto che in altra occasione non mi era parso convincente, su quello “Zio Vania”, snaturato nella sua originale scrittura, nelle intromissioni e nelle esasperazioni costruite strada facendo, nella perdita di quel male di vivere che faceva posto a temi troppo legati all’oggi come il riscaldamento globale e il depauperamento delle coste, avevo espresso tutti i miei dubbi. Voleva dire andare troppo al di là delle intenzioni dell’autore per costruire pressoché appieno una visione tutta propria, voleva dire sgomitare per dare spazio al più che superfluo.
Prendendo tra le mani oggi un testo come “Hedda Gabler”, che Ibsen scrisse nel 1890 e che lo Stabile Torinese coproduce con il Katona Jòzsef Szìnhàz, l’acutezza dello sguardo della regista gettato sulla società che circonda i personaggi, in special modo quelli femminili, chiusi e stretti entro le convenzioni più soffocanti, porta ad un raggiungimento “civile” della sua messinscena, analizza, coinvolge nell’attualizzazione, sa vanificare sicurezza e arrivismo.
Soprattutto non sposta di un millimetro la Hedda che Ibsen ha costruito, il gelo che la attraversa, la noia quotidiana verso un matrimonio male sopportato, la freddezza dei rapporti con amici e famigliari, la difesa di uno status che la pubblicazione del libro del consorte Jörgen, devoto ma mediocre, e del suo incarico universitario confermerebbero, il campo di annientamento e di autodistruzione che invade la protagonista, l’intelligenza fredda e calcolatrice che la accompagna sino a quel colpo di pistola finale. Non è più un mescolare le carte, l’oggi viene visto e accettato per una giusta ragione d’essere. Un modo di essere che s’è spostato in linea retta da un panorama di cento e trent’anni fa. Non importa assolutamente nulla se gli eleganti salotti dell’epoca vengono sostituiti da un grigio divano usato e abusato e le azioni degli attori sono inquadrate in anonime pareti di legno, non importa se le lampade a petrolio lasciano il posto ad applique di poco prezzo, se le toilette ricercate e ostentate sono cambiate con gonne da casa e semplici sottovesti, se la stufa in ceramica che inghiotte e distrugge il manoscritto dell’antico amore Løvborg oggi ha il pregio assai inferiore di un onesto trita carta. Non più il “tranquillo” castello di menzogne e confessioni e rigidità di alcune vecchie edizioni, ma qui tutto è frenesia, chiacchiere e chiacchiericcio velocissimi, ardui sfrigolii come quelli che suddividono l’adattamento del testo in vari capitoli, a distruzione della partitura musicale senza inciampi che tutti vorremmo, tutto assume quasi un taglio cinematografico, in precise sequenze, in scatti nervosi, in balletti tarantolati, in frasi rotte dentro un microfono, in un assurdo che è lo specchio preciso del nostro quotidiano.
Le intenzioni e il disegno di Székely sono questa volta esatti, suggestivi, fisicamente accettati, solidi, viscerali, nettissimi. Senza sbavature, vanno dritti a quel colpo di pistola con cui la protagonista rinuncia ad una vita senza futuro. Una Hedda che è una splendida (e per noi, ahimè, sconosciuta e vorremmo rivedere in altre prove) Adél Jordan, secca, vibrante, ai limiti sempre del rovescio isterico e immediatamente pronta a rimettersi in linea con quelli che la circondano; accanto a lei un autorevole, perfetto Béla Mészàros che è Løvborg e gli altri compagni che hanno definito il grande, più che tangibile (il pubblico che al termine non si stancava d’applaudire) successo della serata. Ultime repliche – la lingua cecoslovacca non spaventi, dei precisi soprattitoli tranquillizzano lo spettatore – sabato 14 alle ore 19,30 e domenica 15 alle ore 15,30. Uno spettacolo intelligente da non perdere.
Elio Rabbione
Le immagini dello spettacolo sono di Judit Horvath
Terzo appuntamento: “Leggere è una cura”
Assemblea Teatro presso la Biblioteca Pubblica San Luigi a Orbassano, nel complesso dell’Ospedale San Luigi Gonzaga, promuoverà giovedì 19 gennaio prossimo alle 16 il terzo appuntamento di “Leggere è una cura”, in occasione del primo anniversario della scomparsa del Professor Pier Maria Furlan. Si tratta di un omaggio attraverso le parole complesse di un personaggio impegnativo quale Pitigrilli, controverso e discusso autore torinese.
Per non dimenticare, anzi per celebrare questa ricorrenza, è nata la scelta di leggere pagine tratte dall’autore “Pitigrilli”, pseudonimo di Dino Segre, enfant terrible della letteratura italiana, dietro il quale si nascondeva il padre di Pier Maria Furlan.
Pitigrilli conobbe una notevole notorietà e successo nel Ventennio, piombando poi, con la caduta del fascismo, in cattività, per il sospetto di aver collaborato con l’Ovra, la polizia politica fascista.
Non trovando più editori disposti a pubblicarlo, avrebbe lasciato l’Italia per la Francia e poi per Buenos Aires. Convertitosi al cattolicesimo, ripudiò e impedì lui stesso la pubblicazione dei suoi primi cinque romanzi ritenuti immorali. Sarà Umberto Eco, anni dopo, pur non volendo scagionare Pitigrilli dalle accuse mossegli, ma in un’ottica di critica libera dalle sue presunte collusioni col Fascismo a riattribuire il giusto valore artistico alle sue opere, rivelando in lui uno scrittore gradevole, sapido, fulminante e, contro il giudizio corrente, anche “casto”.
Il Professor Furlan, nelle interviste rilasciate sull’argomento, ha sempre difeso l’opera, nella dignità del padre, e in questo appuntamento, Assemblea Teatro, sgombra da pregiudizi, si è avventurata nella lettura delle sue pagine. Le letture di Alberto Barbi avranno inizio alle ore 16:00, ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti.
Mara Martellotta
Per prenotazioni: bibliosanluigi@gmail.com
Tel: 0119026212
Riprende l’iniziativa Domenicamattinateatro, a cura di Assemblea Teatro, con un testo di eccezione di Luis Sepulveda
Domenica 15 gennaio prossimo alle ore 11, nel teatro di via Paolo Sarpi 111, verrà messa in scena “La gabbianella e il gatto”, testo scritto da Luis Sepulveda, nella traduzione di Ilide Carmignani, per la riduzione teatrale di Renzo Sicco e Gisella Bein. In scena Cristiana Voglino, Paolo Sicco, Monica Calvi. Le musiche sono composte e eseguite da Matteo Curallo e la regia curata da Renzo Sicco.
Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, in un gesto estremo, affida il suo uovo ad un gatto grande e grosso di nome Zorba, strappandogli tre promesse, di non mangiarlo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro.
Luis Sepulveda, attraverso una storia metafora, racconta con la semplicità dell’uomo contemporaneo che, arrecando del male alla natura, si finisce per fare del male a se stessi. Un gatto d’onore inizia un’avventura lunga quanto un libro insieme ai compagni coraggiosi come gli scimpanzé nevrotici e a una impaurita gabbianella. L’autore, con la dolcezza di una favola, parla direttamente all’uomo, grande o piccolo che sia, rammentandogli i doveri verso la natura e anche quelli verso se stesso. In scena si fondono immagini e parole, disegni e voci, musiche con il racconto, capace di proporre un gioco in cui i diversi personaggi prendono vita attraverso un’esilarante Cristiana Voglino. Ora segretario, ora Zorba, ora piccola gabbianella, a ogni personaggio vengono attribuiti un accento e un carattere particolare, che conducono dritti tra gli sviluppi del racconto. Dietro la personalità teatrale di Cristiana Voglino, i disegni di Monica Calvi danno forma alle parole e le animano rendendole concrete. Il designer Francesco Iannello ha creato il tavolo “uovo” attraverso il quale si muovono i gatti che invitano a tuffarsi in una storia tonda, capace di catturare grandi e piccini attraverso il divertimento e l’emozione sincera. La musica è composta appositamente da Matteo Curallo erappresenta un ponte che unisce tanti ingredienti capaci di trascinare lo spettatore in un viaggio magico. A lui non resta che partecipare al gioco, lasciandosi trascinare da gatti giocherelloni, fino a provare a volare.
Età consigliata dai 4 anni.
MARA MARTELLOTTA
Venerdì 13 gennaio, ore 21
Ditegli sempre di sì
L’opera tra le meno note di Eduardo De Filippo con la regia di uno dei più autorevoli registi italiani Roberto Andò
TSN – Teatro Superga Nichelino (TO)
Sul labile confine tra salute e malattia mentale si muove Ditegli sempre di sì, l’opera tra le meno note di Eduardo De Filippo con la regia di uno dei più autorevoli registi italiani Roberto Andò, alla sua prima esperienza eduardiana. L’opera, il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione, si basa sul perfetto meccanismo del testo in equilibrio tra comico e tragico.
In Ditegli sempre di sì, uno dei primi testi scritti da Eduardo De Filippo, la pazzia di Michele Murri è vera: è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?
Ditegli sempre di sì è una produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca de Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, che continua, nel rigoroso segno di Luca, a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale.
Le foto a questo link:
https://drive.google.com/drive/folders/1jznNkaVI_Olag4xGYMyMyBMi9izpG3Ah?usp=share_link
Venerdì 13 gennaio, ore 21
Ditegli sempre di sì
Di Eduardo De Filippo
Con Carolina Rosi, Tony Laudadio, Andrea Cioffi, Antonio D’Avino, Federica Altamura, Vincenzo Castellone, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
Regia Roberto Andò
Scene e luci Gianni Carluccio
Costumi Francesca Livia Sartori
Produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca de Filippo, Fondazione Teatro della Toscana
Biglietti: platea 25 euro, galleria 20 euro
Info
Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino (TO)
www.teatrosuperga.it biglietteria@teatrosuperga.it
IG + FB: teatrosuperga
Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga
Da sabato 14 gennaio alle ore 12:00 un matinée al mese fatto di tasti bianchi e neriVia Giorgio Pallavicino, 35 – Torino
presenta PIANO SOLO
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“Piano Solo” è la nuova rassegna musicale di OFF TOPIC nata in collaborazione con la consulta studenti del Conservatorio “G.Verdi” di Torino.
Nato alla corte di Cosimo III De’ Medici nel 1698 come clavicembalo che poteva suonare piano ma anche forte, criticato da Bach e amato visceralmente da Mozart per le infinite possibilità espressive, protagonista dell’epoca romantica, il pianoforte è senza ombra di dubbio quello strumento che – come scriveva in Novecento Alessandro Baricco – rende infinito l’essere umano.
“Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infinti loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito.” Raccontato nel cinema e nella grande letteratura, il pianoforte è in fondo quello strumento che tuttə vorremmo saper suonare e che è in grado di rapire – sul palco della Scala quanto al gate di un aereoporto – chiunque ne incontri il suono. Per il suo irresistibile fascino, OFF TOPIC ha voluto sul palco del bistrò proprio un pianoforte e attorno al signor strumento costruisce la sua rassegna “Piano Solo” .
È così che sabato 14 gennaio alle ore 12.00 prende il via il primo di cinque appuntamenti musicali che porteranno sul palchetto del Bistrò di OFF TOPIC il jazz di Chet Baker ma anche i capolavori di Debussy e di Ravel, passando per Art Blakey e Liszt. Un appuntamento al mese, un matinée che porta nel contemporaneo anche il mondo classico per far scoprire al pubblico le tante vite che la musica può avere tramite un solo e unico strumento: il pianoforte.
“Come Consulta degli Studenti siamo stati fin da subito felici che Off Topic abbia voluto instaurare questa collaborazione. Siamo convinti che l’interazione tra il nostro Conservatorio e le realtà del territorio come Off Topic che si interfacciano in particolare con un pubblico giovane, sia innanzitutto l’occasione per avere una prima importante palestra e vetrina per tutti gli studenti che si apprestano a diventare i professionisti nel settore musicale, nonché un investimento fondamentale per non perdere la possibilità di raggiungere, incuriosire, e così formare, una platea di persone capace di apprezzare i repertori e i generi più vari e che potrà così trasformarsi nel pubblico del futuro.”
“La vita non è un problema da risolvere, ma una realtà da sperimentare”. Questa celebre frase di Soren Kierkegaard – aggiunge il Direttore del Conservatorio “G.Verdi” di Torino Francesco Pennarola – riassume un po’ lo spirito con cui il Conservatorio di Torino entra nella programmazione di Off Topic: un luogo nato per sperimentare, per cercare di innovare le modalità di offerta culturale. Questo deve fare una Istituzione di alta formazione musicale: cercare strade per innovare i format culturali e i loro contenuti: e se a farlo sono direttamente gli studenti allora il risultato non può che essere una scommessa vinta!”
“Le persone più attente si saranno accorte che da qualche settimana sul palco del Bistró, è apparso un pianoforte verticale. – dichiara il direttivo di OFF TOPIC – Un po’ come dentro le stazioni ferroviarie, nelle Piazze durante la Festa della Musica o dentro ai Saloon nel Far West il Bistró ancora una volta è luogo di libera espressione. Chiunque potrà salire sul palco e allietarci con un brano. A inaugurare ufficialmente il pianoforte di Off Topic non potevano che essere gli studenti e le studentesse del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino con Piano Solo, un progetto di rete con l’accademia della musica torinese che risponde alla mission di contaminazione e sperimentazione artistica di Off Topic.”
Per il primo appuntamento in programma sabato 14 gennaio è protagonista la giovane pianista Chiara Nicora in un concerto-lezione dedicato ai pianisti dei Jazz Messengers, storica formazione be-bop. Il repertorio è composto da composizioni originali di Horace Silver, Bobby Timmons e Cedar Walton, pianisti che hanno fatto scuola nello swing, nel be-bop e nel soul jazz.
CHIARA NICORA Chiara Nicora studia pianoforte jazz al Conservatorio G. Verdi di Torino dal 2019. Ha partecipato ai seminari di AlbisJazz e Nuoro Jazz studiando con Dado Moroni, Danny Grissett, Peter Bernstein e molti altri, vincendo una borsa di studio per merito nel 2022 per partecipare a Jazz in Marciac (Francia). Si esibisce regolarmente nei jazz club torinesi e in festival locali come Torino Jazz Festival, Avigliana Jazz Festival, Jazz Around You, etc. con diverse formazioni.
Prenotazione per il brunch consigliata scrivendo al #Bistrò di OFF TOPIC su WhatsApp al 388.446.3855
PROSSIMI APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA
Sabato 11 Febbraio alle 12.00 Giorgia Marletta presenta Sfumature Sonore. Embraceable you e The man I love da Seven Virtuoso Etudes – Gershwin/Wild; Sonetto 123 del Petrarca da “Années de Pèlerinage” – Liszt; “Barlumi” – Malipiero;”Images oubliées” – Debussy; “Jeux d’eau” – Ravel;
Sabato 18 Marzo alle 12.00 Nicolò di Pasqua sul palco di OFF TOPIC in un grande omaggio a Chet Baker.
Sabato 22 Aprile alle 12.00 Elena Tiritto è protagonista con i brani tratti da Einaudi, Yruma e Tiersen.
Sabato 20 Maggio alle 12.00 Emiliano Blangero presenta alcuni brani del suo ultimo album “Moments”
OFF TOPIC – Hub culturale, Via Giorgio Pallavicino 35 Ideare, valorizzare, educare, diffondere e connettere: questi i principi su cui si fonda OFF TOPIC, l’hub culturale della città di Torino, progetto del Torino Youth Centre, riconosciuto dal Comune di Torino come Centro di Protagonismo Giovanile il cui direttivo è formato da Goodness Ac, Klug APS, Cerchio di Gesso. Il Torino Youth Centre è l’associazione di secondo livello che attraverso una progettualità di rete, coordina il funzionamento, le attività e gli spazi di Via Pallavicino 35, rendendo OFF TOPIC hub culturale e sede di attività formative (corsi, workshop, conferenze) e co-working, residenze artistiche, musica live, teatro, proiezioni, reading e eventi off di rassegne cittadine, attività sociali e di promozione del territorio.
OFF TOPIC via Giorgio Pallavicino, 35 – 10153 Torino
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