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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce il rapper Alfa.
Martedì. Al Blah Blah sono di scena i Chew. Al Cap 10100 suonano i Turin Brakes.
Mercoledì. Nei cinema prima di 3 giorni per il film concerto dei Coldplay “Live At River Plate”. Allo Spazio 211 si esibisce Fink. Al teatro Colosseo Eugenio Finardi presenta il progetto “Euphonia Suite”. Al Blah Blah suonano i The Boys.
Giovedì. All’Off Topic si esibiscono i Krikka Reggae. All’Hiroshima è di scena la cantautrice Maria Antonietta. Allo Spazio Musa i Prank suonano insieme a Giorgio Li Calzi. Al Magazzino sul Po si esibisce il duo Mombao. Al Cap 10100 è di scena Auroro Borealo.
Venerdì. Al Blah Blah si esibiscono i Date At Midnight. Preambolo per “Jazz is Dead!” al Cap 10100 con Jim O’ROurke e Eiko Ishibashi. All’Imbarchino sono di scena i a/Ipaca. Al Folk Club Federico Bagnasco e Carlo Pestelli, riprendono le canzoni diGeorges Brassens tradotte da Fausto Amodei. Al Pastificio Elettrico il Putan Club di Amaury Cambuzat.
Sabato. Debutta alle OGR il Torino Jazz Festival, con “Natura morta con custodia di Sax” versione musicale del libro di Geoff Dyer interpretata da Peppe Servillo e il sestetto All Stars capitanato dal trombettista Flavio Boltro. Al Blah Blah suonano i Deathless Legacy. Al Concordia di Venaria arriva Diodato. Ai Giardini Reali per “Earth Day”, suonano Marlene Kuntz, Epoque, Saturnino, Ensi e Siria. Allo Spazio 211 si esibiscono I Fiumi.
Domenica. Al Massimo epilogo di “Lovers” con l’esibizione di Paola & Chiara. Doppio concerto alle OGR per il TJF. Nel pomeriggio l’Orchestra del Conservatorio accompagna Cristina Zavalloni per il tributo “Potentissima signora” dedicato a Laura Betti. In serata suona il trio del pianista Kenny Barron. Al Pala Alpitour arriva Max Pezzali.
Pier Luigi Fuggetta
Nell’autunno 2023, tratta da “Diari d’amore” di Natalia Ginzburg
Nella stagione teatrale 2023/2024 Nanni Moretti firmerà la prima regia teatrale, portando in scena, nell’ambito di una coproduzione internazionale, “Diari d’amore”, tratto da Natalia Ginzburg.
Nanni Moretti, per il suo esordio teatrale, ha scelto un dittico di due atti unici della Ginzburg, “Dialogo” e “Fragola e panna”. Lo spettacolo debutterà in prima nazionale il 9 ottobre prossimo, inaugurando la stagione 2023/2024 del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale e sarà in tournèe fino a giugno 2024 nei maggiori teatri italiani e francesi.
“Natalia Ginzburg – dichiara Valerio Binasco, Direttore artistico del Teatro Stabile di Torino e profondo conoscitore del teatro della Ginzburg, rappresenta per me uno dei più importanti autori italiani. Anche se la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità o dall’assurdo, il suo stile “semplice” e musicale, il dolce umorismo e le partiture sofisticate delle chiacchiere che riempiono le sue opere arrivano a toccare corde emotive veramente forti, restituendo grandezza e profondità a personaggi solo apparentemente piccoli. Con una pacata ironia si viaggia tra i toni malinconici di una poesia fatta di elementi quotidiani e domestici, restando affascinati dalla originale musicalità dei suoi dialoghi”.
Nanni Moretti per il suo esordio teatrale ha, così, scelto due commedie di Natalia Ginzburg e, attraverso le loro storie, si prepara a esplorare con particolare ironia le intimità domestiche, quasi rassegnate, in cui i conflitti hanno lasciato lo spazio alle indifferenze.
I personaggi di Diari d’amore si troveranno a parlare di fedeltà, amicizia, matrimonio, denunciando le proprie inettitudini e rendendo il lato più tragico delle loro esistenze una commedia.
Il teatro di Natalia Ginzburg è spesso stato definito “teatro delle chiacchiere”, secondo Moretti in quanto ci rende spettatori inerti delle complessità della vita.
I testi di Natalia Ginzburg sono già approdati in teatro; è, infatti, di questi giorni l’anteprima del romanzo di Natalia Ginzburg “Le voci della sera”, secondo Italo Calvino uno de più bei romanzi che ella abbia scritto (durante il soggiorno londinese), portato in scena da Silvia Frasson.
Mara Martellotta
9-29 ottobre 2023. Torino, Teatro Carignano
DOPO IL DEBUTTO NAZIONALE – ANDATO SOLD OUT – DI FEBBRAIO TORNA ALLO SPAZIO KAIROS
“Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” con Giulia Pont
Un monologo su amori che finiscono e vita che ricomincia, la musica leggera che ci ha rovinato con i suoi testi romantici,
le app di dating e le avventure che regalano, le donne single che ancora vengono viste come “mancanti di un pezzo”
Ha debuttato a febbraio, allo Spazio Kairos, con due date andate subito esaurite, lo spettacolo “Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo”, una produzione di Crack24 di Torino per la regia di Carla Carucci. Da allora, non ci sono state altre repliche.
Per questo, ora si aggiunge una terza data: domenica 16 aprile alle 21 andrà in scena allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7.
Se i divorzi sono in aumento, credere nella coppia è un progetto fallimentare? Se Emma Bovary avesse avuto Tinder, come sarebbe finita? Giulia Pont, sola sul palco, snocciola una mitragliata di domande. Come si fa a pensare di aver trovato l’anima gemella al supermercato sotto casa se siamo 7 miliardi sulla Terra? Avranno ragione i poliamorosi? E ancora: la musica leggera ha rovinato la nostra idea di amore?
E se stare da soli, alla fin fine, fosse meglio?
Pont, che ha scritto il testo e che lo interpreta per 70 minuti ininterrotti, spiega: «”Ti lascio perché mi fai salire il cortisolo” nasce come sequel dello spettacolo “Ti lascio perché ho finito l’ossitocina”, monologo che ha debuttato nel 2013 durante la prima stagione del Torino Fringe Festival e che è stato lo spettacolo più visto di quell’edizione». Racconta: «Si riallaccia al tema della fine dell’amore per raccontare, però, un punto di vista nuovo. Narra infatti come la fine possa essere, in realtà, un nuovo inizio: scoperta di se stessi, della propria individualità e liberazione».
In un mondo in cui ancora troppo spesso una donna single è considerata come “mancante di un pezzo”, la protagonista lotta contro i pregiudizi della società e della famiglia per affermare se stessa e i suoi desideri nonostante un padre patriarca, una mamma sessantottina pentita e una zia con l’hobby delle domande inopportune.
«Nel suo percorso di scoperta di sé stessa si confronta anche con un mondo estremamente avventuroso e talvolta insidioso: l’universo del dating, spesso popolato da “casi umani”. Un viaggio nel quale la accompagna una controversa psicologa» sorride Pont.
Tra ritratti di personaggi bizzarri, momenti di stand-up comedy e canzoni, la protagonista affronta anche il tema della ricerca del piacere femminile. Scoprendo, con ironia ed eleganza, le carte di un gioco che per anni alle donne non è stato concesso.
Lo spettacolo ha vinto il Bando Residenze 2022 del Teatro della Caduta. La regia del monologo è di Carla Carucci, che ha già firmato altri due spettacoli della Pont: il monologo “Non tutto il male viene per nuocere ma questo sì” e la commedia “Effetti indesiderati anche gravi” che ha debuttato nel 2018 nella stagione del Teatro Stabile di Torino per “Il Cielo su Torino”.
BIGLIETTERIA
Intero 13. Ridotto 10.
Info: biglietteria@ondalarsen.org.
Per un week end dedicato alle tante, nuove istanze artistiche
Sabato 15 e domenica 16 aprile, dalle 16 alle 21
Chiamiamole “gallerie d’appartamento” o meglio, data l’origine anglofona, “apartment gallery”. Ovvero alloggi privati prestati e aperti gratuitamente al pubblico per ospitarvi mostre e interventi artistici fra i più svariati. Si tratta di una pratica che, negli ultimi anni, ha sempre più preso piede in grandi metropoli occidentali come New York, Los Angeles, Londra e Berlino e su cui Torino intende allinearsi con l’edizione zero di “Àprile. Festival delle case per l’arte” – con un bell’accento sulla “A” di “Àprile” per un gioco di ironica confusione con il nome del mese e per sottolineare invece il concetto di case a “porte aperte” – che si terrà in città sabato 15 e domenica 16 aprile prossimi, dalle ore 16 alle 21. In concreto: sette appartamenti privati, per il prossimo week end, si apriranno al pubblico offrendo la visita a mostre d’arte lì installate, ma non solo. Accanto a sculture, installazioni, dipinti e fotografie ogni casa presenterà anche eventi performativi site-specific: microteatro, talk, concerti, performance. L’appartamento diventa insomma un luogo per la cultura. “Dal salotto alla toilette – dicono gli organizzatori, artisti e appassionati d’arte aggregati in una sorta di informale associazione – si offre al pubblico un’esperienza culturale alternativa , dove l’artista (performer, pittore o musicista) è lì ben presente”. Mischiato fra pubblico e proprietari di casa. In questa edizione zero, “Àprile” presenta, tra le altre, opere di Giuseppe Gallace, Giuliano Brancale in arte Gibrah, Contatto Meccano, Marco Gagliardi e Federica Moi; concerti di Ludovico Bellucci (classe 2004) al pianoforte, “The Jay Happy” del collettivo internazionale “Donezk”, “Chinò e il mare”, dei “Saturno contro” da Bologna e una jam session con “La locanda alla fine del mondo”; per finire con le perfomance di Manueila, Cristian Rodriguez, Matolivetti, “Aire Duo” con Cristina Da Ponte. Arricchisce il programma una prima torinese: “Happy life, estratti di vite a caso”, interessante pièce della compagnia “MALES”.
Ad aprire il Festival, venerdì 14 aprile scorso, la personale di Turi Rapisarda e Simona Galeotti “Storie di spettri e di fantasmi” (in collaborazione con “Oolalala art”– progetto artistico nomade) presso l’“Agnelleria” di via Exilles 84, facente parte di “Casa Museo Zona Rosato”, progetto dello scultore avellinese Gerardo Rosato. Da Vanchiglia a Parella il programma coinvolge sette dimore: via Bava 19 (“due vani e cucina di libera espressione”), via Milano 20 (“Piano B”, co-housing che al suo interno custodisce un prestigioso “Bosend-orfer Gran Piano” più unico che raro), via Exilles 84, corso San Maurizio 61 (“Apartment Gallery Rooftop”, dove Neri Muccini e Sonja Kristić presenteranno sabato 15, alle 16, “La galleria d’appartamento: un percorso verso nuovi spazi d’arte”, in dialogo con Edoardo Di Mauro, direttore del “MAU”, in zona Campidoglio, primo Museo d’arte urbana all’aperto in Italia e vice direttore dell’“Accademia Albertina” di Torino), via Borgo Dora 16 ( “Casa Moringa”, abitata dall’acrobata, ballerina e performer Manueila), via De Lellis 30 (“Casa Mercanti”, immersa in atmosfere aleggianti fra il mistico e il misterioso), Via Carena 10 ( “Casa Carena”, in zona San Donato, la “Casa di Yaga”). Sette dimore e una “costellazione di esperienze che, a partire dallo spazio del quotidiano, la casa, sperimenta modalità alternative di vivere e abitare l’arte”.
L’ingresso in ogni casa è completamente gratuito fino a esaurimento posti disponibili. Dall’App Seetizen, disponibile tramite QR code, è possibile visualizzare la mappa del Festival, leggere il programma, conoscere l’affluenza di ogni casa e organizzare la propria visita a piedi, in bus o con un tour in bici.
g.m.
Nelle foto:
– “Casa Museo Zona Rosato”, via Exilles 84
– Via Bava, 19
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Domenica 16 aprile, ore 19, Salone d’Onore
Penultima tra le opere di Giuseppe Verdi, composta dopo un silenzio di sedici anni, Otello (Milano, Teatro alla Scala, 1887) è il coronamento del sogno shakespeariano del maestro di Busseto, che aveva già musicato un soggetto del grande drammaturgo elisabettiano agli inizi della sua carriera (Macbeth, Firenze 1847). Costruita sul libretto di Arrigo Boito, straordinario traduttore e poeta, l’opera mette in scena il conflitto del potere e della gelosia che muove Jago a ingannare Otello e Otello a uccidere l’innocente moglie Desdemona. Un dramma della gelosia che obbliga a confrontarsi con i peggiori istinti mossi dall’ambizione e dalla sete di potere che si annidano nel cuore dell’uomo.
CAST
Raffaella Angeletti, Desdemona
Fernando Cisneros, Jago
Piero Giuliacci, Otello
Achille Lampo, pianista
Roberto Tagliani, guida al concerto
PROGRAMMA
Già nella notte densa (Otello, Desdemona)
Vanne; la tua meta già vedo… Credo in un Dio crudel (Jago)
Desdemona rea… Sì, pel ciel marmoreo giuro (Otello, Jago)
Dio ti giocondi, o sposo (Otello, Desdemona)
Dio! Mi potevi scagliar… Ah, dannazione! (Otello, Jago)
Mia madre aveva una povera ancella (Canzone del salice) (Desdemona)
Ave Maria (Desdemona)
Chi è là? Otello (Desdemona, Otello)
Niun mi tema (Otello)
Lirica a Corte è organizzata dal Teatro Superga in collaborazione con STM e Fondazione Ordine Mauriziano.
INFO E BIGLIETTI
Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino
Posto unico: 35 euro.
Info e prenotazioni: 011.6279789 biglietteria@teatrosuperga.it
www.teatrosuperga.it biglietteria@teatrosuperga.it
IG + FB: teatrosuperga
Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga
Doppio appuntamento per “Cyrano”
DOPPIA DATA PER LA COPRODUZIONE TORINESE
LA PIECE DI ROSTAND TRA COMICITA’ E LIRISMO
Venerdì 14 aprile chiude la stagione di Monteu da Po
Sabato 15 aprile è allo Spazio Kairos di Torino
Doppio appuntamento per “Cyrano”, fedele riduzione in versi della famosa pièce di Edmond Rostand che mette al centro il dramma della disparità tra l’essere e l’apparire e il rapporto con la parola poetica. Venerdì 14 alle 21 è al Teatro di Monteu da Po a chiudere la stagione “Luci su Monteu” mentre sabato 15 alle 21 va in scena allo Spazio Kairos, via Mottalciata 7.
Lo spettacolo è una co-produzione tutta torinese: è prodotta da Onda Larsen e Crab Teatro. A mettere in scena il testo scritto da Edmond Rostand sono Pierpaolo Congiu, che firma anche adattamento e regia, Luca Ferrara e Lia Tomatis.
Cosa aspettarsi? Una fedele riduzione della famosa pièce di Rostand che mette al centro il dramma della disparità tra l’essere e l’apparire, tra comicità e momenti di lirismo. Cyrano ama, non ricambiato, la bella cugina Rossana, a sua volta innamorata del giovane e Cristiano che però “non sa parlare d’amore”.Cyrano, per amore di entrambi, presta al giovane penna e capacità oratoria e i tre saranno legati dal segreto delle celate identità.
«La parabola di Cyrano ci tocca perché ci ricorda quanto può costare non cedere all’ingiustizia e alle prepotenze, e quanto sia difficile esprimere e capire i nostri sentimenti più profondi – afferma Pier Paolo Congiu – Abbiamo tutti, in qualche momento della nostra vita, indossato la maschera di Cyrano, ne abbiamo sentito il peso, molte volte possiamo aver pensato quanto sia duro vivere con un naso che sempre di un quarto d’ora ci precede».
BIGLIETTERIA PER ENTRAMBI GLI SPETTACOLI
In teatro o su www.ticket.it
Intero 13.
Ridotto 10 per under 18, over 65, studenti.
Info: www.ondalarsen.org.
Venerdi 14 alle 22.45, e domenica 16 aprile alle ore 20.15, Rai 5 trasmetterà il documentario “Regio 50. Ci si mette molto tempo per diventare giovani”, di Roberto Giannarelli e Francesca Nesler, che racconta il Teatro Regio di Torino in occasione del cinquantenario dalla sua riapertura.
Nella notte tra l’8 e il 9 febbraio 1936 un violento incendio distrusse il Teatro Regio. La città perse un simbolo del potere, un luogo di cultura ma anche un gioiello dell’architettura settecentesca. La città affidò immediatamente agli architetti Morbelli e Morozzo della Rocca la ricostruzione del teatro, ma quel progetto non vide mai la luce.
Nel 1965 i lavori di ricostruzione passarono in mano a un pazzo visionario: Carlo Mollino. Architetto, designer, fotografo e studioso torinese, Mollino rappresenta a pieno l’assunto che spesso il confine tra genialità e follia è impercettibile.
Mollino progettò un teatro dalle linee futuristiche, una navicella spaziale che sembra sospesa nell’aria e fu per questo molto criticato. I torinesi inorridirono scoprendo di non ritrovare il teatro che fu inghiottito dalle fiamme. Il teatro riaprì tra critiche feroci il 10 aprile 1973. Cinquant’anni dopo, la Rai celebra Mollino con un documentario che andrà in onda, su Rai 5, venerdì 14 alle 22.45 e domenica 16 aprile alle 20.15, all’interno di una lunga maratona di opere liriche prodotte e messe in scena al Teatro Regio.
E allora scopriamo che Mollino ha concepito il teatro pensando al corpo di una donna, simbolo di fertilità e che il palco ne rappresenta il ventre. L’intero spazio è a forma di uovo, senza coordinate, dove lo spettatore è destinato a perdersi. Ed ancora, il boccascena ricorda un televisore anni 60, il soffitto richiama la forma di una conchiglia, la platea è un’unica struttura di cemento armato degradante con una catena di palchi anch’essi degradanti, dalla visuale perfetta.
50 anni fa Mollino regalò alla città un capolavoro d’ingegneria capace di ospitare coloro che lo avrebbero riempito di cultura, bellezza, innovazione. Nel documentario ritroviamo dunque il direttore Noseda e lo scenografo e regista Poda, ma anche i grandi nomi della lirica come Raina Kabaivanski, ingaggiata nel 1973 per inaugurare il teatro insieme a Maria Callas. E della Casta Diva, Kabaivanski racconta con affetto e ammirazione gli insegnamenti su postura e canto
Lo speciale, che nasce dallo storico sodalizio tra Rai e Teatro Regio, è intitolato “Ci si mette molto per diventare giovani”, da una frase di Pablo Picasso. “Un documentario che racconta la storia del teatro ma che cerca di indagare anche le prospettive per il futuro” ha commentato Francesca Nesler, di Rai Cultura, alla presentazione per la stampa.
Il documentario fa parte di una serie di eventi per celebrare il 50 anni del Regio. Sabato e domenica è possibile, con visite gratuite, visitare la struttura e ficcare il naso dietro le quinte, scoprire l’incredibile groviglio di scale che si rincorrono a partire dall’ingresso o ammirare la maestosa torre del palcoscenico. Il sovrintendente Jouvin ha sottolineato la volontà di continuare a progettare eventi per attirare un pubblico quanto mai vasto, a cominciare dai giovani che con la Carta dedicata agli Under 30, possono acquistare biglietti a prezzi agevolati.
La mia sensazione, entrando qui, è sempre quella di essere in un luogo che potrebbe esser stato inaugurato ieri. Più che sospeso nel tempo, a me sembra che il Teatro Regio sia sempre un passo avanti, ad anticipare mode, infischiandosene delle critiche. L’esempio perfetto del carattere torinese. Buon compleanno caro Teatro Regio.
Lori Barozzino
L’appuntamento con la terza edizione del Festival, coprodotto dal Community Hub “Beezonam”
Sabato 15 e domenica 16 aprile
Sotto la direzione artistica dell’Associazione Culturale “Pigmenti” (nata a Torino nel 2011 con l’intento di sviluppare progetti artistici legati all’arte visiva in Piemonte), il “Beepop Fest”, coprodotto dal Community Hub “Beeozanam” (e realizzato nell’ambito del progetto “Beecult”) torna a riproporsi in città con la sua terza edizione articolata in due giornate, sabato 15 e domenica 16 aprile (dalle 11 del mattino alle 24, a seconda degli eventi programmati) con una fitta serie di azioni volte a rigenerare un’area rimasta ai margini delle grandi trasformazioni urbane degli ultimi vent’anni. Cuore pulsante dell’evento sono infatti le ex “Fonderie” di via Foligno 14, complesso industriale realizzato tra il 1938 e il 1941 dall’architetto bulgaro Nicolaj Diulgheroff(fra i nomi di spicco del cosiddetto “Secondo Futurismo Torinese”, insieme a Fillia, Mino Rosso, Pippo Oriani, Enrico Alimandi e Franco Costa) ed unico esempio d’architettura futurista a Torino diventato oggi, per l’appunto, “spazio ibrido e plurale” dove si “producono idee e comunità”, con l’intento di diventare “casa del quartiere” per quest’area.
Sabato e domenica prossimi, il Festival farà incontrare arte, sostenibilità ambientale,rigenerazione urbana e inclusione sociale, grazie ad un programma ad hoc, capace di mettere insieme, con un meccanismo di perfetta concertazione, laboratori sull’autoproduzione per adulti (tra le proposte anche e perfino il corso per prodursi a casa il dentifricio), tour di “street art” che partono dal Parco Dora e indagano il quartiere, ma anche musica e performance come il dj set dei “Discomoderni” che accompagnerà, sabato sera, l’aperitivo nel cortile di “Beeozanam”.
Poi, ecco, il sabato mattina il laboratorio per costruire giganteschi pupazzi da portare in una simbolica parata, e la presenza, domenica mattina, dell’illustratore di libri per ragazziGabriele Pino che condurrà i partecipanti invitandoli a progettare e a disegnare una “bestia fantastica”. E, dulcis in fundo, le vibrazioni ancestrali del “bagno di Gong”.
“Sono gli ingredienti di un festival di quartiere che raccoglie ospiti da tutto il Piemonte – spiega Riccardo Colombo di “Pigmenti” – Un’occasione per passare a conoscere il community ‘Hub Beeozanam’ e sperimentare nuove attività”.
A chiusura, venerdì 21 aprile dalle 19 alle 2 di notte, ci sarà la serata di musica elettronica “Earth Night – Beeozanam disco Party”, data italiana del progetto “Djs4climate”dove l’ospite Disco Amor verrà accompagnato dai dj locali “Onda Pacifica” e “Discomoderni”.
Per info sul programma in dettaglio: www.beeozanam.com o www.pigmenti.org
g. m.
Nelle foto:
– Esterni “Beeozanam” Murales @tellas
– Bagno di Gong
– Barca di pupazzi vaganti